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Quando: Giovedì 23 ottobre 2025, ore 18:00
Dove: CHIOSTRO DI SANTA MARIA IN VADO, via Borgovado 3

    Autore: Rodolfo Baraldini

    “Transizione ecologica, focus sulla sostenibilità”

    Circa ottanta persone hanno assistito all’incontro del Forum Ferrara Partecipata di martedì pomeriggio nella chiesa di San Giacomo, in cui…

    Circa ottanta persone hanno assistito all’incontro del Forum Ferrara Partecipata di martedì pomeriggio nella chiesa di San Giacomo, in cui sono state presentate le proposte per la conversione ecologica di Ferrara. L’evento era stato organizzato dal Forum in vista delle elezioni amministrative di giugno, invitando cittadini e forze politiche a un confronto per garantire un’effettiva transizione ecologica con impegni concreti. “Il tema ecologico non è tra le priorità di gran parte delle forze politiche, tranne di qualche eccezione – afferma Francesca Cigala del Forum Ferrara Partecipata –, vorremmo che fosse al centro della vita pubblica. Il Forum non scenderà in campo per le elezioni – specifica Cigala – ma porteremo comunque avanti i temi della città”. Tra le proposte avanzate c’è quella di rendere progressivamente gratuito il trasporto pubblico, oltre che potenziarlo, come già avviene in altre città. Questo per disincentivare l’uso dell’auto. Sempre sulla mobilità il Forum propone l’estensione dell’area pedonale e della Ztl a tutto il centro dentro le mura. Sulla transizione e la riqualificazione energetica, tra le varie proposte c’è quella di sostenere lo sviluppo delle comunità energetiche con incentivi e campagne di informazione. Tra i temi affrontati, anche lo stop al consumo di suolo. “No al green washing” afferma Romeo Farinella dell’Università di Ferrara rimarcando come i temi verdi non possano essere usati solo come facciata. “Il nucleare è una falsa alternativa. Non è sostenibile dal punto di vista ambientale, da quello economico e sul piano sociale – spiega Margherita Venturi, professoressa dell’Università di Bologna –, altra falsa via riguarda l’uso dei biocombustibili, come il biogas che continua ad emettere metano. La giusta direzione è quella delle fonti energetiche rinnovabili, che non sono inquinanti”.

    “Il tema della sostenibilità è per noi prioritario – afferma Federico Besio di Europa Verde –. Bisogna lavorare sull’aspetto culturale, sensibilizzando la cittadinanza anche facendo gemellaggi strategici con le città del Nord Europa. Invece di pensare alla Cispadana bisognerebbe creare una seria rete ferroviaria con Modena, Verona e le città della Romagna per favorire il commercio e per agevolare i cittadini”. Di legame tra giustizia sociale e conversione ecologica ha parlato Sergio Golinelli di Sinistra Italiana. All’incontro sono intervenuti anche Marcella Ravaglia de ’La Comune’, Francesco Colaiacovo del Pd, Paride Guidetti del Movimento 5 Stelle, Dario Maresca di ’Ferrara bene comune’ e Andrea Malacarne di ’Italia Nostra’.

    Dallo stop al consumo del suolo alla transizione energetica, i temi dell’incontro del Forum Ferrara Partecipata

    Esponenti di associazioni e di formazioni politiche hanno preso parte all’appuntamento

    Un piano urgente di conversione ecologica della città’ come titolo dell’incontro pubblico che si è svolto nel pomeriggio dello scorso martedì 16 gennaio, organizzato dal Forum Ferrara partecipata. In apertura, Francesca Cigala ha spiegato che “non entriamo nella competizione elettorale, ma chiediamo a tutti i candidati e alle liste quali programmi abbiamo per la mobilità, per il contrasto al consumo di suolo, per la transizione energetica, per la naturalizzazione della città”.

    Fra gli ambiti oggetto di approfondimento dai relatori, spazio all’aspetto urbanistico affrontato dall’architetto e docente Unife Romeo Farinella, e a quello della transizione energetica, analizzato da Margherita Venturi, docente di Alma Mater di Bologna. Farinella ha espresso la necessità di ribaltare il modello di sviluppo attuale, fondato su disuguaglianze sociali e distruzione dell’ambiente, ravvisando nelle impostazioni pubblicate del futuro Pug “il pericolo di indicazioni generiche, che lasciano mano libera ai governanti di turno”. Venturi, inoltre, ha elencato “le ‘tre false alternative’ della transizione energetica: il nucleare, la cattura della Co2 e i biocombustibili. Ormai l’eolico e il fotovoltaico hanno dimostrato tecnicamente la capacità di rispondere al bisogno di energia del futuro”.

    Per quanto riguarda le rappresentanze politiche e delle associazioni, Federico Besio dei Verdi, ha condiso la necessità di diffondere la cultura della transizione ecologica, sottolineando un no secco alla “follia dell’autostrada Cispadana”. Paola Fagioli di Legambiente ha posto l’accento su una transizione inclusiva, che non lasci indietro, ad esempio, “chi non riesce a raggiungere i posti di lavoro con i mezzi pubblici”, condividendo con il Forum lo stop al consumo di suolo.

    Francesco Colaiacovo, capogruppo consiliare del Pd, ha ricordato la propria battaglia per il Parco sud, associandosi alle critiche di indeterminatezza delle norme del Pug. Sergio Golinelli di Sinistra Italiana ha riconosciuto al Forum un ruolo importante in città, a partire dalla mobilitazione contro il progetto Feris, conferma l’avversione a una visione di Ferrara “città Luna park”, e rimarcando l’esigenza di “uscire dal modello capitalistico”. Marcella Ravaglia, rappresentante della lista popolare La Comune di Ferrara, ha indicato il metodo partecipativo funzionale a ottenere i risultati desiderati in sintonia con gli obiettivi condivisi con il Forum: “Significa prendersi cura, risanare ed evitare le fratture tra le generazioni”.

    Paride Guidetti ha enucleato gli obiettivi politici storici del M5s, di cui è coordinatore, che in gran parte coincidono con quelli del Forum, con il duplice no alla centrale di biometano e all’autostrada Cispadana. Dario Maresca, consigliere di Ferrara Bene Comune, in sintonia con il 90% degli obiettivi del Forum, ha invitato gli attivisti presenti a candidarsi. Nessun esponente della maggioranza consigliare e politica cittadina ha risposto all’invito del Forum Ferrara partecipata a “un confronto pubblico per definire impegni concreti per una transizione ecologica e una trasformazione della città, necessaria a contrastare la crisi climatica”.

    Emergenza clima: proposte per la conversione ecologica della città dal Forum Ferrara Partecipata

    Secondo gli analisti siamo vicini al punto di non ritorno, per questo dovremmo decidere con tempestività di invertire la rotta. Le catastrofi ambientali legate al  cambiamento climatico, causato principalmente dalle emissioni di CO2, chiedono a governanti e popolazioni di cambiare stili di vita e modello di sviluppo. Partono da queste premesse   le proposte presentate dal Forum Ferrara partecipata alla città e ai politici locali.

    Quattro Proposte per la Ferrara di domani concrete e dettagliate, da offrire ai politici  in questa vigilia di elezioni amministrative, che convergono su misure tese a ridurre le famigerate emissioni di CO2 e di altre sostanze inquinanti, pericolose e per la salute dell’ambiente e delle persone Chiunque dovesse vincere le elezioni dovrà, infatti,  rendere conto alla popolazione delle scelte che farà sul tema del contrasto al cambiamento del clima, pericolo incombente e reale a tutte le latitudini.

    Ad avanzarle ad una platea di cittadine e cittadini, rappresentanti di Istizuioni associazioni e politica locale è stata martedì 16 Gennaio nella chiesa di S. Giacomo apostolo, Francesca Cigala Fulgosi, rappresentante del Forum Ferrara Partecipata, rete di associazioni impegnate a riflettere sui bisogni della città., che da anni affronta con studiosi ed esperti i temi della CONVERSIONE ECOLOGICA.

    L’incontro di informazione e confronto ha visto i contributi di Romeo Farinella, architetto-urbanista dell’Università di Ferrara e Margherita Venturi, professoressa Alma Mater, del gruppo “Energia Per l’Italia”.. Per il professor Farinella, attento a sottolineare come le politiche tese alla transizione ecologica abbiano bisogno di una visione complessiva non di interventi spot e di demagogia: “Serve una visione della Ferrara del futuro, che tenga insieme sostenibilità economica, sociale, ambientale, come sottolineato dall’agenda 2030 e dal PNRR, che accanto alla transizione ecologica e digitale, grandi sfide del nostro tempo, mette  le politiche di inclusione e riduzione delle diseguaglianze.

    Dalla professoressa Venturi un quadro articolato delle energie alternative in sostituzione dei combustibili fossili. Non valgono tutte allo stesso modo, né per i costi  né per la riduzione effettiva delle emissioni di CO2, né per i rischi che comportano.“Attenti, allora,  alle false rassicurazioni delle lobby del fossile, alle false alternative, in sostanza, alle bufale ai danni del cittadino. Bocciato decisamente dalla studiosa , il nucleare, per tanti versi insostenibile. Promossi l’eolico e il fotovoltaico.

    Per pianificare un nuovo disegno della città, dice il Forum Ferrara partecipata, bisogna puntare   alla salvaguardia del territorio,  alla riduzione del consumo di suolo, alla riduzione degli sprechi, alla tutela dei beni comuni, a nuovi modi di gestire la mobilità, gli spazi e il verde urbano. Necessarie nuove politiche energetiche, un nuovo welfare e politiche abitative adeguate. Le azioni proposte all’interno di un piano articolato riconoscono un ruolo centrale al  tema della  mobilità e prevedono

    un potenziamento forte del trasporto pubblico, da rendere tendenzialmente gratuito e ecologicamente sostenibile, piste ciclabili, navette elettriche gratuite, parcheggi scambiatori, estensione ZTL e aree a 30km orari , pubblicizzazione dell’azienda che gestisce il  servizio. Necessaria, si è detto,  una trama verde per la città, da fermare completamente il consumo di suolo,  da mantenere e valorizzare il paesaggio agricolo da  utilizzare le aree dismesse anche per attività considerate strategiche e/o di interesse pubblico. Per la transizione energetica urge promuovere comunità energetiche e l’efficientamento energetico degli edifici, a partire da quelli  pubblici, fermare tutte le autorizzazioni agli impianti di biogas/biometano. Per la rigenerazione urbana, il Forum oltre a  ribadire  la centralità dell’interesse pubblico, chiede l’elaborazione di un piano casa programmando risorse per i prossimi 10 anni per alloggi dedicati alle fasce più marginali, studenti e a chi cerca affitto a canone agevolato, la riorganizzazione degli spazi pubblici dei quartieri della città per favorire sicurezza e mobilità attiva per anziani e bambini, una pianificazione territoriale per la valorizzazione delle vie d’acqua e la sicurezza,  ma anche il ripensamento dell’organizzazione del commercio mettendolo in relazione con il tema della mobilità. Un piano certamente ambizioso a cui  l’Università dovrebbe dare un contributo importante, con l’Amministrazione pubblica e gli altri principali attori socio-economici locali.

    LE RISORSE FINANZIARIE A CUI FARE RIFERIMENTO

    Ogni proposta non può prescindere da considerazioni sulla sua fattibilità e questo comporta una riflessione sulle capacità di spesa del Comune.

    La prima grande risorsa finanziaria sulla quale il Comune può fare affidamento è il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza    – PNRR  – che consiste di n. 8 cosiddette Missioni  riguardanti i vari ambiti dell’economia sui quali lo Stato può intervenire, e consta di complessivi 191,5 miliardi di euro di cui 123 mld da restituire con gli interessi e 68 mld a fondo perduto. A Ferrara è assegnato N.  1 miliardo di euro. 

    E’ utile sapere  che i fondi che la BCE  – la Banca della Comunità Europea – ripartisce in tutta la Comunità Europea  sono costituiti da prestiti che la medesima acquisisce emettendo titoli sul mercato azionario mondiale e sui quali paga a sua volta un tasso d’interesse. Da qui la domanda sulla entità del tasso d’interesse che verrà applicato sui prestiti e di cui ancora non si sa nulla. 

    A tutto questo si aggiunge una decisione del governo ,ancora in itinere, destinata alla integrazione da parte dello Stato Italiano di 30 Miliardi. 

    A queste risorse destinate ai territori si sommano le entrate di varia natura del Comune (tributi comunali, imposte riscosse dallo Stato e girate ai Comuni ecc.) ivi compresa una parte di indebitamento con la Cassa DDPP che verrà  decisa dal  nuovo patto di stabilità e di cui ancora non si sa nulla.

    Ferrara ha presentato n. 877 progetti e si qualifica tra i Comuni che hanno prodotto meno progetti insieme a Ravenna, Grosseto e Ascoli Piceno, per restare al centro-nord.

    La fonte di informazione è una piattaforma gratuita  di giornalismo indipendente che ha rilevato, provincia per provincia , tutti i progetti ripartiti per Missioni e le rispettive risorse assegnate. La attendibilità di questi dati non mi è stato possibile verificarla direttamente dalla sezione contabile del Comune tuttavia si può ipotizzare con molta verosimiglianza che i dati siano stati rilevati dal Programma Statistico Nazionale al quale ho provato ad accedere ma è di una vastità che richiede una notevole competenza. 

    Il risultato è, come si può intuire, un quadro delle risorse residue che come si vedrà, non sono poche.

    MISSIONI

    DIGITALIZZAZIONE – Risorse     euro   7.8 milioni  di solo PNRR, per n. 213 progetti per un totale di euro 6.275.600,00 mln . Residuo non utilizzato euro 1.524.000,00.mln

    IMPRESA E LAVORO – Risorse totali euro 96.4 milioni  di cui  euro 26.4 mln di Pnrr  e altre risorse per euro 70 mln . N. 84 progetti per un totale di euro 23.863.300,00 mln . Residuo non utilizzato euro 72.536.700,00 mln

    INFRASTRUTTURE – Risorse  totali euro 39.2 mln di cui euro 35.2   PNRR e altre risorse per euro 4 Mln.

    1. 22 progetti per complessivi euro 36.294.000. Residuo non utilizzato euro 2.906.000 mln

    SALUTE  – RISORSE euro 52.5 mln di cui 46.1 mln Pnrr e altre risorse per euro 6.4 mln  

    1. 52 progetti per un totale di  euro 38.433.300,00. Residuo non utilizzato  euro14.066.700,00 mln. Per questa missione il Pnrr non ha previsto interventi realizzabili dai comuni. Non è chiara questa precisazione. Sta di fatto che i progetti hanno riguardato  la manutenzione di strutture ASL del territorio e sulla acquisizione di tecnologia. 

    TRANSIZIONE ECOLOGICA –  Risorse euro 607.3 Mln di cui 573.2 Pnrr,     Altre risorse   euro 34.1 mln.

    1. 132 progetti per complessivi euro 448.153.200,00 mln. Residuo non utilizzato euro 159.147.000,00 mln . Segnalo che tutti i progetti riguardano manutenzione o messa in sicurezza di immobili (es. ponti). Sono stati acquistati n. 10 autobus a idrogeno.

    INCLUSIONE SOCIALE – Risorse euro 62.1 mln di cui euro 25 di Pnrr e altre risorse  euro 36.9 mln.

    1. 43 progetti per compl. Euro 43.983.000,00 mln       Residuo non utilizzato euro 18.117.000,00 Mln

    CULTURA E TURISMO – Risorse euro 2.4 mln  tutto Pnrr.  N 17  progetti per compl. Euro 2.355.000,00.Mln

    Praticamente esaurito.

    SCUOLA – UNIVERSITA’ E RICERCA – Risorse euro 159.3 mln di cui  euro 143.6 Pnrr e altre risorse euro 15.7 mln. N. 314 progetti per compl.   euro126.693.500. Residuo non utilizzato euro 32.606.500.Mln

    Segnalo una osservazione interessante che riguarda i giardini scolastici ritenuti facenti parte del sistema educativo e che da rilevazioni statistiche nazionali  hanno mostrato che Ferrara città si situa entro una media di buona qualità (15 mq per alunno) mentre la provincia non risulta oggetto di rilevazioni.  

    I progetti sono elencati semplicemente con il titolo e non è dato conoscerne i dettagli. 

    Se richiesto potrò fornire le indicazioni utili a consultare questa piattaforma.

    Per quello che riguarda gli importi ho dovuto ad un certo momento fare a meno della calcolatrice e farmi i totali come si faceva a scuola per evitare i tradimenti della tecnologia, perciò non posso garantire la perfezione assoluta. 

     

    Lella Moretti

    Percorso partecipato post Feris. Oltre 300 giorni senza risposta

    Il Forum Ferrara Partecipata non demorde e ogni venerdì “noi continuiamo a chiederla”

    “Sono più di 300 giorni da quel 27 febbraio in cui il Consiglio Comunale ha approvato una risoluzione per attivare il percorso di partecipazione dei cittadini sulle scelte per la riqualificazione della caserma Pozzuoli del Friuli e ancora non c’è stata risposta. E noi continuiamo a chiederla”.

    Lo continuano a fare ogni venerdì sullo scalone del municipio gli attivisti del Forum Ferrara Partecipata e a sostenerli anche la Rete per la Giustizia Climatica. Non demordono e provano ancora a ottenere quello che in fondo gli è stato promesso e che è stato promesso alla cittadinanza dopo il naufragio di un progetto che aveva portato anche diverse crepe all’interno della maggioranza con alcuni consiglieri che, qualora costretti, avrebbero votato contro.

    A nulla è servito il regalo consegnato al sindaco Alan Fabbri alla vigilia di Natale, un libro “in cui sono raccolte le prime idee dei cittadini sul recupero della ex caserma di via Cisterna del Follo, idee raccolte in un’assemblea pubblica organizzata dal Forum”.

    Poco prima di quell’occasione il Forum, sapendo dell’uscita del bando regionale sulla ‘partecipazione, aveva pensato potesse essere un’ottima “occasione per sviluppare un buon percorso partecipativo” e così si erano “attivati per presentare la candidatura, chiedendo al Centro Servizi del Volontariato di fare il capofila secondo le regole del bando”.

    Ma fu proprio a quel punto che arrivò la brutta sorpresa. Dal Centro Servizi del Volontariato gli fui data la notizia che il Comune non aveva “dato la sua necessaria adesione come ente attuatore alla nostra proposta di candidatura al bando stesso” poiché aveva “già avviato direttamente l’iter affidandone l’attuazione al Centro Ferrara Ricerche”.

    Nonostante ciò il Forum non demorde e rilancia con altri progetti partecipativi come il ciclo di incontri per discutere sulla necessità di una conversione ecologica urgente della città.

    Grazie per aver l

    Ferrara Partecipata inizia la “campagna ecoclimatica”

    Con l’incontro di martedì 16 la volontà è quella di creare dibattito tra le diverse forze che si confronteranno alle prossime comunali

    Con l’incontro di martedì 16 gennaio, alla parrocchia di San Giacomo Apostolo, “inizia la campagna elettorale” del Forum Ferrara Partecipata. Una campagna che, spiegano Alessandro Tagliati, Francesca Cigala e Sergio Fiocchi, non prevede l’entrata in capo come forza politica ma la volontà di creare dibattito tra le diverse forze che si confronteranno. A intervenire, sulla necessità di “un piano urgente di conversione ecologica della città”, saranno Romeo Farinella, del dipartimenti di Architettura di Unife, e Margherita Venturi dell’Alma Mater di Bologna.

    “Lo scopo – spiega Cigala – è quello di creare confronto su un tema da sviluppare in modo concreto”. Ed è per questo che oltre ai cittadini sono state invitati anche i diversi schieramenti politici ai quali si chiede di intervenire dicendo “se sono o meno d’accordo con le proposte e in caso non lo siano spiegare la loro soluzione”.

    Al centro dei problemi la crisi ecoclimatica poiché le “città sono al centro delle trasformazioni poiché al centro dell’inquinamento” e “la comunità scientifica è unanime nel dire che la crisi va affrontata ora”. Basti guardare alle alluvioni in Emilia Romagna e in Toscana e ai danni che hanno portato stimati in 11 miliardi. Serve quindi una, aggiunge sempre Cigala, “rapida transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili”, serve “ripensare il modo di produrre, consumare e consumare suolo, e per questo serve un piano”.

    “Per far funzionare questo – spiega Tagliati – serve la comunità, non con un senso di sacrificio ma dicendo che mettendo insieme le risorse possiamo stare bene tutti”. “Noi – aggiunge Fiocchi – dobbiamo passare dall’individualismo liberista a una partecipazione che va verso uno spirito comunitario”, solo così “possiamo realizzare cose importanti per il benessere individuale e collettivo”.

    ’Ferrara partecipata’ in campo: “La politica rifletta su rinnovabili, consumo di suolo e aree verdi”

    Il forum affida ai partiti un pacchetto di proposte per la “conversione ecologica della città”. Il 16 gennaio convegno con Farinella e Venturi. Tagliati: “Vogliamo essere trasversali”.

    Il Forum Ferrara Partecipata apre la campagna elettorale. E sono i portavoce Alessandro Tagliati, Francesca Cigala e Sergio Fiocchi ad annunciarlo. La prima occasione pubblica sarà l’incontro, in programma martedì 16 gennaio alla sala della parrocchia di San Giacomo Apostolo (in via Argine ducale), con il docente Unife, Romeo Farinella e Margherita Venturi, docente dell’Alma Mater in cui verrà illustrata la proposta di realizzare un piano urgente di conversione ecologica della città. Saranno proprio i temi ambientali il fulcro dell’attività del Forum. “Consegniamo a tutta la politica – spiega Cigala – le nostre proposte che, sinteticamente, riguarderanno la mobilità, il passaggio alle rinnovabili (che presuppone l’abbandono dei combustibili fossili), la rinaturalizzazione della città con l’estensione delle aree verdi e lo stop al consumo di suolo”.

    Proprio sul tema della mobilità, Cigala insiste a più riprese spiegando che “non servono interventi a spot, ma serve una vera e propria rivoluzione sulla mobilità”. Lo slogan che lancia Tagliati delinea una prospettiva: “Ferrara deve diventare una grande comunità energetica”. Anche su questo punto, partendo dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, l’esponente del Forum rilancia la necessità di “realizzare un piano per l’installazione di pannelli solari sui tetti degli immobili comunali”. Perché evidentemente il motore propulsivo della rivoluzione green che l’associazione di cittadini ha in mente è proprio il Comune.

    La dimensione, secondo Fiocchi, deve essere quella “comunitaria: lo sforzo da fare è uscire dall’individualismo per cercare soluzioni che facciano bene alla collettività”. Al netto delle enunciazioni di principio, i militanti del Forum vogliono “consegnare alla politica” una serie di spunti operativi “per lavorare concretamente su questa emergenza sulla quale vengono spese tantissime parole, ma di fatti se ne vedono ancora ben pochi”. La dimensione, certamente, è globale. “Ma il primo sforzo per invertire la tendenza – ammonisce Cigala – deve partire proprio dalla dimensione delle città”. Se è vero che il Forum nasce come movimento civico di contrapposizione al progetto Feris (poi bocciato in Consiglio Comunale, dopo un lungo strascico polemico in particolare sull’ipotesi di realizzare un centro commerciale a ridosso delle Mura), lo sforzo dei militanti è quello “essere trasversali”.

    “Il nostro auspicio – aggiunge Tagliati – è che al nostro incontro non partecipino solo i cittadini o i politici di un solo schieramento. Vorremmo che tutti si confrontassero su questo tema”.

    COSA CHIEDERE A CHI CONCORRE PER AMMINISTRARE FERRARA

    Visione partecipativa
    Coloro che si presentano per le prossime elezioni amministrative del 2024 debbono dimostrare di avere una visione partecipativa e partecipata dal basso della gestione del Comune prevedendo di mettere a disposizione risorse economiche, umane ed organizzative al fine di dare reale esecutività ed applicazione a questo ambito.
    Sarebbe qualificante se i partiti e le liste che intendono concorrere alla gestione del comune, già dalla fase di elaborazione dei programmi elettorali e nello sviluppo della campagna elettorale stessa, mettessero in campo strategie di trasparenza, condivisione e partecipazione che poi dovrebbero continuare ad applicare qualora eletti.
    Rete e spazi di incontro per la Socialità e la Partecipazione
    Ad integrazione del punto 1) sarà determinante, al fine di avviare un reale processo di partecipazione, la disponibilità di luoghi diffusi sul territorio adatti ad ospitare momenti di socialità, di condivisione di eventi e di reale partecipazione dei cittadini.
    Si elencano di seguito alcune possibili sedi:
    – Municipio
    – Sedi delle delegazioni comunali da riattivare
    – Sale a disposizione del comune e spesso inutilizzate
    – Centri sociali
    – Scuole attive
    – Scuole dismesse
    – Locali pubblici gestiti da privati che siano disponibili ad inserirsi in questa rete
    – Altro…
    Implementazione della  web-democracy e della e-participation
    Chi si presenta per le amministrative deve prevedere di avviare iniziative relative alla web-democracy e alla e-participation e implementare l’utilizzo degli strumenti informatici e digitali web e social per rendere effettiva e diffusa (granulare) la partecipazione dei cittadini integrata con gli strumenti di partecipazione fisica.
    In merito occorre dar vita ad una vera e propria piattaforma digitale pubblica di reale partecipazione dal basso dei cittadini attivi e non attivi, tenendo anche presenti e confrontandosi con esperienze analoghe già in vigore in diverse città europee ed extraeuropee a partire da quella di Barcellona.
    Il tema va approfondito e la piattaforma migliorata e resa finalmente operativa, inglobando al suo interno:
    – mappe di geo-localizzazione,
    – forum di discussione,
    – sondaggi,
    – Intelligenza Artificiale,
    – altri strumenti che si ritengano funzionali alla reale partecipazione dal basso.
    A questo fine è indispensabile che la lista elettorale si renda disponibile a costituire un gruppo specifico, composto da chi è interessato allo sviluppo e all’uso di una simile piattaforma.  Si potrebbe, ad esempio, attingere anche alle professionalità informatiche diffuse sul territorio e alle competenze informatiche e sociali presenti nell’Università di Ferrara.
    Da notare, in merito alla e-participation, che le piattaforme che tentano di praticare la reale partecipazione dal basso di tutti i cittadini hanno quasi totalmente fallito la loro mission, non per carenze ed impossibilità tecniche, ma per puri e semplici motivi di inopportunità e non gradimento politico di una simile visione di partecipazione e di democrazia partecipativa. Si conferma così che solo con norme cogenti e tutelanti l’espressione dei cittadini nonché attraverso una forte e affollata rete di cittadinanza attiva in grado di connettersi e comunicare con il resto della cittadinanza, può realizzarsi una vera democrazia partecipativa che indirizzi le scelte degli amministratori.

    Gli strumenti di e-democracy e di e-participation andrebbero collegati e coordinati con gli strumenti fisici di partecipazione in modo da renderli reciprocamente sinergici gli uni agli altri.

    Concludendo,
    solo una formazione politica che abbia nel suo DNA e nelle sue pratiche quotidiane l’applicazione della vera partecipazione di tutti i cittadini dal basso in ogni fase della sua vita:
    pre-elettorale
    elettorale
    post elettorale
    può ottenere il nostro gradimento e di conseguenza il nostro voto.
    Roberto Zambelli

    CANDIDO CHATGPT DI OPENAI COME CONSULENTE POLITICO!

    Lo ammetto: sono frustrato e deluso dal livello politico che vedo a Ferrara, ma non solo!

    Le serie di parole (direi il loop senza soluzione) che attanaglia i vari attori dell’agone politico sono:

    vincere
    battere
    assemblee partecipative dei cittadini formate col sorteggio (sì avete capito bene: col sorteggio)
    Tavolo delle alternative
    ecc., ecc.
    mentre gli assenti perenni e conclamati sono:

    i cittadini e le loro necessità primarie reali e in molti casi non più procrastinabili
    la partecipazione diffusa e dal basso
    la condivisione
    la trasparenza
    Ho quindi posto a ChatGPT questa elementare domanda (prompt in termine tecnico):
    Prompt:
    Cosa faresti per avvicinare i cittadini alla politica a Ferrara?

    — Risposta di ChatGPT 3:
    Avvicinare i cittadini alla politica a Ferrara richiede un approccio diversificato e inclusivo.
    Ecco alcune idee che potrebbero essere considerate:

    1. Comunicazione trasparente e accessibile:
    – Garantire una comunicazione chiara e trasparente riguardo alle attività politiche.
    – Utilizzare mezzi di comunicazione accessibili, come social media, newsletter e incontri pubblici.

    2. Partecipazione attiva:
    – Organizzare incontri di quartiere per ascoltare i bisogni e le preoccupazioni dei cittadini.
    – Creare spazi online per la partecipazione civica e la raccolta di suggerimenti.

    3. Educazione civica:
    – Promuovere programmi di educazione civica nelle scuole per sensibilizzare i giovani alla politica.
    – Organizzare workshop, conferenze e seminari sulla politica locale.

    4. Eventi culturali e ricreativi:
    – Organizzare eventi culturali che coinvolgano la comunità e offrano opportunità per discutere di temi politici.
    – Creare occasioni di intrattenimento che abbiano una componente educativa sulla politica.

    5. Trasparenza e responsabilità:
    – Implementare politiche di trasparenza nel processo decisionale e rendere facilmente accessibili le informazioni sulla gestione delle risorse pubbliche.
    – Sottolineare la responsabilità dei rappresentanti eletti nel rispondere alle domande dei cittadini.

    6. Coinvolgimento giovanile:
    – Creare programmi specifici per coinvolgere i giovani nella politica locale, magari attraverso competizioni, progetti o consigli studenteschi.

    7. Collaborazione con organizzazioni locali:
    – Collaborare con associazioni, organizzazioni non profit e gruppi comunitari per amplificare la voce dei cittadini e favorire la partecipazione.

    8. Uso di tecnologie innovative:
    – Sfruttare le tecnologie moderne per raggiungere un pubblico più ampio, ad esempio attraverso app., piattaforme online e strumenti di interazione virtuale.

    9. Rafforzare la rappresentatività:
    – Assicurare che i rappresentanti politici siano diversificati e riflettano la pluralità della società ferrarese per favorire una maggiore identificazione da parte dei cittadini.

    10. Riconoscere e celebrare il coinvolgimento civico:
    – Riconoscere pubblicamente i contributi significativi dei cittadini alla comunità, incoraggiando un senso di appartenenza e responsabilità.

    L’efficacia di queste strategie dipenderà dalla loro implementazione mirata e dalla capacità di adattarsi alle specifiche esigenze della comunità ferrarese.

    — FINE Risposta di ChatGPT 3

    Un piano urgente di conversione ecologica della città – Le proposte del Forum Ferrara Partecipata

    Il Forum Ferrara Partecipata, Rete composta da numerose Associazioni e cittadini che, dopo
    l’impegno per contrastare il progetto Feris, ha esteso la sua riflessione e iniziativa sui temi riguardanti
    la visione della città futura, organizza per martedì 16 gennaio alle ore 17,30 presso la Sala
    Sinodale della Parrocchia di San Giacomo Apostolo, via Arginone 16, un incontro pubblico sul
    tema

    “UN PIANO URGENTE DI CONVERSIONE ECOLOGICA DELLA CITTA’. LE
    PROPOSTE DEL FORUM FERRARA PARTECIPATA”.

    L’incontro, sarà introdotto da Francesca Cigala Fulgosi che presenterà le proposte del Forum per una
    conversione ecologica della città e vedrà i contributi di Romeo Farinella, architetto-urbanista dell’
    Università di Ferrara e Margherita Venturi, professoressa Alma Mater, del gruppo “Energia Per
    l’Italia”.
    Dalia Bighinati, giornalista di Telestense, modererà il dibattito.

    Invitiamo i cittadini e le forze politiche a un confronto per definire impegni concreti che garantiscano
    un’effettiva conversione e transizione ecologica che non è più rinviabile e che deve essere al centro
    delle scelte di rinnovamento e trasformazione della città.
    La situazione di grave crisi eco-climatica e sociale in cui ci troviamo rende urgente introdurre grandi
    trasformazioni. Per far fronte alla complessità dei problemi legati alla transizione energetica e alle
    azioni di adattamento alla crisi climatica è necessario pianificare un nuovo disegno della città. E’
    necessario pensare a nuovi modelli produttivi e sociali che guardino alla salute e al benessere
    collettivo, alla salvaguardia del territorio e alla riduzione del consumo di suolo, alla riduzione degli
    sprechi, alla tutela dei beni comuni, a nuovi modi di gestire la mobilità, gli spazi e il verde urbano, le
    politiche energetiche, il welfare e le politiche abitative.

    In particolare chiediamo alle forze politiche e sociali, in un momento vicino alla prossima
    scadenza elettorale amministrativa, di partecipare e di intervenire nella discussione, misurandosi
    con le proposte che il Forum Ferrara Partecipata ha elaborato in questi ultimi mesi. Vi alleghiamo
    pertanto la parte del documento prodotto dal Forum sul tema della conversione ecologica

    Slogan e striscioni sullo scalone «Ex caserma, ecco le nostre idee»

    Il Forum Ferrara partecipata consegna un libro con le proposte per la struttura di via Cisterna del Follo
    A ricevere il dono il personale della segreteria del sindaco: «Lo faremo avere al primo cittadino»

    «Da 298 giorni stiamo aspettando che il sindaco mantenga la parola, finché non avverrà continueremo a protestare»

    Con il Natale ormai alle porte anche il Forum Ferrara Partecipata ci ha tenuto a fare un regalo al sindaco Alan Fabbri. Ieri mattina un presidio formato da una quindicina di persone, riunitosi sotto lo scalone del Comune in piazza municipale, ha consegnato il libro contenente le prime idee dei cittadini sul recupero dell’ex caserma di via Cisterna del Follo, raccolte durante un’assemblea pubblica. Ad accogliere i cittadini non c’era Fabbri, in quel momento assente al municipio, ma a ricevere il dono è stato il personale della segreteria del sindaco, promettendo di far avere il pensiero al numero uno della giunta comunale. «Nel mese di febbraio! sindaco, dopo la sospensione da parte del consiglio comunale del progetto Feris, aveva promesso l’avvio di un percorso partecipativo che che avrebbe coinvolto i cittadini rivendicano i cittadini del Forum, che continuano a giugno, abbiamo sollecitato il primo cittadino a dare concretezza alle sue parole, dandogli il libro che ieri gli abbiamo riconsegnato. Non ricevendo alcuna risposte, a luglio abbiamo iniziato a manifestare tutti venerdì sotto il palazzo comunale, mentre a novembre abbiamo nuovamente scritto al sindaco chiedendogli un incontro, non ricevendo alcuna risposta. Con l’uscita recente del bando regionale sulla partecipazione il Forum Ferrara Partecipata si è attivato per presentare la propria candidatura, chiedendo al CSV (Centro Servizi Volontariato) di fare il capofila. Da loro hanno poi ricevuto la notizia che il Comune di Ferrara non ha concesso la propria adesione come ente attuatore alla loro proposta di candidatura al bando. – concludono dicendo -A questo punto ci preme sollecitare ulteriormente l’amministrazione comunale, affinché ci si un reale processo di partecipazione e che avvenga in forma strutturata per garantire un reale coinvolgimento di tutti cittadini».Al presidio di ieri mattina tra i vari attivisti del Forum c’erano Corrado Oddi e Francesca Cigala che commenta così: «Da 298 giorni stiamo aspettando che sindaco mantenga la parola data e finché questo non avverrà continueremo a protestare ogni venerdì da gennaio». Stesso pensiero anche per Angela Soriani, residente nei pressi dell’ex caserma, che dopo aver consegnato il regalo alla segreteria di Fabbri afferma: «Continueremo a chiedere di portare avanti la partecipazione dei cittadini».

    Ex caserma Cisterna del Follo. “Mai avviato il percorso partecipato promesso dal sindaco”

    Il Forum Ferrara Partecipata ha consegnato “simbolicamente sotto forma di dono al sindaco il libro in cui sono raccolte le prime idee dei cittadini sul recupero della ex caserma”

    “Duecentonovantotto giorni senza risposta dal 27 febbraio scorso”, giorno in cui “il sindaco, dopo la sospensione da parte del consiglio comunale del progetto Fe.Ris, riguardante la ex caserma, aveva garantito l’avvio di un percorso partecipativo che avrebbe coinvolto i cittadini”. Il Forum Ferrara Partecipata ancora aspetta di poter avviare quel percorso e quindi hanno scelto di consegnare “simbolicamente sotto forma di dono al sindaco il libro in cui sono raccolte le prime idee dei cittadini sul recupero della ex caserma di via Cisterna del Follo, idee raccolte in un’assemblea pubblica organizzata dal Forum”.

    Erano in quindici nella mattina del 22 dicembre a salire gli scalini del municipio e in mano avevano un pacchetto con nastro natalizio contenente le proposte arrivate dai cittadini per la riqualificazione urbana dell’area ex caserma. “Ultimamente – fanno sapere dal Forum -, essendo uscito il bando regionale sulla ‘partecipazione’, ottima occasione per sviluppare un buon percorso partecipativo, ci siamo attivati per presentare la nostra candidatura, chiedendo al Centro Servizi del Volontariato di fare il capofila secondo le regole del bando”.

    Ecco che quindi arriva la sorpresa: “Dal Centro Servizi del Volontariato abbiamo avuto notizia che il Comune non ha dato la sua necessaria adesione come ente attuatore alla nostra proposta di candidatura al bando stesso, perché ha già avviato direttamente l’iter affidandone l’attuazione al Centro Ferrara Ricerche”.

    Tra l’altro i momenti in cui il forum aveva sollecitato al dialogo e al confronto l’amministrazione era stati diversi, come loro stessi sottolineano, “a giugno abbiamo sollecitato il sindaco a dare concretezza alle sue parole, consegnandogli proprio il libro che oggi gli abbiamo riconsegnato”.

    Ancora una volta nessuna risposta e così “a luglio abbiamo iniziato a manifestare tutti i venerdì in forma di flash mob (l’ultimo il 15 dicembre scorso, ndr) sotto il palazzo comunale sempre per ricordargli la promessa fatta a febbraio”.

    L’ultima richiesta lo scorso novembre quando hanno “nuovamente scritto al sindaco chiedendogli un incontro, non ricevendo alcuna risposta”. Ecco che si arriva al venerdì che precede le festività natalizie con il dono, un libretto con le proposte dei cittadini, raccolte durante le assemblee organizzate dal forum, per l’ex caserma.

    Un modo per “sollecitare ulteriormente l’amministrazione comunale affinché si dia finalmente corpo a un reale processo di partecipazione. Verificheremo che ciò avvenga in forma strutturata, seguendo tutte le garanzie per un reale coinvolgimento di tutti i cittadini”.

    Sindaco di Ferrara: promessa non mantenuta e addio partecipazione

    Oggi, come Forum Ferrara Partecipata, abbiamo consegnato simbolicamente sotto forma di dono al Sindaco il libro in cui sono raccolte le prime idee dei cittadini sul recupero della ex caserma di via Cisterna del Follo, idee raccolte in un’assemblea pubblica organizzata dal Forum.

     

    La cerimonia della consegna

    Nello scorso mese di febbraio, il Sindaco, dopo la sospensione da parte del consiglio comunale del progetto Fe.Ris, riguardante la ex caserma, aveva garantito l’avvio di un percorso partecipativo che avrebbe coinvolto i cittadini.

    A giugno abbiamo sollecitato il sindaco a dare concretezza alle sue parole, consegnandogli proprio il libro che oggi gli abbiamo riconsegnato.

    Non ricevendo risposta, a luglio abbiamo iniziato a manifestare tutti i venerdì in forma di flash mob sotto il palazzo comunale sempre per ricordargli la promessa fatta a febbraio.

    Nel mese di novembre, continuando i flash mob, abbiamo nuovamente scritto al Sindaco chiedendogli un incontro, non ricevendo alcuna risposta.

    Ultimamente, essendo uscito il bando regionale sulla “partecipazione”, ottima occasione per sviluppare un buon percorso partecipativo, ci siamo attivati per presentare la nostra candidatura, chiedendo al Centro Servizi del Volontariato di fare il capofila secondo le regole del bando.

    Dal Centro Servizi del Volontariato abbiamo avuto notizia che il Comune non ha dato la sua necessaria adesione come ente attuatore alla nostra proposta di candidatura al bando stesso, perché ha già avviato direttamente l’iter affidandone l’attuazione al Centro Ferrara Ricerche.

    A questo punto ci preme sollecitare ulteriormente l’Amministrazione comunale affinché si dia finalmente corpo ad un reale processo di partecipazione. Verificheremo che ciò avvenga in forma strutturata, seguendo tutte le garanzie per un reale coinvolgimento di tutti i cittadini.

    Riflessioni dopo l’iniziativa pubblica sulla democrazia partecipativa

    L’immagine che il professor Lewansky ci ha fornito nella sua conferenza è stata molto suggestiva. L’aver trattato il tema con tecniche comunicative di libera associazione concettuale ci ha arricchito di intenzioni positive verso la proposta di una “partecipazione deliberativa” ma ….. dopo la fascinazione ritornando tra le ombre della realtà tutto ha perso luminosità: dopo una immagine splendente, il buio e nessun strumento per orientarsi. Siamo noi a dover dare una forma a questi buoni propositi? Ma come?!

    Come qualsiasi oggetto percepito ha una sua ombra per essere considerato possibile così una idea, un progetto ha una sua dimensione invisibile per rendersi realizzabile. E’ proprio su questo che mi sembra necessario trovare il modo di lavorare. A mio giudizio anche la “partecipazione deliberativa” se non si realizza in pratiche sociali vive può diventare un carrozzone per esercitazioni laterali a pratiche politiche tradizionali cioè, in definitiva, generare attività lontane dall’essere momenti di crescita e consolidamento di comunità nel loro ruolo sociale.

    Perché suggerimenti e suggestioni su un progetto possano trovare la propria forma reale è necessario che si avviino processi reali di sviluppo e apprendimento tra soggetti consapevoli di essere titolari di interessi legittimi. Dare sostegno alla formazione di gruppi sociali che per appartenenza o per competenza siano in grado di costituirsi come soggetti attivi sul territorio diventa un obiettivo auspicabile.

    La sperimentazione, ad esempio, è stata indicata come inutile dal professore; in realtà, a mio giudizio, è molto utile non tanto per fornire risultati di legittimazione al progetto – e su questo ha ragione Lewansky quando sostiene che non servono ulteriori conferme dell’efficacia della sua proposta – quanto per rendere viva e trovare modalità attraverso cui la “partecipazione deliberativa” diventa uno strumento acquisito e praticabile nel tempo ed in diverse situazioni.

    In definitiva, non si possono affrontare dinamiche sociali complesse senza dare impulso a relazioni vive in processi aperti e curare confronti con tutti i soggetti coinvolti.

    Per poter cogliere le opportunità però, bisogna essere in grado di saperle individuare e rileggere. Di qui la necessità di sviluppare quelle capacità di ascolto e di osservazione del nostro mondo esterno così come coltivare riflessioni e riconoscimenti del nostro mondo interiore (queste capacità sono riferibili sia al singolo individuo che ad una organizzazione complessa).

    In questo processo strategico di sviluppo organizzativo e sociale si possono riassumere tre momenti sostanziali:

    -L’osservazione e la sua interpretazione

    -L’intervento e la sua sperimentazione

    -La definizione del progetto e la sua esecuzione, l’idea e la struttura

    La sequenzialità è del tutto arbitraria. Ciascuno di questi momenti si articola in polarità che possono esprimersi in conflittualità o rigenerarsi in armonia ed accordi. Il “come” sviluppare processi di effettiva realizzazione di scelte comuni e condivise viene ad essere di strategica importanza per il successo e l’efficacia degli interventi individuati e solo l’esperienza ci può fornire suggerimenti effettivi.

    Il primo delicato momento di avvio di qualsiasi percorso di sviluppo è quello che riguarda la capacità di osservare la realtà delle situazioni che ci interessano nella molteplicità degli elementi che le descrivono. Non concentrare in poche mani l’esclusività dei rilievi e delle valutazioni e riuscire a produrre una visione multi-prospettica, non ancorata a pregiudizi e preconcetti, sul fenomeno osservato possono essere obiettivi non trascurabili. La complessità dei fenomeni trova nella centralizzazione di strutture decisionali modalità di rallentamento nel fare e vischiosità nei risultati perseguibili.

    Il secondo momento è costituito da quelle scelte ed interventi possibili che possono emergere dal confronto con la memoria delle esperienze condotte: il confronto tra le diverse linee interpretative e tra le diverse forme di intervento nella loro sperimentazione sembra essere un passaggio indispensabile per arrivare alla formulazione di un progetto efficiente ed efficace.

    In questo percorso, la capacità di dialogo mi sembra essere la facoltà indispensabile: riuscire a portare non solo i singoli cittadini ma anche leaders e organizzazioni, operatori qualificati e tecnici competenti a riconoscere il bisogno di sviluppare capacità personali di pensiero aperto, inclusivo e capacità di ascolto dovrebbe essere un obiettivo centrale per sviluppare sensibilità a forme di dialogo “generativo”.

    Il risultato finale sarà una diagnosi articolata del tema trattato che può condurci con discreta attendibilità all’individuazione di un progetto concreto di interventi realizzabili.

    L’ultimo momento del processo completa e consolida le attività ed i ruoli di esercizio individuati come necessari in una visione condivisa tra tutti gli attori reali della situazione in considerazione e definisce un progetto che individua modalità e tempistica per una concreta ed efficiente operatività. Anche su questo piano le possibilità di formare e sviluppare strategie di collaborazione e potenziamenti professionali e tecnici sono diverse e non possono che essere obiettivi da proporsi in itinere.

    In definitiva, proporrei di lavorare insieme su questi aspetti, anche con l’ausilio di esperti, per un percorso che si ispira a collaborazioni e forme attive di partecipazione diretta in gruppi sociali e comunità.

     

     

    Democrazia partecipativa, base per il futuro di Ferrara

    In un incontro del Forum Ferrara Partecipata presentate le proposte per un sistema da attivare a livello comunale per garantire l’effettiva partecipazione dei cittadini al governo della città

    di Giovanni Iannucci

    Il Forum Ferrara Partecipata, in un incontro pubblico al Centro Grisù del 29 novembre, ha invitato tutti i cittadini a riflettere sul significato e sull’importanza del voto in questo momento di forte crisi da parte delle democrazie rappresentative.

    “Come i cittadini possano partecipare” nelle scelte che li riguardano deve essere un tema al centro della futura campagna elettorale. “Come Forum riteniamo che la democrazia partecipativa sia la base fondamentale per poter costruire il futuro di Ferrara”.

    Sono state evidenziate tre linee guida ben strutturate. La prima riguarda l’esperienza del Bilancio partecipativo nel quale i cittadini, in assemblee territoriali, possono esprimersi riguardo la destinazione di investimenti comunali in aree specifiche. La seconda linea guida della democrazia partecipativa contempla l’Assemblea cittadina, composta da un campione estratto a sorte e rappresentativo della composizione sociodemografica della cittadinanza che si esprime su temi strategici. Infine la Web-Democracy, vale a dire lo sviluppo di piattaforme e strumenti digitali che rendono effettiva e diffusa la partecipazione dei cittadini dal basso, sull’esperienza di diverse città europee.

    Rodolfo Lewanski, professore all’Università di Bologna e tra i massimi esperti in Italia di democrazia partecipativa, ha voluto porre l’attenzione sul termine partecipazione, in quanto “è una parola abusata, distorta, violentata, manipolata e che serve a manipolare. Le decisioni devono essere sempre collettive, non sto decidendo io cosa mangiare stasera a cena”.

    Alessandra Marin, professoressa all’Università di Ferrara ed esperta di urbanistica partecipata, ha spiegato in cosa consista il rapporto tra urbanistica e partecipazione: “Il rapporto tra la città, il territorio e i percorsi di coinvolgimento dei cittadini può avere diversissime declinazioni. Serve avere chiaro il quadro conoscitivo partecipato che diventa uno strumento di supporto alle decisioni urbanistiche”:

    Massimo Rossi, uno dei primi sindaci in Italia a realizzare un bilancio partecipato nel paese di Grottammare, nel corso del suo intervento si è concentrato “sull’importanza cardine di questa democrazia generativa in grado di portare a una trasformazione, a un cambiamento della società nella sua complessità”.

    Cos’è il Forum Ferrara Partecipata

    Il Forum è costituito da cittadini e associazioni: Associazione Cohousing Solidaria, Ass. Fiumana, Ass. PiazzaVerdi, Ass. Rua-Udu, Circolo Laudato si’ di Ferrara Comacchio, Cittadini del Mondo, Comitato Acqua Pubblica di Ferrara, Donne per la Terra, Extinction Rebellion Ferrara, Ferraresi Uniti per Liberare il Centro Storico da Auto e Furgoni, Fridays For Future Ferrara, Italia Nostra, Koesione22, Legambiente Ferrara, Parents For Future Ferrara, Periscopio, Pirati del Po, Plastic FreeFerrara, Pontegradella in transizione, Teachers For Future Ferrara, Uisp, Viviferrara, Wwf.

    “La città del domani?. Con i cittadini”

    Il Forum Ferrara Partecipata organizza un incontro pubblico per discutere di democrazia partecipativa, Bilancio Partecipativo, Assemblea Cittadina e Web-Democracy per costruire il futuro di Ferrara. Tre relatori esperti discuteranno con i cittadini e le forze politiche.

    Si intitola: ’Tra un’elezione e l’altra. In che modo i cittadini possono partecipare davvero a costruire il futuro di Ferrara e delle sue frazioni’. Parliamo dell’incontro pubblico del Forum Ferrara Partecipata promosso per domani alle 17.30 nella Sala Macchine di Grisù. “All’incontro verranno – così una nota – presentate le proposte del Forum per un sistema strutturato di democrazia partecipativa da attivare a livello comunale per garantire l’effettiva partecipazione dei cittadini al governo della città. Saranno invitati a confrontarsi tre relatori, scelti per competenze ed esperienza sul tema, insieme ai cittadini e a tutte le forze politiche interessate, in vista delle prossime elezioni”.

    Tre le linee guida: l’esperienza del Bilancio partecipativo in cui i cittadini, in assemblee territoriali possono esprimersi sulla destinazione di risorse di investimenti comunali in aree specifiche. L’assemblea cittadina, composta da un campione estratto a sorte e rappresentativo dal punto di vista socio-demografico della cittadinanza che si esprime su temi strategici, come nell’assemblea per il clima di Bologna. Infine, la web-democracy, lo sviluppo di piattaforme e strumenti digitali che rendano effettiva e diffusa la partecipazione dei cittadini dal basso, sull’esperienza di diverse città europee. Interverranno Rodolfo Lewanski, professore dell’Alma Mater, e tra i massimi esperti in Italia di democrazia partecipativa, Alessandra Marin di Unife ed esperta di urbanistica partecipata, e Massimo Rossi, uno dei primi sindaci in Italia a realizzare un bilancio partecipato a Grottammare. “L’incontro – spiegano gli organizzatori – invita a riflettere sul significato del voto, in un momento di crisi delle democrazie rappresentative, dove calano i votanti a ogni tornata elettorale e aumenta la sfiducia nelle istituzioni. Come Forum riteniamo che la democrazia partecipativa sia la base fondamentale per poter costruire il futuro di Ferrara”. La serata sarà la prima di una serie a cui faranno seguito una sulla conversione ecologica ed energetica della città e un’altra sui beni comuni.

    La Democrazia Partecipativa per costruire un nuovo futuro per Ferrara. Il Forum chiama tutti al confronto: mercoledì 29 novembre, ore 17,30 al Grisù

    Il Forum Ferrara Parecipata, Rete composta da numerose Associazioni e cittadini che, dopo l’impegno per contrastare il progetto Fe.ris., ha esteso la sua riflessione e iniziativa sui temi riguardanti la visione della città, organizza mercoledì 29 novembre alle ore 17,30 (presso la Sala Convitto della Factory Grisù di via Poledrelli)  un incontro pubblico sul tema :“ Tra un’elezione e l’altra: in che modo i cittadini possono partecipare davvero a costruire il futuro di Ferrara e delle sue frazioni”.

     

    L’incontro, introdotto da Lucia Ghiglione, del Forum Ferrara Partecipata e che vedrà i contributi di Rodolfo Lewanski, professore Alma Mater, Scienze Politiche, già Autorità per la Partecipazione della Regione Toscana, Alessandra Marin, professoressa di urbanistica Università di Ferrara Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione e Massimo Rossi, ex Sindaco di Grottammare 0 Ascoli Piceno ), vuole essere un’occasione per approfondire i temi legati alla democrazia partecipativa, su come essa possa strutturarsi in un vero e proprio sistema che consenta ai cittadini di poter concorrere realmente alle decisioni che l’Amministrazione pubblica intende assumere.

    L’incontro è rivolto a tutta la cittadinanza e anche alle forze politiche e sociali.
    In particolare, chiediamo alle forze politiche, in un momento vicino alla prossima scadenza elettorale amministrativa, di partecipare ed intervenire a questa discussione, misurandosi con le proposte che in proposito Forum Ferrara Partecipata ha elaborato in questi ultimi mesi.

    Alleghiamo pertanto la parte del documento prodotto dal Forum sul tema della democrazia partecipativa, preannunciandovi che nei prossimi mesi promuoveremo analoghi incontri sui temi della conversione ecologica e sui beni comuni, sui quali abbiamo costruito altrettante elaborazioni e proposte.

    Coordinamento Forum Ferrara Partecipata
    p. contatti Corrado Oddi   3429218650 – Francesca Cigala  3473118833

    ALLEGATO
    LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA COME BASE PER COSTRUIRE LA CITTA’ DEL FUTURO

    Partiamo da qui con le nostre riflessioni e proposte perché, da una parte, siamo convinti che i meccanismi classici della democrazia rappresntativa non riescono più a coinvolgere fette consistenti di cittadini e, dall’altra, abbiamo assistito con l’attuale Amministrazione – ma questo ha riguardato anche le precedenti Amministrazioni di centro-sinistra- al venir meno della volontà di coinvolgimento nelle scelte e nell’ascolto dei cittadini e anche ad una mancanza forte di trasparenza nelle politiche amministrative che venivano compiute. A noi sembra sia venuto il momento di produrre una svolta e che il dare voce e possibilità di influire nelle scelte ai cittadini può costituire il passaggio fondamentale per disegnare il futuro della città, la sua affermazione come luogo e spazio di una convivenza che sappia affermare i valori della libera espressione e realizzazione delle persone, della giustizia sociale, della sostenibilità ambientale, dell’inclusione e della solidarietà. In questo senso, parliamo del ruolo fondamentale della democrazia partecipativa anche per Ferrara.

    E’ chiaro che parlare di democrazia partrecipativa non significa tanto parlare di come migliorare un sistema chiuso di gestione amministrativa, ma soprattutto di come dare impulso ad un processo aperto di sviluppo in cui le attività di tutti i soggetti coinvolti convergano al conseguimento di risultati concreti. Attività che possono avvalersi di diversi strumenti ed articolarsi in diverse azioni, mirate a rendere sempre più riconosciuti presenza e fabbisogni reali della cittadinanza nelle scelte e nelle decisioni amministrative ad integrazione e supporto del sistema di rappresentanza politica istituzionalmente costituito.

    E’ necessario, ovviamente, iniziare da una ricognizione sulle forme partecipative attualmente esistenti nel Comune di Ferrara (Scheda 1.1 LE FORME PARTECIPATIVE ATTUALMENTE ESISTENTI NEL COMUNE DI FERRARA), per poi passare a come esse vadano modificate, rendendo più forte il ruolo dei promotori degli strumenti partecipativi e più fruibili gli stessi, a partire dal referendum (Scheda 1.2 LE POSSIBILI MODIFICHE RISPETTO AGLI ATTUALI STRUMENTI  DI PARTECIPAZIONE).
    Si tratta, soprattutto, di individuare un sistema sufficientemente strutturato per dar vita ad una reale partecipazione della cittadinanza, prevedendo forme di discussione, diritto di proposta e possibilità di decisione da parte dei cittadini abitanti delle varie articolazioni territoriali (democrazia partecipativa “orizzontale”), ponendo al centro il ruolo delle Assemblee dei delegati territoriali e l’inizio di un percorso che guarda al Bilancio Partecipativo (Scheda 1.3 SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA ORIZZONTALE).
    Allo stesso modo, occorre valorizzare la partecipazione da parte di tutti gli abitanti su temi considerati fondamentali nel disegnare le scelte di fondo che riguardano la città ( democrazia partecipativa “verticale”), partendo dall’esperienza delle Assemblee tematiche dei cittadini (Scheda 1.4 SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVAVERTICALE). Infine, è importante anche utilizzare le potenzialità offerte dalle strumentazioni informatiche, costruendo una vera e peopria piattaforma digitale pubblica di reale partecipazione dal basso dei cittadini (Scheda 1.5 SULLA WEB-DEMOCRACY).

    SCHEDA 1.1 : LE FORME PARTECIPATIVE ATTUALMENTE ESISTENTI NEL COMUNE DI FERRARA
    Il regolamento e lo Statuto comunale prevedono come istituti di partecipazione popolare: istanze, petizioni, proposte di deliberazione consiliare, consultazioni popolari e referendum popolari. Le istanze, sottoscritte senza obbligo di autenticazione anche dal singolo cittadino, sono richieste che i cittadini possono rivolgere agli organi decisionali dell’Amministrazione comunale, per sollecitare l’intervento in una situazione concreta, specifica e particolare, di pubblico interesse, devono essere indirizzate al Sindaco. Le petizioni sono intese a sollecitare l’intervento dell’Amministrazione comunale per la migliore tutela di interessi collettivi o diffusi in materie determinate o per questioni specifiche e particolari . Devono essere sottoscritte da almeno 100 cittadini, indirizzate al Sindaco e depositate a cura dei promotori, e sono trattate dalla Giunta o dal Consiglio Comunale. Le proposte di deliberazione consiliare sono dirette a promuovere interventi dell’Amministrazione comunale in materia di interessi diffusi o collettivi di competenza comunale. Non sono ammesse proposte che che hanno per oggetto gli stessi oggetti esclusi dalla possibile richiesta di referendum, ed in particolare quelle incidano sugli strumenti urbanistici, sui relativi piani di attuazione e loro variazioni. Richiedono la raccolta di minimo 500 firme e devono essere formalizzate (in forma di proposta deliberativa) e depositate a cura dei promotori. Se la proposta ha per oggetto l’adozione di un provvedimento di natura regolamentare, deve essere redatta in articoli; se comporta nuove o maggiori spese a carico del bilancio comunale, devono essere indicati l’importo e i mezzi per farvi fronte. I referendum popolari possono essere richiesti da almeno il 3% degli iscritti nelle liste elettorali del Comune (108.509 nel 2019). Con il referendum consultivo tutti gli elettori del Comune sono chiamati a pronunciarsi in merito a piani, programmi, interventi, progetti ed ogni altra iniziativa riguardante materie di esclusiva competenza dell’ente locale, per consentire agli organi comunali di assumere le determinazioni di competenza dopo aver verificato gli orientamenti della comunità. Per il referendum consultivo non è previsto alcun quorum di partecipazione. Il referendum abrogativo è ammesso per l’abrogazione totale o parziale di delibere di Consiglio e di Giunta del Comune di interesse generale della popolazione. Non possono formare oggetto di referendum: a) la revisione dello Statuto comunale e degli statuti delle Aziende Speciali; b) il regolamento del Consiglio comunale e del decentramento; c) gli atti di mero adempimento di leggi e regolamenti nazionali e regionali e di norme statutarie; d) l’ordinamento del personale del Comune, delle istituzioni e delle aziende speciali; e) il bilancio preventivo ed il conto consuntivo; f) i tributi locali e le tariffe dei servizi comunali; g) i provvedimenti relativi alla tutela e salvaguardia di minoranze etniche, religiose e di soggetti socialmente deboli; h) le materie già sottoposte a referendum, prima che siano trascorsi quattro anni. Il referendum abrogativo è escluso, oltre che nei casi indicati precedentemente, anche qualora gli atti sottoposti a detto referendum: a) incidano su situazioni concrete, relative a soggetti determinati, aventi natura patrimoniale o che riguardino servizi alla persona; b) non siano di esclusiva competenza comunale e per la loro formazione sia prevista o sia intervenuta la convergente volontà di altri enti locali, della Regione e dello Stato; c) incidano sugli strumenti urbanistici, sui relativi piani di attuazione e loro variazioni: d) riguardino gli atti di costituzione di società per azioni e società a responsabilità limitata. L’esame ed il giudizio sulla legittimità ed ammissibilità dei quesiti referendari sono affidati al Segretario Generale, che decide entro 30 giorni dalla presentazione della relativa istanza, sentito il Collegio dei Garanti formato in conformità a quanto previsto dallo dello Statuto comunale. Il parere di ammissibilità da parte del Collegio dei Garanti verte in particolare: a) sull’esclusiva competenza locale; b) sull’interesse generale della popolazione; c) sull’univocità del quesito; d) sulle condizioni di ammissibilità delle materie sottoposte a referendum, avuto riguardo alle esclusioni previste dello Statuto comunale sopra richiamate. La proposta sottoposta a referendum abrogativo è approvata se ha partecipato alla votazione il 40% degli aventi diritto e se ha ottenuto la maggioranza dei voti validamente espressi.

    SCHEDA 1.2 : LE POSSIBILI MODIFICHE RISPETTO AGLI ATTUALI STRUMENTI DI PARTECIPAZIONE
    Assieme alla necessità di modificare la legge regionale, da cui discendono anche gli strumenti di partecipazione del Comune di Ferrara, diventa importante pensare ad interventi sullo Statuto comunale e sul Regolamento delle forme di partecipazione in direzione del rafforzamento della possibilità per i cittadini di influire sulle scelte dell’Amministrazione. Si possono prevedere in modo preciso sui singoli articoli degli atti suddetti, ispirandosi in particolare alle seguenti linee di indirizzo:

    validità delle firme raccolte online tramite un’apposita piattaforma messa a disposizione dall’Amministrazione comunale;
    maggiore coinvolgimento dei promotori delle petizioni, proposte di deliberazione e referendum, prevedendo che essi siano sentiti preventivamente rispetto all’ipotesi di non ammissibilità degli stessi e sulla base di osservazioni formulate per iscritto da parte degli organi preposti;
    previsione che le petizioni e le proposte di deliberazione siano sempre trattate dal ConsiglioComunale e che la loro illustrazione in quella sede venga svolta dai soggetti promotori; – previsione che le commissioni consiliari possano essere convocate su richiesta di gruppi di cittadini/associazioni ecc. per la trattazione di specifiche petizioni/proposte ove ora essi possono partecipare solo se invitati o come pubblico silente
    per quanto riguarda il referendum abrogativo, vanno rivisitati e limitati gli oggetti su cui esso non si può svolgere. Inoltre va eliminata la norma che rende inammissibile il referendum sulla base di un presunto “ interesse generale della popolazione”; occorre disporre che il deposito delle firme avvenga entro 180 giorni ( e non 120 giorni) dall’annuncio mediante avviso all’albo pretorio e approfondita la questione relaritiva al numero di tornate referendarie che si possono svolgere nel corso dell’anno; va modificata la disposizione in base alla quale il referendum abrogativo è valido se alla votazione ha partecipato almeno il 40% degli aventi diritto al voto, sostituendola con il meccanismo del cosiddetto “ quorum mobile” ( 50% degli aventi diritto al voto calcolato sulla media dell’effettiva partecipazione al voto nelle ultime tre tornate elettorali amministrative del Comune); va previsto che il referendum sia possibile se riguarda materia urbanistica e sia obbligatorio nel caso in cui si preveda la modifica delle forme di gestione dei servizi pubblici locali di interesse generale e di interesse economico generale.
    Inoltre, ad integrazione delle modifiche regolamentari su esposte, al fine di avviare un reale processo di partecipazione, è necessario, oltre alla preservazione degli spazi sociali esistenti, poter avere la disponibilità di luoghi diffusi sul territorio,  adatti ad ospitare momenti di socialità, di condivisione di eventi e di reale partecipazione dei cittadini, quali lo stesso Municipio, sale a disposizione del Comune e spesso inutilizzate, vecchie sedi di delegazioni comunali,centri sociali, scuole attiv e e/o dismesse, Locali pubblici gestiti da privati che siano disponibili ad inserirsi in questa rete e altro ancora.

    SCHEDA 1.3: SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA ORIZZONTALE
    Punto di partenza per la costruzione della democrazia partecipativa orizzontale è l’esperienza del Bilancio partecipativo, ovvero quella che chiama gli abitanti suddivisi su base territoriale, e quindi portatori di un punto di vista specifico, a intervenire sulle scelte e sulla destinazione delle risorse, in particolare quelle di investimento, che l’Amministrazione Comunale è tenuta a compiere (ma uno schema analogo si potrebbe attuare anche per la costruzione del Piano Urbanistico Generale). I tratti salienti e costitutivi del Bilancio Partecipativo possono essere riassunti così: – diritto di proposta su una quota significativa degli investimenti comunali da parte delle Assemblee costruite nei territori in cui viene suddiviso il Comune;

    messa a disposizione di risorse significative del bilancio comunale su cui le Assemblee possono intervenire;
    suddivisione del Comune in aree territoriali diffuse, in modo tale da dar voce a bisogni specifici e differenziati;
    costruzione di un meccanismo decisionale in cui, fermo restando al Consiglio comunale la decisione definitiva, si avvale di una rete importante di delegati scelti nelle Assemblee territoriali. Un’ipotesi di lavoro per il Comune di Ferrara potrebbe essere quella di incardinarsi sui seguenti punti di riferimento:
    dare le possibilità di esprimersi agli abitanti in una fase iniziale almeno sul 10% delle risorse relative alle spese in conto capitale, per poi arrivare nel medio periodo almeno al 25%;
    costruzione di Assemblee territoriali diffuse. In proposito ricordiamo che il Comune nel 1971, anche se da allora è cambiata in modo significativo la situazione demografica, era suddiviso in 14 delegazioni e in 9 Quartieri. L’ipotesi di minima potrebbe prendere come riferimento la suddivisione in Circoscrizioni realizzata successivamente e fino al 2008 ( Circoscrizione Centro
    Cittadino; Circoscrizione Giardino Arianuova Doro (GAD); Circoscrizione via Bologna;

    Circoscrizione Zona Nord; Circoscrizione Zona Nord Ovest; Circoscrizione Zona Sud;

    Circoscrizione Zona Nord Est; Circoscrizione Zona Est);

    costituzione di un’Assemblea territoriale dei delegati nei territori, la cui composizione dovrà essere ulteriormente approfondita, affiancata da una rappresentanza dei consiglieri comunali per l’esame e il pronunciamento sui progetti avanzati, prima del passaggio definitivo in Consiglio Comunale.
    SCHEDA 1.4 : SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA VERTICALE
    Essa ha lo scopo di far intervenire i cittadini su temi strategici che riguardano la fisionomia della città. In questo senso, uno strumento importante è rappresentato dall’esperienza dell’Assemblea cittadina su un tema specifico rilevante, composta da un determinato numero di residenti, selezionati per estrazione a sorte mediante campionamento casuale stratificato, cioè assicurando che il campione rappresenti le caratteristiche socio-demografiche della città (il campionamento si svolge proporzionalmente ai gruppi di età, ai quartieri e al genere). Un esempio di questo genere è la recente costituzione dell’Assemblea cittadina per il clima di Bologna, sta facendo discutere la cittadinanza, su base campionaria, sull’obiettivo di costruire una città solare, rinnovabile e sostenibile, accelerando la transizione energetica giusta, verso un modello basato sulla riduzione dei consumi energetici, l’efficientamento energetico, la produzione e l’utilizzo di energia rinnovabile, l’autoconsumo individuale, collettivo, le comunità energetiche. Ovviamente, le Assemblee dei cittadini possono svilupparsi su altri temi considerati rilevanti in relazione alle scelte di fondo da compiere ( per esempio, sui servi pubblici, sul lavoro, sul Piano Urbanistico generale e altro ancora). Sempre lungo questa direzione, è possibile anche ipotizzare la costituzione di un Osservatorio cittadino sui beni comuni, con il compito di studiare la situazione esistente e proporre soluzione di gestione partecipativa dei principali beni comuni e dei servizi che li erogano. Tale organismo potrebbe essere promosso da associazioni, comitati, comunità di cittadini e componenti dell’Amministrazione locale in grado di svolgere attività di osservazione, acquisizione di dati ed informazioni, consultazioni ed individuazione di azioni concrete di gestione oltre che di monitoraggio dei Beni Comuni.

    SCHEDA 1.5 :  SULLA WEB-DEMOCRACY
    Va sviluppata, anche in termini di supporto alla partecipazione attiva,  un’iniziativa relativa alla web-democracy e alla e-participation, cioè l’utilizzo degli strumenti informatici e digitali per rendere effettiva e diffusa la partecipazione dei cittadini. Oltre all’idea di poter ricorrere alle firme online nell’attivazione degli strumenti di partecipazione ( petizioni, proposte di deliberazione, referendum), si può pensare di dar vita ad una vera e propria piattaforma digitale pubblica di reale partecipazione dal basso dei cittadini, attivi e non attivi, tenendo presente esperienze analoghe già in vigore in diverse città europee, a partire da quella di Barcellona.

    PRIORITA’ E SCELTE OPERATIVE PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
    DefinFerraraire strumenti e regole che rendano obbligatoria e cogente la partecipazione dei cittadini. Modificare Statuto comunale e Regolamento sulle forme della partecipazione in questa direzione
    Isituzione e riconoscimento Assemblee/Comitati di Quartiere
    Istituzione e riconoscimento Assemblee dei cittadini su singole tematiche
    Messa a dispposizione spazi e sale pubbliche gratuite per aggregazioni sociali

    Nuovo Famila in via del Lavoro. “Persa un’altra occasione”

    Il Forum Ferrara Partecipata e la Rete Giustizia Climatica dicono il loro no alla costruzione del nuovo supermercato: “Comporta un ulteriore consumo di suolo e l’abbattimento di molti alberi”

    C’è chi dice no. Sono i rappresentanti di Forum Ferrara Partecipata e Rete Giustizia Climatica e lo fanno nei confronti della delibera relativa all’autorizzazione al rilascio del permesso di costruire un nuovo supermercato Famila in via del Lavoro, passata in Consiglio comunale con i soli voti della maggioranza (a eccezione del consigliere di FdI Federico Soffritti, ndr) e quelli contrari di tutta l’opposizione, in deroga alle vigenti norme urbanistiche, “adducendone la pubblica utilità in nome della rigenerazione e riqualificazione urbana“.

    “Esprimiamo la nostra totale contrarietà alla realizzazione di questo progetto che, secondo noi, nulla ha a che fare con la rigenerazione e la riqualificazione” esordiscono Ffp e Rgc, a nome delle ventidue associazioni e dei 250 cittadini che vi aderiscono. “Consideriamo una scelta politica sbagliata – proseguono- quella di considerare di pubblica utilità la realizzazione di un supermercato che non serve ai cittadini e la cui costruzione comporta un ulteriore consumo di suolo e l’abbattimento di molti alberi“.

    “Ci troviamo infatti – aggiungono – nuovamente di fronte all’apertura di una grande struttura commerciale, nonostante la città di Ferrara detenga già il primato della maggiore superficie per abitante adibita a strutture di questo tipo tra i comuni capoluoghi di provincia nella Regione e nonostante la zona dove è previsto l’intervento sia già ben servita da numerose analoghe strutture. Un ennesimo intervento che evidenzia una vera e propria ‘dipendenza dall’abuso’ di supermercati. E ci troviamo nuovamente davanti a una nuova cementificazione che comporta un bilancio negativo del verde. Infatti verrà sacrificata la vegetazione nata spontaneamente nel corso dei decenni di abbandono dell’area interrompendo un processo di rinaturalizzazione già in atto con più di ottanta alberi di notevoli dimensioni”.

    Il Forum Ferrara Partecipata e Rete Giustizia Climatica esprime tutta la sua contrarierà al progetto: “Una scelta sbagliata dunque che contraddice la necessità di intervenire per contrastare la crisi climatica (che produce siccità e allagamenti) e favorire la conversione ecologica e che continua ad ignorare, invece, l’utilità di promuovere il commercio di vicinato. Ancora una volta si è persa un’occasione. Quel terreno avrebbe dovuto essere acquistato dall’amministrazione comunale per farne l’uso più utile al bene comune all’interno di un piano che dia una prospettiva complessiva ad un comparto tanto degradato e che sia orientato a salvaguardare il verde“.

    “Per quanto ci riguarda, come Forum Ferrara Partecipata, continueremo la nostra iniziativa – concludono – perché si affermi una visione di città che assuma la priorità della tutela ambientale e promuova un utilizzo del territorio coerente con essa, contrastando iniziative, come quella dell’apertura di nuovi supermercati, che la contraddicono, riproponendo una vecchia e superata idea di sviluppo del consumo e del commercio“.

    Ex caserma. Fabbri non mantiene la parola

    Il Forum Ferrara Partecipata scrive al sindaco di Ferrara: “Aspettiamo da oltre 260 giorni”

    Lo scorso venerdì 17 novembre abbiamo contato pubblicamente 263 giorni da quando lei, in consiglio comunale, ha riconosciuto che sul progetto di recupero della ex caserma di via Cisterna del Follo sarebbe stato utile ascoltare i cittadini, e ha promesso di iniziare al proposito un percorso partecipativo per arrivare ad una condivisione cittadina sul futuro di quell’area.

    E tutti i venerdì da inizio estate, ci siamo schierati in Piazza Municipale per ricordarle la promessa che, con nostra sorpresa, non stava mantenendo.

    Pensavamo che, pur tra tanti impegni, per un Sindaco sia un impegno morale quello di mantenere la parola data. Il motivo dell’impegno morale è la democrazia.

    Le ricordiamo, signor Sindaco, che non è la prima volta che politici e amministratori ferraresi ignorano i movimenti e i comitati cittadini: sarebbe bene interrompere questa prassi negativa.

    Chiediamo quindi un incontro per sottoporle le motivazioni per cui la stiamo sollecitando ad avviare il percorso di coinvolgimento dei cittadini.

    Confidando che il dialogo diretto possa aprire spazi di comprensione reciproca, speriamo di poter ascoltare da lei tempi e modi per l’inizio del processo partecipativo promesso.

    Il Forum Ferrara Partecipata