Fé.ris
Cos’è il Fé.ris.
1. Area dell’ex caserma
L’area complessiva è di 34.177 mq. 30.097 patrimonio privato di Cassa Depositi e Prestiti e 3.400 mq pubblici (la piazza). Verrebbe realizzato uno studentato per 400 posti negli edifici a nord e a ovest (13.180 mq), nell’edificio a est residenze private (3.084 mq) per un totale di recupero degli edifici storici per 17.260 mq.
Sarebbe prevista inoltre una edificazione di due nuovi edifici da 10.000 mq di fianco a Schifanoia, due nuovi grandi edifici (1.280 mq per commercio di vicinato, 8.730 per per uffici pubblici o studentato, probabilmente entrambi) con un grande aumento delle volumetrie perchè l’altezza degli edifici sarebbe di 18,5 metri, mentre i vecchi manufatti che verrebbero abbattuti sono 8.000 mq con un’altezza di pochi metri. La cavallerizza verrebbe poi trasformata in una food court (locali per ristorazione, locali benessere….)
Non c’è un rilevante interesse pubblico: le residenze e lo studentato non hanno neanche prezzi calmierati. C’è un grande interesse per il privato che vedrebbe decuplicare il valore immobiliare.
In passato si era parlato di campus universitario in collaborazione con l’università, di funzioni collegate ai poli museali, di un centro congressi alla Cavallerizza … adesso si legge di residenze a libero mercato e negozi…. tutti interventi finalizzati alla redditività dei soggetti privati che gestiranno quelle attività.
Si cementificherebbe ulteriormente con due nuovi edifici alti 18 metri
Si rinuncerebbe a ripristinare il giardino di Schifanoia
Si aumenterebbe il traffico e l’inquinamento, già ora via Scandiana e via Cisterna del Follo sopportano un notevole disagio da traffico.
Soprattutto manca la tutela del bene comune.
Manca qualsiasi visione di sviluppo della città che tenga conto delle importanti caratteristiche del quartiere, dell’identità di un’area che si è conservata nel corso della storia ricca di monumenti e musei.
2. Parcheggio via Volano
Si vuole costruire un parcheggio di 8.545 mq in un’area nel Vallo delle Mura, dirimpetto al baluardo di sant’Antonio, nell’area ex deposito Edilizia Estense di 12.950 mq vincolata a verde nell’attuale piano urbanistico (sarebbero le dotazioni di parcheggi privati e standard dovuti per legge per la trasformazione in residenziale della caserma che verrebbero spostati qui).
Realizzare un parcheggio ai piedi delle Mura rappresenta un grave danno paesaggistico al patrimonio delle Mura..
L’area ex Edilizia estense dovrebbe essere invece acquistata dal Comune e lasciata a verde a completamento del progetto delle Mura, si perde l’occasione unica di acquisire i terreni e di decementificarli restituendo alle Mura storiche quell’area.
Un parcheggio sul vallo delle Mura che nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e le fortificazioni storiche è sbagliato paesaggisticamente perché irrispettoso del contesto, ma è sbagliato anche secondo ogni criterio nuovo di mobilità. E’ un modello di mobilità vecchio che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell’automobile privata, che porta le auto in centro invece di puntare sul trasporto pubblico.
- Non è un parcheggio scambiatore perché i parcheggi scambiatori stanno ai limiti esterni della città e sono collegati da navette pubbliche.
- Congestionerebbe ulteriormente il nodo di San Giorgio.
- Avremmo più traffico e inquinamento anche qui.
3. Ipermercato via Caldirolo
Si vuole costruire un ipermercato tra via Turchi, via Castagno e via Frutteti di fronte alle Mura in sfregio al valore architettonico paesaggistico di questo patrimonio Unesco. Di fronte alle Mura, in una delle ultime storiche aree in cui la campagna si affaccia sulla città, si vuole costruire un nuovo ipermercato in un’area vincolata a verde nel piano regolatore.
L’area interessata è di 27.410 mq. Attualmente 26.130 mq di verde a seminativo e 1.280 mq di fondiario (occupato dalla villa che verrà demolita). Con la realizzazione del progetto avremmo 10.950 mq di verde a “parco” e 15.758 mq di fondiario. Ci sarebbe una perdita di 15.180 mq di area verde. E’ prevista un’ area di vendita di 3.750 mq, ma risultano 9.450 i mq di superficie utile a destinazione commerciale ( deposito magazzino di carico e scarico merci ) e 14.477 mq di parcheggi interrati, L’altezza dell’edificio è di molti metri, quindi molto impattante.
Poco importa che tutto questo nuovo cemento venga parzialmente camuffato, “armonizzato”, con un tetto verde.
Non si possono “sigillare”, cementificare altri 15.000 mq di area verde. Non ce lo possiamo più permettere: le aree verdi ci proteggono dalle ondate di calore e favoriscono il deflusso delle acque nelle situazioni sempre più frequenti delle bombe d’acqua.
- Congestionerà il traffico su via Caldirolo, via Frutteti e via Turchi e aumenterà l’inquinamento.
- Non serve alla città già invasa da centri commerciali, con il più alto rapporto in regione tra superficie di vendita e abitanti. Si trova in un’area in cui, nel raggio di poco più di 1 km, ce ne sono altri 5.
- Non genera posti di lavoro e non riduce il costo del “carrello della spesa”.
Perchè non lo vogliamo
Non c’è sostenibilità ambientale, non c’è rigenerazione urbana, non c’è pubblica utilità
1. NON C’E’ SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
E’ un progetto che consuma suolo. Non possiamo più aumentare il costruito a scapito delle aree agricole e naturali. Arrestare il consumo di suolo rappresenta una strategia fondamentale per contrastare il dissesto del territorio e la perdita di biodiversità, per mitigare gli effetti drammatici del riscaldamento globale.
Non si può in piena crisi climatica continuare ad operare con le vecchie logiche di più sviluppo e continuare a consumare territorio come sempre è stato fatto. Il comune aveva preso un impegno e non possiamo accettare questa incoerenza: “Stop consumo di suolo” non può restare uno slogan ,“Far diventare più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili le città” non può restare una vuota promessa perché i fenomeni di desertificazione, siccità e inondazioni li stiamo già vivendo.
Abbiamo visto Ferrara allagata, sappiamo che eventi estremi si manifesteranno sempre più frequentemente con l’alternarsi di periodi di siccità e di violente precipitazioni, sappiamo che ogni intervento di mitigazione del rischio va realizzato al più presto, altrimenti continueremo a fare la conta dei danni, a spendere risorse per riparare i danni e non per prevenire i disastri.
Sappiamo che per ridurre i rischi di allagamento gli interventi di deimpermeabilizzazione dei suoli nelle aree urbane sono una priorità tra gli interventi da mettere in campo per permettere l’assorbimento delle acque piovane.
2. NON C’E’ RIGENERAZIONE E INNOVAZIONE
In piena crisi climatica non si può continuare a perseguire vecchi modelli di sviluppo fallimentari mentre dovremo modificare radicalmente stili di vita, di produzione e di consumo e ripensare i modelli di città.
Non è un progetto rigenerativo un nuovo ipermercato che cementifica terreno agricolo né è innovativo perché rappresenta la perpetuazione di un modello di sviluppo e di consumo ormai in via di superamento ovunque.
Non è un progetto rigenerativo e non è innovativo un nuovo parcheggio in via Volano. Qui vediamo un modello di mobilità vecchio che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell’automobile privata a detrimento del trasporto collettivo, in aperta controtendenza con quanto si sta sperimentando in tante città del nord Europa sempre più“ car free”.
Non e’ rigenerativo né innovativo recuperare la caserma aggiungendo nuova edificazione e senza un disegno complessivo di città.
3. NON C’E’ PUBBLICA UTILITA’
Ognuno di questi progetti si può realizzare solo con varianti al piano urbanistico. L’unico strumento che permette le varianti in questa fase è l’ accordo di programma pubblico/privato che permette varianti al piano regolatore per interventi di rilevante interesse pubblico, e con il 50% del valore realizzato restituito al comune. E’ evidente come non ci sia utilità pubblica nel progetto che accorpa in un unico accordo l’area di via Cisterna del Follo, l’ipermercato in via Caldirolo e il parcheggio in via Volano.
Non c’è nessun bene pubblico per il parcheggio in via Volano
Egualmente nessuna utilità pubblica ha un altro centro commerciale in via Caldirolo. Assurdo.
E per l’area della caserma? Non basta dire che siccome l’area è degradata va bene qualsiasi intervento. Quali finalità pubbliche vengono garantite? Si legge di residenze a libero mercato e negozi .. tutti interventi finalizzati alla redditività dei soggetti privati che gestiranno quelle attività.
Questo progetto regala solo valore immobiliare al privato senza che ci sia l’interesse pubblico: non c’è neanche lo studentato a prezzi calmierati
4. NON C’È RISPETTO PER IL PATRIMONIO STORICO DEL PROGETTO MURA E DELL’ ASSE MONUMENTALE SCHIFANOIA / BONACOSSI
In questo progetto prevale l’aspetto “ mercantile” di visione dello sviluppo della città. Manca una visione complessiva che tenga conto del patrimonio storico delle Mura e del contesto dell’area dell’ex-caserma, una delle aree più pregiate di Ferrara per la presenza di musei, chiese, edifici storici che appartengono alla più antica edificazione della città.