CANDIDO CHATGPT DI OPENAI COME CONSULENTE POLITICO!
Lo ammetto: sono frustrato e deluso dal livello politico che vedo a Ferrara, ma non solo!
Le serie di parole (direi il loop senza soluzione) che attanaglia i vari attori dell’agone politico sono:
vincere
battere
assemblee partecipative dei cittadini formate col sorteggio (sì avete capito bene: col sorteggio)
Tavolo delle alternative
ecc., ecc.
mentre gli assenti perenni e conclamati sono:
i cittadini e le loro necessità primarie reali e in molti casi non più procrastinabili
la partecipazione diffusa e dal basso
la condivisione
la trasparenza
Ho quindi posto a ChatGPT questa elementare domanda (prompt in termine tecnico):
Prompt:
Cosa faresti per avvicinare i cittadini alla politica a Ferrara?
— Risposta di ChatGPT 3:
Avvicinare i cittadini alla politica a Ferrara richiede un approccio diversificato e inclusivo.
Ecco alcune idee che potrebbero essere considerate:
1. Comunicazione trasparente e accessibile:
– Garantire una comunicazione chiara e trasparente riguardo alle attività politiche.
– Utilizzare mezzi di comunicazione accessibili, come social media, newsletter e incontri pubblici.
2. Partecipazione attiva:
– Organizzare incontri di quartiere per ascoltare i bisogni e le preoccupazioni dei cittadini.
– Creare spazi online per la partecipazione civica e la raccolta di suggerimenti.
3. Educazione civica:
– Promuovere programmi di educazione civica nelle scuole per sensibilizzare i giovani alla politica.
– Organizzare workshop, conferenze e seminari sulla politica locale.
4. Eventi culturali e ricreativi:
– Organizzare eventi culturali che coinvolgano la comunità e offrano opportunità per discutere di temi politici.
– Creare occasioni di intrattenimento che abbiano una componente educativa sulla politica.
5. Trasparenza e responsabilità:
– Implementare politiche di trasparenza nel processo decisionale e rendere facilmente accessibili le informazioni sulla gestione delle risorse pubbliche.
– Sottolineare la responsabilità dei rappresentanti eletti nel rispondere alle domande dei cittadini.
6. Coinvolgimento giovanile:
– Creare programmi specifici per coinvolgere i giovani nella politica locale, magari attraverso competizioni, progetti o consigli studenteschi.
7. Collaborazione con organizzazioni locali:
– Collaborare con associazioni, organizzazioni non profit e gruppi comunitari per amplificare la voce dei cittadini e favorire la partecipazione.
8. Uso di tecnologie innovative:
– Sfruttare le tecnologie moderne per raggiungere un pubblico più ampio, ad esempio attraverso app., piattaforme online e strumenti di interazione virtuale.
9. Rafforzare la rappresentatività:
– Assicurare che i rappresentanti politici siano diversificati e riflettano la pluralità della società ferrarese per favorire una maggiore identificazione da parte dei cittadini.
10. Riconoscere e celebrare il coinvolgimento civico:
– Riconoscere pubblicamente i contributi significativi dei cittadini alla comunità, incoraggiando un senso di appartenenza e responsabilità.
L’efficacia di queste strategie dipenderà dalla loro implementazione mirata e dalla capacità di adattarsi alle specifiche esigenze della comunità ferrarese.
— FINE Risposta di ChatGPT 3
Bel esperimento! Condivido molte delle perplessità espresse , anche se nella risposta di ChatGPT individuo alcuni dei limiti dell’AI. Dietro agli strumenti di AI c’è sempre un programmatore che li ha “indirizzati” ed anche il machine learning può essere pilotato dai dati immessi. Insomma anche l’AI può soffrire di una sorta di “bias di conferma”, proprio come i programmi elettorali che si vorrebbe far partire dal basso. Le assemblee a sorteggio hanno una loro ragione di essere proprio per compensare questa fragilità degli attuali sistemi partecipativi . Un sociologo o politologo , se non ricordo male tedesco, a fronte della oggettiva crisi e fragilità della democrazia rappresentativa, lanciò una provocatoria proposta, che qui per sommi capo riassumo: anziché eleggere col voto i governati e amministratori, sarebbe meglio estrarli a caso .”
Mi riallaccio al commento di Roberto riguardo alle assemblee popolari, costituite da cittadini estratti a sorteggio, e al commento di Rodolfo per aggiungere un mio pensiero.
Innanzitutto porto ad esempio la composizione delle Corti di Assise e delle Corti di Assise d’Appello, dove i giudici popolari vengono estratti a sorte in base a pochi requisiti:
essere cittadino italiano e godere dei diritti civili;
avere un’età superiore ai 30 e inferiore ai 65 anni;
godere di una buona condotta morale;
essere in possesso di un diploma di scuola media do 1^ grado, se componente della Corte di Assise, o di 2^ grado, se componente della Corte di Assise d’Appello.
Rimane che non possono fare i giudici alcune categorie di cittadini, quali: magistrati, componenti le forze armate, funzionari dell’Ordine giudiziario e membri di qualsiasi culto religioso.
Francamente non mi pare che questi criteri di selezione, nemmeno quello della formazione scolastica che a mio avviso potrebbe essere tra tutti il più “fragile”, siano stati oggetto di critiche e censure per la loro “inadeguatezza” rispetto all’importante ruolo che le Corti ricoprono nella società civile.
Le assemblee popolari si basano su criteri più selettivi e comunque tutti da costruire in base alle esigenze che si vogliono soddisfare ( per esempio: rappresentatività delle varie generazioni, dei generi, delle professioni praticate, ecc.). I componenti le assemblee dei cittadini sono supportati da tecnici esperti, pronti a chiarire i dubbi riguardanti la materia oggetto di discussione, ma soprattutto gli interessati si troveranno nelle condizioni di approfondire argomenti che altrimenti affronterebbero in modo superficiale, di imparare a confrontarsi con altre opinioni, di capire cosa significa veramente partecipare e condividere. Questo metodo, così rappresentato, a mio avviso si diffonderebbe tra la popolazione nel migliore di modi e si avrebbe cosi una opinione pubblica in grado di confrontarsi con l’altro
in modo più maturo e collaborativo.