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Quando: Giovedì 23 ottobre 2025, ore 18:00
Dove: CHIOSTRO DI SANTA MARIA IN VADO, via Borgovado 3

    Autore: Rodolfo Baraldini

    ASSEMBLEA PUBBLICA “INSIEME PER UNA NUOVA VISIONE DI CITTA’ “

    Il Forum Ferrara Partecipata intende aprire una nuova fase di confronto e collaborazione con tutti i soggetti interessati a costruire un’idea alternativa di città e ad operare insieme per una nuova visione di città orientata al contrasto alla crisi climatica e sociale.

     Il Forum, come è noto, è nato per contrastare il progetto FERIS che perseguiva interessi privati e non di pubblica utilità, e ha sviluppato il proprio percorso elaborando proposte per disegnare la Ferrara del futuro, indicando priorità e contenuti alternativi a quelli sino ad ora messi in campo.
    In particolare sono stati messi a fuoco i temi della democrazia partecipativa, della transizione e conversione ecologica, dei beni comuni, di un modello sociale giusto e inclusivo. Le proposte formulate sono state raccolte in un documento reperibile sul nostro sito (qui) ed è stata inoltre evidenziata la necessità di elaborare una visione di città che ponga al centro lo sguardo delle donne.
     Abbiamo tentato di dare voce a questi contenuti anche nel corso dell’ultima campagna elettorale amministrativa, pur in un contesto non troppo attento a discutere del futuro di Ferrara.
     Ora vogliamo dare avvio ad un percorso che riprenda quei temi e li selezioni in base alle priorità che devono essere affrontate in tempi brevi.
    Le questioni che appaiono più urgenti e su cui pensiamo sia utile formare gruppi di lavoro sono: – la mobilità in un’ottica di conversione ecologica della città – la pubblicizzazione e le politiche della gestione dei rifiuti in una prospettiva di affermazione dei beni comuni – una trama verde per la città in una logica di contrasto al cambiamento climatico.
    Riteniamo importante unire tutte le forze e coinvolgere tutti coloro che in città avvertono l’importanza di questi temi e le proposte di fondo che abbiamo elaborato in proposito.
     Invitiamo a lavorare in tal senso tutte le associazioni, le realtà sociali e le forze politiche interessate, ferma restando, ovviamente, l’autonomia reciproca fra soggetti sociali e rappresentanza politica.
    Vi invitiamo a partecipare all’ASSEMBLEA PUBBLICA “INSIEME PER UNA NUOVA VISIONE DI CITTA’ “, martedì 26 novembre dalle ore 17,30 alle 20, presso la Parrocchia di San Giacomo (via Arginone 157)
    Introdurrà Alessandra Guidorzi del Forum Ferrara Partecipata; seguiranno tre brevi comunicazioni sui temi sopra elencati ( Francesca Cigala su Mobilità; Corrado Oddi su Rifiuti e beni comuni; Romeo Farinella su Trama verde per la città ). Seguirà la discussione per un confronto fra le diverse realtà.
    L’assemblea non vuole essere semplicemente un momento di scambio di punti di vista e opinioni quanto piuttosto un’occasione di verifica dell’impegno che ciascun attore intende mettere in campo a partire dalle proposte avanzate e dalla disponibilità a partecipare ai tre gruppi di lavoro.
     Sul tema di una nuova visione di città secondo lo sguardo delle donne, si è formato ed è già operativo il gruppo di lavoro allargato “ Ferrara, le donne e la città “ e chi fosse interessata a parteciparvi può prendere contatto tramite le nostre mail.
     Contando sul vostro interesse, inviamo un cordiale saluto.
    IL FORUM FERRARA PARTECIPATA

    Il REPORT 2023 DI ARPAE ER SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN REGIONE

    1. Come già apparso sulla stampa nei giorni passati, il Report 2023 sulla gestione
    dei rifiuti in regione redatto da Arpae ER 2023, riferito ai dati consuntivi 2022,
    fornisce alcune indicazioni utili sul tema. Va, però, innanzitutto detto che i dati sono
    aggregati sulla base delle singole province e, quindi, non possono essere considerati
    come assolutamente indicativi per il Comune di Ferrara che, come noto, ha una
    gestione specifica affidata, sia pure in proroga, ad Hera.
    In ogni caso, possiamo lì ritrovare alcuni elementi significativi dei risultati 2022
    anche per il territorio ferrarese, di cui almeno 3 pensiamo valga la pena vengano
    segnalati:
    – un buon risultato per quanto riguarda la raccolta differenziata, che vede la
    provincia di Ferrara, con il 77% sul totale dei rifiuti urbani, sia pure in lieve calo
    dello 0,4% rispetto al 2021, sempre al 3° posto nella classifica delle province in
    regione, come nel 2021 e comunque al di sopra della media regionale che si attesta al
    74%;
    – un risultato discreto per quanto riguarda la produzione dei rifiuti urbani, per
    cui la provincia di Ferrara si colloca sempre al 4° posto in regione con 615
    kg/abitante, la stessa quantità prodotta nel 2021, una situazione di poco inferiore alla
    media regionale che nel 2022 è stata pari a 628 kg/abitantei;
    – un risultato decisamente negativo per quanto riguarda il costo del servizio, che
    vede la nostra provincia nel 2022 al penultimo posto in regione, con un livello di
    241€/abitante, inferiore solo a quello di Rimini, pari a 280 €/abitante, mentre la
    media regionale è di 213 €/abitante. Situazione analoga a quella del 2021, dove i
    numeri erano rispettivamente di 253, 282 e 223 €/abitante. In tema di costi, poi, il
    Report Arpae 2023 affronta la questione anche guardando alla situazione delle
    singole gestioni, e qui si trovano alcuni dati specifici relativi al Comune di Ferrara,
    visto che ha una gestione apposita da parte di Hera. In particolare, è possibile
    rilevare che il costo annuo procapite per gli abitanti di Ferrara è di 217 €, 12°
    posto peggiore tra i 19 ambiti di gestione presenti in regione.
    Questo breve excursus ci serve anche per dire che siamo in presenza di una
    situazione sostanzialmente stabile in regione e nella provincia di Ferrara tra il
    2021 e il 2022, ragionamento che torna utile per l’approfondimento che svolgiamo
    subito di seguito.

     

    DOCUMENTO COMPLETO IN PDF: Rifiuti non riciclati, produzione rifiuti, RD a Ferrara e in regione

    PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI NEL COMUNE DI FERRARA – Rete Giustizia Climatica

    Gli obiettivi di fondo delle politiche dei rifiuti
    E’ ormai da lungo tempo che sono chiari e, almeno sulla carta, sanciti i principi di
    fondo cui attenersi per attuare una buona politica del ciclo dei rifiuti. Parlo delle
    famose 4R ( riduzione, riuso, riciclaggio e recupero), che ispira la normativa
    europea e la stessa legislazione italiana, che fissa sin dal Codice ambientale del
    2006 la gerarchia della gestione dei rifiuti1
    .

    Accanto a questi riferimenti, si è andata sempre più affermando l’idea – anche
    questa, a parole, accettata e sostenuta dall’insieme dei soggetti che si occupano di
    politica dei rifiuti- che si tratta di passare ad un sistema di economia circolare,
    abbandonando quella di tipo lineare. Insomma, di lasciare da parte lo schema
    “produzione- consumo-scarto” per assumere, invece, l’ottica che anche lo scarto sia
    quanto più ridotto possibile e diventi esso stesso risorsa. Come ha scritto la Direzione
    Generale del Parlamento Europeo, “ l’economia circolare è un modello di produzione
    e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione,
    ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.
    In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti
    al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è
    composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si
    possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando
    ulteriore valore”…….

     

    DOCUMENTO COMPLETO IN PDF : Per la ripubblicizzazione PDF

    “Insieme per trasformare Ferrara in una città a misura di donna”

    Il Forum Ferrara Partecipata promuove un convegno per trasformare Ferrara in una città più inclusiva ed equa, con una prospettiva femminile e femminista.

    Trasformare Ferrara in una città a misura di donna più inclusiva ed equa. Il Forum Ferrara Partecipata lancia un nuovo appuntamento pubblico attraverso un convegno tematico. Si tratterà di un’occasione per una riflessione sugli spazi urbani attraverso una prospettiva femminile e femminista. L’evento è in programma giovedì 3 ottobre alle 17; il titolo sarà ‘La visione delle donne per trasformare Ferrara in una città delle pari opportunità’ e si terrà nella sala Sinodale della parrocchia di San Giacomo Apostolo, in via Arginone. Un’iniziativa presentata dalle rappresentanti del neo gruppo ‘Ferrara, le donne e la città’ al Centro Documentazione Donna. Ad aprire l’evento saranno Alessandra Guidorzi del Forum Ferrara Partecipata e Laura Calafà, docente di Diritto del lavoro all’Università di Verona. All’incontro interverranno due esperte Chiara Belingardi, ricercatrice dell’Università di Firenze e co-autrice del libro ‘La libertà è una passeggiata. Donne e spazi urbani tra violenza strutturale e autodeterminazione’ e Antonella Parigi, co-fondatrice della scuola Holden, presidente dell’associazione ‘Torino città per le donne’ e assessora alla cultura, pari opportunità, turismo della città di Moncalieri. In questa occasione, nascerà ufficialmente il gruppo ‘Ferrara, le donne e la città’, che si propone di continuare il lavoro avviato dal Forum, impegnato nella progettazione di una trasformazione urbana che sia più inclusiva e accogliente, superando quelle barriere fisiche, economiche e simboliche che limitano la vita quotidiana delle donne. “Diverse città hanno già integrato- hanno spiegato le referenti del gruppo – la parità di genere nelle loro politiche urbane, un modello che il gruppo vuole ora esplorare e fare proprio. L’obiettivo di elaborare un nuovo modello di città che superi i limiti attuali basati sul valore immobiliare e sulle strutture produttive del secolo scorso, favorendo la giustizia sociale ed ecologica. La crisi climatica e le diseguaglianze sociali richiedono una nuova visione urbana che metta al centro la sostenibilità e il bene comune. Lo sguardo delle donne sulla città – concludono le organizzatrici – può dare un grande contributo a cambiare il pensiero sulla città stessa ed immaginare nuovi spazi e modi di vivere insieme”.

    “La visione delle donne per trasformare Ferrara”

    Il Forum Ferrara Partecipata lancia un nuovo appuntamento pubblico aperto alla cittadinanza sul tema delle pari opportunità, con l’obbiettivo di rendere la città sempre più inclusiva ed equa

    Presso il Centro di Documentazione Donna è stata presentata la nuova iniziativa ideata dal Forum Ferrara Partecipata, associazione da sempre impegnata nel coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano il futuro del territorio comunale in tema di rigenerazione e organizzazione urbana.

    L’evento dal titolo “La visione delle donne per trasformare Ferrara in una città delle pari opportunità. Cambiare le città per cambiare il mondo” si terrà Giovedì 3 ottobre presso la Sala Sinodale della Parrocchia di San Giacomo Apostolo alle ore 17. All’incontro interverranno Chiara Belingardi, ricercatrice dell’Università di Firenze, co-autrice del libro “La libertà è una passeggiata. Donne e spazi urbani tra violenza strutturale e autodeterminazione” e Antonella Parigi, co-fondatrice della Scuola Holden, presidente dell’associazione “Torino città per le donne” e Assessora alla Cultura, Pari Opportunità, Turismo della città di Moncalieri. In apertura all’evento interverranno Alessandra Guidorzi del Forum Ferrara Partecipata e Laura Calafà, docente di Diritto del lavoro all’Università di Verona.

    (La location è stata scelta in quanto, al momento, a Ferrara non si dispone di sale pubbliche e gratuite per dare spazio alle associazioni. La parrocchia, invece, ha messo a disposizione uno spazio a titolo gratuito per far sì che l’evento abbia luogo).

    Durante questo evento nascerà in modo ufficiale il gruppo “Ferrara, le donne e la città”, che ha come obbiettivo quello di proseguire il lavoro avviato dal Forum per rendere la città di Ferrara sempre più inclusiva ed accogliente, abbattendo tutte le barriere che limitano la vita quotidiana di tutti i cittadini e in particolar modo delle donne.

    Paola Gatti, membro del nuovo gruppo “Ferrara, le donne e la città”, ha voluto mettere in evidenza che: “La città può essere osservata anche dal punto di vista delle donne; la città non è neutra ma è stata costruita da uomini sulla base delle loro necessità: una città rapida e veloce a misura di consumo e produzione. Le donne hanno una visione integrale della società e del mondo e, perciò, vanno ascoltate e devono avere la possibilità di esprimere le loro necessità. Il nostro obbiettivo è ottenere una democrazia partecipata”.

    “Vogliamo creare delle proposte concrete da fornire all’amministrazione per cambiare la città in un tempo breve e non in un futuro lontano”, ha precisato Francesca Cigala Fulgosi, membro attivo del nuovo gruppo. “La crisi climatica e sociale che stiamo vivendo ha necessità di un cambiamento immediato che può avere origine dal pensiero creativo femminile, unendo ecologia, crisi sociale e giustizia in un’ottica femminile e femminista. Vogliamo dei fatti concreti”.

    Caterina Sateriale, altro membro della nuova associazione, ha voluto portare come esempio l’iniziativa proposta dalla città di Bologna per coinvolgere le donne nella vita e nella gestione della città: “è stata promossa dal comune di Bologna un’indagine sulle esigenze delle donne a 360°, attraverso un questionario che è stato distribuito alle cittadine. Dobbiamo prendere esempio da queste iniziative vicine a noi”.

    L’invito all’incontro è rivolto a tutti i cittadini e alle forze politiche interessate a confrontarsi e a collaborare per la costruzione di una Ferrara che possa diventare un modello di convivenza urbana più equo, vivibile e sostenibile.

    Trasformare Ferrara in una città delle pari opportunità, convegno 3 ottobre. La visione delle donne.

    Continua la riflessione del Gruppo Ferrara, le donne e la città”, nato all’interno del Forum città partecipata, sugli spazi della città visti in un’ottica femminile e femminista. Dopo il primo incontro pubblico dell’8 maggio scorso, l’appuntamento con la città è il convegno del 3 ottobre dal titolo “La visione delle donne per trasformare Ferrara in una città delle pari opportunità”, che si svolgerà presso la Sala Sinodale della Parrocchia di S. Giacomo apostolo a partire dalle ore 17. Dopo l’introduzione di Alessandra Guidorzi del Forum Ferrara Partecipata e i saluti di Laura Calafà, Ordinaria di Diritto del lavoro, Università di Verona, interverranno Chiara Belingardi, ricercatrice, master “Città di genere”.Co-autrice de “La libertà è una passeggiata. Donne e spazi urbani tra violenza strutturale e autodeterminazione “ a cura di C. Belingardi, F. Castelli, S. Olcuire, e Antonella Parigi, co-fondatrice Scuola Holden, Presidente “Torino città per le donne” ,Assessora alla Cultura, Pari Opportunità, Turismo della città di Moncalieri .

    Con questo secondo incontro pubblico “ Ferrara, le donne e la città” riprendono il dibattito sulla città a misura di donna, come nuovo modello urbanistico e culturale, paradigma di un nuovo modo di vivere insieme. “Per questo, dicono,  la città va ripensata nei suoi spazi pubblici, di vita, di lavoro e  di relazione, perché diventino accoglienti per tutte e per tutti.” Nel corso dell’incontro le relatrici porteranno  esperienze e riflessioni su come favorire il cambiamento prendendo spunto da città impegnate a promuovere l’integrazione di genere nelle politiche urbanistiche, sociali e culturali.

    Dal progetto di trasformazione urbana di Ferrara dal punto di vista delle donne:  la visione.

    “C’è bisogno di un pensiero alternativo e inedito sulla città e gli spazi.“ Si fa urgente una domanda di pensiero e di visioni nuove che mettano al centro le relazioni umane, i nessi tra le cose, il senso, l’immateriale, le connessioni tra saperi e discipline, gli ecosistemi, le reti, la biologia, i sensi” ( Elena Granata).

    L’emergenza climatica e la crisi ecologica e sociale in atto ci richiedono di reimmaginare le città. II modello attuale, basato sui valori immobiliari e sulle strutture produttive del secolo scorso, mostra limiti invalicabili. Per cambiare modello è indispensabile creare le condizioni per un’alternativa di giustizia sociale ed ecologica intrecciando il contrasto alla  crisi climatica con l’equità e la lotta alle diseguaglianze.

    Se l’urgenza, per una città più vivibile, è quella di ridurre ed eliminare le emissioni di gas serra, sappiamo che ciò sarà possibile solo tramite un processo sistemico che modifichi grandemente il nostro modo di produrre, consumare, abitare, instaurare relazioni sociali. Per farlo dobbiamo ripensare i sistemi nel loro insieme, abbandonando la visione del mondo solo economica liberista che governa le aree urbane  per passare a una visione ecologica, in grado di collegare le complesse dinamiche della vita quotidiana con la tutela dei beni comuni ( aria, acqua, suolo) e la garanzia dei servizi ai cittadini ( educazione, sanità, trasporti).

    Lo sguardo delle donne sulla città può dare un grande contributo a cambiare il pensiero sulla città stessa e immaginare  nuovi modi di vivere insieme

    Che fine hanno fatto il progetto per il futuro della ex Caserma e il Pug?

    Il Forum Ferrara Partecipata riafferma la necessità di un percorso partecipativo sul tema e chiede di rendere pubblico il risultato dello studio commissionato dal Comune

    Il 7 giugno scorso, prima delle elezioni che hanno visto riconfermato Alan Fabbri a sindaco di Ferrara, il Forum Ferrara partecipata ha svolto l’ultimo flash mob sotto lo scalone di Palazzo municipale per chiedere al sindaco di avviare un percorso partecipativo con la cittadinanza sul futuro dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli.

    Erano passati 466 giorni dalla promessa, ufficializzata in Consiglio Comunale, di iniziare quel percorso partecipativo al fine di confrontarsi su una serie di proposte che anche il Forum aveva contribuito ad elaborare e messe nero su bianco su un libretto ( che si può trovare al seguente link https://ferrarapartecipata.it/wp-content/uploads/2023/06/20230601-UNA_CASERMA_PARTECIPATA_a_cura_del_Forum_Ferrara_Partecipata.pdf ) consegnato allo stesso sindaco all’indomani della bocciatura del progetto Feris.

    A fronte della nostra richiesta, anziché avviare il processo partecipativo con il coinvolgimento di cittadine e cittadini, associazioni, comitati, interessati, si è dato mandato alla prof.ssa Tamborrino del Politecnico di Torino di fare uno studio, le cui finalità non erano per nulla chiare, sul futuro della suddetta caserma. Come abbiamo comunicato allora, si trattava di una sospensione dei flash mob in attesa di capire gli orientamenti della nuova giunta che sarebbe risultata dalle imminenti elezioni.

    Pur essendo stato riconfermato il sindaco uscente e la giunta quasi nel suo complesso e, quindi, potendo benissimo immaginare quale potrà essere il risultato delle nostre richieste, riteniamo corretto, prima di riprendere le iniziative che riterremo opportune, richiedere alla nuova giunta cosa si vuole fare dell’ex caserma e riaffermare la nostra richiesta di avviare un percorso partecipativo che metta in campo le idee emerse in questi mesi. In particolare, riteniamo necessario che venga chiarito se sono intercorse novità rispetto al preliminare di vendita tra Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria della caserma, e Ar.Co Lavori scaduto il 27/07/2024.

    Così come chiediamo di rendere pubblico il risultato dello studio (costato più di 18.000 euro di soldi pubblici) svolto dalla prof.ssa Tamborrino e quali considerazioni e ipotesi se ne sono tratte.

    Inoltre, ci pare non rinviabile che la cittadinanza sia informata dei tempi entro i quali si vuole discutere il PUG ( Piano Urbanistico Generale), con quali modalità e con quale relazione con i soggetti che hanno presentato osservazioni al riguardo.

    Vorremmo insomma rassicurare tutte quelle cittadine e quei cittadini, che ci hanno sostenuto nei lunghi mesi che ci hanno visto tutti i venerdì mattina sotto lo scalone e che hanno partecipato numerosi alla bella assemblea pubblica del 5 aprile sul piazzale di fronte al Duomo, che continua il nostro impegno e la nostra mobilitazione su questi punti e, più in generale, per un’idea della città del futuro: più partecipata, più sana, più verde, più vivibile per tutte e tutti.

    Forum Ferrara Partecipata

    Cambiare la città per cambiare il mondo. LA VISIONE DELLE DONNE PER TRASFORMARE FERRARA IN UNA CITTA’ DELLE PARI OPPORTUNITA’

    Con questo incontro nasce il gruppo ‘Ferrara, le donne e la città’ per proseguire la riflessione, avviata nel Forum, su una città a misura di donna, come paradigma di un nuovo modo urbanistico e culturale di vivere insieme. Gli spazi pubblici vanno ripensati per renderli accoglienti per tutte e tutti, superando le barriere fisiche, economiche e simboliche che ancora condizionano la vita quotidiana delle donne. Diverse città hanno già iniziato a integrare la parità di genere nelle politiche urbanistiche, sociali e culturali. Invitiamo cittadini e forze politiche a confrontarsi su questa visione di Ferrara che metta al centro lo sguardo delle donne, per un nuovo modello di convivenza e progettazione urbana.

    Saluti:

    Laura Calafà, Ordinaria di Diritto del lavoro, Università di Verona

    Introduce e coordina:

    Alessandra Guidorzi del Forum Ferrara Partecipata

    Intervengono:

    Chiara Belingardi, Ricercatrice, master “Città di genere”, coautrice di “La libertà è una passeggiata. Donne e spazi urbani tra violenza strutturale e autodeterminazione”

    Antonella Parigi, Presidente “Torino città per le donne”,Assessora alla Cultura e Pari Opportunità di Moncalieri

     

    PUG ed ex-caserma Pozzuolo del Friuli – Il Forum alla finestra

    Chiesto il percorso partecipato

    II futuro dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli e il Pug. Sono i temi sui quali il Fo-rum Ferrara Partecipata chiede alla Giunta Fabbri di esplicitare le proprie intenzioni. «Il 17 giugno scorso – si legge in una nota -, prima delle elezioni che hanno visto riconfermato Alan Fabbri a sindaco di Ferrara, il Forum Ferrara partecipata ha svolto l’ultimo flash mob sotto lo scalone di Palazzo municipale per chiedere al sindaco di avviare un per-corso partecipativo con la cittadinanza sul futuro dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli. Erano passati 466 giorni dalla promessa di iniziare quel percorso partecipativo al fine di confrontarsi su una serie di proposte che anche il Forum aveva contribuito ad elaborare e messe nero su bianco su un libretto». Percorso poi mai avviato mentre «si è dato mandato alla prof.ssa Tamborrino del Politecnico di Torino di fare uno studio, le cui finalità non erano per nulla chiare, sul futuro della suddetta caserma». Il Forum chiede conto di quello studio e chiede «alla nuova giunta cosa si vuole fare dell’ex caserma. In panico lare, riteniamo necessario che ‘ venga chiarito se sono intercorse novità rispetto al preliminare di vendita tra Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria della caserma, e Ar.Co Lavori scaduto il 24 luglio. Inoltre, ci pare non rinviabile che la cittadinanza sia informata dei tempi entro i quali si vuole discutere il Pug, con quali modalità e con quale relazione con i soggetti che hanno presentato osservazioni al riguardo».

     

    Pozzuolo del Friuli, il Forum: “Che fine ha fatto il progetto per il futuro dell’ex caserma?”

    I componenti di ‘Ferrara Partecipata’ chiedono lumi sul Pug e sulla relazione di Tamborrino

    Riceviamo e pubblichiamo:

    “Il 7 giugno scorso, prima delle elezioni che hanno visto riconfermato Alan Fabbri a sindaco di Ferrara, il Forum Ferrara partecipata ha svolto l’ultimo flash mob sotto lo scalone di Palazzo municipale per chiedere al sindaco di avviare un percorso partecipativo con la cittadinanza sul futuro dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli. Erano passati 466 giorni dalla promessa, ufficializzata in Consiglio Comunale, di iniziare quel percorso partecipativo al fine di confrontarsi su una serie di proposte che anche il Forum aveva contribuito ad elaborare e messe nero su bianco su un libretto consegnato allo stesso sindaco all’indomani della bocciatura del progetto Feris.
    A fronte della nostra richiesta, anziché avviare il processo partecipativo con il coinvolgimento di cittadine e cittadini, associazioni, comitati, interessati, si è dato mandato alla professoressa Tamborrino del Politecnico di Torino di fare uno studio, le cui finalità non erano per nulla chiare, sul futuro della suddetta caserma. Come abbiamo comunicato allora, si trattava di una sospensione dei flash mob in attesa di capire gli orientamenti della nuova giunta che sarebbe risultata dalle imminenti elezioni.
    Pur essendo stato riconfermato il sindaco uscente e la giunta quasi nel suo complesso e, quindi, potendo benissimo immaginare quale potrà essere il risultato delle nostre richieste, riteniamo corretto, prima di riprendere le iniziative che riterremo opportune, richiedere alla nuova giunta cosa si vuole fare dell’ex caserma e riaffermare la nostra richiesta di avviare un percorso partecipativo che metta in campo le idee emerse in questi mesi. In particolare, riteniamo necessario che venga chiarito se sono intercorse novità rispetto al preliminare di vendita tra Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria della caserma, e ArCo Lavori scaduto il 27 luglio 2024. Così come chiediamo di rendere pubblico il risultato dello studio (costato più di 18mila euro di soldi pubblici) svolto da Tamborrino e quali considerazioni e ipotesi se ne sono tratte.
    Inoltre, ci pare non rinviabile che la cittadinanza sia informata dei tempi entro i quali si vuole discutere il Pug, con quali modalità e con quale relazione con i soggetti che hanno presentato osservazioni al riguardo. Vorremmo insomma rassicurare tutte quelle cittadine e quei cittadini, che ci hanno sostenuto nei lunghi mesi che ci hanno visto tutti i venerdì mattina sotto lo scalone e che hanno partecipato numerosi alla bella assemblea pubblica del 5 aprile sul piazzale di fronte al Duomo, che continua il nostro impegno e la nostra mobilitazione su questi punti e, più in generale, per un’idea della città del futuro: più partecipata, più sana, più verde, più vivibile per tutte e tutti”.
    Forum Ferrara Partecipata

    Sulla “nuova” piazza Travaglio il Forum critica il vicesindaco

    Ferrara Partecipata colpita negativamente dal progetto

    Il progetto di riqualificazione e trasformazione di piazza Travaglio recentemente annunciato dal vicesindaco Alessandro Balboni non trova positivo accoglimento da parte del Forum Ferrara Partecipata. A non essere particolarmente graditi sono i modi in cui è stato deciso l’intervento  -senza, appunto, la partecipazione- e gli obiettivi, ritenuti poco coraggiosi. «Avevamo salutato con favo-re il progetto Look Up», dice il Forum secondo il quale però, l’uscita di Balboni «ci lascia in-vece oltremodo perplessi non solo sul reale significato che l’amministrazione comunale intendeva dare alla “partecipa-zione”, giacché il percorso si è interrotto bruscamente in quanto i progetti sono stati de-finiti (fin dall’inizio?) nelle sedi ufficiali, ma anche sulla realizzazione del progetto stesso». Per il Forum si tratta «di una occasione mancata e poco coraggiosa». La rifunzionalizzazione della piazza – che «verrà migliorata per le funzioni già esistenti» – non è ciò che si attendeva il Forum, che non si appassiona alla prospettiva di metterci qualche albero, un tappeto verde e una pavimentazione drenante (associata a quella di piazza Cortevecchia, certamente problematica sotto questo punto di vista come è evidente a ogni pioggia). Male anche l’idea di fare dell’ex comando della Polizia municipale un parcheggio. Servirebbe «una vera sostituzione del trasporto privato con quello pubblico» e «sarebbe necessario istituire veri parcheggi scambiatori. Ci vuole coraggio ma anche una visione del futuro che questa amministrazione sembra non avere». •

    “Riqualificazione Piazza Travaglio, un’occasione mancata”

    Il Forum Ferrara Partecipata critica il vicesindaco Alessandro Balboni su partecipazione e bontà del progetto

    Abbiamo letto in questi giorni le dichiarazioni del vicesindaco Alessandro Balboni circa le modifiche che interesseranno la Piazza Travaglio da concludersi 2025.

    Come Forum Ferrara Partecipata avevamo salutato con favore il progetto Look Up che conseguentemente ad un accordo siglato tra Comune e Regione per l’Agenda trasformativa urbana dello sviluppo sostenibile per la città di Ferrara-Atuss, permette di disporre di significativi importi economici tesi a valorizzare spazi ed edifici pubblici.

    La nostra positiva attenzione è dimostrata dal fatto che abbiamo voluto partecipare attivamente ad alcuni incontri che, promossi dal Comune, dovevano agevolare la partecipazione di gruppi, associazioni e cittadini, per un effettivo coinvolgimento nel progetto.

    Questa recente uscita sulla stampa ci lascia invece oltremodo perplessi non solo sul reale significato che l’amministrazione comunale intendeva dare alla ‘partecipazione’, giacché il percorso si è interrotto bruscamente in quanto i progetti sono stati definiti (fin dall’inizio?) nelle sedi ufficiali, ma anche sulla realizzazione del progetto stesso.

    Ci sembra di capire dalla descrizione al momento un po’ vaga che ha fatto il vicesindaco che si tratti, ancora una volta, di una occasione mancata e poco coraggiosa.

    Leggiamo che la piazza Travaglio verrà ‘rifunzionalizzata’ cioè verrà migliorata per le funzioni già esistenti ed infatti viene ben specificato che il commercio ambulante (leggi soprattutto il mercato del lunedì) non subirà modifiche.

    Quindi è chiaro che, affinché i commercianti su area pubblica possano collocarsi come fanno ora con banchi e furgoni, invece di trovare una soluzione sostitutiva quale ad esempio il parcheggio Kennedy come avvenuto alcuni anni fa, non sarà possibile mettere in atto una effettiva trasformazione della piazza in cui trovi posto un polmone verde di cui tanto avrebbe bisogno la città per abbattere le polveri sottili che ci affliggono specialmente in inverno: infatti si legge che verranno piantati ‘alcuni alberi’.

    Non è invece chiaro che cosa si intende con ‘tappeto verde’(se fosse stato un prato si sarebbe usato questo termine) né quali parti della piazza interesserà. La pavimentazione ‘desigillata e impermeabilizzata’ sarà costituita da materiali ‘drenanti’ che ci riportano tristemente col pensiero ad altra piazza cittadina di recente ristrutturazione la cui assorbenza si è dimostrata molto lontana da essere tale!

    Infine dissentiamo totalmente dalla scelta di istituire un parcheggio sostitutivo sulla superficie dell’ex Comando della Polizia Locale all’inizio di via Bologna. Ci stupiamo che una vasta area di valore, in aderenza alle mura cittadine, debba essere sottoutilizzata nel modo oggi proposto, ed inoltre crediamo che la città non solo debba essere implementata di vegetazione, quella si drenante e necessaria per mitigare le ondate di calore e cercare di invertire il cambiamento climatico, ma debba vedere, in tempi ragionevoli, una vera sostituzione del trasporto privato con quello pubblico, elettrico e gratuito.

    Sarebbe necessario perciò istituire veri parcheggi scambiatori, cioè non a cento metri dal centro, come si stanno per realizzare, ma ad alcuni chilometri, sostituendoli con un efficiente e capillare sistema di trasporto pubblico.

    Ci vuole coraggio, dicevamo, ma anche una visione del futuro che, al momento questa amministrazione, ancorata a soluzioni novecentesche, sembra non avere.

    Per unire il centrosinistra serve una “fase costituente”

    La risposta del Forum Ferrara Partecipata alle considerazioni di Luciano Maragoni di Campo Democratico sui metodi, avanzati dal Forum, per aggregare le forze di centrosinistra

     

    Recentemente Luciano Marangoni, per conto di Campo Democratico, si è espresso su Estense.com in merito alle posizioni del Forum Ferrara Partecipata e della Rete Giustizia Climatica sulle azioni per aggregare le forze di centrosinistra. Di seguito il contributo al dialogo del Forum Ferrara Partecipata

    Abbiamo davanti cinque anni. Pensiamo sia necessario innanzitutto aprire una “fase costituente“, che veda protagonisti e coinvolti tutti i soggetti, siano essi forze politiche, associazioni, realtà di rappresentanza sociale e anche singole persone interessate ad elaborare un’idea di città adeguata ai bisogni dei
    cittadini e a un’evoluta idea dell’abitare, con la messa a punto di un progetto alternativo credibile, sia in termini complessivi che su aspetti più specifici e puntuali.

    Il rischio altrimenti è farsi dettare continuamente l’agenda politica dagli interessi di turno, siano essi politici o economici.

    Ovviamente questo non esimerà le singole forze politiche ad elaborare – questa volta con congruo anticipo – le proprie autonome scelte in termini di programmi, candidati e alleanze.

    A noi, a differenza di Marangoni, pare che mettere insieme tutte le energie presenti a Ferrara per delineare un’idea alternativa, in modo largo, trasparente e favorendo una grande partecipazione, sia proprio il modo migliore per evitare quelle derive, che son state il prodotto di quanto praticato sinora e che non ha certo portato a grandi risultati. E cioè il fatto di stare ciascuno dentro il proprio orticello, coltivando le proprie analisi e proposte, per arrivare solo in vicinanza delle scadenze elettorali a mettere insieme compromessi di basso profilo, decisi in consessi ristretti.

    Al contrario, occorre avere il coraggio di mettersi in discussione, avanzando in modo chiaro le proprie proposte e decidendo di sottoporle ad un’ampia discussione, che coinvolga tutte le persone che intendono battersi per aprire un’altra stagione a Ferrara.

    Noi, insieme a numerosi altri soggetti che in questi anni hanno continuato a prendersi cura della città, mettiamo a disposizione di tutti il nostro patrimonio di riflessioni e conoscenze elaborato con il contributo di esperti e l’analisi di casi a livello nazionale e internazionale.

    Sulle macro questioni sollevate da Marangoni come mobilità e ripubblicizzazione dei beni comuni (acqua e rifiuti) rimandiamo alla nostra generale proposta di visione di città al link https://ferrarapartecipata.it/documento-di-sintesi-delle-proposte/, al documento specifico su acqua e rifiuti al link https://drive.google.com/file/d/1WsPgCDZNuQg5VNczw3mvTQ8T1MQyP4Ej/view?usp=sharing e all’ampia documentazione presente nel sito al link https://ferrarapartecipata.it/

    Visione e contenuti per la Ferrara del futuro

    Campo Democratico propone il cashback per remunerare da parte di Hera i ferraresi che impiegano tempo per la raccolta differenziata

    Nell’intervento pubblicato da Estense.com il signor Corrado Oddi per conto del Forum Ferrara Partecipata e della Rete Giustizia Climatica propone due azioni concrete attorno alle quali aggregare le forze del centro sinistra per un prossimo programma di governo a Ferrara:

    1. eliminare (o forse solo ridurre drasticamente) la circolazione dei mezzi con motore termico in tutta l’area entro le mura, sostituendola con mezzi pubblici e biciclette;

    2. sfilare da Hera la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani e il servizio di distribuzione dell’acqua potabile e trasferirli a una gestione diretta del Comune di Ferrara.

    Sul tema della mobilità, dice cautamente Oddi, bisognerebbe predisporre un progetto basato su dati chiari e studio del problema. Verissimo: soluzioni drastiche come quelle prospettate in premessa da Oddi ci sembrano più dettate da un a-priori ideologico (via le auto dalla città) e dalla mancanza di una seria analisi dei fabbisogni di mobilità espressi dai cittadini ferraresi, che da un approccio realistico e efficace al problema.

    Dato che si tratta (e su questo non vi sono dubbi) di un problema davvero complesso, politiche di riduzione del traffico privato motorizzato debbono essere compatibilizzate, oltre che con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento, con le differenti caratteristiche della popolazione e i diversi bisogni di mobilità che questa esprime.

    Chi vive in città difficilmente si sposta in auto all’interno del centro storico ed usa già largamente i mezzi pubblici, la bici, i piedi, o i monopattini a seconda dell’età e delle condizioni di salute. Questo tipo di mobilità va indubbiamente incentivata e sostenuta, magari con una rete di precorsi protetti sulla viabilità minore che riservi gli assi viari fondamentali (Giovecca-Cavour, Porta Po-Porta Mare, corso Isonzo-Cittadella, e così via) al traffico motorizzato al quale sono peraltro già dedicati numerosi parcheggi per soste brevi o medie.

    Ma diversi di coloro che vivono in centro hanno ugualmente la necessità di spostarsi verso la periferia o il forese: per necessità di lavoro, per l’accesso ai grandi centri commerciali, per recarsi al Sant’Anna: questa tipologia di mobilità richiede normalmente l’uso dell’auto.

    Inoltre anche entro mura sono localizzate numerose ditte di artigiani di diversi mestieri: solitamente la loro attività professionale comporta l’utilizzo di un furgone attrezzato che non può essere abbandonato fuori mura.

    Vi sono poi tanti cittadini che abitano nelle numerose frazioni del forese che si recano in città (anche in centro) per lavoro o per l’accesso ai numerosi servizi pubblici e privati che ancora sono collocati dentro il perimetro murato.

    Per i dipendenti pubblici, o per chi ha orari predeterminati e costanti potrebbero essere funzionali i cosiddetti parcheggi di attestamento (lasci l’auto e prendi il bus-navetta); ma a ben vedere è già in gran parte così: basti guardare come sono densamente parcheggiate le zone periferiche, come ad esempio i piazzali interni dell’ex ospedale o via Orlando Furioso, dove il parcheggio è libero e da dove ci si sposta facilmente verso le diverse aree del centro. Soluzioni più radicali come i parcheggi scambiatori a est e ovest della città con un servizio frequente di navette verso il centro sono state proposte da decenni e mai realizzate per la scarsa efficienza e gli alti costi di gestione.

    Allora studiamo i flussi, la loro motivazione, le caratteristiche degli utenti, ma senza soluzioni predeterminate e di sapore un poco ideologico.

    Veniamo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di origine urbana; non condividiamo assolutamente l’ipotesi di riportarli a una gestione diretta del Comune: non solo per una ragione di costi (sono stati realizzati studi dall’esito incerto, ma tendenzialmente essi mostrano la convenienza della gestione affidata a un operatore specializzato) quanto per due altri motivi fondamentali.

    Il servizio di igiene urbana è parte di una filiera che non si esaurisce nella raccolta differenziata, nel trasporto dei rifiuti raccolti e nello spazzamento di strade e aree pubbliche: richiede tecnologie e soluzioni impiantistiche (selezione, trattamento, smaltimento differenziato) che richiedono investimenti, competenze gestionali e know-how tecnologici che si acquisiscono solo gestendo servizi su larga scala.

    Oltre a ciò la ripubblicizzazione in capo al Comune sarebbe possibile o attraverso una gestione in economia e in questo caso il Comune di Ferrara dovrebbe assumere centinaia di operatori, acquistare decine di automezzi specializzati e così via spendendo, oppure il Comune potrebbe ricorrere, magari costituendo una società ad hoc per la gestione, al massiccio decentramento produttivo dei servizi operativi, senza avere più le competenze imprenditoriali per gestire un tale massiccio affidamento di servizi e attività specialistiche a ditte private.

    Noi pensiamo che il Comune di Ferrara debba casomai rafforzare le proprie strutture tecnico-progettuali, innovare i servizi e le modalità di relazione con cittadini e imprese assumendo tecnici e personale ad alta professionalità anziché autisti e operatori ecologici.

    Vanno affrontate invece con Hera due questioni rilevantissime: la prima riguarda la qualità del servizio di igiene urbana erogato da Hera. Non basta fregiarsi di risultati eccelsi nella raccolta differenziata (ma inviteremmo a guardare nei cassonetti per verificare quanto è realmente differenziato il loro contenuto) quando tante isole ecologiche sono abbandonate per troppi giorni alla lordura di rifiuti di ogni genere abbandonati o mal versati nei contenitori specifici e quando pattume di ogni genere resta per tanto tempo a terra per via o nelle piazze spazzate troppo poco. Né vale l’obiezione che è colpa dei cittadini sporcaccioni: verissimo, ma Comune e Hera non possono fare finta di nulla. Il Comune dovrebbe impegnarsi a negoziare con Hera, a parità di costi, uno standard di servizi nettamente migliore e corrispondente a una città a forte vocazione turistica. Hera redige bilanci che evidenziano centinaia di milioni di utile netto: cosa succederebbe se limitasse tale utile a un milione in meno e con questo affidasse a una coop sociale il compito di mettere al lavoro 30 o 40 ragazzi per tenere pulite le isole ecologiche e spazzare strade e piazze?

    La seconda questione è quella del cashback: per fare funzionare bene la raccolta differenziata che consente ad Hera di collocare con profitto sul mercato alluminio e acciaio, plastiche e vetro, tutte le famiglie ferraresi impiegano decine e decine di ore all’anno: gratis. Il Comune dovrebbe aprire una vertenza con Hera perché questo lavoro venisse remunerato proprio attraverso la restituzione di denaro contante sui conti correnti delle famiglie ferraresi.

    Veniamo alla proposta del signor Oddi di ripubblicizzare il servizio idrico integrato. Anche a questo proposito siamo in disaccordo e per diversi motivi:

    . per mantenere efficiente e rinnovare la rete idrica servirebbero investimenti ingenti dell’ordine di 90-100 euro all’anno per utente; i dati nazionali ci dicono che solo le gestioni industriali dell’acqua potabile raggiungono valori vicini a tali importi, mentre le gestioni in economia (quelle pubbliche, appunto) non sono in grado di avvicinare neppure la metà di tale cifra.

    . Ferrara, come tante altre città, dispone di una rete fognaria in buona parte vetusta e sottodimensionata, specialmente nei sempre più frequenti casi di precipitazioni sovrabbondanti; noi pensiamo che solo un soggetto industriale di adeguata forza economica e finanziaria e dotato del necessario know-how possa affrontare un problema di questa importanza e onerosità.

    . le reti idriche dovranno essere sempre più integrate su larga scala per assicurare l’acqua dove ce ne sarà più bisogno e gestire efficientemente politiche di risparmio idrico: non ci sembra sia un argomento alla portata di un comune, ma deve diventare (sulla base di strategie e obiettivi pubblici) strategia industriale delle grandi aziende del settore.

    . infine sempre più si imporrà nel prossimo futuro la necessità di coordinare l’attività di depurazione delle acque reflue con l’impiego di tali acque in agricoltura e dunque la necessità di un coordinamento tra aziende che gestiscono il ciclo idrico integrato e il Consorzio di Bonifica: una scala di integrazione che non può essere governata da nessun comune, ma richiede forte coordinamento tra aziende specializzate.

    Fino a qui le nostre obiezioni di merito alle proposte lanciate da Forum Ferrara Partecipata e da Rete Giustizia Climatica, ma vogliamo aggiungere che prima ancora non ci convince il metodo e il percorso che propone il signor Oddi. Secondo noi le proposte per una alternativa di governo (poche, chiare e su temi davvero importanti per la vita delle persone) dovrebbero stare dentro una cornice progettuale e programmatica capace di indicare una idea di futuro per la città; invece proposte spot di cui resta difficile cogliere il senso generale hanno scarsa utilità se non per la visibilità del proponente.

    Non ci convince l’idea di una sorta di forum unificato (una sorta di assemblea permanete) di tutti i soggetti che si oppongono all’attuale Amministrazione Comunale che dovrebbe preludere all’ennesimo tavolo programmatico per la condivisione del futuro programma elettorale del Centro Sinistra.

    Si entrerebbe subito in una zona grigia di mediazioni che non aiuterebbero a sviluppare liberamente e da parte di ciascuna forza una visione compiuta del futuro di Ferrara e del suo territorio per i prossimi lustri.

    Occorre invece che ciascun attore che si oppone alla giunta di destra e alle sue politiche esprima con la massima libertà la visione del futuro e la cali in proposte e progetti concreti (dalla sanità allo sviluppo economico e al lavoro, dalla mobilità ai servizi pubblici e privati, dalla cultura ai diritti sociali e alla casa).

    Se ciascun soggetto compirà liberamente tale lavoro di approfondimento e progettazione e inviterà tutta la società civile e la Politica a confrontarsi con le proprie idee e proposte si metterà in moto un percorso che farà emergere punti di incontro e di divergenza, ma le intese che ne potranno emergere avranno la solidità di un vero programma di governo.

    Infine, cosa forse più importante di tutte, solo un percorso aperto e dialettico su visione e contenuti e proposte per la Ferrara del futuro sarà in grado di offrire a chi aspira a governare il Comune dopo la seconda giunta Fabbri il terreno giusto per prendere posizione, farsi conoscere ed emergere come leader di una coalizione vincente.

    Mobilità e beni comuni, le priorità da cui ripartire

    Intervento di Corrado Oddi, portavoce del Forum Ferrara Partecipata e della Rete Giustizia Climatica

    È passato un po’ di tempo dallo svolgimento e dall’esito delle elezioni amministrative a Ferrara e questo consente di sviluppare qualche ragionamento più meditato in proposito.

    Mi sento di svolgere alcune valutazioni a carattere personale, enucleando in modo sintetico 5 punti di fondo.

    1) Non si può eludere una riflessione approfondita sulle ragioni della vittoria di Fabbri e della sconfitta pesante delle opposizioni. Ciò non è stato compiuto all’indomani del passaggio dell’Amministrazione Comunale alla destra nel 2019 ed è stato uno dei problemi che ci hanno portato alla replica di Fabbri, con ancora maggior consenso. Ovviamente, si può andare su questa strada se, intanto, si conviene che una sconfitta seria delle forze di opposizione si è verificata e non si indulga a valutazioni autoconsolatorie, dicendo, ad esempio, che il Pd in valori assoluti ha circa lo stesso numero di voti del 2019. In secondo luogo, questa riflessione non deve avere intenti di autoflagellazione o di ricerca di qualche capro espiatorio, ma, invece, muovere dalla consapevolezza che solo dall’esaminare quello che è successo si può risalire la china e trarre indicazioni utili per il futuro.

    2) Per quanto mi riguarda, le motivazioni profonde della sconfitta delle opposizioni stanno, da una parte, da una reale sintonia che si è costruita tra la persona del candidato Fabbri e buona parte della popolazione ferrarese e, dall’altra, da una qualità decisamente bassa nell’impostazione e nel messaggio veicolata dall’opposizione, in primis dalla coalizione raccolta attorno ad Anselmo, non solo in campagna elettorale, ma anche negli anni precedenti. Sul consenso che Fabbri è riuscito a costruire intorno a sé, ci sarebbe molto da dire, a partire dal fatto che, sia in termini generali sia qui a Ferrara, spoliticizzazione della società e personalizzazione della politica stanno andando di pari passo da diversi anni in qua. Quest’impasto, nelle politiche dell’Amministrazione di destra, si è sostanzialmente costruito su un’idea di galleggiamento sull’esistente per quanto riguarda le politiche economiche e sociali (con tratti poi anche regressivi sul piano dei diritti universali) e su alcune scelte di politica “culturale” e sull’utilizzo degli spazi pubblici, rese ancor più efficaci da un’abile capacità comunicativa, volte a dare l’immagine di una città che tornava ad essere dinamica, di una “città che rinasce”. A fronte di ciò, l’opposizione, quella almeno più consistente, si è sostanzialmente presentata in termini di denuncia delle scelte sbagliate dell’Amministrazione uscente, cosa in sé sacrosanta, ma senza riuscire ad accompagnarla con la proposizione di un’idea alternativa di città, con la messa a punto di un progetto alternativo credibile, sia in termini complessivi che su aspetti più specifici e puntuali.

    3) I suddetti punti di analisi possono essere più o meno condivisibili, e, comunque, già fare emergere consonanze o divergenze su questi sarebbe importante. In ogni caso, sembra che in molti ragionino sul consenso alto di Fabbri e sul fatto che l’opposizione debba riconquistarselo. Qui sta uno snodo fondamentale, quello cioè di capire come questo possa diventare possibile. Non vorrei che ci fosse una sorta di non detto da parte di alcuni propugnatori di questa tesi, e cioè che si tratta di riconoscere maggiormente le ragioni di Fabbri, e quindi di uscire da un’opposizione costruita prevalentemente sul contrasto alle scelte dell’Amministrazione per approdare ad una più forte considerazione di quanto da essa realizzato e annacquare il proprio dissenso. Una conclusione, a mio parere, del tutto sbagliata, che finirebbe per dare ancora più forza alla destra, sulla base del fatto banale, ma sempre vero, che “ l’originale è sempre meglio della copia”.

    Si tratta, invece, certamente, di avere ben chiaro che un’opposizione puramente costruita sui No non va da molte parti, è per sua natura subalterna e si fa dettare l’agenda politica dagli altri, ma che, nel contempo, il salto da fare è proprio quello di proporre un’alternativa, un’altra idea di città e di farla vivere tra le persone.

    4) Provo ad esemplificare questo ragionamento. A mio avviso, sarebbe necessario individuare 3-4 priorità, non un elenco della lista della spesa, ma alcuni temi decisivi ai fini di far emergere come la proposta che viene dall’opposizione sta su un terreno che guarda ad una prospettiva assolutamente diversa da quella della destra.

    Ne indico solo due, per ragioni di brevità e anche perché la scelta di tali priorità non può che essere il prodotto di un lavoro collettivo. La prima è quella della mobilità: penso che sarebbe decisivo costruire un vero e proprio progetto, corredato da dati e indicazione di risorse precise, per far sì che, entro le Mura, la mobilità avvenga prevalentemente attraverso il trasporto pubblico e quella “dolce”, basata su quella ciclabile e pedonale, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni climalteranti. Analogamente, si può ragionare sul tema dei beni comuni, a partire dalla gestione del servizio dei rifiuti urbani e di quello idrico, procedendo alla loro ripubblicizzazione, togliendoli a Hera, avendo presente che sul primo occorrerà decidere a breve, visto che la concessione è scaduta alla fine del 2017, e che sul secondo la concessione ad Hera finirà al termine del 2027. Ovviamente, un progetto non è semplicemente un bello studio scritto sulla carta (anche se questo è un fatto preliminare), ma si tratta di pensare a come sostenerlo con la mobilitazione sociale. E anche a comunicarlo in modo diffuso con gli strumenti adeguati, compresi i social media, su cui esiste un elemento di debolezza che va recuperato.

    5) Premessa di quest’ipotesi di lavoro è un punto di metodo e di percorso, che però assume un valore di assoluta sostanza. Non penso che si possa dare corpo a questa necessità di risalire la china se non si individua anche una sede collettiva nella quella produrre questa discussione. Nei giorni passati, su questo quotidiano, Romeo Farinella ha lanciato l’idea di costruire una sorta di “laboratorio di resistenza e proposta politica”, composto da tutti i soggetti, politici e sociali, interessati a questa prospettiva: la condivido e mi pare un’indicazione importante. Ferma restando l’autonomia reciproca tra forze politiche e soggetti di cittadinanza attiva e di rappresentanza sociale, convengo che è venuto il momento di mettere insieme riflessioni, idee, proposte, progettualità provenienti da tutte le realtà e le persone che vogliono lavorare per costruire una nuova prospettiva per Ferrara, preparandosi sin da adesso per mettere da parte la destra sulla base di uno sguardo lungo, di un’idea di futuro per la città.

    Si potrebbe iniziare costruendo per la ripresa, dopo la pausa estiva, una grande assemblea cittadina aperta, con le caratteristiche delineate sopra. Ragioniamo su questa o ipotesi analoghe, soprattutto diamoci l’occasione per reincontrarci e discutere insieme, per valorizzare l’intelligenza e la passione collettiva che sono risorse di tanti nella città.

    Ferrara Partecipata. In attesa della nuova giunta ultimo flash mob

    Il Forum da giugno dello scorso anno si trova ogni venerdì sotto il Volto del Cavallo per ricordare al sindaco che “non ha mantenuto gli impegni” su Feris

    Oggi l’ultimo flash mob di Ferrara Partecipata sotto il Palazzo Municipale. “Il sindaco non ha mantenuto gli impegni”. Dallo scorso giugno il Forum ogni venerdì si è trovato sotto il Volto del Cavallo “per chiedere al sindaco di avviare il percorso partecipativo sulla riqualificazione dell’area della caserma Pozzuolo del Friuli, così come era stato stabilito dalla mozione approvata dal consiglio comunale del 27 febbraio 2023 in cui era stato bloccato il progetto Fe.ris”.

    Avendo preso atto “che il sindaco non intende assumere le decisioni importanti per la città con il confronto e la partecipazione dei cittadini, in contraddizione con quanto espresso nelle linee programmatiche del suo mandato”, alla scadenza della consiliatura sospendono il flash mob, “in attesa di vedere quale sarà lo scenario politico che si determinerà con le prossime elezionicounali”.

    La consapevolezza con cui lo fanno è però quella di “continuare a vigilare” perché “dopo le elezioni la nuova giunta dovrà affrontare l’urgenza di riqualificare quel comparto della città” elaborando “un nuovo progetto”. Loro, il Forum Ferrara Partecipata sarà comunque pronto “a mettere in atto ulteriori mobilitazioni per opporci a nuovi progetti che non corrispondano realmente alle necessità del bene comune e per sostenere progetti innovativi che mettano al centro la pubblica utilità, la tutela dell’ambiente e del patrimonio architettonico”.

    Questa volta però “la riqualificazione dell’area della ex caserma dovrà essere ripensata coinvolgendo i cittadini prima dell’elaborazione del nuovo progetto, affinché le proposte, le idee, le valutazioni che emergeranno nel percorso partecipativo possano orientare e guidare la successiva elaborazione tecnica”.

    Forum Ferrara Partecipata non si schiera, ma condanna l’amministrazione uscente

    Il punto in vista delle elezioni. Una città decarbonizzata e che sappia guardare “con gli occhi delle donne”

    Un operato decisamente negativo quello dell’amministrazione comunale uscente secondo Ferrara Partecipata. Il Forum si è riunito lunedì 27 maggio per esporre il proprio punto di vista sulle imminenti elezioni e l’ha fatto senza mezzi termini. Sebbene abbia deciso di non sostenere esplicitamente nessuno dei candidati, quello che ha visto negli ultimi cinque anni di destra (e durante la campagna elettorale in particolar modo) è una propaganda avente “un occhio di riguardo ai ceti sociali più vicini alla loro politica, a partire da lavoratori autonomi ed esercenti di attività commerciali”.

    Ciò avrebbe così intensificato nuove discriminazioni e danneggiato la partecipazione democratica dei cittadini, quest’ultimo un punto fondamentale del Forum. Non solo, le realtà associative e sociali sarebbero state ridimensionate a fronte di una continua privatizzazione e logica proprietaria della città. “Basta citare il regolamento per l’assegnazione alle case popolari, l’utilizzo improprio di Parco Nord e la mancata consultazione dei cittadini sulla ristrutturazione della ex Caserma di via Cisterna del Follo”.

    L’invito del Forum Ferrara Partecipata agli elettori è quello di superare l’astensionismo, “una vera occasione di partecipazione attiva”, e di valutare attentamente che i programmi dei diversi candidati tengano conto delle questioni più urgenti che affliggono la città. In particolare, le strategie per una Ferrara decarbonizzata che sappia affrontare i cambiamenti climatici promuovendo una “mobilità dolce”, in bicicletta, un trasporto pubblico gratuito e più efficiente e disincentivando il consumo di suolo. “Ci siamo poi cimentati con il tema dei beni comuni, pensando innanzitutto alla pubblicizzazione del servizio dei rifiuti urbani e del servizio idrico. Abbiamo quindi ragionato sul potenziamento del ruolo e dell’intervento pubblico in settori e servizi fondamentali, come la sanità, la casa, i servizi per l’infanzia e quelli di carattere culturale”.

    Il Forum Ferrara Partecipata vuole continuare ad essere indipendente dalle forze politiche e qualunque sarà l’esito delle elezioni di giugno continuerà a fare il suo lavoro “prospettando una propria visione di città per il futuro e partecipata”. Una città che vuole tutelare i beni comuni “che devono rimanere pubblici” e che possa finalmente essere vista “con gli occhi delle donne”, con una organizzazione quindi più adeguata ad affrontare le diversità dei bisogni delle fasce più deboli. “Partire da un punto di vista di genere è importante perché è l’unico che può essere veramente inclusivo per tutti”.

    Politica, Forum Ferrara Partecipata: “Operato dell’Amministrazione negativo”

    La realtà associativa si è soffermata su partecipazione, beni comuni, ambiente

    Riceviamo e pubblichiamo:

    “L’8 e il 9 giugno, oltre che per le elezioni europee, si voterà a Ferrara anche per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale. Il Forum Ferrara Partecipata ha deciso di non pronunciarsi esplicitamente per sostenere un/a candidato/a a sindaco/a o una lista elettorale, tenendo fede alla propria ispirazione di voler essere un luogo di aggregazione e rappresentanza sociale di associazioni e cittadini che, prima di tutto, intendono costruire elaborazioni e proporre iniziative relative alla visione del futuro di Ferrara.

    Infatti, riteniamo che, al di là delle maggioranze politiche che hanno governato o governeranno la città, sia fondamentale il ruolo della cittadinanza attiva e dei movimenti sociali per orientare e incidere sulle scelte che si opereranno. Da questo punto di vista, qualunque sarà la composizione della prossima Amministrazione, il Forum Ferrara Partecipata continuerà il proprio lavoro e impegno in questa direzione.

    Questa nostra autonomia nei confronti delle forze politiche non significa indifferenza o estraneità rispetto a chi sarà scelto dai cittadini per guidare la futura Amministrazione comunale. Non foss’altro perché nei mesi passati il Forum ha messo in campo idee e proposte concrete su punti decisivi che riguardano la nostra visione di città. In particolare, ci siamo concentrati sui temi della democrazia partecipativa, pensando a essa come tratto fondante del coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine nelle scelte fondamentali della città. 

    In questo senso abbiamo avanzato l’idea di dar vita a vere e proprie assemblee di quartiere, con risorse dedicate per promuovere il bilancio partecipato, e ad assemblee cittadine, rappresentative degli abitanti, per affrontare temi, per esempio quello relativo ai cambiamenti climatici, che sono decisivi per il futuro della città. Abbiamo sviluppato proposte precise per realizzare la città ‘decarbonizzata’, muovendo dal fatto di privilegiare la mobilità a emissioni zero tramite il trasporto pubblico, tendenzialmente gratuito, e quella ‘dolce’ (ciclistica e pedonale, realizzando all’esterno della città parcheggi scambiatori con navette elettriche ogni 10 minuti). 

    Sempre su questo punto, abbiamo approfondito la necessità di procedere verso la transizione e la riqualificazione energetica, puntando con forza a sviluppare l’utilizzo delle energie rinnovabili e all’efficientamento energetico, di fermare il consumo di suolo e pensare a una vera e propria ‘trama verde’ per Ferrara, facendo di ciò uno dei punti di forza del nuovo Pug. Ci siamo cimentati con il tema dei beni comuni, pensando in primo luogo alla pubblicizzazione del servizio dei rifiuti urbani, alla sua riorganizzazione nel sistema di raccolta e nel ridimensionamento dell’inceneritore, e anche alla pubblicizzazione del servizio idrico. 

    Più in generale, abbiamo ragionato sul potenziamento del ruolo e dell’intervento pubblico in settori e servizi fondamentali, come la sanità, il trasporto pubblico locale, la casa, i servizi per l’infanzia e quelli di carattere culturale, tutti soggetti a processi, più o meno evidenti, di privatizzazione. Abbiamo poi voluto ragionare sulla grande questione della città vista con gli occhi delle donne, con la consapevolezza che un punto di vista di genere promuove accoglienza e inclusione per tutti. 

    Si tratta di costruire un avanzamento culturale e un percorso di riflessione e costruzione di proposte, che investono i temi dei tempi della città, di una sua organizzazione maggiormente adeguata ad affrontare le diversità dei bisogni e dei soggetti presenti in essa, a partire da quelli più deboli e che hanno meno voce. E’ a partire da quest’impostazione che ci interessa sviluppare alcune considerazioni rispetto alla prossima scadenza elettorale amministrativa relativa al Comune di Ferrara.

    In primo luogo – e non è una sottolineatura scontata nel momento in cui il fenomeno dell’astensione dal voto diventa sempre più significativo – pensiamo sia importante che ci sia una forte partecipazione all’espressione della preferenza elettorale da parte dei cittadini e delle cittadine, in quanto riteniamo che tutte le occasioni di partecipazione siano da cogliere e valorizzare, convinti, come siamo, che occorre lavorare per superare il fenomeno negativo dell’astensionismo. Poi, è necessario esprimere il nostro giudizio su ciò che è successo in questi ultimi 5 anni. Infatti, l’Amministrazione di destra che abbiamo visto all’opera non solo non ha affrontato positivamente le questioni che riguardano la città di Ferrara, ma ha contribuito a peggiorare le condizioni in cui versa la città rispetto alla possibilità di progettare il proprio futuro. 

    Al di là di una facile propaganda che l’Amministrazione ha fornito a piene mani negli anni passati, Ferrara è stata amministrata in termini di sostanziale galleggiamento sull’esistente, con un occhio di riguardo rispetto ai ceti sociali che si sono presunti più vicini alla propria sensibilità (a partire dai lavoratori autonomi e dagli esercenti delle attività commerciali), con l’aggravante di costruire nuove discriminazioni, deprimere la partecipazione dei cittadini/e e ridimensionare il ruolo delle realtà associative e sociali, far emergere una logica proprietaria e di privatizzazione della città, bypassare le normali regole del funzionamento degli organismi istituzionali. 

    Su questi ultimi aspetti – ma l’elenco sarebbe lungo – basta citare il regolamento per l’assegnazione delle case popolari, poi corretto dopo il pronunciamento del Tribunale di Ferrara, la mancata consultazione dei cittadini sulla ristrutturazione della ex Caserma di via Cisterna del Follo, l’utilizzo improprio del Parco Nord con eventi incompatibili con la sua vocazione ecologica e ambientale. Per questo diciamo in modo chiaro e senza mezzi termini che l’operato dell’Amministrazione comunale uscente è stato decisamente negativo e, pertanto, è importante che questo giudizio si tramuti nel pronunciamento degli elettori e delle elettrici.

    Fissato questo punto, invitiamo dunque i cittadini e le cittadine di Ferrara a scegliere un/a candidato/a a sindaco/a e una lista elettorale che possano supportare i contenuti che abbiamo espresso e sopra succintamente richiamato, valutando i diversi programmi elettorali. Forum Ferrara Partecipata continuerà la propria iniziativa per far avanzare la nostra visione di città futura, che vogliamo partecipata dai cittadini e dalle cittadine nelle decisioni, capace di indicare una strada di salvaguardia della vita umana e del pianeta, incentrata sulla tutela dei beni comuni di tutta la collettività, consapevole della ricchezza che deriva dai diversi punti di vista di genere”.

    Ex Caserma, il Forum lascia il tavolo: “Non c’è volontà di un percorso partecipativo”

    Gli attivisti hanno sottolineato che continueranno le iniziative di mobilitazione: i dettagli

    Una lettera rivolta al sindaco e all’assessore comunale alla Partecipazione per manifestare la propria insoddisfazione dopo l’incontro dello scorso 14 maggio, promosso su mandato del Consorzio Futuro in Ricerca, in relazione alla riqualificazione dell’ex Caserma di Pozzuolo del Friuli. A scrivere la missiva, dopo avere lasciato il tavolo di confronto, è il Forum Ferrara Partecipata.

    Francesca Cigala ha ricordato “le promesse di coinvolgimento dei cittadini da parte del sindaco nel febbraio del 2023, e la risoluzione del Consiglio comunale sullo stanziamento di fondi per un percorso partecipato relativo all’ex Caserma”. Percorso, destinato ad articolarsi attraverso “l’incarico al Consorzio Futuro in ricerca”. Da qui all’incontro con “la docente del Politecnico di Torino Rosa Tamborrino, al quale siamo stati invitati insieme a una ventina di associazioni, di cui sette lì rappresentate”.
    Un appuntamento, dove “da subito sia il presidente del Consorzio sia la docente hanno chiarito che lo scopo consisteva unicamente nel raccogliere idee e proposte su destinazione e possibili usi dell’ex Caserma, di cui avrebbe tenuto conto nell’elaborazione della sua relazione tecnica”, ha spiegato Cigala, aggiungendo che “alla nostra richiesta circa l’eventualità di considerare l’incontro come preliminare all’avvio di un successivo percorso partecipativo, la docente ha ribadito di avere ricevuto dal Consorzio esclusivamente l’incarico di esprimere un parere rispetto agli usi dell’ex Caserma tramite una relazione scientifica sul sito e le sue vocazioni da un punto di vista storico e culturale”.

    Una situazione, dunque, “dove abbiamo preso atto che non ci sarà alcun percorso partecipativo”, e dove gli attivisti del Forum Ferrara Partecipata hanno abbandonato il tavolo, “insieme ad Arci e a Italia Nostra”, rendendo noto il loro disinteresse alla sua prosecuzione, “visto che non si ritiene necessario coinvolgere i cittadini nella discussione sulla futura riqualificazione dell’ex Caserma, come è prassi di ogni percorso partecipativo”. Corrado Oddi ha sottolineato che “non c’è la volontà di realizzare un percorso partecipativo”, concludendo che “continueranno le iniziative di mobilitazione attraverso i flashmob fino al 7 giugno”, in attesa di conoscere gli sviluppi.

    Il Forum Ferrara Partecipata porta le donne al centro della pianificazione urbana

    Grande interesse mercoledì pomeriggio per l’incontro organizzato dal Forum Ferrara Partecipata, chiamato “Le donne al centro della pianificazione urbana per nuovi modelli di convivenza”.

    Principale protagonista dell’appuntamento è stata Elena Granata, docente di urbanistica al Politecnico di Milano, che ha parlato – tra le altre – anche del suo libro “Il senso delle donne per la città”.