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Quando: Giovedì 23 ottobre 2025, ore 18:00
Dove: CHIOSTRO DI SANTA MARIA IN VADO, via Borgovado 3

    Autore: Rodolfo Baraldini

    Intervento all’assemblea pubblica del 14 marzo

    La prima considerazione che mi interessa svolgere è quella di sottolineare che oggi
    stiamo procedendo ad un reale esercizio di democrazia partecipativa. Abbiamo
    chiesto che fosse l’Amministrazione Comunale a produrre questo percorso, ma, visto
    che a tutt’oggi non è arrivata alcuna risposta positiva, iniziamo noi a costruirlo.
    Venendo al merito della questione in discussione, e cioè che proposte e idee vogliamo
    mettere in campo per la ristrutturazione della ex Caserma, parto dal fatto che, in
    questi giorni, ho provato a dare un titolo, a indicare una sintesi per esprimere la
    finalità cui possiamo indirizzare quello spazio. Mi è venuto quello di dire che l’area
    della ex Caserma può diventare la “cittadella della cultura e della socialità”.
    Cittadella della cultura, riprendendo le suggestioni avanzate da Emanuela Mari, che
    condivido, e che, a partire dalla sua ubicazione, può svilupparsi come luogo di
    esposizione e supporto museale insieme a cittadella della socialità, visto che, ormai,
    in questa città, i luoghi di incontro per i cittadini e le Associazioni si sono sempre più
    rarefatti e, invece, vanno considerati in termini di ruolo e funzione strategica per la
    nostra idea di città. Basta pensare al fatto che anche oggi ci troviamo in questa sala
    che ci costa più di 100 € o, ancora, che l’Amministrazione Comunale, proprio in
    questi giorni, ha comunicato a due realtà importanti, il Centro Servizi Volontariato e
    il Centro sociale La Resistenza, l’intenzione di “sfrattarli” dalle loro sedi. Intenzione
    che va contrastata anche da noi, a partire dalla considerazione che senza la
    mobilitazione che abbiamo messo in campo e che ci ha consentito di bloccare,
    almeno parzialmente, il progetto FERIS, oggi saremmo qui a compiere un puro
    esercizio accademico, mentre siamo in condizioni di avanzare idee e proposte che
    possono gettare le basi per un progetto concreto per l’utilizzazione della ex Caserma,
    come luogo utile per la città.
    Da questo punto di vista, a me pare che occorra anche rispondere al tema degli affitti
    calmierati per gli studenti, come ben sottolineato dall’intervento della studentessa di
    Link. Si tratta di capire meglio i bisogni effettivi in proposito, ma è possibile
    ragionare anche su questo tema per la ristrutturazione della ex Caserma. Avendo la
    consapevolezza che anche questa è una vicenda importante, che sta determinando una
    nuova selezione classista e di censo rispetto al diritto allo studio e che la questione
    dell’abitare e dell’affitto non può essere lasciato alle logiche del mercato.
    Infine, anche guardando al percorso futuro, penso che sia possibile andare avanti
    approssimando sempre più un vero e proprio progetto per la ristrutturazione di
    quell’area e ponendosi poi il problema di come finanziare un reale intervento di
    pubblica utilità. Risorse pubbliche ci possono essere, sia provenienti da fondi
    nazionali e regionali, sia prevedendo il concorso del Comune e dell’Università. Come
    sempre, è prima di tutto una questione di volontà politica e di individuare gli obiettivi
    che si intendono perseguire. Che, per noi, non possono essere se non quelli di una
    città che risponde ai bisogni dei cittadini e che guarda al futuro.

    Esperienze teatrali nella ex-caserma

    Mi son deciso a scrivere questa breve nota perché ritengo che ci si trovi di fronte ad un’ occasione rara per dare un volto nuovo alla vita sociale e culturale della città.

    In quest’ultimo incontro 1 ho ascoltato proposte di grande interesse che insistevano su una reale visione aperta e comunitaria di città. È corretto espandere ogni forma di collegamento artistico-didattico-storico in riferimento a Palazzo Schifanoia e l’area della caserma ha sicuramente le possibilità di corrispondervi.

    Facendo riferimento alla mia esperienza teatrale mi sento di sottolineare (come ho fatto brevemente nel nostro incontro) la straordinaria situazione della Cavallerizza utile ad un utilizzo performativo. Ferrara ha un Teatro Comunale, un bellissimo teatro all’italiana dalle strepitose caratteristiche acustiche e non solo, ma non ha alcun altro luogo destinato al teatro moderno e ‘contemporaneo. Il Teatro cinema Boldini è inadatto alle rappresentazioni sceniche così come la sala Estense attualmente chiusi per cantieri o il Teatro Verdi che è diventato di tutto eccetto che un teatro. È totalmente assente una struttura pensata per bambini e ragazzi o per le drammaturgie e coreografie contemporanee (non esiste una situazione a gradinata, presente invece oggi in quasi tutte le città). A Reggio Emilia i Teatri del Comune programmano teatro ragazzi proprio in una Cavallerizza così accadrà tra poco a Belluno in una caserma dismessa (ho potuto visitarla a gennaio)…

    Alcuni ricorderanno la sala Polivalente che aveva questa caratteristica, chiusa da decenni e trasformata in magazzino. Io ho potuto visitare, più di vent’anni fa, la Cavallerizza. Detiene tutte le caratteristiche per divenire un luogo polifunzionale per danza, performance teatro giovani e ragazzi e possiede anche un piccolo spazio verde esterno (uno studente di architettura presentò anni fa la sua tesi sulla trasformazione teatrale della Cavallerizza dopo aver ascoltato le caratteristiche che gli avevo indicato). Sarebbe sufficiente intervenire creando una situazione di palcoscenico con una gradinata telescopica (lo spazio interno è completamente vuoto) e potrebbe ospitare spettacoli di ogni tipo, soprattutto secondo una fruizione adeguata al pubblico delle giovani generazioni. La vicinanza con il Lapidario, palazzo Schifanoia e Bonacossi potrebbe inoltre favorire l’intersezione fra differenti progetti di natura visiva, musicale, performativa. Già in passato si son tenuti concerti di Ferrara Musica all’interno del Salone dei Mesi, site-specific di danza…

    In questa città è nato il Teatro moderno ma in questi ultimi decenni non si è mai prestata grande attenzione agli spazi. Per chi come me ha lavorato nel teatro pubblico, non avere avuto luoghi adeguati ha comportato scelte programmatiche talora forzate e soprattutto non ha permesso alla nostra città di seguire in modo organico gli sviluppi delle arti.

    Fuor di retorica, sono scelte politiche. Favorire la crescita di giovani cittadini, costruire una mappa di appetiti culturali che ne fortifichino lo spirito critico credo sia una delle nostre missioni di adulti.

    Mi sono allungato troppo ma…da tanti anni sostengo che questa città abbia forte bisogno di uno spazio pubblico di questa natura.

    Un saluto a tutti.

    Marino Pedroni2

    Note:

    1 Assemblea del 14 marzo 2023, Proposte sulla ristrutturazione della ex-caserma
    2 Marino Pedroni, ex direttore artistico del teatro comunale di Ferrara

    Se il Comune da lo sfratto alla democrazia

    Il Sindaco di Ferrara e la sua Giunta, ne abbiamo avuto più di una prova, non sono disposti consultare e coinvolgere i cittadini sulle scelte del governo locale che riguardano la città e  i cittadini ferraresi. L’abbiamo visto con il megaconcerto di Bruce Springsteen che in tanti volevano spostare in un luogo meno delicato del Parco Urbano Bassani. La stesso metodo – prima decido, poi ne parliamo – è stato adottato per il progetto FE.Ris. (ora per fortuna bloccato, grazie ad una grande mobilitazione popolare).
    Ma questi sono solo i casi più eclatanti. Il decisionismo, la segretezza su quanto si sta decidendo nelle segrete stanze del potere locale, l’indifferenza verso le osservazioni e le critiche mosse dalle istanze sociali stanno assumendo proporzioni allarmanti. Siamo di fronte all’imposizione di un’idea della politica e del governo che ha scelto di abbandonare le più elementari norme della vita democratica. Al posto di una sana dialettica tra governanti e governati, a Ferrara si sta istaurando un sistema dove i Governati governano “a prescindere”…. mentre i governati devono subire, possibilmente in silenzio.
    Gli ultimi due avvisi di sfratto, al Centro Sociale la Resistenza e al Centro Servizi per il Volontariato (CSV), rientrano in questa logica. Si sfratta senza discutere con i diretti interessati, senza proporre soluzioni alternative pronte. E sappiamo bene cosa significa sfrattare e chiudere un servizio. Significa che per un tempo indeterminato di quel servizio la città rimarrà priva. Lo abbiamo visto con il Cinema Boldini e la Videoteca Comunale Vigor. o con il Museo della Resistenza ancora in gran parte inscatolato .

    L’impressione è che esista un disegno preciso per ostacolare e tacitare la partecipazione popolare, le associazioni del volontariato, ogni istanza sociale non in linea con la guida leghista del Comune. Ma se il Comune sfratta la democrazia, la Ferrara democratica non è disposta a subire. Non si tratta solo di salvare questo o quel presidio democratico, questa o quella esperienza di partecipazione attiva, ma di difendere la democrazia stessa in tutte le sue forme.

    Da Laura Roncagli del Centro Servizi Per il Volontariato (CSV)

    Ieri abbiamo ricevuto giusto in tempo per la commissione l informazione che ci sfrattano e ipotizzano un luogo in foro boario.
    Le cose gravi sono:
    -Non aver mai spiegato il motivo
    -non aver voluto incontrare le 66 associazioni con sede fisica e legale nonostante le nostre ripetute richieste via pec e telefoniche
    – oggi non siamo in grado di conoscere i costi ,ne il luogo ,ne se potremo davvero trasferirci ,come e quando, sappiamo che è  mancante della sala riunioni, fornita solo a pagamento ( così  da nostre informazioni)
    – la gravità del non tenere conto del valore sociale e del contributo che porta il volontariato alla città  e delle difficoltà che stiamo affrontando ,costi energia, adeguamenti di legge, povertà in aumento ,nuovi e più  gravi bisogni ……ci fa credere che tutto questo non è  giusto che venga risolto come proposto.
    – come cittadini volontari dovremmo partecipare e ascoltare le motivazioni dell’amministrazione che no  sposta solo noi ,ma gran parte delle associazioni della città….quale disegno? Perché?
    Ad oggi non ci è  dato sapere….quindi partecipiamo e chiediamolo.

    Scrive il Forum Ferrara Partecipata

    siamo stati contattati dalla Resistenza e dal Centro Servizi Volontariato rispetto alle vicende che li riguardano. In specifico, l’Amministrazione comunale ha fatto presente al Centro sociale Resistenza che dovranno lasciare la loro sede, per non meglio precisati lavori di ristrutturazione e senza indicare tempi e modalità di quest’operazione. Il Centro Servizi Volontariato, dal mese di gennaio, ha visto scadere il contratto di comodato con l’Amministrazione comunale, che non ha fornito ulteriori chiarimenti rispetto alle proprie intenzioni e creato una situazione di forte incertezza per il futuro di quella realtà. Sia La Resistenza che il CSV chiedono di essere supportati anche da noi rispetto alla loro situazione, che ha molto a che fare con la possibilità di avere spazi di partecipazione dei cittadini e delle Associazioni in città. Per questo pensiamo che da parte nostra sia giusto occuparsi anche di queste vicende e dare sostegno alla Resistenza e a CSV.
    C’è già un appuntamento importante fissato il prossimo giovedì 16 marzo: alle 15 si riunirà la Commissione consiliare, nell’aula del Consiglio comunale, che discuterà della loro situazione, con audizione sia del CSV che del Centro sociale Resistenza) e, subito dopo, attorno alle 18, si terrà un’assemblea alla Resistenza per decidere le eventuali iniziative da mettere in campo a seguito della discussione della Commissione Consiliare.
    Invitiamo perciò tutte le persone aderenti al nostro Forum ad essere presenti alla riunione della Commissione consiliare, visto che anche queste sedute sono pubbliche, e alla successiva assemblea delle 18 per rendere evidente anche il nostro impegno in proposito.

    Fe.Ris ‘Due’, dai cittadini emergono tante buone idee per l’ex caserma

    Dal miglioramento del polo museale allo studentato gestito da Ergo, fino a spazi per il teatro contemporaneo: le ipotesi all’assemblea del Forum Ferrara Partecipata
    di Pietro Perelli

    “Quando ho saputo del progetto mi è venuto un coccolone”, lo dice all’inizio del suo intervento la guida turistica Emanuela Mari. Siamo al secondo incontro organizzato dal Forum Ferrara Partecipata per favorire il coinvolgimento dei cittadini nella riqualificazione dell’area dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli. Ormai infatti il progetto Fe.Ris promosso dall’attuale giunta è stato ridimensionato anche se, dicono diverse voci, “dobbiamo continuare a vigilare”. “Risultato ottenuto – dice Alessandra Gudorzi introducendo l’incontro moderato da Dalia Bighinati di Telestense – grazie all’impegno di cittadini e associazioni le cui istanze sono state recepite da diversi consiglieri comunali che le hanno portate in Consiglio”.

    Questa assemblea è però destinata alla ricerca di proposte, proposte che arrivano dai cittadini iscritti a parlare e ascoltate da una platea numerosa. Un momento, spiega Corrado Oddi, “di esercizio di democrazia partecipata”, “non lo fa l’Amministrazione – aggiunge – lo facciamo noi. Raccogliamo le idee e partiamo dalle esigenze e dai bisogni della città”.

    Ci sono voci già sentite e voci nuove con proposte che spesso coincidono e a volte divergono. In particolare si annotano molte proposte su come migliorare il polo museale che ha la sua punta di diamante nel vicinissimo Museo di Palazzo Schifanoia. Emanuela Mari propone la costruzione di “un’aula didattica” e di una “sala conferenze moderna, attrezzata e capiente”, di servizi turistici adeguati, di una dépendance museale ma anche un piccolo parcheggio “per i residenti e di servizio al museo per togliere le macchine da davanti al palazzo”.

    Tra chi prende la parola anche Anita Magagnotti di Link che chiede uno studentato che tenga conto “del disagio economico che le famiglie italiane stanno vivendo”. Alloggi a prezzo calmierato che dovrebbero essere gestiti da Er.Go, ente che ne avrebbe la competenza e che secondo l’architetto Roberto Rosina “è totalmente assente dalla scena”.

    Marcello Toffanello, storico dell’arte, crede che quello spazio abbia “come vocazione quello di supporto all’attività museale” e che quindi possa essere utile alla modernizzazione degli stessi. Aggiunge un tassello alle proposte Marino Pedroni, ex direttore del Teatro Comunale di Ferrara, facendo notare l’assenza di spazi comunali (oltre al teatro che ha diretto) per il teatro contemporaneo, per la danza o per il teatro ragazzi. Nel farlo ricorda anche di quando vent’anni fa “fu chiamato da Sateriale per vedere la cavallerizza siccome da anni cercavamo spazi alternativi al Comunale”. “Le arti performative – conclude – vanno pensate all’interno di questo percorso”.

    Un percorso in cui ognuno porta le proposte che conosce meglio, come Emanuela Cavicchi della Biblioteca Popolare Giardino che propone una biblioteca sociale sullo stile di quella di Oodi a Helsinki in Finlandia che “ho avuto la fortuna di visitare”. Altra proposta viene avanzata da Caterina Sateriale del Cohousing di San Giorgio che vede come proposta utile quella di appartamenti per giovani coppie che si trovano “davanti ostacoli importanti”.

    Un incontro molto partecipato che è riuscito a iniziare quel percorso di democrazia partecipata per cui è nato. Un buon incontro anche secondo la moderatrice Dalia Bighinati che conclude con un appunto: “Non ho sentito un’unica cosa, le azioni legate all’innovazione ambientale, mentre molti progetti europei pensano all’utilizzo di materiali che riducano il consumo energetico o sistemi che producano energia pulita”.

    Assemblea al centro sociale “La Resistenza”

    giovedì 16 marzo: alle 15 si riunirà la Commissione consiliare, nell’aula del Consiglio comunale, che discuterà della loro situazione, con audizione sia del CSV che del Centro sociale Resistenza) e, subito dopo, attorno alle 18, si terrà un’assemblea alla Resistenza per decidere le eventuali iniziative da mettere in campo a seguito della discussione della Commissione Consiliare.
    Invitiamo perciò tutte le persone aderenti al nostro Forum ad essere presenti alla riunione della Commissione consiliare, visto che anche queste sedute sono pubbliche, e alla successiva assemblea delle 18 per rendere evidente anche il nostro impegno in proposito.

    Forum Ferrara Partecipata, l’ex caserma abbandonata al centro della seconda assemblea pubblica

    Il momento di riflessione, anche sull’ex Cavallerizza, è organizzato per raccogliere idee e proposte

    Il Forum Ferrara Partecipata torna a incontrarsi. Martedì, cittadini e associazioni sono invitati “ad un percorso di cittadinanza attiva – si legge nella nota -, ovvero a lanciare idee e proposte per la ristrutturazione dell’area dismessa della caserma di via Cisterna del Follo e della ex Cavallerizza di via Scandiana”. L’incontro si tiene alle ore 18 in via Poledrelli 21, nella Sala Macchine della Factory Grisù.

    “Questa assemblea – spiegano gli organizzatori – è il secondo momento organizzato per favorire il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte di trasformazione urbana di quell’area. Domenica scorsa nel pomeriggio, infatti, tre folti gruppi accompagnati da esperte guide turistiche, hanno passeggiato da palazzo Schifanoia alla Cavallerizza, da viale Ippolito d’Este agli spazi tra palazzo Bonaccossi e la Marfisa, in modo da vedere con gli occhi e misurare con i propri passi i luoghi segnati da antiche memorie architettoniche e da vicende storiche: quei luoghi che oggi necessitano di interventi di interesse pubblico e non speculativo”.

    “Cominciare a raccogliere idee e proposte – concludono dal Forum – ha il valore di un percorso partecipativo che è stato anche dichiarato necessario dalla mozione approvata nell’ultimo Consiglio comunale. Si tratta quindi di un dibattito pubblico che prende il via dai bisogni della città e, arginando i portatori di interesse privati, garantisce maggiore attenzione alla salute, all’ambiente e all’interesse generale”.

    Il Forum Ferrara Partecipata passeggia sui luoghi di Fe.Ris.

    Appuntamento domenica 12 marzo alle 15 con una passeggiata guidata con partenza da Via Scandiana nel contesto di luoghi proclamati Patrimonio dell’Umanità e interessati dall’ex progetto Fe.Ris.

    È partito il nuovo percorso partecipativo aperto a tutta la cittadinanza, promosso dal Forum Ferrara Partecipata, dopo l’abbandono del progetto Fe.Ris. col voto unanime del consiglio comunale.

    Il primo appuntamento organizzato dal Forum è per domenica 12 marzo alle 15 con una passeggiata guidata tra mura e delizie, con partenza da Via Scandiana, angolo Via Borgovado, nel contesto di luoghi proclamati Patrimonio dell’Umanità e interessati dall’ex progetto Fe.Ris.

    La camminata sarà accompagnata da esperte guide turistiche, in modo da vedere con gli occhi e misurare con i propri passi i luoghi segnati da antiche memorie architettoniche e da vicende storiche: quei luoghi che oggi necessitano di interventi di interesse pubblico e non speculativo.

    Il Forum propone anche questo modo per promuovere momenti pubblici di approfondimento e raccolta di idee dal basso, per la costruzione di una visione alternativa del futuro della città, più democratica, non privatizzata, libera dal traffico e dal cemento, per la tutela e la rigenerazione dei beni comuni.

    NATURE URBANE E SPAZI PUBBLICI

    LUNEDÌ 27/03
    NATURE URBANE E SPAZI PUBBLICI
    ore 17:00, c/o Sala Sinodale della Parrocchia di San Giacomo Apostolo, Via Arginone, 161
    ne parlano:

    Romeo Farinella, architetto-urbanista, Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara;
    Anna Lambertini, architetto del paesaggio, Dipartimento di Architettura, Università di Firenze;
    con: Giovanna Foddis, Forum Ferrara Partecipata

    Il Forum Ferrara Partecipata passa alla fase due: “Ora proposte partecipate sul futuro della città”

    Il Forum avvia un ciclo di incontri di riflessione sul futuro della città con esperti di Unife “per creare le condizioni per una vera partecipazione attiva dei cittadini che nella città di vivono”. Primo appuntamento per il brainstorming il 14 alle 18 a Grisù

    Il Forum Ferrara Partecipata cambia pelle: dopo mesi impegnato nell’opposizione al progetto Feris, con l’incontro di venerdì pomeriggio allo spazio Grisù ad aprirsi un nuovo scenario, quello della re-immaginazione della Ferrara del futuro in modo partecipato, chiedendo quindi ai cittadini quali siano le proposte concrete per poi chiederle a gran voce all’amministrazione.

    A spiegare questa svolta infatti, in verità fin da subito tra gli obiettivi della piattaforma seppur in divenire, è Francesca Cigala Fulgosi, volto pubblico del Forum, nel corso del primo di una serie di incontri volti alla diffusione di “riflessioni e proposte per la città” che si terranno fino a fine maggio con diversi esperti afferenti in via maggioritaria al dipartimento di architettura dell’università di Ferrara e che ha visto nel suo primo appuntamento un intervento dell’urbanista di Unife Romeo Farinella e del valutatore ambientale del dipartimento di ingegneria dell’università di Modena e Reggio Emilia Gabriele Bollini, i quali hanno toccato i punti della retorica ecologica, della storia dell’idea della rigenerazione urbana esponendo poi le linee strategiche del Pums e mettendo in guardia il Forum sul fatto che il Pug è ancora in fase di elaborazione.

    “Questo è il primo incontro sulla trasformazione che dovremmo portare alla città, oggi parleremo di consumo di suolo e rigenerazione urbana, ma successivamente affronteremo altri temi sempre comunque in modo improntato alla partecipazione”, ha esordito Fulgosi, ricordando che “siamo in una situazione di grave crisi ecologica e sociale, quindi le trasformazioni del nostro vivere sono indispensabili e dobbiamo pensare di modificare tutta la nostra città. Sono trasformazioni importanti che riguardano tutti, e per questo si tratta di decisioni che non possono venire prese solamente dagli amministratori senza considerare i cittadini che hanno diritto di decidere ed essere ascoltati”.

    Dopo un breve excursus sulla storia di Feris — e su quella del Forum — l’obiettivo di questi incontri viene esplicitato: “Vogliamo creare le condizioni per un percorso di cittadinanza attiva, e questi incontri vanno nella direzione di questo obiettivo, diverso dalla partecipazione conosciuta negli anni dove si andava per ascoltare o per venire informati”.

    “Il progetto Feris è stato presentato senza che i cittadini ne sapessero niente ed evidentemente nemmeno i consiglieri comunali. Secondo noi la rigenerazione che era anche nel titolo il progetto era una falsa rigenerazione, ma adesso siamo in una situazione diversa perché la grande mobilitazione dei cittadini delle associazioni ha portato al blocco di questo progetto in consiglio comunale e allo stralcio dei progetti dell’ipermercato del parcheggio da parte del sindaco, che se poi impegnato a discutere con i cittadini di cosa fare in merito alla caserma”, ha proseguito fulgori davanti a una platea comunque nutrita di persone nonostante la vittoria politica già raggiunta: la ex sala macchine è piena, non gremita, con una cinquantina abbondante di spettatori.

    “Il 14, alle 18, sempre allo spazio Grisù ci sarà un incontro publico per chiedere ai cittadini di presentare le proprie proposte, dal basso, per capire cosa pensa e cosa vuole fare chi abita la città, perché il progetto Feris è stato il caso clinico, il caso negativo dal quale partire per ragionare come la parola prevenzione sta alla medicina: tutti la predicano e nessuno la fa”.

    “Senza Forum questo risultato non sarebbe stato raggiunto e questo Forum vuole andare oltre Feris, e per questo bisogna capire che tipo di sviluppo vogliamo rispetto ai temi del dibattito sul futuro della città visto che si sta elaborando un Pug, con le sue linee strategiche e le azioni correlate al Pums (il piano della mobilità urbana e sostenibile, ndr), capendo per esempio anche cosa vogliamo fare del parco urbano”, ha aggiunto Farinella che poi fa notare come “la complessità e la ricchezza degli spazi in questa città non appare negli utilizzi, non è chiaro se per scelta o per mancanza”.

    “Stop alle logiche a base di cemento”, ciclo di incontri sulla rigenerazione urbana

    L’iniziativa di Forum Ferrara Partecipata e Unife parte da Ferrara. Primo appuntamento venerdì 10 marzo

    La salute urbana, la mobilità, il diritto alla casa, il verde urbano e gli spazi pubblici, la rigenerazione e il consumo di suolo, la partecipazione dei cittadini. Questi i temi che verranno trattati al ciclo di incontri pubblici organizzati dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e dal Forum Ferrara Partecipata.

    Temi non solo importanti per il futuro delle città, ma che si possono riscontrare sia nell’Agenda 2030 dell’Onu (obiettivo 11) che in numerose esperienze che si stanno compiendo in Italia e non solo. A parlarne saranno ricercatori ed esperti di diverse università italiane.

    Il primo incontro, dal titolo “Rigenerazione urbana e consumo di suolo: pratiche non retoriche” sarà venerdì 10 marzo alle 17 presso Factory Grisù – in via Poledrelli 21 – e a parlarne saranno Romeo Farinella, architetto-urbanista del Dipartimento di Architettura Unife, e Gabriele Bollini, urbanista e valutatore ambientale del Dipartimento di Ingegneria Unimore. Modera l’incontro Francesca Cigala Fulgosi di Forum Ferrara Partecipata.

    L’iniziativa è nata grazie all’incontro tra il laboratorio di Ricerca CITERlab del Dipartimento di Architettura dell’Università, il Laboratorio didattico Lsfd, entrambi diretti dal Prof. Romeo Farinella, e il Forum Ferrara Partecipata costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città.

    Nonostante il Forum abbia dovuto la sua genesi al dibattito scaturito dal progetto Feris, l’obiettivo è diventato più ampio e riguarda la volontà di consolidare a
    Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica.

    Attraverso questo ciclo di incontri pubblici, l’intento del Forum è dunque quello di rivolgersi alla cittadinanza per l’approfondimento di tematiche relative alla
    qualità del vivere e dell’abitare in città, preliminari all’elaborazione di proposte e visioni per la Ferrara di domani, coinvolgendo i cittadini nelle scelte che riguardano la città, finalizzate alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana.

    Un’esperienza che rientra anche nel campo del public engagement che sempre più connota i rapporti tra le università e i loro territori, nell’ottica di una visione più consona alla situazione di crisi eco climatica, economica e sociale in cui ci troviamo.

    “Non si può continuare con le vecchie logiche di sviluppo a base di cemento, plastica e combustibili fossili” sono le parole del Forum. “La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici”.

    RIGENERAZIONE URBANA E CONSUMO DI SUOLO: 10 marzo ore 17 al Grisù, Romeo Farinella e Gabriele Bollini al primo incontro per una Ferrara Futura

    RIGENERAZIONE URBANA E CONSUMO DI SUOLO:
    PRATICHE NON RETORICHE
    venerdì 10 marzo ore 17, Factory Grisù, via Poledrelli 21
    Romeo Farinella (architetto-urbanista, Dipartimento diArchitettura-UNIFE)
    Gabriele Bollini (urbanista, valutatore ambientale, Dipartimento di Ingegneria-UNIMORE)
    ne parlano con Francesca Cigala Fulgosi (Forum Ferrara Partecipata)

    L’iniziativa è nata grazie all’incontro tra il laboratorio di Ricerca CITERlab del Dipartimento di Architettura dell’Università, il Laboratorio didattico LSFD entrambi diretti dal Prof. Romeo Farinella e il Forum Ferrara Partecipata costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città.
    Come è noto l’occasione che ha portato alla nascita del Forum è stato il dibattito scaturito dal Progetto Feris, ma l’obiettivo è più ampio e riguarda la volontà di consolidare a Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica.

    Insieme all’Università di Ferrara il Forum organizza dunque questo ciclo di incontri pubblici rivolti alla cittadinanza per l’approfondimento di tematiche relative alla  qualità del vivere e dell’abitare in città, preliminari all’elaborazione di proposte e visioni per la Ferrara di domani. Si intende pertanto coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana. Un’esperienza che rientra anche nel campo del public engagement che sempre più connota i rapporti tra le università e i loro territori. Anche per tale motivo la scelta delle sedi dove si svolgeranno gli incontri si sono orientate verso luoghi della città consoni all’esercizio del dibattito. (Leggi su Periscopio il programma completo del ciclo di incontri)

    C’è bisogno di una visione più consona alla situazione di crisi eco climatica, economica e sociale in cui ci troviamo. Non si può continuare con le vecchie logiche di “sviluppo” a base di cemento, plastica e combustibili fossili. La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici.

    Forum Ferrara Partecipata

    Forum Ferrara Partecipata, al via il ciclo di incontri per proporre la città futura

    È in fase di avvio il ciclo di incontri pubblici organizzato dal Forum Ferrara Partecipata per elaborare ‘riflessioni e proposte per la città futura’ in collaborazione con l’Università di Ferrara. Primo appuntamento il 10 marzo alle 17 alla factory Grisù
    È in fase di avvio il ciclo di incontri pubblici organizzato dal Forum Ferrara Partecipata per elaborare ‘riflessioni e proposte per la città futura’, in collaborazione con l’Università di Ferrara, il dipartimento di Architettura e CiterLab.

    “Gli incontri proposti”, spiegano gli organizzatori, “tratteranno temi generali importanti per il futuro delle città che si possono riscontrare sia nell’Agenda 2030 dell’Onu (Obiettivo 11) che in numerose esperienze che si stanno compiendo non solo in Italia. Tali incontri riguardano la rigenerazione e il consumo di suolo, la natura, il verde urbano e gli spazi pubblici, la mobilità, il diritto alla casa, la salute urbana, la partecipazione dei cittadini. Tali temi saranno trattati da ricercatori e esperti di diverse università italiane e da esperti di settore”.

    Il primo di una serie di incontri che dureranno fino a maggio inoltrato è previsto per venerdì 10 marzo alle 17 alla Factory Grisù di via Poledrelli, e verterà sulle “pratiche non retoriche” della rigenerazione urbana e del consumo di suolo. A discuterne saranno l’architetto ed urbanista di Unife Romeo Farinella, l’urbanista e valutatore ambientale dell’Università di Modena e Reggio Emilia Gabriele Bollini e Francesca Cigala Fulgosi del Forum Ferrara Partecipata.

    “Tale iniziativa”, spiegano gli organizzatori, “è nata grazie all’incontro tra il laboratorio di ricerca CITERlab del Dipartimento di Architettura dell’Università, il laboratorio didattico LSFD (entrambi diretti dal professor Romeo Farinella) e il Forum Ferrara Partecipata costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città. Come è noto l’occasione che ha portato alla nascita del Forum è stato il dibattito scaturito dal progetto Feris, ma l’obiettivo è più ampio e riguarda la volontà di consolidare a Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica”.

    “Insieme all’Università di Ferrara il Forum organizza dunque questo ciclo di incontri pubblici rivolti alla cittadinanza per l’approfondimento di tematiche relative alla qualità del vivere e dell’abitare in città, preliminari all’elaborazione di proposte e visioni per la Ferrara di domani. Si intende pertanto coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana. Un’esperienza che rientra anche nel campo del public engagement che sempre più connota i rapporti tra le università e i loro territori. Anche per tale motivo la scelta delle sedi dove si svolgeranno gli incontri si sono orientate verso luoghi della città consoni all’esercizio del dibattito pubblico, come si evince dal programma allegato”, aggiungono dal Forum Ferrara Partecipata.

    “C’è bisogno di una visione più consona alla situazione di crisi eco climatica, economica e sociale in cui ci troviamo. Non si può continuare con le vecchie logiche di ‘sviluppo’ a base di cemento, plastica e combustibili fossili. La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici”, concludono gli organizzatori.

    Forum Ferrara Partecipata, un ciclo di incontri per fornire riflessioni e proposte sulla città futura

    Il primo appuntamento sulla rigenerazione urbana e il consumo di suolo è previsto venerdì

    Un ciclo di incontri pubblici organizzati dal Laboratorio di ricerca Citerlab e il Laboratorio didattico Lsfd del dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e dal Forum Ferrara Partecipata finalizzati ad affrontare temi legati al futuro delle città. Argomenti relativi sia all’Agenda 2030 dell’Onu (Obiettivo 11) che a numerose esperienze che si stanno compiendo non solo in Italia. Gli incontri riguardano infatti la rigenerazione e il consumo di suolo, la natura, il verde urbano e gli spazi pubblici, la mobilità, il diritto alla casa, la salute urbana, la partecipazione dei cittadini.

    Tali temi saranno trattati da ricercatori e esperti di diverse università italiane e da esperti di settore. Il primo incontro è venerdì alle 17, alla Factory Grisù di via Poledrelli 21. ‘Rigenerazione urbana e consumo di suolo: pratiche non retoriche’. Romeo Farinella, architetto urbanista del dipartimento di Architettura di Unife, e Gabriele Bollini, urbanista e valutatore ambientale del dipartimento di Ingegneria di Unimore, ne parleranno con Francesca Cigala Fulgosi del Forum Ferrara Partecipata.

    L’niziativa è nata grazie all’incontro tra il Laboratorio di Ricerca Citerlab del dipartimento di Architettura dell’Università, il Laboratorio didattico Lsfd, entrambi diretti dal docente Romeo Farinella e il Forum Ferrara Partecipata, costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città. Come è noto, l’occasione che ha portato alla nascita del Forum è stato il dibattito scaturito dal progetto Feris, ma l’obiettivo è più ampio e riguarda la volontà di consolidare a Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica.

    Al centro del ciclo di incontri pubblici, dunque, l’approfondimento di tematiche relative alla qualità del vivere e dell’abitare in città, preliminari all’elaborazione di proposte e visioni per la Ferrara di domani. L’intenzione è pertanto di coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana.

    “C’è bisogno – sottolineano i promotori dell’iniziativa – di una visione più consona alla situazione di crisi eco-climatica, economica e sociale in cui ci troviamo. Non si può continuare con le vecchie logiche di ‘sviluppo’ a base di cemento, plastica e combustibili fossili. La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici”.

    RIGENERAZIONE URBANA E CONSUMO DI SUOLO: PRATICHE NON RETORICHE.

    ne parlano:
    Romeo Farinella, architetto-urbanista, Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara;
    Gabriele Bollini, urbanista e valutatore ambientale, Dipartimento di Ingegneria, Università di Modena e Reggio Emilia
    con: Francesca Cigala Fulgosi, Forum Ferrara Partecipata

    Camminata Guidata – Domenica 12 Marzo Ore 15:00

    Passeggiata guidata gratuita tra mura e delizie nel contesto del progetto Fe.Ris – Durata 1h30′

    La visita è aperta a tutta la cittadinanza e organizzata dal Forum Ferrara Partecipata con guide turistiche abilitate, per offrire una lettura storica dei luoghi proclamati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, oggi minacciati dall’intervento edilizio denominato Fe.Ris, e per promuovere visioni alternative del futuro della città. in caso di maltempo l’iniziativa è rinviata a data da destinarsi.

    Ferrara, i progettisti affossano il “nuovo Feris”. E valutano azioni legali

    ArCo: «Sono stati ignorati i nostri investimenti e gli obblighi già presi con terzi. Ora viene meno l’equilibrio economico-finanziario e soprattutto la fiducia»

    Ferrara

     Mentre ArCo Lavori, il privato che ha sviluppato il progetto Feris, sta valutando con i legali possibili profili di tutela dopo la sortita dell’amministrazione in Consiglio, con Giunta e intera maggioranza che in nome dell’ascolto dei cittadini (ma senza più badare al privato) hanno appoggiato e fatto propria la mozione di Ferrara Nostra con lo stralcio da Feris del superstore in via Caldirolo (che non è l’unica modifica, ma la più impattante), tutto in pratica naufraga definitivamente. Per il privato, che ha assistito basito alla manovra dell’amministrazione l’altra sera in Consiglio, non esiste infatti nessun Nuovo Feris: «Le modifiche hanno fatto venire meno l’equilibrio economico finanziario, e comunque è stata minata la fiducia», dice il responsabile del progetto, Marco Da Dalto.

    «È una storia triste: la disamina più lucida e corretta di quanto è successo l’ha fatta bene lo stesso consigliere Maresca che l’altra sera ha detto, “vince il No Feris e l’amministrazione boccia ciò che lei stessa aveva in precedenza approvato”. Ne prendiamo atto, non possiamo fare altro, e abbiamo rispetto delle istituzioni – è sempre Da Dalto a parlare – Ci dispiace però che le ultime modifiche al progetto Feris non siano mai state presentate al Consiglio: le avevamo inviate via Pec al Comune con preghiera di diffusione. Dopo un mese senza risposte abbiamo comunicato le novità alla stampa, specificando che il Comune stava valutando le modifiche. Ha comunque ragione la consigliera Savini, che ha lamentato come fosse il privato a raccontare il progetto senza che prima ne fossero informati i consiglieri. Ma noi abbiamo sempre proceduto correttamente e senza voler prevaricare o non rispettare i ruoli. Ora non possiamo che prendere atto di quanto successo ma valuteremo se ci sono possibili profili di tutela, perché ciò che nessuno ha evidenziato nell’ultima seduta del Consiglio comunale e che a seguito dell’approvazione del progetto a luglio da parte dell’amministrazione ArCo ha assunto obblighi verso terzi e fatto importanti investimenti».

    Per ora peraltro sembra difficile immaginare una concreta revisione del progetto. L’assessore Alessandro Balboni dopo il voto ha affermato «abbiamo immaginato un Nuovo Feris» e «il documento discusso in Consiglio rappresenta un passo avanti che dà un nuovo impulso al progetto».

    «È stato eliminato il motore del progetto – è la replica di Da Dalto – e così si perde l’equilibrio economico-finanziario. Questo progetto stava in piedi tutto insieme, una volta tolto il pezzo sostanziale poi zoppica: lo studentato e gli altri servizi compresi in Feris sono progetti a bassissima redditività. Ora non ci saranno per diverso tempo né più alloggi per studenti né più posti di lavoro. Ci dispiace per la città da un punto di vista imprenditoriale: evidentemente il pensiero di pochi, perché i comitati che si sono formati non rappresentano l’intera totalità della popolazione, vale il pensiero della maggioranza. Ci dispiace di non aver potuto raccontare gli investimenti fatti e che miglioravano il progetto; dispiace che il Consiglio non ne sapesse nulla, e dispiace anche per come siamo stati raffigurati: sembravamo dei mostri arrivati da Marte per distruggere Ferrara. Siamo stati trattati male ma rispettiamo le scelte. Rimaniamo spiazzati perché non sono stati considerati per niente gli investimenti del privato: non ci resta che raccogliere i cocci».

    E ora da parte del privato c’è in pratica un passo indietro: il piano economico è venuto meno ma soprattutto è venuta meno appunto la fiducia nel contesto di riferimento: «Poi ci si chiede perché gli investitori non vengano in Italia: in un contesto già molto complicato spesso non c’è certezza dei tempi, della tassazione e si fanno leggi retroattive. Con questa scelta è stato minato l’elemento fondante del rapporto, che è la fiducia. Ha vinto chi diceva No a tutto, perché almeno nel medio e lungo termine non si farà nulla».

    Incognite

    Nell’ultima versione del progetto Feris ArCo aveva inserito nell’intervento cinque aree: l’ex Caserma Pozzuolo del Friuli e l’ex Cavallerizza di via Scandiana da trasformare in un campus universitario; l’area di via Volano da adibire a parco pubblico e in minima parte a parcheggi privati afferenti lo studentato e la nuova Sala Congressi; due aree in via Caldirolo, per un parco pubblico e una struttura commerciale, e via Contardo d’Este, che avrebbe dovuto arricchirsi di un ulteriore parco attrezzato con play ground e un centro sportivo outdoor volto al miglioramento dell’attrattività del territorio e all’aumento dell’offerta sportiva; c’era anche l’area “ex Amga” di via Bologna, per servizi di vicinato aggregati, parcheggio e verde pubblico. La mozione ha modificato il progetto stralciando l’area commerciale di via Caldirolo; c’era anche l’impegno a valutare il recupero dell’ex caserma dopo aver visto le ricerche archeologiche; ad attivarsi con Unife per alloggi a canone calmierato; a cancellare ogni ipotesi di parcheggio scambiatore in via Volano, da trasformare dopo la bonifica da amianto in un’area verde pubblica; a valutare proposte dei civici; a trasformare via Caldirolo in area a Parco Urbano. «Resta centrale la collaborazione tra pubblico e privato che porterà investimenti mai visti prima a Ferrara con benefici importanti per l’Università e i suoi studenti», ha detto Balboni. L’unica incognita sembrava essere fino a ieri la ricerca di un’area alternativa dove poter collocare l’attività commerciale che è appunto il cuore di tutta l’operazione, dal punto di vista economico-finanziario. Ma la situazione ora, almeno per il privato, pare essersi arenata.

    Feris: “Il nostro lavoro continua”

    Comunicato a cura di Forum Ferrara Partecipata

    Nella serata di lunedì 27 febbraio, il Consiglio Comunale di Ferrara ha approvato all’unanimità una mozione che modifica radicalmente il progetto Feris e, di fatto, accantona il progetto originario.

    Infatti, nella mozione si riconosce la necessità di avviare un processo partecipativo nella città, si stralcia l’ipotesi di costruire una nuova grande struttura commerciale in Via Caldirolo (pur mantenendo aperta la porta per una sua diversa localizzazione) e si avanza l’impegno a destinare quell’area a Parco Urbano con conseguente inedificabilità, si abbandona l’idea del parcheggio in viale Volano per vincolare quella zona a verde pubblico, si individua l’utilità, per la ristrutturazione della ex Caserma di Cisterna del Follo, di un suo dimensionamento rispetto alle ricerche storico- archeologiche da effettuarsi e, in una relazione con l’Università, di prevedere uno studentato, ma a prezzi calmierati.

    Questi impegni rappresentano senza dubbio un risultato e una vittoria importante per la città, che sarebbe stata irrimediabilmente deturpata da un intervento privo di pubblica utilità e fortemente invasivo nei confronti del sistema delle Mura, come previsto nel progetto originario di Feris.

    Registriamo positivamente l’evidente retromarcia dell’Amministrazione Comunale rispetto al progetto presentato alla fine di luglio in Consiglio comunale.

    Ciò è stato reso possibile dal lavoro del Forum Ferrara Partecipata e dalla forte mobilitazione dei cittadini espressa in particolare in queste ultime settimane, ed anche dal recepimento delle loro istanze da parte di diversi consiglieri comunali che hanno dato vita alla discussione in Consiglio Comunale.

    Siamo soddisfatti anche dal riconoscimento che, anch’esso in modo unanime, è stato dato alla partecipazione e alla mobilitazione dei cittadini e delle Associazioni e ci auguriamo che di questo si tenga conto anche in futuro, smettendo di insinuare che essi siano animati da pregiudiziali di tipo ideologico, come è stato fatto a più riprese nei mesi passati.

    Per quanto ci riguarda, continueremo nel nostro lavoro e nel nostro impegno con l’obiettivo, in primo luogo, di vigilare sugli impegni assunti con la mozione approvata in Consiglio Comunale e di consolidare ulteriormente questo risultato, a partire dal fatto di non dare corso all’apertura di una nuova struttura commerciale in una città che non ne ha bisogno.

    Soprattutto, andremo avanti nel coinvolgimento dei cittadini perché il progetto di ristrutturazione della ex Caserma sia effettivamente indirizzato all’utilità pubblica e alle necessità di una città che vuole guardare al futuro.

    Anche per questo Forum Ferrara Partecipata ha già previsto di organizzare per martedì 14 marzo alle 18 un’assemblea pubblica a Grisù (via Poledrelli 21) per raccogliere le idee e le proposte dei cittadini in proposito. In attesa e anche come stimolo perché parta il processo partecipativo da parte dell’Amministrazione Comunale indicato dalla mozione approvata in Consiglio Comunale.

    Vi ricordiamo poi l’appuntamento di questa sera alle 19 al Centro di promozione sociale La Resistenza ( via Resistenza 34 ) per il dibattito: “Il progetto Fé.ris contribuisce ad una città “sana ?”

    Alle 18 faremo un brindisi di festeggiamento al grande risultato ottenuto con l’impegno di tanti cittadini!

    Ora c’è il progetto Nuovo Feris Incognita sull’area commerciale

    L’assessore Balboni sul superstore: «Bisognerà trovare una nuova collocazione» Il sindaco Fabbri: «Abbiamo ascoltato i cittadini, il voto unanime un successo»

    di Giovanna Corrieri

    Ferrara

    Da un lato c’è il sindaco Alan Fabbri che rivendica di aver «ascoltato i cittadini» dopo il “compromesso” fatto l’altra sera in Consiglio fra tutta la maggioranza e i consiglieri di Ferrara Nostra che avevano presentato d’urgenza la mozione per modificare il progetto Feris, e l’assessore Alessandro Balboni che parla già di «Nuovo Feris» e di «passo avanti che dà nuovo impulso al progetto». Per l’opposizione, quella in Consiglio e quella dei Comitati cittadini che per mesi quel progetto l’hanno tanto combattuto, la “mossa” è stata piuttosto una «retromarcia» di fronte a un progetto «praticamente naufragato». Ma tant’è: lo stralcio della nuova area commerciale in via Caldirolo è ormai data per certa dovendo, lo sottolineava ieri Balboni, «trovare una nuova collocazione» (su quale potrebbe essere resta invece l’interrogativo: stando alle comunicazioni più recenti della stessa azienda circa l’ultima versione del progetto, questo comprenderebbe per esempio anche aree come l’ex Amga di via Bologna); e c’è anche l’impegno a valutare il recupero dell’ex caserma dopo aver visto le ricerche archeologiche; ad attivarsi con Unife per alloggi a canone calmierato; a cancellare ogni ipotesi di parcheggio scambiatore in via Volano, da trasformare dopo la bonifica da amianto in un’area verde pubblica; a valutare proposte dei civici; a trasformare via Caldirolo in area a Parco Urbano.

    Il sindaco

    «Il voto unanime di tutti i consiglieri sul documento di maggioranza che accoglie le istanze dei ferraresi su Feris è un successo per tutta la città – è l’intervento del sindaco – A differenza di quanto accadeva in passato, quando di certo dove aprire un supermercato o un centro commerciale non era tema di confronto con i cittadini, Feris non sarà un progetto calato dall’alto. Da sindaco ritengo del tutto normale, anzi positivo, che una proposta progettuale di una amministrazione aperta al confronto com’è la nostra, possa cambiare su sollecitazione dei comitati e della partecipazione attiva. E, ancora più positiva, è la scelta di confrontarsi, strada facendo, con il Consiglio Comunale che è l’organo deputato a rappresentare i ferraresi e le loro volontà. Con il voto in Consiglio – continua Fabbri – e con il coinvolgimento di tutti, quindi miglioreremo questo progetto urbanistico, che porterà a Ferrara importanti investimenti e sanerà dopo trent’anni la ferita della Caserma di Cisterna del Follo. La maggioranza, ancora una volta, si è dimostrata compatta e le opposizioni hanno dato finalmente un segnale di apertura, accantonando l’ostruzionismo e sostenendo le istanze da noi proposte. Desidero ringraziare tutti i consiglieri e i cittadini che con i loro suggerimenti ci hanno motivato a fare un passo avanti verso un progetto ancora più bello».

    L’assessore

    E sulle prossime modifiche al progetto, «abbiamo immaginato un Nuovo Feris, ascoltando le idee delle associazioni e delle forze del territorio – dice l’assessore Balboni – Il documento discusso in Consiglio rappresenta un passo avanti che dà un nuovo impulso al progetto. Resta centrale la collaborazione tra pubblico e privato che porterà investimenti mai visti prima a Ferrara con benefici importanti per l’Università e i suoi studenti. Dopo trent’anni finalmente l’ex Caserma, cuore dell’operazione, verrà riqualificata in uno studentato. Sul fronte ambientale, ora, vogliamo spingerci oltre desigillando migliaia di metri quadri di asfalto, con un bilancio ambientale positivo: più verde e meno cemento. Il voto del Consiglio ha, inoltre, indicato che l’operazione commerciale inizialmente prevista in via Caldirolo, indispensabile per l’equilibrio economico dell’intera operazione di rigenerazione urbana, dovrà trovare una nuova collocazione. Su questo lavoreremo in sede di Conferenza dei Servizi, che resta tutt’ora in corso e che è propedeutica all’Accordo di programma pubblico-privato. Il nuovo progetto, che costruiremo insieme ai cittadini, cambierà in meglio il volto della città». C’è quindi fin d’ora l’apertura alle istanze dei cittadini che, su tutto, avevano contestato l’area commerciale in area agricola a ridosso delle Mura, valutando da subito necessario un intervento di riqualificazione invece all’ex caserma Pozzuolo del Friuli che rispondesse però maggiormente agli interessi pubblici.

    Nuovo Feris

    Da qui la maggiore “esplicitazione” da parte della maggioranza delle richieste presenti nella mozione dei consiglieri del gruppo Ferrara Nostra, che ha impegnato così la Giunta: «pur con l’obiettivo di mantenere in essere interlocuzioni anche con i proponenti privati ai fini dell’individuazione di una diversa progettazione che tenga come punto centrale la riqualificazione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli e delle aree inquinate di via Volano, di rivalutare l’intervento complessivo alla luce delle criticità emerse, avviando un processo partecipativo con la città, ponendo una particolare attenzione al bilancio ambientale dell’operazione, la quale dovrà mantenere un saldo positivo di aree verdi e di suolo desigillato». E gli ultimi numeri del progetto dati da Arco Lavori parlavano di ridurre l’indice edificatorio: «realizzando circa 7.000 metri quadrati in meno di superficie utile; si rinaturalizzano circa 13.000 metri quadrati di aree; si “disigillano”, ovvero vengono resi di nuovo permeabili, oltre 60.000 metri quadrati di tessuto urbano cementato; si recuperano oltre 14.000 metri quadrati di edifici identitari situati nel centro storico della città; si bonificheranno oltre 78.000 metri quadrati di aree; si restituiranno a Ferrara oltre 40.000 metri quadrati di attrezzature e spazi collettivi».