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Quando: Sabato 25 gennaio 2025
Dove: Conad, via Krasnodar

    Tag: Ferraratoday

    In Consiglio si discute del Piano urbanistico, in piazza scatta il flash mob

    Iniziativa del Forum Ferrara Partecipata: “Serve città libera da traffico e cemento”

    Il Pug non convince il Forum Ferrara Partecipata e, così, scatta il flash mob. Martedì 10, dalle 14.30 alle 15, gli esponenti del gruppo saranno presenti davanti allo Scalone municipale: quindi, gli stessi referenti entreranno in Consiglio comunale, dove verrà appunto discusso il Piano urbanistico generale.

    “Vogliamo una città non privatizzata, libera dal traffico e dal cemento, per la tutela dei beni comuni – sostengono -. Chiediamo, poi, che le nostre osservazioni al Piano urbanistico vengano discusse e accolte dal Consiglio comunale. Un Piano urbanistico dovrebbe delineare la visione del futuro e definire con chiarezza lo sviluppo della città per i prossimi anni individuando le regole per la effettiva realizzazione delle linee strategiche individuate: così non è”.

    Ma non è tutto. “Per legge ciascuna fase dell’iter di definizione del Pug deve essere accompagnata da un percorso di partecipazione che coinvolga la cittadinanza – concludono -. Ma ormai, alla conclusione del processo di elaborazione del piano, possiamo dire con certezza che questa cosa non è accaduta.

     

     

    Pozzuolo del Friuli, il Forum: “Che fine ha fatto il progetto per il futuro dell’ex caserma?”

    I componenti di ‘Ferrara Partecipata’ chiedono lumi sul Pug e sulla relazione di Tamborrino

    Riceviamo e pubblichiamo:

    “Il 7 giugno scorso, prima delle elezioni che hanno visto riconfermato Alan Fabbri a sindaco di Ferrara, il Forum Ferrara partecipata ha svolto l’ultimo flash mob sotto lo scalone di Palazzo municipale per chiedere al sindaco di avviare un percorso partecipativo con la cittadinanza sul futuro dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli. Erano passati 466 giorni dalla promessa, ufficializzata in Consiglio Comunale, di iniziare quel percorso partecipativo al fine di confrontarsi su una serie di proposte che anche il Forum aveva contribuito ad elaborare e messe nero su bianco su un libretto consegnato allo stesso sindaco all’indomani della bocciatura del progetto Feris.
    A fronte della nostra richiesta, anziché avviare il processo partecipativo con il coinvolgimento di cittadine e cittadini, associazioni, comitati, interessati, si è dato mandato alla professoressa Tamborrino del Politecnico di Torino di fare uno studio, le cui finalità non erano per nulla chiare, sul futuro della suddetta caserma. Come abbiamo comunicato allora, si trattava di una sospensione dei flash mob in attesa di capire gli orientamenti della nuova giunta che sarebbe risultata dalle imminenti elezioni.
    Pur essendo stato riconfermato il sindaco uscente e la giunta quasi nel suo complesso e, quindi, potendo benissimo immaginare quale potrà essere il risultato delle nostre richieste, riteniamo corretto, prima di riprendere le iniziative che riterremo opportune, richiedere alla nuova giunta cosa si vuole fare dell’ex caserma e riaffermare la nostra richiesta di avviare un percorso partecipativo che metta in campo le idee emerse in questi mesi. In particolare, riteniamo necessario che venga chiarito se sono intercorse novità rispetto al preliminare di vendita tra Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria della caserma, e ArCo Lavori scaduto il 27 luglio 2024. Così come chiediamo di rendere pubblico il risultato dello studio (costato più di 18mila euro di soldi pubblici) svolto da Tamborrino e quali considerazioni e ipotesi se ne sono tratte.
    Inoltre, ci pare non rinviabile che la cittadinanza sia informata dei tempi entro i quali si vuole discutere il Pug, con quali modalità e con quale relazione con i soggetti che hanno presentato osservazioni al riguardo. Vorremmo insomma rassicurare tutte quelle cittadine e quei cittadini, che ci hanno sostenuto nei lunghi mesi che ci hanno visto tutti i venerdì mattina sotto lo scalone e che hanno partecipato numerosi alla bella assemblea pubblica del 5 aprile sul piazzale di fronte al Duomo, che continua il nostro impegno e la nostra mobilitazione su questi punti e, più in generale, per un’idea della città del futuro: più partecipata, più sana, più verde, più vivibile per tutte e tutti”.
    Forum Ferrara Partecipata

    Politica, Forum Ferrara Partecipata: “Operato dell’Amministrazione negativo”

    La realtà associativa si è soffermata su partecipazione, beni comuni, ambiente

    Riceviamo e pubblichiamo:

    “L’8 e il 9 giugno, oltre che per le elezioni europee, si voterà a Ferrara anche per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale. Il Forum Ferrara Partecipata ha deciso di non pronunciarsi esplicitamente per sostenere un/a candidato/a a sindaco/a o una lista elettorale, tenendo fede alla propria ispirazione di voler essere un luogo di aggregazione e rappresentanza sociale di associazioni e cittadini che, prima di tutto, intendono costruire elaborazioni e proporre iniziative relative alla visione del futuro di Ferrara.

    Infatti, riteniamo che, al di là delle maggioranze politiche che hanno governato o governeranno la città, sia fondamentale il ruolo della cittadinanza attiva e dei movimenti sociali per orientare e incidere sulle scelte che si opereranno. Da questo punto di vista, qualunque sarà la composizione della prossima Amministrazione, il Forum Ferrara Partecipata continuerà il proprio lavoro e impegno in questa direzione.

    Questa nostra autonomia nei confronti delle forze politiche non significa indifferenza o estraneità rispetto a chi sarà scelto dai cittadini per guidare la futura Amministrazione comunale. Non foss’altro perché nei mesi passati il Forum ha messo in campo idee e proposte concrete su punti decisivi che riguardano la nostra visione di città. In particolare, ci siamo concentrati sui temi della democrazia partecipativa, pensando a essa come tratto fondante del coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine nelle scelte fondamentali della città. 

    In questo senso abbiamo avanzato l’idea di dar vita a vere e proprie assemblee di quartiere, con risorse dedicate per promuovere il bilancio partecipato, e ad assemblee cittadine, rappresentative degli abitanti, per affrontare temi, per esempio quello relativo ai cambiamenti climatici, che sono decisivi per il futuro della città. Abbiamo sviluppato proposte precise per realizzare la città ‘decarbonizzata’, muovendo dal fatto di privilegiare la mobilità a emissioni zero tramite il trasporto pubblico, tendenzialmente gratuito, e quella ‘dolce’ (ciclistica e pedonale, realizzando all’esterno della città parcheggi scambiatori con navette elettriche ogni 10 minuti). 

    Sempre su questo punto, abbiamo approfondito la necessità di procedere verso la transizione e la riqualificazione energetica, puntando con forza a sviluppare l’utilizzo delle energie rinnovabili e all’efficientamento energetico, di fermare il consumo di suolo e pensare a una vera e propria ‘trama verde’ per Ferrara, facendo di ciò uno dei punti di forza del nuovo Pug. Ci siamo cimentati con il tema dei beni comuni, pensando in primo luogo alla pubblicizzazione del servizio dei rifiuti urbani, alla sua riorganizzazione nel sistema di raccolta e nel ridimensionamento dell’inceneritore, e anche alla pubblicizzazione del servizio idrico. 

    Più in generale, abbiamo ragionato sul potenziamento del ruolo e dell’intervento pubblico in settori e servizi fondamentali, come la sanità, il trasporto pubblico locale, la casa, i servizi per l’infanzia e quelli di carattere culturale, tutti soggetti a processi, più o meno evidenti, di privatizzazione. Abbiamo poi voluto ragionare sulla grande questione della città vista con gli occhi delle donne, con la consapevolezza che un punto di vista di genere promuove accoglienza e inclusione per tutti. 

    Si tratta di costruire un avanzamento culturale e un percorso di riflessione e costruzione di proposte, che investono i temi dei tempi della città, di una sua organizzazione maggiormente adeguata ad affrontare le diversità dei bisogni e dei soggetti presenti in essa, a partire da quelli più deboli e che hanno meno voce. E’ a partire da quest’impostazione che ci interessa sviluppare alcune considerazioni rispetto alla prossima scadenza elettorale amministrativa relativa al Comune di Ferrara.

    In primo luogo – e non è una sottolineatura scontata nel momento in cui il fenomeno dell’astensione dal voto diventa sempre più significativo – pensiamo sia importante che ci sia una forte partecipazione all’espressione della preferenza elettorale da parte dei cittadini e delle cittadine, in quanto riteniamo che tutte le occasioni di partecipazione siano da cogliere e valorizzare, convinti, come siamo, che occorre lavorare per superare il fenomeno negativo dell’astensionismo. Poi, è necessario esprimere il nostro giudizio su ciò che è successo in questi ultimi 5 anni. Infatti, l’Amministrazione di destra che abbiamo visto all’opera non solo non ha affrontato positivamente le questioni che riguardano la città di Ferrara, ma ha contribuito a peggiorare le condizioni in cui versa la città rispetto alla possibilità di progettare il proprio futuro. 

    Al di là di una facile propaganda che l’Amministrazione ha fornito a piene mani negli anni passati, Ferrara è stata amministrata in termini di sostanziale galleggiamento sull’esistente, con un occhio di riguardo rispetto ai ceti sociali che si sono presunti più vicini alla propria sensibilità (a partire dai lavoratori autonomi e dagli esercenti delle attività commerciali), con l’aggravante di costruire nuove discriminazioni, deprimere la partecipazione dei cittadini/e e ridimensionare il ruolo delle realtà associative e sociali, far emergere una logica proprietaria e di privatizzazione della città, bypassare le normali regole del funzionamento degli organismi istituzionali. 

    Su questi ultimi aspetti – ma l’elenco sarebbe lungo – basta citare il regolamento per l’assegnazione delle case popolari, poi corretto dopo il pronunciamento del Tribunale di Ferrara, la mancata consultazione dei cittadini sulla ristrutturazione della ex Caserma di via Cisterna del Follo, l’utilizzo improprio del Parco Nord con eventi incompatibili con la sua vocazione ecologica e ambientale. Per questo diciamo in modo chiaro e senza mezzi termini che l’operato dell’Amministrazione comunale uscente è stato decisamente negativo e, pertanto, è importante che questo giudizio si tramuti nel pronunciamento degli elettori e delle elettrici.

    Fissato questo punto, invitiamo dunque i cittadini e le cittadine di Ferrara a scegliere un/a candidato/a a sindaco/a e una lista elettorale che possano supportare i contenuti che abbiamo espresso e sopra succintamente richiamato, valutando i diversi programmi elettorali. Forum Ferrara Partecipata continuerà la propria iniziativa per far avanzare la nostra visione di città futura, che vogliamo partecipata dai cittadini e dalle cittadine nelle decisioni, capace di indicare una strada di salvaguardia della vita umana e del pianeta, incentrata sulla tutela dei beni comuni di tutta la collettività, consapevole della ricchezza che deriva dai diversi punti di vista di genere”.

    Ex Caserma, il Forum lascia il tavolo: “Non c’è volontà di un percorso partecipativo”

    Gli attivisti hanno sottolineato che continueranno le iniziative di mobilitazione: i dettagli

    Una lettera rivolta al sindaco e all’assessore comunale alla Partecipazione per manifestare la propria insoddisfazione dopo l’incontro dello scorso 14 maggio, promosso su mandato del Consorzio Futuro in Ricerca, in relazione alla riqualificazione dell’ex Caserma di Pozzuolo del Friuli. A scrivere la missiva, dopo avere lasciato il tavolo di confronto, è il Forum Ferrara Partecipata.

    Francesca Cigala ha ricordato “le promesse di coinvolgimento dei cittadini da parte del sindaco nel febbraio del 2023, e la risoluzione del Consiglio comunale sullo stanziamento di fondi per un percorso partecipato relativo all’ex Caserma”. Percorso, destinato ad articolarsi attraverso “l’incarico al Consorzio Futuro in ricerca”. Da qui all’incontro con “la docente del Politecnico di Torino Rosa Tamborrino, al quale siamo stati invitati insieme a una ventina di associazioni, di cui sette lì rappresentate”.
    Un appuntamento, dove “da subito sia il presidente del Consorzio sia la docente hanno chiarito che lo scopo consisteva unicamente nel raccogliere idee e proposte su destinazione e possibili usi dell’ex Caserma, di cui avrebbe tenuto conto nell’elaborazione della sua relazione tecnica”, ha spiegato Cigala, aggiungendo che “alla nostra richiesta circa l’eventualità di considerare l’incontro come preliminare all’avvio di un successivo percorso partecipativo, la docente ha ribadito di avere ricevuto dal Consorzio esclusivamente l’incarico di esprimere un parere rispetto agli usi dell’ex Caserma tramite una relazione scientifica sul sito e le sue vocazioni da un punto di vista storico e culturale”.

    Una situazione, dunque, “dove abbiamo preso atto che non ci sarà alcun percorso partecipativo”, e dove gli attivisti del Forum Ferrara Partecipata hanno abbandonato il tavolo, “insieme ad Arci e a Italia Nostra”, rendendo noto il loro disinteresse alla sua prosecuzione, “visto che non si ritiene necessario coinvolgere i cittadini nella discussione sulla futura riqualificazione dell’ex Caserma, come è prassi di ogni percorso partecipativo”. Corrado Oddi ha sottolineato che “non c’è la volontà di realizzare un percorso partecipativo”, concludendo che “continueranno le iniziative di mobilitazione attraverso i flashmob fino al 7 giugno”, in attesa di conoscere gli sviluppi.

    Antenne troppo vicino alle Mura, il Forum presenta un esposto alla Procura

    Poi l’attacco all’amministrazione: “Poca sensibilità per il patrimonio culturale e ambientale”

    Antenna di via Caldirolo, il Forum Ferrara Partecipata presenta un esposto alla Procura della Repubblica. Il documento in questione è stato trasmesso a febbraio in quanto lo stesso gruppo ha ritenuto “violato il Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Ferrara (vigente fino all’adozione del Pug) – si sostiene – che stabilisce ‘una distanza minima di 150 metri degli impianti di trasmissione di segnali via etere dai percorsi e punti di valore panoramico’”.

    La storia

    “Verso la fine del 2023 – si legge nella nota del Forum – veniva installato un ‘palo telefonico’ su base in cemento, alto 30 metri, al centro della rotatoria di via Caldirolo, intersezione via Luigi Turchi, suscitando forte clamore e perplessità tra i cittadini. La rotatoria su cui è ubicato il palo, infatti, dista 45 metri circa dal confine col parco delle Mura (Sottomura est e degli Angeli), area di rispetto panoramico ed è inoltre visibile dal parco stesso”.

    In seguito, dalla risposta dell’amministrazione all’interpellanza del gruppo consiliare Pd presentata nel mese di novembre 2023, è emerso che “il competente Settore Governo del Territorio Pianificazione generale e paesaggistica – scrivono ancora dal Forum -, rilevate due ‘interferenze’ in merito al Rue, invitava la società interessata a predisporre uno studio adeguato a verificare l’impatto dell’intervento previsto e a identificare opportuni provvedimenti volti a minimizzare gli eventuali impatti”.

    Sempre secondo quanto riporta il Forum, “l’integrazione della società concludeva testualmente che “si può ragionevolmente concludere che si ritiene contenuto l’effetto della stazione radio base sul contesto paesaggistico e culturale di riferimento e che la vegetazione già presente sia sufficiente alla mitigazione dell’impatto paesaggistico”. A seguito di ciò, senza procedere ad uno specifico controllo l’intervento veniva autorizzato”.

    “In attesa dell’esito dell’esposto – conclude la nota -, il Forum Ferrara Partecipata rileva come ancora una volta questa amministrazione abbia dimostrato poca sensibilità nei confronti del patrimonio culturale e ambientale della nostra città”.

    Pug, Forum Ferrara Partecipata chiede che l’area dell’ex Caserma sia inserita nelle ‘Strategie locali’

    I volontari hanno stilato un elenco di criteri per garantire qualità architettonica e continuità con la valenza storica del contesto

    Riceviamo e pubblichiamo:

    “Come Forum Ferrara Partecipata vorremmo segnalare a tutti coloro che hanno seguito le vicende del progetto Feris, il progetto di recupero della caserma Pozzuolo del Friuli contestato dai cittadini per la mancanza di pubblica utilità e di sostenibilità ambientale e poi bloccato dal Consiglio Comunale un anno fa, che la caserma è ‘scomparsa’ dal Piano urbanistico (Pug) della città.

    O meglio, il ‘Complesso delle Caserme Pozzuolo del Friuli e Ex Cavallerizza, complesso immobiliare dismesso da metà degli anni ’90 con edifici tutelati quali beni culturali’ è citato nella parte del Piano dedicato all’analisi dell’esistente ed è anche segnalato nella descrizione del quartiere centro storico tra gli edifici pubblici degradati e meritevoli di rigenerazione, ma poi scompare nella parte del Piano dedicato a ciò che operativamente si dovrebbe fare. La Caserma non viene menzionata nel lungo elenco di ‘Opportunità di rigenerazione e conversione’ che comprende invece edifici come la caserma Bevilacqua, l’Ex Ipsia di via Roverella, il palazzo Furiani, il chiostro San Benedetto, il palazzo Melli, l’Ex Poliambulanza e tanti altri.

    Riteniamo che la Caserma e la Cavallerizza, situate in un comparto di grande rilievo (che comprende palazzo Schifanoia, istituzioni museali civiche, strutture universitarie) rientrino a gran ragione in quelle ‘parti di città’ per cui prevedere, secondo la legge Urbanistica Regionale n, 24/2017 ‘gli obiettivi per il miglioramento della qualità urbana e ambientale, gli usi e le trasformazioni ammissibili, stabilendo i requisiti e le condizioni cui subordinare l’intervento’.

    Come Forum Ferrara Partecipata abbiamo presentato pertanto un’osservazione al Pug con la richiesta che l’area dell’ex Caserma sia inserita nelle ‘Strategie locali’ e che sia elaborata una ‘scheda progettuale d’ambito’ per la rigenerazione sia della Caserma Pozzuolo del Friuli che dell’Ex Cavallerizza e abbiamo inoltre elencato i criteri che, secondo noi, dovrebbero essere tenuti in considerazione per una corretta strategia di rigenerazione, in grado di garantire la qualità architettonica e la continuità con la valenza storico architettonica della parte di città in cui tali edifici sono inseriti.Questi i criteri di qualità elencati: 1) rispettare la qualità dell’insieme di spazi aperti e costruiti, limitando al massimo la quantità di nuove costruzioni, puntando su interventi che non superino in altezza gli edifici esistenti; 2) definire nuove destinazioni d’uso che garantiscano il rispetto del preminente interesse pubblico dell’area, per la realizzazione di servizi al cittadino coerenti con le caratteristiche di quell’area: servizi di tipo culturale (possibili funzioni di completamento e di servizio delle vicine strutture museali), di tipo formativo (specie universitario) e ricreativo, con una particolare predilezione per attività di tipo innovativo e inclusivo. Inoltre, si ritiene che gli edifici dell’ex Caserma siano particolarmente adatti ad un uso pubblico sociale per incontri, conferenze, riunioni, laboratori, spazi attualmente carenti in città. In particolare per l’edificio della Cavallerizza prevedere l’uso per attività convegnistiche, teatrali, performative, espositive mantenendo l’unicità dell’unitarietà e ampiezza dello spazio senza alterare l’attuale configurazione dello spazio interno;

    3) nel caso in cui sia prevista una destinazione ad uso residenziale e/o a residenza universitaria, prediligere interventi pubblici o privati convenzionata prezzo calmierato, al fine di evitare fenomeni di gentrificazione; 4) promuovere un’azione di rigenerazione che metta a sistema e garantisca la fruibilità pubblica degli spazi verdi e degli spazi aperti dell’intera area nel rispetto delle loro differenti caratteristiche (giardini storici, spazi pubblici di più ampia fruizione, ecc.). Nel trattamento dello spazio aperto, utilizzare ovunque possibile le tecniche che aumentino la permeabilità del suolo e diminuiscano il calore urbano;

    5) utilizzare, per l’intervento sull’edificato materiali e tecnologie compatibili con il valore storico degli edifici presenti e di basso impatto ambientale (bioedilizia), pur garantendo l’efficienza energetica e la sicurezza. Crediamo quindi che sia importante che l’area della Caserma rientri nel Piano urbanistico e ci attendiamo che la nostra osservazione venga accolta, anche per eliminare il sospetto che si vogliano tenere ‘le mani libere’ per interventi contrari all’interesse pubblico, come accaduto con il progetto Feris”.

    Forum Ferrara Partecipata

    ‘Beni comuni, diritti e partecipazione’, il Forum: “Serve nuova gestione pubblica”

    Appuntamento aperto ai cittadini, ai candidati sindaci e a tutte le forze politiche

    L’argomento al centro del dibattito, dal titolo ‘Beni comuni, diritti e partecipazione’, è finalizzato a indicare proposte per una nuova gestione pubblica. L’incontro, in programma venerdì 16 febbraio alle 17.30 alla Parrocchia di San Giacomo apostolo, in via Arginone 161, è organizzato dal Forum Ferrara Partecipata.

    L’appuntamento sarà introdotto da Corrado Oddi, che presenterà le proposte del Forum in tema di beni comuni e vedrà i contributi di Marco Bersani, di Attac Italia, e di Alfredo Alietti, sociologo e docente all’Università di Ferrara. A moderare il dibattito sarà la giornalista Dalia Bighinati. “Intendiamo avanzare analisi e proposte – hanno evidenziato gli organizzatori – per definire impegni concreti che garantiscano un’effettiva tutela e difesa dei beni comuni, la cui gestione va ripubblicizzata e che deve essere una scelta al centro delle politiche di rinnovamento e trasformazione della città”. All’incontro pubblico, oltre alla cittadinanza tutta, l’invito da parte del Forum a partecipare e a intervenire è rivolto tutte le forze politiche e sociali. “In più – hanno aggiunto gli organizzatori – abbiamo esteso tale invito ai tre candidati sindaci Anselmo, Fabbri e Zonari”.

    Dallo stop al consumo del suolo alla transizione energetica, i temi dell’incontro del Forum Ferrara Partecipata

    Esponenti di associazioni e di formazioni politiche hanno preso parte all’appuntamento

    Un piano urgente di conversione ecologica della città’ come titolo dell’incontro pubblico che si è svolto nel pomeriggio dello scorso martedì 16 gennaio, organizzato dal Forum Ferrara partecipata. In apertura, Francesca Cigala ha spiegato che “non entriamo nella competizione elettorale, ma chiediamo a tutti i candidati e alle liste quali programmi abbiamo per la mobilità, per il contrasto al consumo di suolo, per la transizione energetica, per la naturalizzazione della città”.

    Fra gli ambiti oggetto di approfondimento dai relatori, spazio all’aspetto urbanistico affrontato dall’architetto e docente Unife Romeo Farinella, e a quello della transizione energetica, analizzato da Margherita Venturi, docente di Alma Mater di Bologna. Farinella ha espresso la necessità di ribaltare il modello di sviluppo attuale, fondato su disuguaglianze sociali e distruzione dell’ambiente, ravvisando nelle impostazioni pubblicate del futuro Pug “il pericolo di indicazioni generiche, che lasciano mano libera ai governanti di turno”. Venturi, inoltre, ha elencato “le ‘tre false alternative’ della transizione energetica: il nucleare, la cattura della Co2 e i biocombustibili. Ormai l’eolico e il fotovoltaico hanno dimostrato tecnicamente la capacità di rispondere al bisogno di energia del futuro”.

    Per quanto riguarda le rappresentanze politiche e delle associazioni, Federico Besio dei Verdi, ha condiso la necessità di diffondere la cultura della transizione ecologica, sottolineando un no secco alla “follia dell’autostrada Cispadana”. Paola Fagioli di Legambiente ha posto l’accento su una transizione inclusiva, che non lasci indietro, ad esempio, “chi non riesce a raggiungere i posti di lavoro con i mezzi pubblici”, condividendo con il Forum lo stop al consumo di suolo.

    Francesco Colaiacovo, capogruppo consiliare del Pd, ha ricordato la propria battaglia per il Parco sud, associandosi alle critiche di indeterminatezza delle norme del Pug. Sergio Golinelli di Sinistra Italiana ha riconosciuto al Forum un ruolo importante in città, a partire dalla mobilitazione contro il progetto Feris, conferma l’avversione a una visione di Ferrara “città Luna park”, e rimarcando l’esigenza di “uscire dal modello capitalistico”. Marcella Ravaglia, rappresentante della lista popolare La Comune di Ferrara, ha indicato il metodo partecipativo funzionale a ottenere i risultati desiderati in sintonia con gli obiettivi condivisi con il Forum: “Significa prendersi cura, risanare ed evitare le fratture tra le generazioni”.

    Paride Guidetti ha enucleato gli obiettivi politici storici del M5s, di cui è coordinatore, che in gran parte coincidono con quelli del Forum, con il duplice no alla centrale di biometano e all’autostrada Cispadana. Dario Maresca, consigliere di Ferrara Bene Comune, in sintonia con il 90% degli obiettivi del Forum, ha invitato gli attivisti presenti a candidarsi. Nessun esponente della maggioranza consigliare e politica cittadina ha risposto all’invito del Forum Ferrara partecipata a “un confronto pubblico per definire impegni concreti per una transizione ecologica e una trasformazione della città, necessaria a contrastare la crisi climatica”.

    Forum Ferrara Partecipata, un appuntamento dedicato alla cittadinanza attiva

    Finalità dell’iniziativa è rafforzare un confronto di esperienze in una prospettiva locale e globale
    ‘Curitiba, costruire la città con la cittadinanza attiva’. E’ legata all’esperienza professionale locale di una docente brasiliana, l’incontro promosso dal Forum Ferrara Partecipata in programma martedì alle 17, all’aula 2 del dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, in via Quartieri 8. A discutere sul tema sarà appunto la docente e architetto Débora Rocha dell’Universidade Federal do Paraná, in Brasile. La conferenza sarà introdotta dal docente Romeo Farinella del dipartimento di Architettura di Unife. A intervenire sarà anche il docente Alfredo Alietti, direttore del Centro di ateneo per la Cooperazione allo sviluppo internazionale di Unife.

    La docente Débora Rocha è architetto-urbanista e sta svolgendo un periodo di ricerca all’Università di Ferrara. E’ specialista di politiche pubbliche per la città e l’ambiente, democrazia partecipativa e movimenti sociali. Gli organizzatori hanno evidenziato che “si occupa a Curitiba e in altre città brasiliane di conflitti urbani e costruzione non liberista della città”. L’incontro riprende e sviluppa tematiche già affrontate negli altri incontri organizzati dal dipartimento di Architettura di Unife e dal Forum Ferrara Partecipata. Scopo dell’iniziativa è di rafforzare un progetto culturale di ‘cittadinanza attiva’, orientato allo scambio e confronto di esperienze e casi studio, in una prospettiva locale e globale.

    L’intenzione è quella di consolidare questa esperienza rendendola ricorrente, dove ricercatori, associazioni, cittadini si confrontano su temi che interessano il futuro delle città, dei territori e delle comunità che li vivono, proponendo percorsi di riflessione critica su politiche, azioni ed esperienze inerenti alla transizione ecologica. Obiettivo, a detta dei promotori, è “entrare nel merito delle narrazioni retoriche che oggi spesso banalizzano i problemi posti dalla mutazione climatica in corso”. L’incontro è organizzato dal Laboratorio Citerlab del dipartimento di Architettura e dal Centro di ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo internazionale di Unife, insieme al Forum Ferrara Partecipata.

    Forum Ferrara Partecipata, il prossimo appuntamento è dedicato al tema delle nature urbane e degli spazi pubblici

    Continua il ciclo di incontri organizzati dai Laboratori Citerlab e Lsfd del dipartimento di Architettura dell’ateneo estense

    Prosegue il ciclo di incontri pubblici organizzati dal Laboratorio di ricerca Citerlab e dal Laboratorio didattico Lsfd del dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, insieme al Forum Ferrara Partecipata. Appuntamenti che si prefiggono di trattare temi generali e rilevanti per il futuro delle città, legati sia all’Agenda 2030 dell’Onu (Obiettivo 11) che a numerose esperienze in corso di svolgimento anche futuro dall’Italia. Al centro degli incontri, argomenti come la rigenerazione e il consumo di suolo, la natura, il verde urbano e gli spazi pubblici, la mobilità, il diritto alla casa, la salute urbana, la partecipazione dei cittadini. Temi destinati a essere affrontati da ricercatori di diversi atenei e da esperti del settore.

    A questo proposito, l’incontro in programma lunedì alle 17, nella sala sinodale della parrocchia di San Giacomo Apostolo, in via Arginone 161, verterà sulle nature urbane e sugli spazi pubblici. I relatori sono Romeo Farinella, architetto urbanista del dipartimento di Architettura di Unife, e Anna Lambertini, architetto del paesaggio del dipartimento di Architettura di Unifi. I due ospiti discuteranno con Giovanna Foddis del Forum Ferrara Partecipata. L’obiettivo ampio riguarda la volontà di consolidare a Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, e sull’aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica. L’intenzione è dunque di coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla formulazione di idee innovative e orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana.

    L’esigenza degli organizzatori è di promuovere una visione più consona alla situazione della crisi eco-climatica in corso, senza trascurare le questioni economiche e sociali, al di là delle “vecchie logiche di ‘sviluppo’ a base di cemento, plastica e combustibili fossili”. Un approccio, in relazione al quale “la città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici”.

    Forum Ferrara Partecipata, l’ex caserma abbandonata al centro della seconda assemblea pubblica

    Il momento di riflessione, anche sull’ex Cavallerizza, è organizzato per raccogliere idee e proposte

    Il Forum Ferrara Partecipata torna a incontrarsi. Martedì, cittadini e associazioni sono invitati “ad un percorso di cittadinanza attiva – si legge nella nota -, ovvero a lanciare idee e proposte per la ristrutturazione dell’area dismessa della caserma di via Cisterna del Follo e della ex Cavallerizza di via Scandiana”. L’incontro si tiene alle ore 18 in via Poledrelli 21, nella Sala Macchine della Factory Grisù.

    “Questa assemblea – spiegano gli organizzatori – è il secondo momento organizzato per favorire il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte di trasformazione urbana di quell’area. Domenica scorsa nel pomeriggio, infatti, tre folti gruppi accompagnati da esperte guide turistiche, hanno passeggiato da palazzo Schifanoia alla Cavallerizza, da viale Ippolito d’Este agli spazi tra palazzo Bonaccossi e la Marfisa, in modo da vedere con gli occhi e misurare con i propri passi i luoghi segnati da antiche memorie architettoniche e da vicende storiche: quei luoghi che oggi necessitano di interventi di interesse pubblico e non speculativo”.

    “Cominciare a raccogliere idee e proposte – concludono dal Forum – ha il valore di un percorso partecipativo che è stato anche dichiarato necessario dalla mozione approvata nell’ultimo Consiglio comunale. Si tratta quindi di un dibattito pubblico che prende il via dai bisogni della città e, arginando i portatori di interesse privati, garantisce maggiore attenzione alla salute, all’ambiente e all’interesse generale”.

    Forum Ferrara Partecipata, un ciclo di incontri per fornire riflessioni e proposte sulla città futura

    Il primo appuntamento sulla rigenerazione urbana e il consumo di suolo è previsto venerdì

    Un ciclo di incontri pubblici organizzati dal Laboratorio di ricerca Citerlab e il Laboratorio didattico Lsfd del dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e dal Forum Ferrara Partecipata finalizzati ad affrontare temi legati al futuro delle città. Argomenti relativi sia all’Agenda 2030 dell’Onu (Obiettivo 11) che a numerose esperienze che si stanno compiendo non solo in Italia. Gli incontri riguardano infatti la rigenerazione e il consumo di suolo, la natura, il verde urbano e gli spazi pubblici, la mobilità, il diritto alla casa, la salute urbana, la partecipazione dei cittadini.

    Tali temi saranno trattati da ricercatori e esperti di diverse università italiane e da esperti di settore. Il primo incontro è venerdì alle 17, alla Factory Grisù di via Poledrelli 21. ‘Rigenerazione urbana e consumo di suolo: pratiche non retoriche’. Romeo Farinella, architetto urbanista del dipartimento di Architettura di Unife, e Gabriele Bollini, urbanista e valutatore ambientale del dipartimento di Ingegneria di Unimore, ne parleranno con Francesca Cigala Fulgosi del Forum Ferrara Partecipata.

    L’niziativa è nata grazie all’incontro tra il Laboratorio di Ricerca Citerlab del dipartimento di Architettura dell’Università, il Laboratorio didattico Lsfd, entrambi diretti dal docente Romeo Farinella e il Forum Ferrara Partecipata, costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città. Come è noto, l’occasione che ha portato alla nascita del Forum è stato il dibattito scaturito dal progetto Feris, ma l’obiettivo è più ampio e riguarda la volontà di consolidare a Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica.

    Al centro del ciclo di incontri pubblici, dunque, l’approfondimento di tematiche relative alla qualità del vivere e dell’abitare in città, preliminari all’elaborazione di proposte e visioni per la Ferrara di domani. L’intenzione è pertanto di coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana.

    “C’è bisogno – sottolineano i promotori dell’iniziativa – di una visione più consona alla situazione di crisi eco-climatica, economica e sociale in cui ci troviamo. Non si può continuare con le vecchie logiche di ‘sviluppo’ a base di cemento, plastica e combustibili fossili. La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici”.

    Feris, Forum Ferrara Partecipata: “Soddisfatti del riconoscimento alla mobilitazione dei cittadini”

    In programma un’assemblea pubblica, il 14 marzo alla Factory Grisù, per raccogliere idee e proposte
    Uno dei manifestanti con un cartello contro il supermercato di via Caldirolo

    Le modifiche al progetto originario del Feris non hanno lasciato indifferente cittadini e attivisti del Forum Ferrara Partecipata. Una realtà che, oltre a esprimere la propria soddisfazione per l’esito della seduta del Consiglio comunale di lunedì, ha comunicato l’intenzione di coinvolgere ulteriormente la cittadinanza in un dibattito aperto a nuove proposte di riqualificazione.

    “Nella serata di lunedì 27 febbraio – ha indicato una nota proveniente dal Forum – il Consiglio Comunale di Ferrara ha approvato all’unanimità una mozione che modifica radicalmente il progetto Feris e, di fatto, accantona il progetto originario. Infatti, nella mozione si riconosce la necessità di avviare un processo partecipativo nella città, si stralcia l’ipotesi di costruire una nuova grande struttura commerciale in via Caldirolo (pur mantenendo aperta la porta per una sua diversa localizzazione) e si avanza l’impegno a destinare quell’area a parco urbano con conseguente inedificabilità, si abbandona l’idea del parcheggio in viale Volano per vincolare quella zona a verde pubblico, si individua l’utilità, per la ristrutturazione della ex Caserma di Cisterna del Follo, di un suo dimensionamento rispetto alle ricerche storico-archeologiche da effettuarsi e, in una relazione con l’Università, di prevedere uno studentato, ma a prezzi calmierati”.

    Impegni salutati come “un risultato e una vittoria importante per la città, che sarebbe stata irrimediabilmente deturpata da un intervento privo di pubblica utilità e fortemente invasivo nei confronti del sistema delle Mura, come previsto nel progetto originario di Feris. Registriamo positivamente l’evidente retromarcia dell’Amministrazione comunale rispetto al progetto presentato alla fine di luglio in Consiglio comunale. Ciò è stato reso possibile dal lavoro del Forum Ferrara Partecipata e dalla forte mobilitazione dei cittadini espressa in particolare in queste ultime settimane, e anche dal recepimento delle loro istanze da parte di diversi consiglieri comunali che hanno dato vita alla discussione in Consiglio Comunale”.

    Spazio quindi alla soddisfazione per gli attivisti per il “riconoscimento che, anch’esso in modo unanime, è stato dato alla partecipazione e alla mobilitazione dei cittadini e delle associazioni, e ci auguriamo che di questo si tenga conto anche in futuro, smettendo di insinuare che essi siano animati da pregiudiziali di tipo ideologico, come è stato fatto a più riprese nei mesi passati. Per quanto ci riguarda, continueremo nel nostro lavoro e nel nostro impegno con l’obiettivo, in primo luogo, di vigilare sugli impegni assunti con la mozione approvata in Consiglio Comunale e di consolidare ulteriormente questo risultato, a partire dal fatto di non dare corso all’apertura di una nuova struttura commerciale in una città che non ne ha bisogno. Soprattutto, andremo avanti nel coinvolgimento dei cittadini perché il progetto di ristrutturazione della ex Caserma sia effettivamente indirizzato all’utilità pubblica e alle necessità di una città che vuole guardare al futuro”.

    Un cenno, infine, alle intenzioni di un nuovo dibattito aperto al contributo della popolazione. “Forum Ferrara Partecipata – ha concluso la nota – ha già previsto di organizzare per martedì 14 marzo alle 18 un’assemblea pubblica a Grisù, in via Poledrelli 21, per raccogliere le idee e le proposte dei cittadini in proposito. In attesa e anche come stimolo perché parta il processo partecipativo da parte dell’Amministrazione comunale indicato dalla mozione approvata in Consiglio comunale”.

    No Feris in viale Volano, con il terzo flash mob prosegue la protesta contro il progetto

    I manifestanti si sono dati appuntamento nella mattina di sabato nell’area dell’ex Edilizia Estense

    I cartelli dei dimostranti continuano a ribadire un secco no al progetto Feris. La mattina di sabato, nell’area dell’ex Edilizia Estense in viale Volano, i manifestanti si sono radunati per dare vita al terzo flash mob settimanale consecutivo. Dopo le manifestazioni nelle settimane precedenti in via Scandiana e in via Caldirolo, infatti, la protesta ha riguardato la zona dove è destinato a sorgere un nuovo parcheggio.

    Presenti, oltre un centinaio, fra cittadini e attivisti del Forum Ferrara Partecipata e del comitato residenti Zona San Giorgio, che hanno sottolineato l’attenzione alla tutela delle antiche Mura e al verde pubblico, oltre a rimarcare la propria contrarietà a soluzioni legate al cemento e all’incremento del traffico delle automobili.

    “La protesta che abbiamo posto in essere – ha evidenziato Corrado Oddi, del comitato residenti Zona San Giorgio – è legata al fatto che questo progetto non va bene perché rispetta un’idea vecchia di mobilità. Un progetto che è costruito in funzione di interessi privati. Noi non sentiamo il bisogno che venga realizzato un nuovo supermercato in una città che ne ha già diversi. E, rispetto ai nuovi posti letto che si genererebbero per gli studenti, chiediamo invece di intervenire per calmierare gli affitti. Dopo la conclusione di questo terzo flashmob, abbiamo intenzione di convocare verso la metà di marzo un’assemblea pubblica, aperta alle proposte di cittadini per riflettere su soluzioni alternative al progetto”. Claudio Fochi, del Forum Ferrara Partecipata, si è soffermato sull’importanza della “rinaturalizzazione di un’area che è stata deposito di materiale edilizio”, sul riconoscimento Unesco che caratterizza Ferrara e sulla “tutela di Mura e spazi aperti”.

    Secondo flashmob dei ‘No Feris’, biciclettata in via Caldirolo: le foto della manifestazione

    Circa 150 tra cittadini e attivisti hanno percorso le vie attorno all’area dove sorgerà l’ipermercato

    Circa 150 cittadini e attivisti in sella alla propria bicicletta per dire ancora una volta ‘no’ al progetto Feris. Sabato mattina è andato in scena il secondo flash mob (sui tre programmati): nello specifico, in questa occasione la contrarietà è stata rivolta alla costruzione del supermercato di via Caldirolo.

    “Questa ciclopasseggiata – ha chiarito Leonardo Polastri, ‘Caldirolo libera’ – è stata organizzata per sensibilizzare i residenti del quartiere, perché molti ancora non conoscono i dettagli del progetto. C’è molta confusione ma, al tempo stesso, anche grande partecipazione. Di giorno in giorno le persone che ci seguono sono sempre di più”.

    “Ad agosto – ha proseguito Cinzia Pusinanti, sempre di ‘Caldirolo libera’ – siamo rimasti molto sorpresi dalla proposta del Comune di costruire un ipermercato in questo quartiere. Ormai tanti ferraresi sono contrari, sia perché non vi è la necessità, in città, di un altro luogo simile, sia perché così facendo si andrebbe ad aumentare il volume di traffico. Il tutto, tra l’altro, proprio di fronte alle Mura cittadine”. Il prossimo flash mob, il terzo della serie, è in programma sabato 18 nell’area di viale Volano.

    01 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    01 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    02 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    02 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    03 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    03 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    04 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    04 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    05 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    05 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    06 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    06 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    07 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    07 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    08 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    08 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    09 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    09 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    10 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    10 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    11 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    11 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    12 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    12 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo
    13 - Flashmob 'No Feris' in via Caldirolo
    13 – Flashmob ‘No Feris’ in via CaldiroloFoto da: Flashmob ‘No Feris’ in via Caldirolo

    ‘Caldirolo Libera’, nasce un gruppo su Facebook che contesta il progetto Feris

    Sono 200 gli iscritti di uno spazio di confronto critico nei confronti dell’iniziativa

    Oltre 200 persone iscritte e un paio di amministratori. Al centro delle discussioni del gruppo su Facebook ‘Caldirolo Libera’, nato da poco più di un mese, c’è il progetto Feris. E a riassumere le posizioni di scetticismo e di critica nei confronti dell’iniziativa, destinata alla realizzazione di un ipermercato in via Caldirolo, è lo slogan che campeggia nell’immagine di copertina, ‘Il Feris ferisce Ferrara’.

    “Gli amministratori di questo gruppo – spiegano attraverso un post – sono cittadini residenti nei quartieri adiacenti a via Caldirolo” e “hanno a cuore la loro città e i loro quartieri”, aggiungendo di utilizzare lo spazio per condividere “problemi, soluzioni ed esperienze”.

    Un confronto che, al di là della piattaforma online, è alimentato da momenti di dibattito in presenza. E’ in programma, infatti, venerdì alle 21, al centro sociale ‘Il Melo’, un incontro promosso dal comitato ‘Caldirolo Libera’ sul tema, e rivolto ai cittadini residenti nella zona est della città.

    ‘Un altro centro commerciale? Difendiamo il nostro quartiere’ recita il volantino, dove la finalità dell’appuntamento è indicata nel coinvolgimento “della popolazione residente nella riflessione sulle conseguenze che la costruzione del nuovo centro commerciale, previsto in corrispondenza della rotatoria di via Turchi, potrà avere sul nostro quartiere, e valutare le azioni possibili per bloccare il progetto”.

    Uno scenario, in funzione del quale gli organizzatori rilevano la necessità di “lavorare insieme, indipendentemente dalle appartenenze politiche, per la salvaguardia del nostro territorio”.

    Feris, all’incontro del Forum Ferrara Partecipata cittadini e associazioni esprimono le ragioni del no al progetto

    Il dibattito si è svolto all’interno della Factory Grisù, in una sala al piano terra gremita di persone.

    ‘Di chi è la città? Il progetto Feris e le retoriche della rigenerazione urbana’ è stato il titolo del primo incontro del Forum Ferrara Partecipata, che si è svolto nel pomeriggio di lunedì alla Factory Grisù. Una gremita sala al piano terra ha dunque ospitato cittadini e associazioni contrari al progetto. Al dibattito, moderato dalla giornalista Dalia Bighinati, che ha evidenziato l’intenzione del Forum “di avviare un processo di partecipazione per raccogliere dei punti di vista dei cittadini da portare in un confronto con l’Amministrazione pubblica per quanto riguarda il piano urbanistico della città”, si sono alternati diversi interventi.

    Francesca Cigala Fulgosi, del Forum Ferrara Partecipata, nella sua relazione introduttiva ha sottolineato che “il Forum fu proposto dalla Rete giustizia climatica a fine settembre per allargare le associazioni ambientaliste, che già dall’estate si erano occupate e preoccupate per questo progetto, ad altre forze sociali e ai cittadini. I nostri obiettivi sono di bloccare il progetto, sensibilizzare e informare i cittadini, e costruire un percorso di cittadinanza attiva che si occupi di pensare che città vogliamo e di pensare come dovrà trasformarsi la città futura. E’ un progetto radicalmente sbagliato, non è ambientalmente sostenibile, non è innovativo perché guarda a vecchi modi di pensare allo sviluppo”.

    Nel dettaglio dei progetti, “la Caserma è un’area di 34mila metri quadri, patrimonio privato di Cassa depositi e prestiti. Lì verrebbe realizzato uno studentato per 400 posti. Il problema è che le volumetrie aumenteranno perché viene detto che verranno abbattuti 8mila metri quadri di manufatti e verrà costruita nuova edificazione per 10mila metri quadri. Inoltre, 18,5 metri sono tanti piani, e sono molto impattanti. Si continua a cementificare con due nuovi edifici, e aumenterebbero il traffico e l’inquinamento”.

    Per quanto riguarda “l’area del centro commerciale di via Caldirolo, sono 27mila metri quadri. Alla fine di quest’area verde di 26mila metri quadri, resteranno poco più di 10mila metri quadri di parco. Quindi aumentiamo il cemento di circa 15mila metri quadri. Invece noi dobbiamo togliere cemento per permettere alle acque di defluire. Siamo in una crisi climatica che pretende che non adoperiamo più le vecchie logiche”.

    “Il problema di una rigenerazione urbana – ha proseguito Romeo Farinella, docente di Urbanistica a Unife – dovrebbe essere sempre ricondotto a una strategia. Adesso c’è l’esigenza di cambiare modello di sviluppo. Il fatto che si ragioni di un nuovo ipermercato in una zona che peraltro non mi sembra sfornita di superfici commerciali, così come il fatto che si realizzi un parcheggio sotto le Mura, mi pare molto discutibile. Se invece di ragionare su una progressiva riqualificazione di questa parte sud delle Mura, valorizzando ciò che è vuoto e ciò che è verde, mettendoci una superficie che certo non è edificata, però è asfaltata, va da sé che questo patrimonio io continuo a ridimensionarlo”.

    “Oggi – ha aggiunto Veronica Tagliati, segretaria generale della Cgil – l’idea della grande superficie di vendita è un modello di sviluppo e del consumo che non è più sostenibile. Non è sostenibile dal punto di vista economico, non è sostenibile nelle condizioni del lavoro. Perché tutti i grandi Paesi eupoei stanno riducendo le superfici di vendita, un po’ con la competizione online, ma anche anche perché stanno sviluppando il commercio di vicinato. Abbiamo dati relativi al fatto che, quando si inseriscono nuove superfici di vendita, l’occupazione esistente si ridistribuisce sul territorio. Ferrara ha il doppio di superfici di vendita della media della Regione. Inoltre, con l’inflazione di oggi, non si può pensare di aumentare la capacità di consumo”.