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Quando: Martedì 10 dicembre, ore 14:30
Dove: Davanti allo Scalone Municipale
Quando: martedì 26 novembre dalle ore 17,30 alle 20
Dove: Parrocchia di San Giacomo (via Arginone 157)

    Tag: La Nuova Ferrara

    PUG ed ex-caserma Pozzuolo del Friuli – Il Forum alla finestra

    Chiesto il percorso partecipato

    II futuro dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli e il Pug. Sono i temi sui quali il Fo-rum Ferrara Partecipata chiede alla Giunta Fabbri di esplicitare le proprie intenzioni. «Il 17 giugno scorso – si legge in una nota -, prima delle elezioni che hanno visto riconfermato Alan Fabbri a sindaco di Ferrara, il Forum Ferrara partecipata ha svolto l’ultimo flash mob sotto lo scalone di Palazzo municipale per chiedere al sindaco di avviare un per-corso partecipativo con la cittadinanza sul futuro dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli. Erano passati 466 giorni dalla promessa di iniziare quel percorso partecipativo al fine di confrontarsi su una serie di proposte che anche il Forum aveva contribuito ad elaborare e messe nero su bianco su un libretto». Percorso poi mai avviato mentre «si è dato mandato alla prof.ssa Tamborrino del Politecnico di Torino di fare uno studio, le cui finalità non erano per nulla chiare, sul futuro della suddetta caserma». Il Forum chiede conto di quello studio e chiede «alla nuova giunta cosa si vuole fare dell’ex caserma. In panico lare, riteniamo necessario che ‘ venga chiarito se sono intercorse novità rispetto al preliminare di vendita tra Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria della caserma, e Ar.Co Lavori scaduto il 24 luglio. Inoltre, ci pare non rinviabile che la cittadinanza sia informata dei tempi entro i quali si vuole discutere il Pug, con quali modalità e con quale relazione con i soggetti che hanno presentato osservazioni al riguardo».

     

    Sulla “nuova” piazza Travaglio il Forum critica il vicesindaco

    Ferrara Partecipata colpita negativamente dal progetto

    Il progetto di riqualificazione e trasformazione di piazza Travaglio recentemente annunciato dal vicesindaco Alessandro Balboni non trova positivo accoglimento da parte del Forum Ferrara Partecipata. A non essere particolarmente graditi sono i modi in cui è stato deciso l’intervento  -senza, appunto, la partecipazione- e gli obiettivi, ritenuti poco coraggiosi. «Avevamo salutato con favo-re il progetto Look Up», dice il Forum secondo il quale però, l’uscita di Balboni «ci lascia in-vece oltremodo perplessi non solo sul reale significato che l’amministrazione comunale intendeva dare alla “partecipa-zione”, giacché il percorso si è interrotto bruscamente in quanto i progetti sono stati de-finiti (fin dall’inizio?) nelle sedi ufficiali, ma anche sulla realizzazione del progetto stesso». Per il Forum si tratta «di una occasione mancata e poco coraggiosa». La rifunzionalizzazione della piazza – che «verrà migliorata per le funzioni già esistenti» – non è ciò che si attendeva il Forum, che non si appassiona alla prospettiva di metterci qualche albero, un tappeto verde e una pavimentazione drenante (associata a quella di piazza Cortevecchia, certamente problematica sotto questo punto di vista come è evidente a ogni pioggia). Male anche l’idea di fare dell’ex comando della Polizia municipale un parcheggio. Servirebbe «una vera sostituzione del trasporto privato con quello pubblico» e «sarebbe necessario istituire veri parcheggi scambiatori. Ci vuole coraggio ma anche una visione del futuro che questa amministrazione sembra non avere». •

    Caserma del Friuli “scomparsa” dal Pug

    Forum Ferrara Partecipata ha richiesto che venga inserita nelle “Strategie Locali”

    «La caserma “scomparsa” dal Piano Urbanistico della città». A segnalarlo Forum Ferrara Partecipata dopo la presentazione del Pug. «O meglio – precisa il gruppo – il complesso delle caserme Pozzuolo del Friuli ed Ex Cavallerizza, serie di immobili dismessa da meta degli anni ’90 con edifici tutelati quali “beni culturali” è citato nella parte del Piano dedicato all’analisi dell’esistente ed è anche segnalato nella descrizione del quartiere centro storico tra gli edifici pubblici degradati e meritevoli di rigenerazione, ma poi scompare nella parte del Piano dedicato a ciò che operativamente si dovrebbe fare.  «La Caserma non viene menzionata nel lungo elenco di “Oppotunità di rigenerazione e conversione” – prosegue Forum Ferrara Partecipata- che comprende invece edifici come la caserma Bevilacqua, I’ex Ipsia di via Roverella, il palazzo Furiani, il chiostro San Benedetto, il palazzo Melli, l’ ex Poliambulanza e tanti altri. Riteniamo che la Caserma e la Cavallerizza rientrino a gran ragione in quelle “parti di citta” per cui rivedere gli obiettivi per il miglioramento della qualità urbana e ambientale, gli usi e le trasformazioni ammissibili, stabilendo i requisiti e le condizioni cui subordinare ‘intervento».

    «Come Forum Ferrara Partecipata abbiamo presentato pertanto un’osservazione al Pug con la richiesta che ‘area dell’ex Caserma sia inserita nelle “Strategie locali” e che sia elaborata una “scheda progettuale d’ambito” per la rigenerazione sia della Caserma Pozzuolo del Friuli che dell’ex Cavallerizza».

     

    Una città partecipata – Ferrara, idee per dare nuova vita ad ex Caserma e Cavallerizza

    Alcune delle proposte emerse dal Forum Ferrara Partecipata

    Ferrara Si terrà domani, alle 18, nella biblioteca del Centro Documentazione Donna (via Terranuova 12B), la presentazione della pubblicazione realizzata dal Forum Ferrara partecipata dedicata al compendio militare composto dalla Caserma Pozzuolo del Friuli e dalla Cavallerizza di via Scandiana e che raccoglie varie idee per una sua riqualificazione.

    La pubblicazione si intitola “Una Caserma Partecipata”. Michele Nani, attivista del Forum, coordinerà lo svolgimento dell’incontro al quale interverranno lo scrittore Sandro Abruzzese (autore di Mezzogiorno padano, Casapercasa, Niente da vedere) e l’antropologo urbano di Unife Giuseppe Scandurra.

    Qui di seguito presentiamo alcuni degli interventi proposti nella pubblicazione, che gode di una parte introduttiva scritta dall’architetto Andrea Malacarne, per lungo tempo presidente di Italia Nostra Ferrara, di cui rimane autorevolissimo esponente.

    Biblioteca sociale La Biblioteca Popolare Giardino, ad esempio, propone che gli spazi dell’ex caserma ospitino una biblioteca sociale, sull’esempio di quelle finlandesi, «che rimetta al centro della città e delle persone che la abitano un luogo dove si possa stare liberamente, senza vincoli di natura commerciale o associativa, dove si possano realizzare incontri e passioni in un’atmosfera aperta, conviviale, “contaminata”, nella convinzione che questo sia il modo migliore per creare davvero cultura e cittadinanza».

    Parcheggio e polo dell’istruzione «Lo spazio dell’ex Caserma, con due localizzazioni ai lati della vita Scandina, può essere una buona occasione per drenare parte del flusso di auto che accedono alla città in un quartiere vicino al centro e denso di attrattive storico-culturali», scrive Marzia Marchi nel suo intervento, che propone di creare «un parcheggio nell’area dell’ex Cavallerizza legato all’acquisto dei biglietti per gli accessi museali», dunque «dedicato esclusivamente a chi viene a Ferrara». La seconda parte della proposta è invece di tutt’altra natura: «La cubatura dell’ex Caserma potrebbe invece diventare un polo d’istruzione, innanzitutto accogliendo la sede del Cpia (Centro per l’istruzione degli adulti)». L’area, propone Marchi (che insegna al Cpia, ndr), «potrebbe fungere da polo di riferimento anche per gli studenti universitari stranieri, con tanto di alloggi a prezzo calmierato».

    L’ex Caserma e Schifanoia L’intervento di Emanuele Mari propone invece di legare la riqualificazione della ex Caserma a vicinissimo Palazzo Schifanoia, realizzando «spazi dedicati per laboratori indirizzati a scolaresche e adulti» e poi «una sala conferenze capiente e moderna, con attrezzature adeguate». E, ancora, «un’area per mostre temporanee», una nuova collocazione per altre istituzioni culturali, e un luogo in cui fornire servizi turistici essenziali: toilette, attività di ristorazione, parcheggi.

    Accademia del Clima Per Ornella Menculini si dovrebbe realizzare una “Accademia del Clima” «come quella esistente nel centro di Parigi: uno spazio pubblico e libero, sempre aperto alle associazioni ambientaliste e ai cittadini impegnati in buone prassi ecologiche e climatiche».

    Cittadella della cultura e della socialità Corrado Oddi propone invece di trasformare alcuni spazi della ex Caserma in luoghi per la socialità, dove i privati e le associazioni possono riunirsi, soprattutto «visto che, ormai, in questa città, i luoghi di incontro per i cittadini e le associazioni sono sempre più rarefatti».

    Esperienze teatrali L’ex direttore artistico del Teatro comunale Marino Pedroni guarda agli spazi della Cavallerizza come luoghi per esperienze performative in una città «che non ha alcun luogo destinato al teatro moderno e contemporaneo», pensato anche per «bambini e ragazzi o per le drammaturgie e coreografie contemporanee». Sfruttando la vicinanza con luoghi di alta cultura per «favorire intersezioni fra differenti progetti di natura visiva, musicale, performativa».

    Cohousing Una proposta particolare è quella di Caterina Sateriale, che avanza l’idea di realizzare un cohousing per giovani coppie, «che vi accederebbero con affitto agevolato per un tempo massimo, ad esempio, di otto/dieci anni, per consentire un ricambio di opportunità».

    Università e spazio pubblico Lo studioso Ranieri Varese, che considera «il progetto Feris pericoloso per la città», sottolinea il tema della ex Caserma come spazio in cui costruire uno studentato a gestione diretta universitaria, con spazi didattici e servizi collegati. Per l’edificio della ex Cavallerizza propone che sia una sala polivalente, «punto di incontro, fruito non solo dalla popolazione del quartiere ma da quanti, turisti, studenti, lo frequentano» in quanto spazio racchiuso da università, scuole, musei, chiese e conventi.

    Museo scientifico interattivo L’idea di Roberto Zambelli, che si è prodigato anche nello sperimentare l’aiuto dell’intelligenza artificiale di ChatGpt per ottenere qualche risposta utile, è invece di creare un «polo museale tecnico scientifico interattivo», con spazi dedicati alle innovazioni «calde», spazi per inglobare il Museo di storia naturale e le collezioni dell’Università, nonché un planetario e fare incubatore di start-up. Farne dunque una «piazza delle Scienze».

    Ferrara, i progettisti affossano il “nuovo Feris”. E valutano azioni legali

    ArCo: «Sono stati ignorati i nostri investimenti e gli obblighi già presi con terzi. Ora viene meno l’equilibrio economico-finanziario e soprattutto la fiducia»

    Ferrara

     Mentre ArCo Lavori, il privato che ha sviluppato il progetto Feris, sta valutando con i legali possibili profili di tutela dopo la sortita dell’amministrazione in Consiglio, con Giunta e intera maggioranza che in nome dell’ascolto dei cittadini (ma senza più badare al privato) hanno appoggiato e fatto propria la mozione di Ferrara Nostra con lo stralcio da Feris del superstore in via Caldirolo (che non è l’unica modifica, ma la più impattante), tutto in pratica naufraga definitivamente. Per il privato, che ha assistito basito alla manovra dell’amministrazione l’altra sera in Consiglio, non esiste infatti nessun Nuovo Feris: «Le modifiche hanno fatto venire meno l’equilibrio economico finanziario, e comunque è stata minata la fiducia», dice il responsabile del progetto, Marco Da Dalto.

    «È una storia triste: la disamina più lucida e corretta di quanto è successo l’ha fatta bene lo stesso consigliere Maresca che l’altra sera ha detto, “vince il No Feris e l’amministrazione boccia ciò che lei stessa aveva in precedenza approvato”. Ne prendiamo atto, non possiamo fare altro, e abbiamo rispetto delle istituzioni – è sempre Da Dalto a parlare – Ci dispiace però che le ultime modifiche al progetto Feris non siano mai state presentate al Consiglio: le avevamo inviate via Pec al Comune con preghiera di diffusione. Dopo un mese senza risposte abbiamo comunicato le novità alla stampa, specificando che il Comune stava valutando le modifiche. Ha comunque ragione la consigliera Savini, che ha lamentato come fosse il privato a raccontare il progetto senza che prima ne fossero informati i consiglieri. Ma noi abbiamo sempre proceduto correttamente e senza voler prevaricare o non rispettare i ruoli. Ora non possiamo che prendere atto di quanto successo ma valuteremo se ci sono possibili profili di tutela, perché ciò che nessuno ha evidenziato nell’ultima seduta del Consiglio comunale e che a seguito dell’approvazione del progetto a luglio da parte dell’amministrazione ArCo ha assunto obblighi verso terzi e fatto importanti investimenti».

    Per ora peraltro sembra difficile immaginare una concreta revisione del progetto. L’assessore Alessandro Balboni dopo il voto ha affermato «abbiamo immaginato un Nuovo Feris» e «il documento discusso in Consiglio rappresenta un passo avanti che dà un nuovo impulso al progetto».

    «È stato eliminato il motore del progetto – è la replica di Da Dalto – e così si perde l’equilibrio economico-finanziario. Questo progetto stava in piedi tutto insieme, una volta tolto il pezzo sostanziale poi zoppica: lo studentato e gli altri servizi compresi in Feris sono progetti a bassissima redditività. Ora non ci saranno per diverso tempo né più alloggi per studenti né più posti di lavoro. Ci dispiace per la città da un punto di vista imprenditoriale: evidentemente il pensiero di pochi, perché i comitati che si sono formati non rappresentano l’intera totalità della popolazione, vale il pensiero della maggioranza. Ci dispiace di non aver potuto raccontare gli investimenti fatti e che miglioravano il progetto; dispiace che il Consiglio non ne sapesse nulla, e dispiace anche per come siamo stati raffigurati: sembravamo dei mostri arrivati da Marte per distruggere Ferrara. Siamo stati trattati male ma rispettiamo le scelte. Rimaniamo spiazzati perché non sono stati considerati per niente gli investimenti del privato: non ci resta che raccogliere i cocci».

    E ora da parte del privato c’è in pratica un passo indietro: il piano economico è venuto meno ma soprattutto è venuta meno appunto la fiducia nel contesto di riferimento: «Poi ci si chiede perché gli investitori non vengano in Italia: in un contesto già molto complicato spesso non c’è certezza dei tempi, della tassazione e si fanno leggi retroattive. Con questa scelta è stato minato l’elemento fondante del rapporto, che è la fiducia. Ha vinto chi diceva No a tutto, perché almeno nel medio e lungo termine non si farà nulla».

    Incognite

    Nell’ultima versione del progetto Feris ArCo aveva inserito nell’intervento cinque aree: l’ex Caserma Pozzuolo del Friuli e l’ex Cavallerizza di via Scandiana da trasformare in un campus universitario; l’area di via Volano da adibire a parco pubblico e in minima parte a parcheggi privati afferenti lo studentato e la nuova Sala Congressi; due aree in via Caldirolo, per un parco pubblico e una struttura commerciale, e via Contardo d’Este, che avrebbe dovuto arricchirsi di un ulteriore parco attrezzato con play ground e un centro sportivo outdoor volto al miglioramento dell’attrattività del territorio e all’aumento dell’offerta sportiva; c’era anche l’area “ex Amga” di via Bologna, per servizi di vicinato aggregati, parcheggio e verde pubblico. La mozione ha modificato il progetto stralciando l’area commerciale di via Caldirolo; c’era anche l’impegno a valutare il recupero dell’ex caserma dopo aver visto le ricerche archeologiche; ad attivarsi con Unife per alloggi a canone calmierato; a cancellare ogni ipotesi di parcheggio scambiatore in via Volano, da trasformare dopo la bonifica da amianto in un’area verde pubblica; a valutare proposte dei civici; a trasformare via Caldirolo in area a Parco Urbano. «Resta centrale la collaborazione tra pubblico e privato che porterà investimenti mai visti prima a Ferrara con benefici importanti per l’Università e i suoi studenti», ha detto Balboni. L’unica incognita sembrava essere fino a ieri la ricerca di un’area alternativa dove poter collocare l’attività commerciale che è appunto il cuore di tutta l’operazione, dal punto di vista economico-finanziario. Ma la situazione ora, almeno per il privato, pare essersi arenata.

    Ora c’è il progetto Nuovo Feris Incognita sull’area commerciale

    L’assessore Balboni sul superstore: «Bisognerà trovare una nuova collocazione» Il sindaco Fabbri: «Abbiamo ascoltato i cittadini, il voto unanime un successo»

    di Giovanna Corrieri

    Ferrara

    Da un lato c’è il sindaco Alan Fabbri che rivendica di aver «ascoltato i cittadini» dopo il “compromesso” fatto l’altra sera in Consiglio fra tutta la maggioranza e i consiglieri di Ferrara Nostra che avevano presentato d’urgenza la mozione per modificare il progetto Feris, e l’assessore Alessandro Balboni che parla già di «Nuovo Feris» e di «passo avanti che dà nuovo impulso al progetto». Per l’opposizione, quella in Consiglio e quella dei Comitati cittadini che per mesi quel progetto l’hanno tanto combattuto, la “mossa” è stata piuttosto una «retromarcia» di fronte a un progetto «praticamente naufragato». Ma tant’è: lo stralcio della nuova area commerciale in via Caldirolo è ormai data per certa dovendo, lo sottolineava ieri Balboni, «trovare una nuova collocazione» (su quale potrebbe essere resta invece l’interrogativo: stando alle comunicazioni più recenti della stessa azienda circa l’ultima versione del progetto, questo comprenderebbe per esempio anche aree come l’ex Amga di via Bologna); e c’è anche l’impegno a valutare il recupero dell’ex caserma dopo aver visto le ricerche archeologiche; ad attivarsi con Unife per alloggi a canone calmierato; a cancellare ogni ipotesi di parcheggio scambiatore in via Volano, da trasformare dopo la bonifica da amianto in un’area verde pubblica; a valutare proposte dei civici; a trasformare via Caldirolo in area a Parco Urbano.

    Il sindaco

    «Il voto unanime di tutti i consiglieri sul documento di maggioranza che accoglie le istanze dei ferraresi su Feris è un successo per tutta la città – è l’intervento del sindaco – A differenza di quanto accadeva in passato, quando di certo dove aprire un supermercato o un centro commerciale non era tema di confronto con i cittadini, Feris non sarà un progetto calato dall’alto. Da sindaco ritengo del tutto normale, anzi positivo, che una proposta progettuale di una amministrazione aperta al confronto com’è la nostra, possa cambiare su sollecitazione dei comitati e della partecipazione attiva. E, ancora più positiva, è la scelta di confrontarsi, strada facendo, con il Consiglio Comunale che è l’organo deputato a rappresentare i ferraresi e le loro volontà. Con il voto in Consiglio – continua Fabbri – e con il coinvolgimento di tutti, quindi miglioreremo questo progetto urbanistico, che porterà a Ferrara importanti investimenti e sanerà dopo trent’anni la ferita della Caserma di Cisterna del Follo. La maggioranza, ancora una volta, si è dimostrata compatta e le opposizioni hanno dato finalmente un segnale di apertura, accantonando l’ostruzionismo e sostenendo le istanze da noi proposte. Desidero ringraziare tutti i consiglieri e i cittadini che con i loro suggerimenti ci hanno motivato a fare un passo avanti verso un progetto ancora più bello».

    L’assessore

    E sulle prossime modifiche al progetto, «abbiamo immaginato un Nuovo Feris, ascoltando le idee delle associazioni e delle forze del territorio – dice l’assessore Balboni – Il documento discusso in Consiglio rappresenta un passo avanti che dà un nuovo impulso al progetto. Resta centrale la collaborazione tra pubblico e privato che porterà investimenti mai visti prima a Ferrara con benefici importanti per l’Università e i suoi studenti. Dopo trent’anni finalmente l’ex Caserma, cuore dell’operazione, verrà riqualificata in uno studentato. Sul fronte ambientale, ora, vogliamo spingerci oltre desigillando migliaia di metri quadri di asfalto, con un bilancio ambientale positivo: più verde e meno cemento. Il voto del Consiglio ha, inoltre, indicato che l’operazione commerciale inizialmente prevista in via Caldirolo, indispensabile per l’equilibrio economico dell’intera operazione di rigenerazione urbana, dovrà trovare una nuova collocazione. Su questo lavoreremo in sede di Conferenza dei Servizi, che resta tutt’ora in corso e che è propedeutica all’Accordo di programma pubblico-privato. Il nuovo progetto, che costruiremo insieme ai cittadini, cambierà in meglio il volto della città». C’è quindi fin d’ora l’apertura alle istanze dei cittadini che, su tutto, avevano contestato l’area commerciale in area agricola a ridosso delle Mura, valutando da subito necessario un intervento di riqualificazione invece all’ex caserma Pozzuolo del Friuli che rispondesse però maggiormente agli interessi pubblici.

    Nuovo Feris

    Da qui la maggiore “esplicitazione” da parte della maggioranza delle richieste presenti nella mozione dei consiglieri del gruppo Ferrara Nostra, che ha impegnato così la Giunta: «pur con l’obiettivo di mantenere in essere interlocuzioni anche con i proponenti privati ai fini dell’individuazione di una diversa progettazione che tenga come punto centrale la riqualificazione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli e delle aree inquinate di via Volano, di rivalutare l’intervento complessivo alla luce delle criticità emerse, avviando un processo partecipativo con la città, ponendo una particolare attenzione al bilancio ambientale dell’operazione, la quale dovrà mantenere un saldo positivo di aree verdi e di suolo desigillato». E gli ultimi numeri del progetto dati da Arco Lavori parlavano di ridurre l’indice edificatorio: «realizzando circa 7.000 metri quadrati in meno di superficie utile; si rinaturalizzano circa 13.000 metri quadrati di aree; si “disigillano”, ovvero vengono resi di nuovo permeabili, oltre 60.000 metri quadrati di tessuto urbano cementato; si recuperano oltre 14.000 metri quadrati di edifici identitari situati nel centro storico della città; si bonificheranno oltre 78.000 metri quadrati di aree; si restituiranno a Ferrara oltre 40.000 metri quadrati di attrezzature e spazi collettivi».

    In bicicletta per dire “no” al progetto FéRis

    Circa 250 persone hanno partecipato sabato mattina alla biciclettata per dire “no” al progetto FéRis portato avanti dall’Amministrazione comunale per la riqualificazione della ex caserma di Pozzuolo del Friuli e della ex Cavallerizza in via Scandiana. Tra i motivi del dissenso vi sono il rifiuto verso la costruzione di un nuovo centro commerciale nella zona e i timori per l’incremento del traffico. Per chi si oppone, si tratta di «un progetto sbagliato, sbagliatissimo».

    (Video di Filippo Rubin)

    Fé.ris speculazione indecente, peggio del palaspecchi

    Un nuovo incontro con 150 persone per contestare il progetto urbanistico.

    Il progetto Fe.Ris è una speculazione edilizia di livello indecente. Più dannoso per la città di quanto lo siano stati il Palazzo degli Specchi, Darsena City, la Casa del Pellegrino, il Palazzone di via Kennedy. È illegittimo, attendiamo la risposta del Tar a cui abbiamo presentato ricorso». Andrea Malacarne, che ieri rappresentava Italia Nostra in un incontro pubblico promosso dal Forum Ferrara Partecipa ta, non ha risparmiato critiche al piano urbanistico che punta a trasformare l’ex Caserma “Pozzuolo del Friuli” in uno studentato gestito da privati affiancato da un’area dedicata alla ristorazione, a “coprire” un’area agricola con un ipermercato in via Caldirolo e a ridurre l’area verde a ridosso del le Mura per far spazio ad un parcheggio in viale Volano.

    Erano in 150, ieri, i cittadini convenuti in una sala dello Spazio Grisù per rinviare al sindaco ogni considerazione che punta a relegare le persone che contestano il progetto nell’angolo dei “perditempo” o degli “insoddisfatti che hanno perso occasioni nella vita”

    Progetto FE.Ris.? Mi sento a disagio

    Iper e parcheggio
    Progetto FE.Ris.? Mi sento a disagio

    Michele Pastore


    12 luglio 2022


    Avevo apprezzato l’impegno della Amministrazione Comunale di procedere nella conservazione delle mura cittadine con un cospicuo finanziamento annuale. Sono stato uno dei progettisti del Progetto Mura che ha contribuito a far definire Ferrara patrimonio Unesco e, pur ritenendo che mancasse un piano organico, come fu quello della fine degli anni ottanta, riconosco che si è proceduto, per le parti restaurate, sulla strada di una corretta conservazione del nostro patrimonio culturale unico delle mura estensi.

    Oggi però, con riferimento al progetto di rigenerazione urbana FE.Ris mi sento profondamente a disagio e non posso non esprimere la mia completa divergenza. Non si tratta dell’espressione di un progetto diverso ma di una vera e propria disdetta dei presupposti del Progetto Mura. Non posso intervenire a nome dell’Associazione Ferrariae Decus, di cui sono presidente, perché molti consiglieri sono un ferie e mi è impossibile convocare il consiglio. Certamente lo farò al rientro. Anticipo quindi una mia opinione personale. I presupposti qualificanti del Progetto Mura erano liberare tutte le aree al ridosso delle mura e realizzare il sistema unitario composto da mura, vallo e terrapieni. Non si tratta quindi di intervenire su aree dismesse o abbandonate ma su aree che devono essere liberate e recuperate per riconnetterle al sistema verde delle mura. Ciò per esaltare la percezione del paesaggio del sistema fortificato. Parlo di paesaggio e non di ambiente che è altra cosa. La costruzione di un ambiente naturale è la ragione che ha portato a rimboschire eccessivamente il vallo nord. Intendiamoci è certamente apprezzabile la scelta di arricchire gli spazi liberi con la piantumazione di nuovi alberi, ma c’è modo e modo di procedere. Questa bulimia di alberi nasconde il paesaggio del sistema murato quando si percorre Via Bacchelli. Inoltre il paesaggio delle mura che racconta la nostra storia non ha necessità di costruire un ambiente che non c’è mai stato in quanto in origine era zona allagata per migliorare la difesa delle mura e della città. Il progetto FE.Ris è un intervento che contemporaneamente interessa tre parti diverse ma molto sensibili della città, parti che dovevano essere libere e salvaguardate da funzioni incompatibili. La perspicacia del progetto FE.Ris è stata notevole: si sono presi “due piccioni con una fava”. Il recupero dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli da destinare in parte a studentato, a residenza ed attività commerciali e di ristorazione, con funzioni non meglio definite, nella ex Cavallerizza. Se questa è l’offerta della fava i due piccioni con un sol colpo snaturano il paesaggio delle mura. Il grande ipermercato (ma se ne sente poi la necessita?) che si definisce innovativo parco urbano , forse per il tetto verde, a ridosso del vallo est di fronte a dove sorgeva il baluardo di San Rocco, demolito nel tempo, le cui tracce sono segnate da una sequenza di siepi. Ma ancora peggiore è la proposta di un grande parcheggio sul terrapieno, lato sud là dove c’era l’incompatibile deposito di materiali dell’Edilizia Estense. Questo non solo non è un parcheggio scambiatore, che andrebbe collocato in periferia, per liberare il centro storico dalle auto, ma costituisce un terminale destinato a portare le auto sulle mura. Già non ho mai condiviso la scelta della precedente amministrazione di continuare a confermare a parcheggio il baluardo di San Lorenzo, cambiano le amministrazioni ma a volte si confermano gli errori sugli assetti della città. Ora per favore non si parli più di valorizzare e tutelare le mura estensi.

    Capiamoci bene io sono assolutamente favorevole alle intese ed ai programmi pubblico-privato per affrontare i problemi della città. Là però dove sono chiari i rapporti. In questo caso però mi pare, forse è mia disinformazione, che non sia nulla chiaro e che il rapporto costi benefici sia a tutto vantaggio del privato con uno strumento di rigenerazione urbana che di tale non solo ha molto poco ma che contemporaneamente smentisce la salvaguardia del complesso delle mura.

    arch. Michele Pastore