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Quando: Giovedì 23 ottobre 2025, ore 18:00
Dove: CHIOSTRO DI SANTA MARIA IN VADO, via Borgovado 3

    Autore: webmaster

    Fe.Ris, Marani: “Un’altra tappa verso la distruzione di Ferrara”

    Le critiche al progetto arrivano anche da parte del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi: “Ci sono mille altri modi di riqualificare aree simili”

    Anche Diego Marani, scrittore e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, interviene sulle conseguenze del progetto Fe.Ris e lo fa con un commento al post su Facebook di Davide Nanni, insegnante e responsabile cultura del Pd ferrarese, in cui viene aspramente criticata tutta l’operazione approvata dalla giunta di Alan Fabbri.

    Una scelta che lo stesso Marani definisce come “un’altra tappa verso la distruzione di Ferrara e un’ulteriore segno del declino italiano“, prima di arrivare a sottolineare come concretamente oggi esistano “mille altri modi per riqualificare aree simili”.

    Gli esempi sono svariati e totalmente differenti dalla costruzione di un ipermercato a due passi dalle mura rinascimentali, in via Caldirolo: “In paesi civilizzati – prosegue lo scrittore nato a Tresigallo – ci fanno centri culturali, musei, sale per concerti, teatri. Edimburgo e Sheffield hanno trasformato interi quartieri industriali in aree culturali dove si tengono festival mondiali come The Fringe”.

    “Per due voti in consiglio comunale – aveva scritto Nanni nel suo post social – è passata la delibera che promette di cementificare una vasta area agricola in via Caldirolo, a ridosso delle mura e di una ‘circonvallazione‘ est ormi congestionata, per far sorgere l’ennesimo ipermercato. In una zona dove ce ne sono già tre. Il tutto per fare un regalo a Esselunga, in barba a ogni progettazione urbanistica che tenga conto delle necessità di residenti, cittadini e ambiente”.

    L’esponente del Partito Democratico prosegue e si sofferma sull’esito della votazione: “La testimonianza diretta sta nel numero assai risicato con cui la delibera è passata e nella protesta di molte associazioni di categoria, e cittadini che hanno a cuore Ferrara“.

    L’hashtag utilizzato da Nanni è #nograzie: “Ora, per stessa ammissione dell’assessore proponente, il progetto – conclude – dovrà essere sottoposto al vaglio della Soprintendenza e fare altri passaggi in Provincia e Regione. La partita quindi non è ancora chiusa, un dato però è lampante: la maggioranza consiliare non esiste più“.

     

    Progetto Feris: “Una ingannevole rigenerazione”

    L’intervento dell’architetto Michele Pastore, presidente di Ferrariae Decus, uno dei progettisti del Progetto Mura che ha contribuito a far definire Ferrara patrimonio Unesco

    Continuano a moltiplicarsi gli interventi contro il progetto Feris da parte non solo di esponenti della politica, ma anche di esperti urbanisti o comunque conoscitori della materia. E’ il caso dell’architetto Michele Pastore, presidente di Ferrariae Decus, l’Associazione per la Tutela del Patrimonio Storico e Artistico di Ferrara e della sua Provincia.

    Pastore è stato uno dei progettisti del Progetto Mura che ha contribuito a far definire Ferrara patrimonio Unesco e, dopo aver ammesso di aver apprezzato l’impegno dell’Amministrazione comunale di procedere nella conservazione delle mura cittadine con un cospicuo finanziamento annuale, è intervenuto con una serie di rilievi in merito a un progetto, Feris, che lo ha messo “profondamente a disagio”. Quella espressa da Pastore è una “completa divergenza” in quanto “non si tratta dell’espressione di un progetto diverso ma di una vera e propria disdetta dei presupposti del Progetto Mura”.

    “Non posso intervenire a nome dell’Associazione Ferrariae Decus, di cui sono presidente – precisa – perché molti consiglieri sono un ferie e mi è impossibile convocare il consiglio. Certamente lo farò al rientro. Anticipo quindi una mia opinione personale”.

    Opinione basata proprio partendo dai presupposti qualificanti del Progetto Mura, che erano “liberare tutte le aree al ridosso delle mura e realizzare il sistema unitario composto da mura, vallo e terrapieni”. “Non si tratta quindi – afferma Pastore – di intervenire su aree dismesse o abbandonate ma su aree che devono essere liberate e recuperate per riconnetterle al sistema verde delle mura. Ciò per esaltare la percezione del paesaggio del sistema fortificato. Parlo di paesaggio e non di ambiente che è altra cosa. La costruzione di un ambiente naturale è la ragione che ha portato a rimboschire eccessivamente il vallo nord. Intendiamoci è certamente apprezzabile la scelta di arricchire gli spazi liberi con la piantumazione di nuovi alberi, ma c’è modo e modo di procedere. Questa bulimia di alberi nasconde il paesaggio del sistema murato quando si percorre Via Bacchelli. Inoltre il paesaggio delle mura che racconta la nostra storia non ha necessità di costruire un ambiente che non c’è mai stato in quanto in origine era zona allagata per migliorare la difesa delle mura e della città”.

    Nello specifico sul prgetto Feris, Michele Pastore parla di “un intervento che contemporaneamente interessa tre parti diverse ma molto sensibili della città, parti che dovevano essere libere e salvaguardate da funzioni incompatibili”. Con una certa ironia, l’architetto sostiene che “la perspicacia del progetto Feris è stata notevole: si sono presi “due piccioni con una fava””. Specificando che “il recupero dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli da destinare in parte a studentato, a residenza e attività commerciali e di ristorazione, con funzioni non meglio definite, nella ex Cavallerizza. Se questa è l’offerta della fava i due piccioni con un sol colpo snaturano il paesaggio delle mura. Il grande ipermercato (ma se ne sente poi la necessita?) che si definisce innovativo parco urbano, forse per il tetto verde, a ridosso del vallo est di fronte a dove sorgeva il baluardo di San Rocco, demolito nel tempo, le cui tracce sono segnate da una sequenza di siepi”. Ma ancora peggiore sarebbe a detta dell’architetto “la proposta di un grande parcheggio sul terrapieno, lato sud là dove c’era l’incompatibile deposito di materiali dell’Edilizia Estense”. “La proposta – precisa – contraddice la scelta di liberare e ricuperare a verde tutti i terrapieni intorno alle mura. Questo non solo non è un parcheggio scambiatore, che andrebbe collocato in periferia, per liberare il centro storico dalle auto, ma costituisce un terminale destinato a portare le auto sulle mura. Già non ho mai condiviso la scelta della precedente amministrazione di continuare a confermare a parcheggio il baluardo di San Lorenzo, cambiano le amministrazioni ma a volte si confermano gli errori sugli assetti della città. Ora per favore non si parli più di valorizzare e tutelare le mura estensi”.

    “Capiamoci bene – conclude – io sono assolutamente favorevole alle intese e ai programmi pubblico-privato per affrontare i problemi della città. Là però dove sono chiari i rapporti e vincolati da precise convenzioni. In questo caso però mi pare, forse è mia disinformazione, che non sia nulla chiaro e che il rapporto costi benefici sia a tutto vantaggio del privato con uno strumento di rigenerazione urbana che di tale non solo ha molto poco ma che contemporaneamente smentisce la salvaguardia del complesso delle mura”.

     

    Progetto Feris. L’appello di Cgil, Cisl e Uil alla giunta: “Fermatevi e riflettete insieme a noi”

    Sul progetto di rigenerazione urbana dell’amministrazione Fabbri intervengono anche i segretari generali dei tre sindacati: “È una mistificazione della realtà ipotizzare che con una nuova superficie di vendita si possa incidere positivamente sull’occupazione esistente”

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    Stop al consumo di suolo: la Rete Giustizia Climatica dice “no” al progetto Feris

    Ferma contrarietà al progetto che cementifica l’area di via Caldirolo a ridosso delle Mura e crea un parcheggio in viale Volano: “Non abbiamo bisogno di nuovi ipermercati a Ferrara e nel Vallo delle Mura dovrebbero esserci solo alberi”

    Un no deciso al progetto Fe.Ris che, sotto l’egida della “riqualificazione urbana”, punta a cementificare migliaia di metri quadrati a ridosso delle Mura di Ferrara, una delle più importanti emergenze della Città Patrimonio Unesco, il tutto all’insaputa di cittadini e opinione pubblica. Fra le tante voci decisamente contrarie al piano che il Comune di Ferrara ha presentato in commissione si leva ora quella della Rete per la Giustizia climatica di Ferrara.

    Un progetto che inciderà notevolmente sull’assetto urbanistico di Ferrara e che prevede, oltre alla riconversione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli in via Scandiana-Cisterna del Follo, ma che comprende anche nell’ambito di un Accordo di programma altri due interventi “in un unico, ‘micidiale’ pacchetto“, che non sono affatto graditi alla Rete Giustizia Climatica: “L’ennesimo ipermercato in via Caldirolo che, di fatto, caricherà di traffico veicolare l‘asse via Caldirolo-via Turchi, e un parcheggio nell’area di viale Volano, che nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e le fortificazioni storiche”.

    La Rete non si limita al semplice ‘no’, ma lo motiva parlando di “incoerenza” dell’Ammistrazione con la risoluzione votata in Consiglio Comunale che si impegna ad arginare il consumo di suolo. “Contrastare il consumo di suolo – spiegano dalla Rete – è un impegno che l’Amministrazione si era assunta con la votazione del 12 aprile 2022, non solo per contrastare il dissesto del territorio e la perdita di biodiversità ma anche per mitigare gli effetti drammatici del riscaldamento globale (stoccaggio di carbonio, maggiore disponibilità di spazio per la piantumazione di numeri elevati di alberi che rappresentano uno dei mezzi più efficaci per ridurre l’aumento delle temperature). In particolare, poiché Ferrara è uno dei capoluoghi di provincia con il maggior numero di ondate di calore, sarebbe estremamente importante che le scelte di pianificazione dell’Amministrazione della città fossero volte a impedire un ulteriore cementificazione del suolo comunale”.

    I motivi del no a questa formulazione di Fe.Ris sono presto riassunti: “non può passare come “riqualificazione urbana” un progetto che cementifica un’area destinata a seminativo in via Caldirolo, non si può citare a favore della sostenibilità di questo progetto il modello della Citta dei 15 minuti, perché un ipermercato da 3.750 non è un servizio di prossimità” oltre al fatto che “non è utile un altro ipermercato in un punto della città in cui ce ne sono già 5, che occupano 6 mila metri quadrati di suolo: 461 mq di superficie di vendita per abitante in quell’area”.

    Per la Rete Giustizia Climatica “non è utile nemmeno un parcheggio: ce n’è già uno scarsamente utilizzato in via Volano”, senza contare che “non basta riqualificare spazi degradati come la Caserma Pozzuolo del Friuli per essere sostenibili: non c’è utilità pubblica nel progetto Fe.Ris che accorpa in un unico accordo anche ipermercato e parcheggio”.

    Non ultimo il fatto che non sia stata consultata la cittadinanza prima di avviare l’iter del progetto: “E adesso, a cose fatte, la partecipazione è proprio inutile”.

    Migliaia di metri cubi di cemento attorno alle mura sono falsa sostenibilità

    L’architetto Farinella critica l’idea della giunta Fabbri di costruire il mega ipermercato e un parcheggio e chiede alle associazioni di intervenire
    “Falsa sostenibilità e retorica della rigenerazione urbana”. Bolla così l’architetto Romeo Farinella il nuovo progetto Fèris, “presentato in qeusti giorni con grande enfasi” dal sindaco Alan Fabbri e dall’assessore Alessandro Balboni.

    Si tratta, in estrema sintesi, di un accordo di programma pubblico-privato per la costruzione di uno studentato nell’ex caserma Pozzuolo del Friuli, della realizzazione di un nuovo parcheggio da 5mila metri quadrati in via Volano e di un’area commerciale con anche zone verdi di 11mila metri quadri a ridosso delle mura a est di Ferrara.

    Contro il progetto Fe.ris. per la difesa del patrimonio ambientale ed urbanistico di Ferrara

    Italia Nostra fu tra le poche voci contrarie al testo della nuova legge urbanistica della regione Emilia Romagna, varato nel dicembre del 2017, perché, dopo l’enunciato positivo del limite al consumo di suolo, rinunciava a stabilire a priori a favore dell’interesse collettivo le regole di trasformazione del territorio, demandando di fatto ogni decisione alla contrattazione tra pubblico e privato.

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    “Fèris”, una nuova vita per l’ex caserma di Pozzuolo del Friuli

    Presentato l’accordo di programma pubblico-privato per la costruzione di uno studentato, la realizzazione di un nuovo parcheggio da 5mila metri quadrati e di un parco urbano.

    L’ex caserma Pozzuolo del Friuli sarà al centro di un progetto di rigenerazione urbana, che vedrà coinvolte anche l’area dell’ex deposito di materiale edile di via Volano, che diventerà un parcheggio, e una zona a lato di via Caldirolo, dove sarà edificata una struttura commerciale all’interno di un parco urbano.

    Il progetto, chiamato “Fèris – Ferrara è rigenerazione innovazione sostenibilità”, è stato presentato giovedì dal sindaco Alan Fabbri e dall’assessore Alessandro Balboni. Si tratta di un accordo di programma tra le società ArCo, Rng Srl e il Comune di Ferrara.

    L’intervento di rigenerazione urbanistica interesserà tre diverse aree, su cui i lavori, che dovrebbero cominciare nel giugno 2023 e terminare nel 2026, procederanno di pari passo, così come richiesto dall’amministrazione.

    L’operazione di maggior rilievo è quella che riguarda l’ex caserma, che si trova in stato di abbandono da quasi trent’anni. Dalla ristrutturazione degli edifici principali del complesso verrà ricavato un grande studentato con circa 400 posti letto e alcune abitazioni private. Saranno invece abbattuti i magazzini “incongrui” costruiti negli anni Settanta che si affacciano su via Scandiana, così come sarà rimosso il muro di recinzione che separa lo spazio interno dalla strada. Tali lavori permetteranno di ottenere una nuova piazza pubblica e donare maggiore respiro al vicino Palazzo Schifanoia.

    Inoltre sarà ristrutturata anche l’ex Cavallerizza, al cui interno troveranno posto negozi di quartiere ed alimentari, diventando così uno spazio multifunzionale e “food court”. L’intenzione è quella di soddisfare la crescente richiesta abitativa dovuta all’incremento di studenti universitari riqualificando una zona centrale oggi abbandonata e creando “una ricaduta sul commercio interno alle mura”.

    Un punto importante del progetto è quello che riguarda la trasformazione di un terreno compreso tra via Caldirolo e via Turchi: qui sarà edificata “una struttura commerciale di un operatore non ancora presente in città”, sulla cui identità c’è ancora grande riserbo al momento da parte dell’amministrazione. Attorno ad essa si svilupperà un grande parco urbano, dotato di piste ciclabili.

    Ultima tassello del piano è anche la realizzazione di un parcheggio pubblico (5000 m2) in un’area di via volano a ridosso delle mura una volta adibita a deposito edile, ormai da tempo inutilizzata e già oggetto di alcuni interventi di bonifica.

    La presentazione in Commissione Consiliare dell’accordo di programma in variante agli strumenti urbanistici e di pianificazione vigenti avverrà il 5 luglio, mentre la trattazione in Consiglio Comunale è in programma per lunedì 11.

    “L’atto approvato martedì scorso in giunta – spiega Fabbri – è il primo passaggio del percorso per l’approvazione e la realizzazione del progetto che nasce da un lavoro di qualche anno svolto principalmente dall’assessore Balboni”. Il sindaco ha sottolineato che questo accordo misto pubblico e privato (75 milioni di euro in opere private e 15 in opere pubbliche) rappresenta “uno degli obiettivi di mandato” e che una volta approvato “farà bene alla città e alla Università”.

    Per l’assessore Balboni questo rappresenta “il culmine di un percorso di due anni e mezzo”, infatti “fin dall’insediamento era chiaro che serviva una soluzione per l’ex Caserma di via Cisterna del Follo, che rappresenta un vero buco nero nel tessuto urbano”.

    L’amministrazione con quest’opera prevede di creare 400 nuovi posti di lavoro ed un grosso indotto derivante dalle opportunità di lavoro per imprese e professionisti del territorio.