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    15/07/2024

    Ferraar laboratorio di resistenza e proposta politica

    estense.com

    Ferrara laboratorio di resistenza e proposta politica

    di Romeo Farinella

    11 Luglio 2024

     

    Leggo sul quotidiano La Repubblica del 10 luglio scorso che il nuovo sindaco di Mazara del Vallo, massicciamente sostenuto da Fratelli d’Italia, avrebbe dichiarato che chi ha perso, per i prossimi cinque anni, dovrà restare fuori dalla città perché, dice poi lo “statista” siciliano, verrà spaccato il didietro a tutti (presumo gli oppositori).

    Con altre parole (viste le telefonate che si sono sentite nel post-elezioni), credo sia lo stesso pensiero del sindaco Alan Fabbri e del suo team. Affrontare il governo della cosa pubblica con l’atteggiamento da bullo è ormai una pratica condivisa nel nostro Paese (Terni docet), dal livello ministeriale a quello dell’assessorato locale. E questo è apprezzato da chi ama essere comandato da persone che indicano anche i comportamenti da esibire nella sfera privata e amicale; piace, credo, alla gran parte del nostro Paese e della nostra città. Mi pare un dato di fatto, confermato dal plebiscito per il nostro sindaco.

    Quindi prepariamoci, perché ogni ragionevole rilievo critico nei prossimi anni verrà seppellito da una risata, condita forse da “francesismi”, tanto sono legittimati dal “popolo” che ha votato il suo capopopolo. Partendo da questo dato, forse il consiglio di andarsene del sindaco di Mazara del Vallo ha una sua saggezza, ma ahimè non tutti possono e vogliono andarsene.

    Bisogna quindi resistere attivamente, pensando ad un futuro che, politicamente, non può essere solo costruito sull’essere “anti-Fabbri”, ma soprattutto sull’esigenza di fare di Ferrara un “laboratorio di resistenza e proposta politica” per una città che, insieme alle altre città grandi e piccole, deve fare la sua parte per invertire la deriva politica, ambientale, sociale nella quale siamo tutti coinvolti, nostro malgrado.

    Le “opposizioni” politiche insieme ai cittadini, attraverso forme di cittadinanza attiva (presenti a Ferrara da diversi anni), dovrebbero dare vita a questo laboratorio. Superando le presunzioni del “faccio io” (quindi la personalizzazione del confronto che diventa conflitto muscolare) e l’arroganza e la propensione all’autoreferenzialità di alcuni partiti nazionali, che vorrebbero insegnare come si fa politica, salvo avere delle responsabilità nella duplice sconfitta elettorale di quest’ultimo decennio. L’esperienza del Forum Ferrara Partecipata ha dimostrato la presenza latente, ma radicata, di tante professionalità, esperienze, capacità di riflessione critica non necessariamente inquadrate nelle “forme-partito”, che forse varrebbe la pena ascoltare e coinvolgere nel processo di elaborazione di una alternativa politica al governo attuale di questa città.

    Certamente ci saranno posizioni diverse, ma il confronto laboratoriale serve a questo: approfondire per definire scelte e opzioni che dovranno confluire in strategie future. Il tavolo deve essere aperto e non chiuso, come è stato per la passata campagna elettorale, come ho ribadito in una riflessione precedente, e il confronto deve essere su temi e programmi prima che sulle persone.

    Prendiamo il tema che oggi infiamma le cronache cittadine: “Ferrara città di eventi”. Mi pare evidente che la povertà di pensiero di chi governa oggi la città non possa che essere nascosta dietro le retoriche (ad esempio genericamente green) che diventano eventi comunicativi e dietro fatti come sono i concerti in piazza. Poi i dati ci dicono altro: che siamo il territorio più povero della regione (questo da tempo, quindi qui sono in tanti che dovrebbero riflettere sul perché), poi il turismo culturale e straniero è in forte calo e Ferrara, da città produttrice d’arte ed esposizioni, è diventata città riciclatrice di mostre (la nostra esposizione di Escher sono 20 anni che gira per l’Italia) senza tenere il passo con altre città anche prossime (Mantova, Rovigo, Forlì), che stanno investendo molto sulle politiche culturali e le esposizioni.

    Il problema della ridondanza degli eventi che travolgono le città, i centri storici, i parchi e la vita dei cittadini residenti è ormai un problema nazionale, ma a Ferrara è diventata politica pubblica trainante, che privilegia però gli interessi privati, e penso lo sarà per i prossimi anni di questa amministrazione, che è formata da persone che credo non ammetteranno errori, più che comprensibili quando si governa, e non si siederanno mai attorno a un tavolo per ragionare sul bene comune con gli sconfitti a cui, al contrario, va spaccato il didietro.

    Personalmente, non sono sorpreso di questo. È il loro modo di essere e di interpretare un mondo dove o si è vincitori o si è sconfitti, dove o sei un “talento” o non vali nulla, dove rivendichi il tuo essere virile urlando per strada, in piazza, seduto in un caffè o in spiaggia, o usando il turpiloquio nei confronti di chi ha opinioni diverse dalle tue. Mi preoccupano più gli indifferenti, quelli che non prendono posizione, quelli che stanno alla finestra e ironizzano, quelli che per conoscenze e competenze avrebbero molte cose da dire ma non le dicono, forse per paura di ripercussioni, o per indifferenza, per l’appunto. Non mi riferisco ovviamente ai privati cittadini e alle associazioni che sono intervenute numerose nel dibattito con critiche e proposte.

    L’anno scorso sul tema “eventi” in centro storico e parco urbano ho scritto diversi articoli sulla stampa locale e nazionale, ponendo problemi etici, tecnici, ambientali; ho ricevuto diverse email di sostegno anche con proposte, ma di prese di posizione o considerazioni critico-propositive (come del resto erano le mie) ne sono uscite ben poche pubblicamente, mentre i decibel facevano vibrare monumenti secolari, piazze storiche patrimonio dell’umanità venivano saccheggiate e arredate da bagni chimici e tubi innocenti, o la biodiversità di parchi urbani veniva compromessa da eventi “fuori-luogo”.

    Questo tema deve uscire dalla sfera locale e diventare un tema di riflessione nazionale, come sta capitando in Spagna con la rivolta verso la “turistificazione” delle città. Bisogna creare delle reti e mobilitare associazioni, esperti e politici perché il tema del futuro del nostro patrimonio e della nostra quotidianità di cittadini, senza diritti verso la propria città, sta diventano un problema politico-strutturale. Tra le altre cose, per il prossimo anno, è stato annunciato a Ferrara il Festival di Bud Spencer e Terence Hill; quindi, con tutti i fagioli che verranno mangiati, avremo anche la CO2 e il metano alle stelle.

     

     


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