2 argomenti da affrontare per la città futura
1) Predisporre gli strumenti normativi per garantire la partecipazione
Avere a che fare con una Amministrazione evidentemente refrattaria al confronto, (persino con le minoranze consiliari, figurarsi con i cittadini comuni) rende , a mio parere, indispensabile e prioritario stabilire le basi sulle quali l’attività partecipativa può essere condotta. Si tratta di predisporre strumenti normativi che non rendano possibile la partecipazione sulla base del ‘ volubile sentire del sovrano’, ma che stabiliscano su quali temi, con quale tempistica, con quali referenti istituzionali ecc. essa diventi obbligatoria.
Dalla lettura del testo costituzionale, sembra possibile affermare che il legislatore abbia voluto assegnare ai Comuni, e a tutti gli Enti territoriali in generale, il compito di favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà ( art. 118 c. 2 cost.). Il verbo “favorire” all’indicativo presente non lascia spazio a fraintendimenti. Si tratta di una funzione attribuita direttamente dalla Costituzione, che il Comune deve esercitare obbligatoriamente se non vuole incorrere in situazioni di illegittimità.
In Italia esistono poco meno di 300 Regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, più o meno recenti (i primi risalgono al 2014) e diversamente strutturati, ma col passare del tempo si avverte tutta la complessità di questa regolamentazione pattizia e degli stessi temi da risolvere col modello collaborativo. Ferrara non è esente da questa temperie, accresciuta con l’insediamento dell’ultima Amministrazione, il che rende inapplicato l’attuale Regolamento. Esso inoltre, risalente al 2017, sembrerebbe fosse stato impostato per subire una revisione/modifica dopo il 2019.
Lo stesso Statuto del Comune, che pure contempla la partecipazione dei cittadini all’attività amministrativa e rimanda ad apposito regolamento ( art. 29 ss.), a mio parere andrebbe rafforzato e reso più cogente sulla definizione di ‘bene comune’ e di partecipazione .
2) La questione climatica – tutela dell’ambiente art. 9 e 41 cost.
Affrontare la questione climatica, io credo, debba diventare il perno centrale della politica del futuro e la lente attraverso la quale si dovranno leggere e declinare tutti gli altri problemi ( lavoro, produzione, progresso, benessere degli individui e delle società). L’argomento è senz’altro fuori dalla nostra portata nella sua globalità, ma non nei suoi singoli aspetti: anzi è tempo che “ tutti gli uomini di buona volontà” facciano pressing verso l’insipienza dei governi, locali o centrali che siano, troppo timidi verso questo problema se non addirittura negazionisti o riduttivistici. La dimensione della nostra città ci permetterebbe di diventare un ‘caso scuola’ sotto molteplici aspetti con proposte anche drastiche che dovranno essere probabilmente, in questa fase, anche impopolari. Condividendo perciò in larga parte gli spunti suggeriti da Ubiali e Perrone , avanzo qualche esempio concreto:
– revisione del Regolamento per l’accesso alle ZTL e Aree pedonali per liberare davvero il centro storico dalla presenza nefasta (anche per il patrimonio storico-architettonico) delle auto, furgoni, taxi , ma anche auto private;
– istituzione di veri parcheggi scambiatori decentrati dove si possano agganciare mezzi pubblici ad alta frequenza e bicipark,
– ripristino di una cospicua flotta di bus elettrici e di piccole dimensioni per il transito in centro storico;
– rivedere l’applicazione del PAIR nel nostro Comune che notoriamente ogni anno ha un numero significativo di sforamenti dai valori ottimali di PM10 ( d’altra parte sfido chiunque a rendersi conto dell’effettivo vigore delle misure restrittive della circolazione – ottobre/marzo – visto il numero immutato di veicoli circolanti grazie al lungo elenco di esenzioni ai divieti). Oltre alle limitazioni già previste a livello regionale si potrebbe ad es. prospettare una circolazione a targhe alterne oppure escludere totalmente la circolazione entro mura dei veicoli diesel e benzina di qualunque categoria, ecc.
– verde pubblico: grande piano di implementazione del verde pubblico con costituzione di nuovi parchi e/o collegamento di quelli esistenti (mi pare di ricordare che l’argomento fosse contemplato anche in una tesi di laurea illustrata presso la facoltà di architettura in uno degli ultimi incontri); valutazione di costi / benefici per una gestione del verde pubblico che non contempli l’esternalizzazione della sua manutenzione che non mi sembra dia grandi risultati circa la qualità degli interventi.
– verde privato: rendere più restrittive le possibilità di abbattimento delle alberature, siepi, alberi singoli ecc. con la possibilità di verifica sui controlli, da rendersi obbligatori, preventivi e successivi degli abbattimenti e del ripristino;
– rendere più esplicita e cogente la regolamentazione circa la pavimentazione delle aree private/cortilive, ovvero che la parte permeabile dell’area totale non sia mai inferiore a quella minima stabilita per legge pari al 25%, al fine di evitare che successivamente al conseguimento dell’agibilità del fabbricato, si proceda liberamente ad ulteriori pavimentazioni dell’area che possano ridurre il succitato indice minimo, come spesso avviene (i comuni hanno facoltà di aumentarlo).
– PUG: La riunione tenutasi in data 3 agosto u.s. mi è sembrata un po’ come la foglia di fico per l’amministrazione, comunque l’argomento sarà primario per noi dal prossimo settembre. Butto lì una suggestione: il consumo del territorio a saldo zero da raggiungere entro il 2050 come previsto dalla LR 24/2017 mi pare del tutto anacronistico non solo visti gli eventi climatici attuali, ma anche in particolare per una città in costante calo di popolazione. Non si potrebbe proporre al Comune di Ferrara di anticipare virtuosamente questa tempistica?
Lascia un commento