COME SALVARE IL PARCO URBANO
Maggiori garanzie di tutela nel tempo del Parco Urbano possono derivare solo da livelli esterni più elevati di protezione, non dipendenti quindi dalle volontà e dalle politiche delle singole amministrazioni comunali che si succedono. La protezione dell’art.19 del Piano Paesistico Regionale (Zona di particolare interesse paesaggistico ambientale), fatta propria dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, deve essere mantenuta, ma non è, come si è visto, sufficiente, perché la norma fornisce prescrizioni troppo generali e generiche. Nè, d’altra parte, il Parco Urbano ha caratteristiche tali da poter essere inserito nelle zone di protezione naturalistica integrale. Per questo da tempo Italia Nostra aveva richiesto l’inserimento del sistema Parco delle Mura e Parco Urbano come Stazione del territorio protetto dal Parco Regionale del Delta del Po, cominciando il delta del fiume con i rami del Po di Volano e del Po di Primaro. Si ottenne un pronunciamento positivo delle giunte Sateriale e Tagliani, ma la cosa non ebbe seguito per veti politici ad altri livelli. Nulla vieta, oggi, di ribadire con forza la proposta, anche se, dopo l’entrata in vigore dell’ultima legge regionale di riforma dei Parchi e delle Aree Protette, il Parco del Delta sembra attraversare un periodo di grave crisi e debolezza (la vicenda Ortazzo e Ortazzino ne sono una prova tangibile).
Da tempo poi le Associazioni culturali della città, soprattutto Ferrariae Decus e Italia Nostra, hanno avanzato la proposta di una sorta di organismo permanente di controllo e gestione delle Mura e del Parco Urbano, una sorta di Opera delle Mura, composto da rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini, data l’importanza che il sistema Mura e Parco Urbano rivestono nell’equilibrio urbanistico della città. La proposta finora non è stata accolta, ma anche in questo caso credo debba essere ripresa e ribadita.
Il progetto di Tutela e Valorizzazione del Parco Urbano redatto negli anni ‘90 (giunta Sateriale), progetto cofinanziato dalla Regione e, fino a prova contraria, tuttora vigente poneva la valenza ecologica tra gli scopi principali del Parco. Questo aspetto va ribadito nel nuovo PUG- Piano Urbanistico Generale- , cercando di normare con precisione le funzioni e le attività compatibili col Parco e quelle incompatibili da svolgere altrove.
Vanno escluse, ad esempio, attività che richiamino forte affluenza di pubblico concentrata in poco tempo, attività con impatto acustico tale da recare danno o disturbo alla fauna, attività che richiedano la costruzione di strutture temporanee di grandi dimensioni, per il cui allestimento sia necessario l’accesso di mezzi pesanti (quali autocarri e autoarticolati). Deve essere vietato, in ogni caso, l’accesso al parco di tali mezzi.
Su quest’ultimo aspetto, che potrà essere oggetto specifico di Osservazione nelle fasi successive di elaborazione del PUG, è importante uno sforzo di elaborazione comune.
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