Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sull’uso degli spazi pubblici per gli eventi, che contrappone cittadini e amministrazione
Il recente articolo «Ferrara: la piazza è mia» mi consente di porre una domanda importante per le nostre comunità urbane: di chi è la città, e in particolare quella pubblica? Ferrara è una città storica, “patrimonio Unesco”, che sta vivendo un conflitto tra due diverse idee di città e di futuro, con un’amministrazione di destra e un’esperienza di “cittadinanza attiva” che s’identifica nel Forum Ferrara Partecipata, nato nel 2022 in opposizione a un progetto urbano (FéRIS) controverso e speculativo.
Uno dei temi di discussione e conflitto riguarda il diritto dei cittadini all’uso dello spazio pubblico. L’anno scorso si è svolto il concerto di Bruce Springsteen in un parco urbano ricco di biodiversità: 50.000 persone hanno devastato un prato reso umido dalle piogge che hanno allagato la Romagna.
Il Ferrara Summer Festival (che dura circa un mese) è l’altro grande evento che da tre anni occupa due importanti luoghi monumentali e storici della città: la piazza a fianco della Cattedrale e la Piazza Ariostea. Questi vengono occultati da arene metalliche, mentre gli spazi pubblici vengono chiusi a cittadini e turisti. Chi va ai concerti deve comprare una bottiglietta d’acqua all’interno al prezzo di 3 euro e i negozi e bar dentro il perimetro alle 18 devono chiudere. La città è stata quindi trasformata in un luogo di eventi privati, in una discoteca con “comfort zone” e “terrazze vip”.
Il primo evento porta con sé anche il tema della biodiversità e del valore che le vogliamo attribuire nella nostra cultura e nelle nostre aree urbane. La seconda argomentazione riguarda l’uso improprio degli spazi urbani storici. Il sindaco Alan Fabbri ha dichiarato che molti artisti (e agenti) chiedono location pubbliche di prestigio per i loro concerti, ma gli spazi alternativi non mancano (l’aeroporto locale è semi utilizzato). Questi concerti nel centro storico non sono solo un insulto alla bellezza della città, trasformata in una discoteca da spiaggia, ma sono anche pericolosi per la salute dei cittadini. Normalmente la rumorosità notturna non deve superare i 40 decibel, oltre a questo limite si può parlare di disturbi del sonno con danni alle persone. Molti concerti, in particolare quelli di musica tecno, sono programmati per finire alle 2 di notte, grazie a un’ordinanza del Comune.
Lo spazio pubblico è il luogo dove si esplicita l’appropriazione sociale della città, è pertanto un indicatore di civiltà. L’esperienza ferrarese mette in luce però un altro tema, ovvero che a una pratica di governo condivisa e dialogante, si preferisce una pratica di comando dove l’idea di “cittadinanza attiva” è sostituita con quella di “soggetto portatore d’interessi”, che si sovrappone all’idea di “città bene comune”. Si esalta il “culto del fare” ma, come e per chi, lo stabilisce chi comanda. Questo atteggiamento non è conservatore o progressista (viene usato in entrambi i campi), ma è tipico di una visione neoliberale dove l’economia e la sua finanziarizzazione hanno di fatto sostituito la politica e trasformato il cittadino in consumatore.
Nel 2025, oltre al Ferrara Summer Festival, in centro storico, al Comfort Festival, in Darsena, si preannuncia il Festival di Bud Spencer e Terence Hill e, con tutti i fagioli che si mangeranno (come accadeva nei film), oltre alla qualità della vita peggiorerà sensibilmente anche la qualità dell’aria appesantite da metano e CO2. Dopo l’estate, su questi temi, a Ferrara vorremmo avviare un laboratorio di riflessione politica sul diritto alla città aperto a tutto il paese.
Immagine copertina: Il parco urbano di Ferrara dopo il concerto di Bruce Springsteen del 18 maggio 2023
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