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Quando: Sabato 25 gennaio 2025
Dove: Conad, via Krasnodar

    Tag: Periscopionline.it

    INSIEME PER UNA NUOVA VISIONE DI CITTA’: Assemblea Pubblica a Ferrara, martedì 26 novembre dalle ore 17,30 alle 20

    INSIEME PER UNA NUOVA VISIONE DI CITTA
    Assemblea Pubblica: martedì 26 novembre dalle ore 17,30 alle 20

    Lettera per Associazioni e forze politiche
    Il Forum Ferrara Partecipata intende aprire una nuova fase di confronto e collaborazione con tutti i soggetti interessati a costruire un’idea alternativa di città e ad operare insieme per una nuova visione di città orientata al contrasto alla crisi climatica e sociale.
    Il Forum, come è noto, è nato per contrastare il progetto FERIS che perseguiva interessi privati e non di pubblica utilità, e ha sviluppato il proprio percorso elaborando proposte per disegnare la Ferrara del futuro, indicando priorità e contenuti alternativi a quelli sino ad ora messi in campo.

    In particolare sono stati messi a fuoco i temi della democrazia partecipativa, della transizione e conversione ecologica, dei beni comuni, di un modello sociale giusto e inclusivo. Le proposte formulate sono state raccolte in un documento reperibile sul nostro sito (qui) ed è stata inoltre evidenziata la necessità di elaborare una visione di città che ponga al centro lo sguardo delle donne.

    Abbiamo tentato di dare voce a questi contenuti anche nel corso dell’ultima campagna elettorale amministrativa, pur in un contesto non troppo attento a discutere del futuro di Ferrara.

    Ora vogliamo dare avvio ad un percorso che riprenda quei temi e li selezioni in base alle priorità che devono essere affrontate in tempi brevi.

    Le questioni che appaiono più urgenti e su cui pensiamo sia utile formare gruppi di lavoro sono: – la mobilità in un’ottica di conversione ecologica della città – la pubblicizzazione e le politiche della gestione dei rifiuti in una prospettiva di affermazione dei beni comuni – una trama verde per la città in una logica di contrasto al cambiamento climatico.

    Riteniamo importante unire tutte le forze e coinvolgere tutti coloro che in città avvertono l’importanza di questi temi e le proposte di fondo che abbiamo elaborato in proposito.
    Invitiamo a lavorare in tal senso tutte le associazioni, le realtà sociali e le forze politiche interessate, ferma restando, ovviamente, l’autonomia reciproca fra soggetti sociali e rappresentanza politica.

    Vi invitiamo a partecipare all’ASSEMBLEA PUBBLICA “INSIEME PER UNA NUOVA VISIONE DI CITTA’ “, martedì 26 novembre dalle ore 17,30 alle 20, presso la Parrocchia di San Giacomo (via Arginone 157)

    Introdurrà Alessandra Guidorzi del Forum Ferrara Partecipata; seguiranno tre brevi comunicazioni sui temi sopra elencati ( Francesca Cigala su Mobilità; Corrado Oddi su Rifiuti e beni comuni; Romeo Farinella su Trama verde per la città ). Seguirà la discussione per un confronto fra le diverse realtà.

    L’assemblea non vuole essere semplicemente un momento di scambio di punti di vista e opinioni quanto piuttosto un’occasione di verifica dell’impegno che ciascun attore intende mettere in campo a partire dalle proposte avanzate e dalla disponibilità a partecipare ai tre gruppi di lavoro.

    Sul tema di una nuova visione di città secondo lo sguardo delle donne, si è formato ed è già operativo il gruppo di lavoro allargato “ Ferrara, le donne e la città “ e chi fosse interessata a parteciparvi può prendere contatto tramite le nostre mail.
    Contando sul vostro interesse, inviamo un cordiale saluto.

    FORUM FERRARA PARTECIPATA

    RIGENERAZIONE GENTRIFICATA, CITTÀ DECARBONIZZATA, SENSO COMUNE: RIFLESSIONI PER UN’AZIONE DI GOVERNO A FERRARA

    Di ROMEO FARINELLA

    I progetti di rigenerazione urbana riguardano di norma una “parte” di città, ad esempio un’area industriale dismessa, uno scalo ferroviario non più utilizzato, un’area militare abbandonata o altre situazioni simili. Al contrario la riflessione sulla città decarbonizzata o sulla città della transizione ecologicasi rivolge al “tutto”. Una strategia complessa, incentrata sulla rigenerazione urbana, sul blocco del consumo di suolo, sulla decarbonizzazione dovrebbe quindi associare la “parte” e il “tutto”.

    Oggi invece si tende a spacciare come “tutto” quello che avviene o si propone per una “parte”, dandogli un significato olistico, non riscontrabile nei fatti, anche perché i vantaggi dell’azione rigenerativa sono selettivi, non riguardano tutti (es. la gentrificazione di un’area urbana, un tempo marginale, che porta alla sostituzione della popolazione residente).

    Non esiste dunque un atto rigenerativo al di fuori di una strategia condivisa (che non significa che tutti sono d’accordo). Un progetto rigenerativo trova senso solo dentro una politica urbana, in grado di gestire i processi trasformativi, cercando di bilanciare gli effetti sociali indotti dal valore, a mio parere non negoziabile, del diritto alla città per tutti.

    Disuguaglianze urbane e gentrificazione

    Se non si opera seguendo questa prospettiva, il rischio è che le azioni rigenerative siano selettive, perché quando si risana un quartiere popolare i valori immobiliari cambiano. Si generano dei processi di espulsione della popolazione meno abbiente verso le parti più esterne della città che, se non dotate di un efficiente sistema di mobilità pubblica, determinano, per chi vi abita, una situazione sfavorevole ambientalmente (ricorso necessario all’auto privata) e socialmente (marginalizzazione della componente economicamente più debole della popolazione).

    L’esperienza ci racconta che il recupero dei bacini portuali dell’East London, la rigenerazione delle aree portuali di Boston o Brooklyn, quello degli scali ferroviari di Milano o Londra, per giungere anche a Copenaghen, modello di città eco-sostenibile, frequentemente rafforzano le disuguaglianze urbane.

    Interventi quali: creazione di nuovi parchi e aumento degli alberi in città, riqualificazione dei waterfront, mitigazione delle isole di calore, ridisegno degli spazi pubblici anche per gestire gli effetti indotti dalle acque piovane, recupero di vecchi edifici esistenti per trasformarli in uno studentato o in una attrezzatura pubblica, interventi per la mobilità sostenibile, fanno parte di quelle azioni di adattamento che normalmente ritroviamo nei progetti di rigenerazione urbana.

    Essi hanno certamente un effetto positivo sulla transizione ecologica, ma scatenano anche investimenti finanziari e immobiliari di lusso che generano disuguaglianze e allontanano sempre più i cittadini a basso reddito. Solamente una strategia fondata su “valori non negoziabili”, da definire all’interno di un processo partecipativo con le comunità locali, può dare un senso ampio e condiviso a quelle azioni.

    Diversamente il rischio è quello di una rigenerazione neoliberista fondata sulla egemonia delle rendite immobiliari che producono gentrificazione, che a sua volta, a cascata, determina la necessità di introdurre forme di privatizzazione o semi-privatizzazione dello spazio urbano.

    Un esempio storico è l’impossibilità di accedere alle spiagge demaniali perché impropriamente privatizzate dai titolari delle concessioni, ma anche l’impossibilità di sedersi su di una panchina pubblica, perché tolte per favorire la distesa dei dehors delle attività commerciali e impedire il “bivaccamento“, o ancora il rafforzamento di dinamiche di segregazione (quartieri di edilizia pubblica in degrado) e auto-segregazione (gated communities dove risiede l’élite) socio-economica.

    Va quindi evitato che la città della transizione ecologica slitti verso una eco-gentrificazione trasformata in strumento di esclusione o espulsione. Un esempio, l’idea della “città dei 15 minuti” (che sessant’anni fa i progetti dell’Ina-Casa avevano ben chiara) diventa in questa prospettiva una retorica, che può diventare azione concreta solo nelle parti rigenerate, dove un certo tipo di commercio di prossimità e di servizi alla persona sono possibili grazie alle condizioni economiche dei residenti. Per gli altri rimangono gli ipermercati, i centri commerciali, che continuano a crescere come funghi nelle aree periurbane, rendendo difficile il ricorso ad una mobilità non incentrata sull’automobile privata.

    Alcuni esempi: Vienna e Copenaghen.

    Anche esempi ecologicamente virtuosi come Copenaghen andrebbero riletti criticamente, come dimostrano le vicende de Mjølnerparken, un quartiere operaio ed etnico dove vivono 1.600 residenti in gran parte di origine “non-occidentale” (nuova categoria classificatoria introdotta nel dibattito danese) destinato a scomparire sotto la spinta della rigenerazione “gentrificata”.

    In Europa ci sono però anche esperienze come Vienna, che potremmo considerare la capitale europea dell’edilizia sociale. La città vanta una lunga tradizione in questo senso e oggi il 42% della popolazione vive in affitto in alloggi sovvenzionati o a canone calmierato, gestiti da associazioni edilizie senza scopo di lucro, sovvenzionate con fondi pubblici, e questi alloggi non sono necessariamente destinati solo ai gruppi più poveri e marginali.

    Questo non significa che le politiche neoliberiste che in Europa (non solo ovviamente) caratterizzano la trasformazione delle città dagli anni Ottanta, non siano arrivate a Vienna. Anzi le pressioni del mercato privato diventano sempre più forti. Ma la municipalità sta contrastando queste dinamiche, costruendo nuovi quartieri pubblici, ricorrendo alle grandi riserve di terreni edificabili di cui dispone.

    Questo le permette di esercitare un certo controllo sul mercato, influenzando anche la qualità di ciò che si costruisce in termini di processo e progetto, ponendo regole agli imprenditori immobiliari e non subendole, come accede spesso nei processi di rigenerazione, dove i comuni si limitano al ruolo di facilitatori di progetti privati.

    Ferrara e rigenerazione urbana: progetti e problemi

    Anche a Ferrara sarebbe opportuno che i progetti di rigenerazione urbana proposti, la trasformazione degli edifici dismessi in studentati, la discussione sul rafforzamento della mobilità 30, la trasformazione discutibile a parcheggio delle mura sud (con annesso discount in via di costruzione), fossero collocati dentro una strategia.

    Abbiamo un esempio di buona pratica nel primo recupero delle Corti di Medoro (e non si capisce perché non sia stato preso a modello per il Feris), esistono inoltre i documenti di programmazione come il PUG o il PUMS, ma spesso sono “quaderni” di buone intenzioni, che possono dare vita a progetti di natura completamente diversa, dipende da che parte si tira la coperta.

    I progetti in corso oggi evidenziano chiaramente un ambientalismo di facciata. La volontà reale di andare in una direzione o nell’altra emerge dalla valutazione di ciò che una città sta facendo, dai progetti che si stanno portando avanti e le dichiarazioni del sindaco di Ferrara e della sua giunta sui problemi della casa, della mobilità, sui grandi eventi che si stanno programmando nel parco Bassani e in Piazza Trento e Trieste, che si leggono sulla stampa, vanno in una direzione che rendono vuote di significato le belle intenzioni dichiarate nei documenti di pianificazione.

    Pensare Ferrara come una città che progressivamente dovrà decarbonizzarsi, ma che nel frattempo può lavorare per diventare una “Città Parco” e una “Città Campus”, significa definire delle finalità che inquadrano una strategia al cui interno vanno inquadrate le azioni che definivo sopra, ma anche le risposte a problemi quotidiani quali:

    • i rifiuti dilaganti;
    • la mobilità e la sosta selvaggia;
    • lo stato dei marciapiedi e delle piste ciclabili;
    • l’inadeguatezza del trasporto pubblico;
    • la crisi abitativa;
    • la violenza che si riscontra nelle strade della città (alla faccia della sicurezza) anche nelle relazioni interpersonali che hanno bandito la gentilezza e la cortesia;
    • gli allagamenti delle strade, quando piove intensamente;
    • la pessima qualità dell’aria nonostante tutti gli alberi piantati;
    • il calo del turismo e in particolare di qualità (per intenderci quello straniero, che spende);
    • l’economia che stenta e il nostro essere sempre fanalino di coda nelle classifiche sulla qualità;
    • lo spacciare l’apertura di supermercati come rigenerazione urbana mentre nel PUG si dichiara la città di 15 minuti;
    • il degrado dell’area di Darsena city lungo il Burana;
    • il perseguire una idea di città-prigione e segregazionista, invece di puntare verso una politica inclusiva sui migranti che avrebbe anche, in prospettiva, importanti ricadute economiche per la città e il paese;
    • infine, ma non da ultimo il razzismo latente che si respira in città.

    Ferrara: progettazione urbana e governo democratico della città.

    Qualcuno si è mai interrogato sulla qualità urbana delle entrate a Ferrara (città Unesco per la qualità del suo progetto urbanistico storico)? In particolare, da Via Bologna, da Via Modena e da Via Ravenna?

    Come la gran parte delle periferie urbane, anche la nostra si presenta come insieme di contrasti e conflitti, di frammenti e interruzioni, di brutti edifici finiti e altri che lo diventeranno appena completati, di retri di capannoni con depositi di rifiuti affacciati sulle vie principali.

    Strade cariche di auto, che vanno a passo d’uomo in molte fasce orarie, che riversano i loro gas di scarico in una atmosfera che le statistiche ci dicono essere una delle peggiori del paese. Auto che vagano alla ricerca di un parcheggio il più vicino possibile a dove si deve andare, visto che gli è concesso. Insomma, un paesaggio urbano dissonante rispetto ad una città storica, ricca, articolata ma minacciata da usi impropri.

    Forse per chi governa oggi questa città la democrazia si identifica con la libertà di fare ciò che si vuole e non si identifica in un sistema organizzato di regole che tutti devono approvare e rispettare, dopo averle discusse e condivise. La libertà è il diritto di fare ciò che le leggi permettono, perché quando si fa ciò che le leggi (o le regole) proibiscono non c’è più libertà, prevale la condizione homo homini lupus.

    Quindi se fai notare a un signore di mezza età e al suo giovane figlio che, scendendo dal loro SUV, gettano degli scatoloni ai piedi di un cassonetto, che quei cartoni vanno piegati e posti dentro il cassonetto o portati in discarica, ti senti rispondere che loro fanno quello che vogliono. E se fai presente alla signora che se parcheggia in zona ciclo-pedonale, in terza fila o sul marciapiede, la sua auto impedisce il passaggio alle persone che camminano, ti risponde di non rompere i c……i.

    Poi arrivato al caffè, dove a volte ti siedi per bere qualcosa, senti una anziana signora che racconta all’amica che è la prima volta che esce dopo un anno, perché è stata travolta da un monopattino e l’hanno operata alla schiena, o se ti affacci alla finestra di casa vedi un signore in bicicletta volare dopo l’impatto con un’auto in accelerazione nell’incrocio tra Corso Isonzo e le vie Garibaldi e Cassoli.

    Mi si dirà sono comportamenti individuali, non è responsabilità dell’amministrazione pubblica, certo ma quando i comportamenti individuali scorretti diventano ricorrenti significa che qualcosa non funziona nella costruzione del senso comune. E questo si orienta anche grazie ai comportamenti delle persone che hanno rilevanza pubblica.

    Papa Francesco nei suoi testi consacrati alla crisi ambientale ci ricorda che ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo. Dagli articoli letti in questi ultimi tempi su temi quali CPR, problema dell’abitazione sociale, mobilità urbana l’impressione è che la strada che si intende tracciare sia alquanto diseducativa, in particolare se promossa da persone che ricoprono ruoli istituzionali.

    Diseducativa perché non si stimola il confronto aperto e franco sulle questioni in gioco, nelle quali si è in disaccordo ma, al contrario, si denigra e si delegittimano gli interlocutori. Quindi la domanda per le prossime elezioni da rivolgere ai candidati non riguarderà solo le politiche, i progetti e quindi i programmi (che prima o poi conosceremo!) che si intendono attuare, ma anche come si intende governare: condividendo e includendo o comandando e denigrando?

    Cover: Murales in una periferia urbana (foto di Romeo Farinella)

    Per leggere tutti gli articoli e gli interventi di Romeo Farinella, clicca sul nome dell’autore

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    -------------------------------- L'ultima segnalazione l'ha fatta: Francesca Cigala Fulgosi --------------------------------

    Perchè ritieni utile segnalare questa pubblicazione? : - : descrive come ci voglia una visione, un disegno generale, una programmazione complessiva di tutti i diversi interventi necessari a decarbonizzata la città

    Indirizzo web dell\'articolo : - : descrive come ci voglia una visione, un disegno generale, una programmazione complessiva di tutti i diversi interventi necessari a decarbonizzata la città

    Meglio tardi che mai: il Comune di Ferrara annuncia finalmente l’inizio del percorso partecipato sulla ex caserma Pozzuolo del Friuli, ma il Forum vuol vedere quando e come.

    Il Forum Ferrara Partecipata prende atto, ad un anno dalla promessa del Sindaco sollecitato anche dall’intero Consiglio Comunale, che inizierà un percorso partecipato dai cittadini per individuare soluzioni condivise per il recupero dell’ex area militare “Pozzuolo del Friuli”, in quel punto così delicato della città tra via Cisterna del Follo e via Scandiana, a fianco di Palazzina di Marfisa, di Palazzo Bonacossi, di Palazzo Schifanoia e della basilica di Santa Maria in Vado.
    Lo abbiamo appreso da notizie di stampa e, ufficialmente, dalle dichiarazioni dell’Assessore all’ambiente Alessandro Balboni, pubblicate dal quotidiano municipale Cronaca Comune, in cui si dà conto dell’incarico assegnato ad una società di progettare le modalità del percorso partecipato dal basso.

    Il Forum esprime soddisfazione per questo avvio, al quale ha probabilmente contribuito la mobilitazione di questi mesi, e attende fiducioso di conoscere la data di inizio del percorso e le sue modalità organizzative: da qui si potrà apprezzare la sincerità e la sollecitudine dell’amministrazione comunale nel garantire il massimo tasso di democrazia e partecipazione, che immaginiamo simile alle modalità delle “assemblee dei cittadini” ormai collaudate in alcune città italiane e in parecchie europee.

    Nel frattempo il Forum proseguirà il suo presidio del venerdì mattina sotto il Volto del cavallo iniziato nel luglio scorso, avendo cura di comunicare questa novità ai tanti cittadini che chiedono informazioni. I sit-in continueranno almeno finché non verrà comunicata una data certa di inizio del percorso partecipativo.

    Sindaco di Ferrara: promessa non mantenuta e addio partecipazione

    Oggi, come Forum Ferrara Partecipata, abbiamo consegnato simbolicamente sotto forma di dono al Sindaco il libro in cui sono raccolte le prime idee dei cittadini sul recupero della ex caserma di via Cisterna del Follo, idee raccolte in un’assemblea pubblica organizzata dal Forum.

     

    La cerimonia della consegna

    Nello scorso mese di febbraio, il Sindaco, dopo la sospensione da parte del consiglio comunale del progetto Fe.Ris, riguardante la ex caserma, aveva garantito l’avvio di un percorso partecipativo che avrebbe coinvolto i cittadini.

    A giugno abbiamo sollecitato il sindaco a dare concretezza alle sue parole, consegnandogli proprio il libro che oggi gli abbiamo riconsegnato.

    Non ricevendo risposta, a luglio abbiamo iniziato a manifestare tutti i venerdì in forma di flash mob sotto il palazzo comunale sempre per ricordargli la promessa fatta a febbraio.

    Nel mese di novembre, continuando i flash mob, abbiamo nuovamente scritto al Sindaco chiedendogli un incontro, non ricevendo alcuna risposta.

    Ultimamente, essendo uscito il bando regionale sulla “partecipazione”, ottima occasione per sviluppare un buon percorso partecipativo, ci siamo attivati per presentare la nostra candidatura, chiedendo al Centro Servizi del Volontariato di fare il capofila secondo le regole del bando.

    Dal Centro Servizi del Volontariato abbiamo avuto notizia che il Comune non ha dato la sua necessaria adesione come ente attuatore alla nostra proposta di candidatura al bando stesso, perché ha già avviato direttamente l’iter affidandone l’attuazione al Centro Ferrara Ricerche.

    A questo punto ci preme sollecitare ulteriormente l’Amministrazione comunale affinché si dia finalmente corpo ad un reale processo di partecipazione. Verificheremo che ciò avvenga in forma strutturata, seguendo tutte le garanzie per un reale coinvolgimento di tutti i cittadini.

    La Democrazia Partecipativa per costruire un nuovo futuro per Ferrara. Il Forum chiama tutti al confronto: mercoledì 29 novembre, ore 17,30 al Grisù

    Il Forum Ferrara Parecipata, Rete composta da numerose Associazioni e cittadini che, dopo l’impegno per contrastare il progetto Fe.ris., ha esteso la sua riflessione e iniziativa sui temi riguardanti la visione della città, organizza mercoledì 29 novembre alle ore 17,30 (presso la Sala Convitto della Factory Grisù di via Poledrelli)  un incontro pubblico sul tema :“ Tra un’elezione e l’altra: in che modo i cittadini possono partecipare davvero a costruire il futuro di Ferrara e delle sue frazioni”.

     

    L’incontro, introdotto da Lucia Ghiglione, del Forum Ferrara Partecipata e che vedrà i contributi di Rodolfo Lewanski, professore Alma Mater, Scienze Politiche, già Autorità per la Partecipazione della Regione Toscana, Alessandra Marin, professoressa di urbanistica Università di Ferrara Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione e Massimo Rossi, ex Sindaco di Grottammare 0 Ascoli Piceno ), vuole essere un’occasione per approfondire i temi legati alla democrazia partecipativa, su come essa possa strutturarsi in un vero e proprio sistema che consenta ai cittadini di poter concorrere realmente alle decisioni che l’Amministrazione pubblica intende assumere.

    L’incontro è rivolto a tutta la cittadinanza e anche alle forze politiche e sociali.
    In particolare, chiediamo alle forze politiche, in un momento vicino alla prossima scadenza elettorale amministrativa, di partecipare ed intervenire a questa discussione, misurandosi con le proposte che in proposito Forum Ferrara Partecipata ha elaborato in questi ultimi mesi.

    Alleghiamo pertanto la parte del documento prodotto dal Forum sul tema della democrazia partecipativa, preannunciandovi che nei prossimi mesi promuoveremo analoghi incontri sui temi della conversione ecologica e sui beni comuni, sui quali abbiamo costruito altrettante elaborazioni e proposte.

    Coordinamento Forum Ferrara Partecipata
    p. contatti Corrado Oddi   3429218650 – Francesca Cigala  3473118833

    ALLEGATO
    LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA COME BASE PER COSTRUIRE LA CITTA’ DEL FUTURO

    Partiamo da qui con le nostre riflessioni e proposte perché, da una parte, siamo convinti che i meccanismi classici della democrazia rappresntativa non riescono più a coinvolgere fette consistenti di cittadini e, dall’altra, abbiamo assistito con l’attuale Amministrazione – ma questo ha riguardato anche le precedenti Amministrazioni di centro-sinistra- al venir meno della volontà di coinvolgimento nelle scelte e nell’ascolto dei cittadini e anche ad una mancanza forte di trasparenza nelle politiche amministrative che venivano compiute. A noi sembra sia venuto il momento di produrre una svolta e che il dare voce e possibilità di influire nelle scelte ai cittadini può costituire il passaggio fondamentale per disegnare il futuro della città, la sua affermazione come luogo e spazio di una convivenza che sappia affermare i valori della libera espressione e realizzazione delle persone, della giustizia sociale, della sostenibilità ambientale, dell’inclusione e della solidarietà. In questo senso, parliamo del ruolo fondamentale della democrazia partecipativa anche per Ferrara.

    E’ chiaro che parlare di democrazia partrecipativa non significa tanto parlare di come migliorare un sistema chiuso di gestione amministrativa, ma soprattutto di come dare impulso ad un processo aperto di sviluppo in cui le attività di tutti i soggetti coinvolti convergano al conseguimento di risultati concreti. Attività che possono avvalersi di diversi strumenti ed articolarsi in diverse azioni, mirate a rendere sempre più riconosciuti presenza e fabbisogni reali della cittadinanza nelle scelte e nelle decisioni amministrative ad integrazione e supporto del sistema di rappresentanza politica istituzionalmente costituito.

    E’ necessario, ovviamente, iniziare da una ricognizione sulle forme partecipative attualmente esistenti nel Comune di Ferrara (Scheda 1.1 LE FORME PARTECIPATIVE ATTUALMENTE ESISTENTI NEL COMUNE DI FERRARA), per poi passare a come esse vadano modificate, rendendo più forte il ruolo dei promotori degli strumenti partecipativi e più fruibili gli stessi, a partire dal referendum (Scheda 1.2 LE POSSIBILI MODIFICHE RISPETTO AGLI ATTUALI STRUMENTI  DI PARTECIPAZIONE).
    Si tratta, soprattutto, di individuare un sistema sufficientemente strutturato per dar vita ad una reale partecipazione della cittadinanza, prevedendo forme di discussione, diritto di proposta e possibilità di decisione da parte dei cittadini abitanti delle varie articolazioni territoriali (democrazia partecipativa “orizzontale”), ponendo al centro il ruolo delle Assemblee dei delegati territoriali e l’inizio di un percorso che guarda al Bilancio Partecipativo (Scheda 1.3 SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA ORIZZONTALE).
    Allo stesso modo, occorre valorizzare la partecipazione da parte di tutti gli abitanti su temi considerati fondamentali nel disegnare le scelte di fondo che riguardano la città ( democrazia partecipativa “verticale”), partendo dall’esperienza delle Assemblee tematiche dei cittadini (Scheda 1.4 SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVAVERTICALE). Infine, è importante anche utilizzare le potenzialità offerte dalle strumentazioni informatiche, costruendo una vera e peopria piattaforma digitale pubblica di reale partecipazione dal basso dei cittadini (Scheda 1.5 SULLA WEB-DEMOCRACY).

    SCHEDA 1.1 : LE FORME PARTECIPATIVE ATTUALMENTE ESISTENTI NEL COMUNE DI FERRARA
    Il regolamento e lo Statuto comunale prevedono come istituti di partecipazione popolare: istanze, petizioni, proposte di deliberazione consiliare, consultazioni popolari e referendum popolari. Le istanze, sottoscritte senza obbligo di autenticazione anche dal singolo cittadino, sono richieste che i cittadini possono rivolgere agli organi decisionali dell’Amministrazione comunale, per sollecitare l’intervento in una situazione concreta, specifica e particolare, di pubblico interesse, devono essere indirizzate al Sindaco. Le petizioni sono intese a sollecitare l’intervento dell’Amministrazione comunale per la migliore tutela di interessi collettivi o diffusi in materie determinate o per questioni specifiche e particolari . Devono essere sottoscritte da almeno 100 cittadini, indirizzate al Sindaco e depositate a cura dei promotori, e sono trattate dalla Giunta o dal Consiglio Comunale. Le proposte di deliberazione consiliare sono dirette a promuovere interventi dell’Amministrazione comunale in materia di interessi diffusi o collettivi di competenza comunale. Non sono ammesse proposte che che hanno per oggetto gli stessi oggetti esclusi dalla possibile richiesta di referendum, ed in particolare quelle incidano sugli strumenti urbanistici, sui relativi piani di attuazione e loro variazioni. Richiedono la raccolta di minimo 500 firme e devono essere formalizzate (in forma di proposta deliberativa) e depositate a cura dei promotori. Se la proposta ha per oggetto l’adozione di un provvedimento di natura regolamentare, deve essere redatta in articoli; se comporta nuove o maggiori spese a carico del bilancio comunale, devono essere indicati l’importo e i mezzi per farvi fronte. I referendum popolari possono essere richiesti da almeno il 3% degli iscritti nelle liste elettorali del Comune (108.509 nel 2019). Con il referendum consultivo tutti gli elettori del Comune sono chiamati a pronunciarsi in merito a piani, programmi, interventi, progetti ed ogni altra iniziativa riguardante materie di esclusiva competenza dell’ente locale, per consentire agli organi comunali di assumere le determinazioni di competenza dopo aver verificato gli orientamenti della comunità. Per il referendum consultivo non è previsto alcun quorum di partecipazione. Il referendum abrogativo è ammesso per l’abrogazione totale o parziale di delibere di Consiglio e di Giunta del Comune di interesse generale della popolazione. Non possono formare oggetto di referendum: a) la revisione dello Statuto comunale e degli statuti delle Aziende Speciali; b) il regolamento del Consiglio comunale e del decentramento; c) gli atti di mero adempimento di leggi e regolamenti nazionali e regionali e di norme statutarie; d) l’ordinamento del personale del Comune, delle istituzioni e delle aziende speciali; e) il bilancio preventivo ed il conto consuntivo; f) i tributi locali e le tariffe dei servizi comunali; g) i provvedimenti relativi alla tutela e salvaguardia di minoranze etniche, religiose e di soggetti socialmente deboli; h) le materie già sottoposte a referendum, prima che siano trascorsi quattro anni. Il referendum abrogativo è escluso, oltre che nei casi indicati precedentemente, anche qualora gli atti sottoposti a detto referendum: a) incidano su situazioni concrete, relative a soggetti determinati, aventi natura patrimoniale o che riguardino servizi alla persona; b) non siano di esclusiva competenza comunale e per la loro formazione sia prevista o sia intervenuta la convergente volontà di altri enti locali, della Regione e dello Stato; c) incidano sugli strumenti urbanistici, sui relativi piani di attuazione e loro variazioni: d) riguardino gli atti di costituzione di società per azioni e società a responsabilità limitata. L’esame ed il giudizio sulla legittimità ed ammissibilità dei quesiti referendari sono affidati al Segretario Generale, che decide entro 30 giorni dalla presentazione della relativa istanza, sentito il Collegio dei Garanti formato in conformità a quanto previsto dallo dello Statuto comunale. Il parere di ammissibilità da parte del Collegio dei Garanti verte in particolare: a) sull’esclusiva competenza locale; b) sull’interesse generale della popolazione; c) sull’univocità del quesito; d) sulle condizioni di ammissibilità delle materie sottoposte a referendum, avuto riguardo alle esclusioni previste dello Statuto comunale sopra richiamate. La proposta sottoposta a referendum abrogativo è approvata se ha partecipato alla votazione il 40% degli aventi diritto e se ha ottenuto la maggioranza dei voti validamente espressi.

    SCHEDA 1.2 : LE POSSIBILI MODIFICHE RISPETTO AGLI ATTUALI STRUMENTI DI PARTECIPAZIONE
    Assieme alla necessità di modificare la legge regionale, da cui discendono anche gli strumenti di partecipazione del Comune di Ferrara, diventa importante pensare ad interventi sullo Statuto comunale e sul Regolamento delle forme di partecipazione in direzione del rafforzamento della possibilità per i cittadini di influire sulle scelte dell’Amministrazione. Si possono prevedere in modo preciso sui singoli articoli degli atti suddetti, ispirandosi in particolare alle seguenti linee di indirizzo:

    validità delle firme raccolte online tramite un’apposita piattaforma messa a disposizione dall’Amministrazione comunale;
    maggiore coinvolgimento dei promotori delle petizioni, proposte di deliberazione e referendum, prevedendo che essi siano sentiti preventivamente rispetto all’ipotesi di non ammissibilità degli stessi e sulla base di osservazioni formulate per iscritto da parte degli organi preposti;
    previsione che le petizioni e le proposte di deliberazione siano sempre trattate dal ConsiglioComunale e che la loro illustrazione in quella sede venga svolta dai soggetti promotori; – previsione che le commissioni consiliari possano essere convocate su richiesta di gruppi di cittadini/associazioni ecc. per la trattazione di specifiche petizioni/proposte ove ora essi possono partecipare solo se invitati o come pubblico silente
    per quanto riguarda il referendum abrogativo, vanno rivisitati e limitati gli oggetti su cui esso non si può svolgere. Inoltre va eliminata la norma che rende inammissibile il referendum sulla base di un presunto “ interesse generale della popolazione”; occorre disporre che il deposito delle firme avvenga entro 180 giorni ( e non 120 giorni) dall’annuncio mediante avviso all’albo pretorio e approfondita la questione relaritiva al numero di tornate referendarie che si possono svolgere nel corso dell’anno; va modificata la disposizione in base alla quale il referendum abrogativo è valido se alla votazione ha partecipato almeno il 40% degli aventi diritto al voto, sostituendola con il meccanismo del cosiddetto “ quorum mobile” ( 50% degli aventi diritto al voto calcolato sulla media dell’effettiva partecipazione al voto nelle ultime tre tornate elettorali amministrative del Comune); va previsto che il referendum sia possibile se riguarda materia urbanistica e sia obbligatorio nel caso in cui si preveda la modifica delle forme di gestione dei servizi pubblici locali di interesse generale e di interesse economico generale.
    Inoltre, ad integrazione delle modifiche regolamentari su esposte, al fine di avviare un reale processo di partecipazione, è necessario, oltre alla preservazione degli spazi sociali esistenti, poter avere la disponibilità di luoghi diffusi sul territorio,  adatti ad ospitare momenti di socialità, di condivisione di eventi e di reale partecipazione dei cittadini, quali lo stesso Municipio, sale a disposizione del Comune e spesso inutilizzate, vecchie sedi di delegazioni comunali,centri sociali, scuole attiv e e/o dismesse, Locali pubblici gestiti da privati che siano disponibili ad inserirsi in questa rete e altro ancora.

    SCHEDA 1.3: SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA ORIZZONTALE
    Punto di partenza per la costruzione della democrazia partecipativa orizzontale è l’esperienza del Bilancio partecipativo, ovvero quella che chiama gli abitanti suddivisi su base territoriale, e quindi portatori di un punto di vista specifico, a intervenire sulle scelte e sulla destinazione delle risorse, in particolare quelle di investimento, che l’Amministrazione Comunale è tenuta a compiere (ma uno schema analogo si potrebbe attuare anche per la costruzione del Piano Urbanistico Generale). I tratti salienti e costitutivi del Bilancio Partecipativo possono essere riassunti così: – diritto di proposta su una quota significativa degli investimenti comunali da parte delle Assemblee costruite nei territori in cui viene suddiviso il Comune;

    messa a disposizione di risorse significative del bilancio comunale su cui le Assemblee possono intervenire;
    suddivisione del Comune in aree territoriali diffuse, in modo tale da dar voce a bisogni specifici e differenziati;
    costruzione di un meccanismo decisionale in cui, fermo restando al Consiglio comunale la decisione definitiva, si avvale di una rete importante di delegati scelti nelle Assemblee territoriali. Un’ipotesi di lavoro per il Comune di Ferrara potrebbe essere quella di incardinarsi sui seguenti punti di riferimento:
    dare le possibilità di esprimersi agli abitanti in una fase iniziale almeno sul 10% delle risorse relative alle spese in conto capitale, per poi arrivare nel medio periodo almeno al 25%;
    costruzione di Assemblee territoriali diffuse. In proposito ricordiamo che il Comune nel 1971, anche se da allora è cambiata in modo significativo la situazione demografica, era suddiviso in 14 delegazioni e in 9 Quartieri. L’ipotesi di minima potrebbe prendere come riferimento la suddivisione in Circoscrizioni realizzata successivamente e fino al 2008 ( Circoscrizione Centro
    Cittadino; Circoscrizione Giardino Arianuova Doro (GAD); Circoscrizione via Bologna;

    Circoscrizione Zona Nord; Circoscrizione Zona Nord Ovest; Circoscrizione Zona Sud;

    Circoscrizione Zona Nord Est; Circoscrizione Zona Est);

    costituzione di un’Assemblea territoriale dei delegati nei territori, la cui composizione dovrà essere ulteriormente approfondita, affiancata da una rappresentanza dei consiglieri comunali per l’esame e il pronunciamento sui progetti avanzati, prima del passaggio definitivo in Consiglio Comunale.
    SCHEDA 1.4 : SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA VERTICALE
    Essa ha lo scopo di far intervenire i cittadini su temi strategici che riguardano la fisionomia della città. In questo senso, uno strumento importante è rappresentato dall’esperienza dell’Assemblea cittadina su un tema specifico rilevante, composta da un determinato numero di residenti, selezionati per estrazione a sorte mediante campionamento casuale stratificato, cioè assicurando che il campione rappresenti le caratteristiche socio-demografiche della città (il campionamento si svolge proporzionalmente ai gruppi di età, ai quartieri e al genere). Un esempio di questo genere è la recente costituzione dell’Assemblea cittadina per il clima di Bologna, sta facendo discutere la cittadinanza, su base campionaria, sull’obiettivo di costruire una città solare, rinnovabile e sostenibile, accelerando la transizione energetica giusta, verso un modello basato sulla riduzione dei consumi energetici, l’efficientamento energetico, la produzione e l’utilizzo di energia rinnovabile, l’autoconsumo individuale, collettivo, le comunità energetiche. Ovviamente, le Assemblee dei cittadini possono svilupparsi su altri temi considerati rilevanti in relazione alle scelte di fondo da compiere ( per esempio, sui servi pubblici, sul lavoro, sul Piano Urbanistico generale e altro ancora). Sempre lungo questa direzione, è possibile anche ipotizzare la costituzione di un Osservatorio cittadino sui beni comuni, con il compito di studiare la situazione esistente e proporre soluzione di gestione partecipativa dei principali beni comuni e dei servizi che li erogano. Tale organismo potrebbe essere promosso da associazioni, comitati, comunità di cittadini e componenti dell’Amministrazione locale in grado di svolgere attività di osservazione, acquisizione di dati ed informazioni, consultazioni ed individuazione di azioni concrete di gestione oltre che di monitoraggio dei Beni Comuni.

    SCHEDA 1.5 :  SULLA WEB-DEMOCRACY
    Va sviluppata, anche in termini di supporto alla partecipazione attiva,  un’iniziativa relativa alla web-democracy e alla e-participation, cioè l’utilizzo degli strumenti informatici e digitali per rendere effettiva e diffusa la partecipazione dei cittadini. Oltre all’idea di poter ricorrere alle firme online nell’attivazione degli strumenti di partecipazione ( petizioni, proposte di deliberazione, referendum), si può pensare di dar vita ad una vera e propria piattaforma digitale pubblica di reale partecipazione dal basso dei cittadini, attivi e non attivi, tenendo presente esperienze analoghe già in vigore in diverse città europee, a partire da quella di Barcellona.

    PRIORITA’ E SCELTE OPERATIVE PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
    DefinFerraraire strumenti e regole che rendano obbligatoria e cogente la partecipazione dei cittadini. Modificare Statuto comunale e Regolamento sulle forme della partecipazione in questa direzione
    Isituzione e riconoscimento Assemblee/Comitati di Quartiere
    Istituzione e riconoscimento Assemblee dei cittadini su singole tematiche
    Messa a dispposizione spazi e sale pubbliche gratuite per aggregazioni sociali

    Lettera aperta al Sindaco di Ferrara: “Mantenga la sua promessa di avviare un confronto con i cittadini sul progetto di recupero della ex caserma Pozzuolo del Friuli di via Cisterna del Follo

    Signor Sindaco,

    Lo scorso venerdì 17 novembre abbiamo contato pubblicamente 263 giorni da quando lei, in consiglio comunale, ha riconosciuto che sul progetto di recupero della ex caserma di via Cisterna del Follo sarebbe stato utile ascoltare i cittadini, e ha promesso di iniziare al proposito un percorso partecipativo per arrivare ad una condivisione cittadina sul futuro di quell’area.

    E tutti i venerdì da inizio estate, ci siamo schierati in Piazza Municipale per ricordarle la promessa che, con nostra sorpresa, non stava mantenendo.

    Pensavamo che, pur tra tanti impegni, per un Sindaco sia un impegno morale quello di mantenere la parola data. Il motivo dell’impegno morale è la democrazia.

    Le ricordiamo, signor Sindaco, che non è la prima volta che politici e amministratori ferraresi ignorano i movimenti e i comitati cittadini: sarebbe bene interrompere questa prassi negativa.

    Chiediamo quindi un incontro per sottoporle le motivazioni per cui la stiamo sollecitando ad avviare il percorso di coinvolgimento dei cittadini.

    Confidando che il dialogo diretto possa aprire spazi di comprensione reciproca, speriamo di poter ascoltare da lei tempi e modi per l’inizio del processo partecipativo promesso.

    In attesa di un suo riscontro, inviamo cordiali saluti

    Il Forum Ferrara Partecipata

    Finalmente il Consiglio Comunale vota l’avvio di un percorso partecipato per la riqualificazione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli. Ora però il Forum Ferrara Partecipata chiede di cominciare subito.

    Il Consiglio Comunale ha votato ieri, martedì 10 ottobre, una Risoluzione per chiedere al sindaco e alla giunta il finanziamento di “un percorso partecipato per la riqualificazione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli”, che va nella stessa direzione di quello che da mesi chiede la rappresentanza del Forum Ferrara partecipata ogni venerdì, esponendo il suo striscione in piazza municipale, e cioè la partenza di un reale percorso partecipativo che coinvolga i cittadini nella costruzione delle proposte relative alla ex Caserma.
    Peraltro la risoluzione non specifica in modo preciso i tempi e le modalità con cui questo percorso si dovrebbe svolgere. In origine il documento era stato presentato dalle opposizioni, ma la maggioranza, per manifestare il proprio assenso, ne ha prodotto uno simile che alla fine è stato approvato.

    Già in primavera Il Forum aveva raccolto le proposte dei cittadini sulla riqualificazione della ex caserma e le aveva consegnate al Sindaco il 5 giugno scorso.
    Per la verità, il Consiglio Comunale quella stessa richiesta l’aveva già espressa il 27 febbraio scorso, votando la messa in disparte del progetto urbanistico denominato Fe.Ris., di cui l’area della ex Caserma era il cuore.
    Da allora nelle sedi istituzionali cittadine era calato il silenzio sull’argomento, e perciò il Forum aveva scritto al Sindaco il 5 giugno, ricordando gli impegni presi pubblicamente e allegando alla lettera una serie di proposte raccolte nel frattempo tra cittadini e associazioni, a prova dell’interesse ad esprimere il proprio interesse attivo.
    All’ennesimo silenzio, si è passati al sit-in settimanale, con tanto di striscione dotato di contagiorni dal 27 febbraio.

    Ora, in attesa di una sollecita azione della Giunta perché effettivamente si dia corso al percorso partecipativo, il Forum Ferrara Partecipata ha deciso di proseguire con il sit-in del venerdì fino alla partenza concreta del processo partecipativo.

    Forum Ferrara Partecipata

    DISEGNARE FERRARA. UN INCONTRO DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA Palazzo Tassoni (via Ghiara 36), giovedì 13 aprile ore 16,00

    Organizzato dal Dipartimento di Architettura, Laboratorio di Sintesi Finale di Urbanista, Prof. Romeo Farinella 
    in collaborazione con il Forum Ferrara Partecipata.
    INCONTRO PUBBLICO
    Salone d’Onore di Palazzo Tassoni, via Ghiara n. 36, Ferrara, giovedì 13 aprile 2023, con inizio alle ore 16

    L’incontro è organizzato nell’ambito delle attività del Laboratorio di Sintesi Finale di Urbanistica LSFD, diretto dal Prof. Romeo Farinella e parteciperanno docenti e studentesse del LSFD e sono stati invitati rappresentanti di Enti, Agenzie, Istituzioni.  Si tratta ovviamente di una iniziativa culturale, svolta all’interno di un percorso didattico. Il LSFD è il laboratorio del 5° anno dove le studentesse e gli studenti del Dipartimento di Architettura preparano le loro tesi di laurea.

    Attualmente sono in corso di elaborazione tre tesi di laurea riguardanti Ferrara che approfondiranno dei progetti di rigenerazione urbana riguardanti le aree comprese tra:
    – il Polo scientifico-tecnologico e Darsena City;
    – l’area gravitante attorno all’ex Caserma Pozzuolo del Friuli;
    – l’area gravitante attorno all’Ippodromo.
    Verranno approfondite anche le relazioni con il Po di Volano e con il futuro potenziale corridoio verde coincidente con l’interramento della linea ferroviaria verso est.

    Lo scopo di questo incontro è di contribuire alla costruzione del quadro problematico necessario per lo sviluppo delle tesi di laurea che secondo la nostra consuetudine si presentano come momenti di ricerca progettuale, applicando un metodo di lavoro denominato research by design. Lo scopo di questa iniziativa è anche quello di avvicinare l’università alla città contribuendo al rafforzamento del confronto sul futuro della città di Ferrara, attraverso un contatto con associazioni e cittadini, con l’obiettivo anche di rafforzare il public engagement di UNIFE nei confronti del suo principale territorio di riferimento.
    L’incontro è pertanto pubblico e tutti i partecipanti potranno partecipare contribuire al dialogo. L’incontro si svolgerà presso il Salone d’Onore di Palazzo Tassoni, via Ghiara n. 36, Ferrara, giovedì 13 aprile 2023, con inizio alle ore 16.

    Lavoro di gruppo degli studenti di Architettura

    DISEGNARE FERRARA. UN INCONTRO DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA

      Palazzo Tassoni (via Ghiara 36), giovedì 13 aprile ore 16,00

    DISEGNARE FERRARA. UN INCONTRO DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA

    Organizzato dal Dipartimento di Architettura, Laboratorio di Sintesi Finale di Urbanista, Prof. Romeo Farinella 
    in collaborazione con il Forum Ferrara Partecipata.
    INCONTRO PUBBLICO
    Salone d’Onore di Palazzo Tassoni, via Ghiara n. 36, Ferrara, giovedì 13 aprile 2023, con inizio alle ore 16

    L’incontro è organizzato nell’ambito delle attività del Laboratorio di Sintesi Finale di Urbanistica LSFD, diretto dal Prof. Romeo Farinella e parteciperanno docenti e studentesse del LSFD e sono stati invitati rappresentanti di Enti, Agenzie, Istituzioni.  Si tratta ovviamente di una iniziativa culturale, svolta all’interno di un percorso didattico. Il LSFD è il laboratorio del 5° anno dove le studentesse e gli studenti del Dipartimento di Architettura preparano le loro tesi di laurea.

    Attualmente sono in corso di elaborazione tre tesi di laurea riguardanti Ferrara che approfondiranno dei progetti di rigenerazione urbana riguardanti le aree comprese tra:
    – il Polo scientifico-tecnologico e Darsena City;
    – l’area gravitante attorno all’ex Caserma Pozzuolo del Friuli;
    – l’area gravitante attorno all’Ippodromo.
    Verranno approfondite anche le relazioni con il Po di Volano e con il futuro potenziale corridoio verde coincidente con l’interramento della linea ferroviaria verso est.

    Lo scopo di questo incontro è di contribuire alla costruzione del quadro problematico necessario per lo sviluppo delle tesi di laurea che secondo la nostra consuetudine si presentano come momenti di ricerca progettuale, applicando un metodo di lavoro denominato research by design. Lo scopo di questa iniziativa è anche quello di avvicinare l’università alla città contribuendo al rafforzamento del confronto sul futuro della città di Ferrara, attraverso un contatto con associazioni e cittadini, con l’obiettivo anche di rafforzare il public engagement di UNIFE nei confronti del suo principale territorio di riferimento.
    L’incontro è pertanto pubblico e tutti i partecipanti potranno partecipare contribuire al dialogo. L’incontro si svolgerà presso il Salone d’Onore di Palazzo Tassoni, via Ghiara n. 36, Ferrara, giovedì 13 aprile 2023, con inizio alle ore 16.

    Lavoro di gruppo degli studenti di Architettura

    NATURE URBANE E SPAZI PUBBLICI Secondo Incontro sulla Città che Vogliamo: lunedì 27 marzo alle 17

    INCONTRI SULLA CITTÀ RIFLESSIONI E PROPOSTE PER LA CITTÀ FUTURA
    Ciclo di incontri pubblici organizzati dall’Università di Ferrara, Dipartimento di Architettura_CITERlab e LSFD e dal Forum Ferrara Partecipata

    Gli incontri proposti trattano temi generali importanti per il futuro delle città che si possono riscontrare sia nell’Agenda 2030 dell’ONU (Obiettivo 11) che in numerose esperienze che si stanno compiendo non solo in Italia. Gli incontri riguardano la rigenerazione e il consumo di suolo, la natura, il verde urbano e gli spazi pubblici, la mobilità, il diritto alla casa, la salute urbana, la partecipazione dei cittadini. Tali temi saranno trattati da ricercatori e esperti di diverse università italiane e da esperti di settore.
    La presentazione dell’intero ciclo di incontri è su Periscopio [Qui]

    Secondo incontro
    NATURE URBANE E SPAZI PUBBLICI
    Lunedì 27 marzo ore 17,00
    Sala Sinodale della Parrocchia di San Giacomo Apostolo, via Arginone 161.
    Relatori:
    Romeo Farinella (architetto-urbanista, Dipartimento di Architettura-UNIFE)
    Anna Lambertini ( architetto del paesaggio, Dipartimento di Architettura-UNIFI)
    ne parlano con Giovanna Foddis (Forum Ferrara Partecipata)

    L’INCONTRO E’ APERTO A TUTTI

    L’iniziativa è nata grazie all’incontro tra il laboratorio di Ricerca CITERlab del Dipartimento di Architettura dell’Università, il Laboratorio didattico LSFD entrambi diretti dal Prof. Romeo Farinella e il Forum Ferrara Partecipata, costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città. L’occasione che ha portato alla nascita del Forum è stato il dibattito scaturito dal Progetto Fe.Ris, ma l’obiettivo è più ampio e riguarda la volontà di consolidare a Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica.

    Si intende pertanto coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana. Un’esperienza che rientra anche nel campo del public engagement che sempre più connota i rapporti tra le università e i loro territori.

    C’è bisogno di una visione più consona alla situazione di crisi eco climatica, economica e sociale in cui ci troviamo. Non si può continuare con le vecchie logiche di “sviluppo” a base di cemento, plastica e combustibili fossili. La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici.

    Per contatti:
    forumferrarapartecipata@gmail.com

    New Home

    Se il Comune da lo sfratto alla democrazia

    Il Sindaco di Ferrara e la sua Giunta, ne abbiamo avuto più di una prova, non sono disposti consultare e coinvolgere i cittadini sulle scelte del governo locale che riguardano la città e  i cittadini ferraresi. L’abbiamo visto con il megaconcerto di Bruce Springsteen che in tanti volevano spostare in un luogo meno delicato del Parco Urbano Bassani. La stesso metodo – prima decido, poi ne parliamo – è stato adottato per il progetto FE.Ris. (ora per fortuna bloccato, grazie ad una grande mobilitazione popolare).
    Ma questi sono solo i casi più eclatanti. Il decisionismo, la segretezza su quanto si sta decidendo nelle segrete stanze del potere locale, l’indifferenza verso le osservazioni e le critiche mosse dalle istanze sociali stanno assumendo proporzioni allarmanti. Siamo di fronte all’imposizione di un’idea della politica e del governo che ha scelto di abbandonare le più elementari norme della vita democratica. Al posto di una sana dialettica tra governanti e governati, a Ferrara si sta istaurando un sistema dove i Governati governano “a prescindere”…. mentre i governati devono subire, possibilmente in silenzio.
    Gli ultimi due avvisi di sfratto, al Centro Sociale la Resistenza e al Centro Servizi per il Volontariato (CSV), rientrano in questa logica. Si sfratta senza discutere con i diretti interessati, senza proporre soluzioni alternative pronte. E sappiamo bene cosa significa sfrattare e chiudere un servizio. Significa che per un tempo indeterminato di quel servizio la città rimarrà priva. Lo abbiamo visto con il Cinema Boldini e la Videoteca Comunale Vigor. o con il Museo della Resistenza ancora in gran parte inscatolato .

    L’impressione è che esista un disegno preciso per ostacolare e tacitare la partecipazione popolare, le associazioni del volontariato, ogni istanza sociale non in linea con la guida leghista del Comune. Ma se il Comune sfratta la democrazia, la Ferrara democratica non è disposta a subire. Non si tratta solo di salvare questo o quel presidio democratico, questa o quella esperienza di partecipazione attiva, ma di difendere la democrazia stessa in tutte le sue forme.

    Da Laura Roncagli del Centro Servizi Per il Volontariato (CSV)

    Ieri abbiamo ricevuto giusto in tempo per la commissione l informazione che ci sfrattano e ipotizzano un luogo in foro boario.
    Le cose gravi sono:
    -Non aver mai spiegato il motivo
    -non aver voluto incontrare le 66 associazioni con sede fisica e legale nonostante le nostre ripetute richieste via pec e telefoniche
    – oggi non siamo in grado di conoscere i costi ,ne il luogo ,ne se potremo davvero trasferirci ,come e quando, sappiamo che è  mancante della sala riunioni, fornita solo a pagamento ( così  da nostre informazioni)
    – la gravità del non tenere conto del valore sociale e del contributo che porta il volontariato alla città  e delle difficoltà che stiamo affrontando ,costi energia, adeguamenti di legge, povertà in aumento ,nuovi e più  gravi bisogni ……ci fa credere che tutto questo non è  giusto che venga risolto come proposto.
    – come cittadini volontari dovremmo partecipare e ascoltare le motivazioni dell’amministrazione che no  sposta solo noi ,ma gran parte delle associazioni della città….quale disegno? Perché?
    Ad oggi non ci è  dato sapere….quindi partecipiamo e chiediamolo.

    Scrive il Forum Ferrara Partecipata

    siamo stati contattati dalla Resistenza e dal Centro Servizi Volontariato rispetto alle vicende che li riguardano. In specifico, l’Amministrazione comunale ha fatto presente al Centro sociale Resistenza che dovranno lasciare la loro sede, per non meglio precisati lavori di ristrutturazione e senza indicare tempi e modalità di quest’operazione. Il Centro Servizi Volontariato, dal mese di gennaio, ha visto scadere il contratto di comodato con l’Amministrazione comunale, che non ha fornito ulteriori chiarimenti rispetto alle proprie intenzioni e creato una situazione di forte incertezza per il futuro di quella realtà. Sia La Resistenza che il CSV chiedono di essere supportati anche da noi rispetto alla loro situazione, che ha molto a che fare con la possibilità di avere spazi di partecipazione dei cittadini e delle Associazioni in città. Per questo pensiamo che da parte nostra sia giusto occuparsi anche di queste vicende e dare sostegno alla Resistenza e a CSV.
    C’è già un appuntamento importante fissato il prossimo giovedì 16 marzo: alle 15 si riunirà la Commissione consiliare, nell’aula del Consiglio comunale, che discuterà della loro situazione, con audizione sia del CSV che del Centro sociale Resistenza) e, subito dopo, attorno alle 18, si terrà un’assemblea alla Resistenza per decidere le eventuali iniziative da mettere in campo a seguito della discussione della Commissione Consiliare.
    Invitiamo perciò tutte le persone aderenti al nostro Forum ad essere presenti alla riunione della Commissione consiliare, visto che anche queste sedute sono pubbliche, e alla successiva assemblea delle 18 per rendere evidente anche il nostro impegno in proposito.

    RIGENERAZIONE URBANA E CONSUMO DI SUOLO: 10 marzo ore 17 al Grisù, Romeo Farinella e Gabriele Bollini al primo incontro per una Ferrara Futura

    RIGENERAZIONE URBANA E CONSUMO DI SUOLO:
    PRATICHE NON RETORICHE
    venerdì 10 marzo ore 17, Factory Grisù, via Poledrelli 21
    Romeo Farinella (architetto-urbanista, Dipartimento diArchitettura-UNIFE)
    Gabriele Bollini (urbanista, valutatore ambientale, Dipartimento di Ingegneria-UNIMORE)
    ne parlano con Francesca Cigala Fulgosi (Forum Ferrara Partecipata)

    L’iniziativa è nata grazie all’incontro tra il laboratorio di Ricerca CITERlab del Dipartimento di Architettura dell’Università, il Laboratorio didattico LSFD entrambi diretti dal Prof. Romeo Farinella e il Forum Ferrara Partecipata costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città.
    Come è noto l’occasione che ha portato alla nascita del Forum è stato il dibattito scaturito dal Progetto Feris, ma l’obiettivo è più ampio e riguarda la volontà di consolidare a Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica.

    Insieme all’Università di Ferrara il Forum organizza dunque questo ciclo di incontri pubblici rivolti alla cittadinanza per l’approfondimento di tematiche relative alla  qualità del vivere e dell’abitare in città, preliminari all’elaborazione di proposte e visioni per la Ferrara di domani. Si intende pertanto coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana. Un’esperienza che rientra anche nel campo del public engagement che sempre più connota i rapporti tra le università e i loro territori. Anche per tale motivo la scelta delle sedi dove si svolgeranno gli incontri si sono orientate verso luoghi della città consoni all’esercizio del dibattito. (Leggi su Periscopio il programma completo del ciclo di incontri)

    C’è bisogno di una visione più consona alla situazione di crisi eco climatica, economica e sociale in cui ci troviamo. Non si può continuare con le vecchie logiche di “sviluppo” a base di cemento, plastica e combustibili fossili. La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici.

    Forum Ferrara Partecipata

    Alla fine la Partecipazione ha piegato il FE.Ris. Ma continua la mobilitazione…

    Nella serata di lunedì il Consiglio Comunale di Ferrara ha approvato all’unanimità una mozione che modifica radicalmente il progetto Feris e. di fatto, accantona il progetto originario.
    Infatti, nella mozione si riconosce la necessità di avviare un processo partecipativo nella città, si stralcia l’ipotesi di costruire una nuova grande struttura commerciale in Via Caldirolo (pur mantenendo aperta la porta per una sua diversa localizzazione) e si avanza l’impegno a destinare quell’area a Parco Urbano con conseguente inedificabilità, si abbandona l’idea del parcheggio in viale Volano per vincolare quella zona a verde pubblico, si individua l’utilità, per la ristrutturazione della ex Caserma di Cisterna del Follo, di un suo dimensionamento rispetto alle ricerche storico-archeologiche da effettuarsi e, in una relazione con l’Università, di prevedere uno studentato, ma a prezzi calmierati.

    Questi impegni rappresentano senza dubbio un risultato e una vittoria importante per la città, che sarebbe stata irrimediabilmente deturpata da un intervento privo di
    pubblica utilità e fortemente invasivo nei confronti del sistema delle Mura, come previsto nel progetto originario di Feris.

    Registriamo positivamente l’evidente retromarcia dell’Amministrazione Comunale rispetto al progetto presentato alla fine di luglio in Consiglio comunale. Ciò è stato reso possibile dal lavoro del Forum Ferrara Partecipata e dalla forte mobilitazione dei cittadini espressa in particolare in queste ultime settimane, ed anche dal recepimento delle loro istanze da parte di diversi consiglieri comunali che hanno dato vita alladiscussione in Consiglio Comunale.

    Siamo soddisfatti anche dal riconoscimento che, anch’esso in modo unanime, è stato dato alla partecipazione e alla mobilitazione dei cittadini e delle Associazioni e ci auguriamo che di questo si tenga conto anche in futuro, smettendo di insinuare che essi siano animati da pregiudiziali di tipo ideologico, come è stato fatto a più riprese nei mesi passati.

    Per quanto ci riguarda, continueremo nel nostro lavoro e nel nostro impegno con l’obiettivo, in primo luogo, di vigilare sugli impegni assunti con la mozione
    approvata in Consiglio Comunale e di consolidare ulteriormente questo risultato, a partire dal fatto di non dare corso all’apertura di una nuova struttura commerciale in una città che non ne ha bisogno. Soprattutto, andremo avanti nel coinvolgimento dei cittadini perché il progetto di ristrutturazione della ex Caserma sia effettivamente indirizzato all’utilità pubblica e alle necessità di una città che vuole guardare al futuro.

    Anche per questo Forum Ferrara Partecipata ha già previsto di organizzare per martedì 14 marzo alle 18 un’assemblea pubblica a Grisù (via Poledrelli 21) per raccogliere le idee e le proposte dei cittadini in proposito. In attesa e anche come stimolo perché parta il processo partecipativo da parte dell’Amministrazione Comunale indicato dalla mozione approvata in Consiglio Comunale.

    FORUM FERRARA PARTECIPATA

    Nota di redazione:
    Mobilitarsi contro  il progetto FE.Ris., lottare per difendere la città e il suo verde, rivendicare il diritto dei cittadini ad esprimersi e a contare, ha significato anche liberare la propria fantasia e creatività. La città si è riempita di lenzuoli con tante scritte diverse, molto decise ma anche originali, simpatiche, ironiche. Ad esempio, “Il FE.Ris. ferisce Ferrara”. Ma come non documentare quel ferraresissimo MAIAL (MAI AL FERIS) che è riuscito ad  arrivare fino in braccio a Girolamo Savonarola?

    Lettera aperta a Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura

    Lettera aperta a Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura
    – Forum Ferrara Partecipata,

    Patrimonio urbano : Mentre si apre la mostra «Rinascimento a Ferrara», la città è assediata nel suo centro storico dalla speculazione edilizia del progetto Fé.ris

    Abbiamo appreso con piacere che la mostra Rinascimento a Ferrara da lei curata ha ottenuto l’importante riconoscimento della medaglia del Quirinale.

    Il patrimonio artistico e culturale della nostra città è indiscutibile, anche se purtroppo non sufficientemente riconosciuto e difeso da chi pensa che «con la cultura non si mangia». Nel 1960 Bruno Zevi scriveva: «le mura difendono ancora Ferrara, non dai nemici esterni, ma da un’espansione edilizia vorace e pronta a distruggere il piano di Biagio Rossetti». Nel dopoguerra una parte della città cercava di tutelare e valorizzare l’immagine di una città rinascimentale, di un luogo unico con la campagna dentro e attorno alle mura, una città d’arte con una storia da conservare. Un’altra parte, invece, ha permesso, ad esempio, lo «sventramento» e ricostruzione del quartiere medievale di San Romano, con la demolizione della facciata residua del Palazzo della Ragione, lo slargo di Corso porta Reno fino al varco nelle mura, il rifacimento dello spazio fuori porta, con l’attuale via Kennedy, uno squallido blocco di residenze, negozi e uffici e un enorme parcheggio a fianco; operazioni che non si sarebbero dovute fare. E come queste, tante altre scelte scellerate sono state supportate dalle amministrazioni che si sono succedute, a fianco di operazioni benemerite di tutela del centro storico, del verde periurbano e della conservazione e valorizzazione delle mura.

    Dopo l’intervento per la tutela del Palazzo dei Diamanti e a fronte di importanti prese di posizione a favore del rispetto e della conservazione del patrimonio artistico e paesaggistico, ci stupisce, onorevole, che non abbia preso posizione sul progetto Fé.ris.
    Questa collaborazione con il privato che non tutela l’interesse pubblico, oltre a prevedere la costruzione di un grande centro commerciale (9450 metri quadri) e di un enorme parcheggio (8545 metri quadri) a ridosso delle Mura, contempla l’edificazione di un nuovo palazzone con facciata in vetro e acciaio a lato dei giardini di palazzo Schifanoia. Sono molte le ragioni per cui il progetto Fé.ris dovrebbe essere bloccato: ma la proposta di simili manufatti in un quartiere dove si dovrebbero conservare e valorizzare alcuni tratti rinascimentali della città è – per usare un eufemismo – inguardabile.

    Nel «contratto con la città» dell’attuale sindaco, l’ex-caserma Pozzuolo del Friuli doveva diventare «un centro congressi e il Museo Innovazione Artistica, il tutto collegato a un rinnovato sistema museale e congressuale urbano», non il centro della movida universitaria con una piazza, 400 alloggi per studenti e un «food court» con bar ristoranti e centri benessere. Perché al posto dei nuovi palazzi e della piazza non si è pensato a ripristinare i giardini di palazzo Schifanoia e a creare nuove aree verdi, memoria degli orti dell’antico convento di san Vito?

    Davvero non si vuole pronunciare sull’ennesimo tentativo di far diventare Ferrara da città d’arte e di cultura a città simbolo della speculazione edilizia?

    Forum Ferrara Partecipata

    No all’Ipermercato in via Caldirolo! sabato 11 febbraio alle ore 11 Biciclettata/Flash Mob di protesta

    Come avrete visto dai resoconti della stampa, il  primo flash mob di sabato 4 febbraio davanti alla caserma Pozzuoli del Friuli é andato molto bene con oltre 200 partecipanti (circa 250).

    Invitiamo ora  tutti a partecipare al secondo flash mob sabato 11 febbraio alle ore 11 contro la realizzazione di un ipermercato in via Caldirolo.

    FLASH MOB/BICICLETTATA DI PROTESTA
    CONTRO IL PROGETTO FÉ.RIS E LA SPECULAZIONE EDILIZIA
    CHE VORREBBE CEMENTIFICARE IL CAMPO
    TRA VIA TURCHI E VIA CALDIROLO.

    Sabato 11 febbraio alle ore 11, il Comitato Cardirolo Libera e il Forum Ferrara Partecipata hanno organizzato un flash mob di protesta contro il progetto Fé.Ris e la
    speculazione edilizia che vorrebbe cementificare il campo tra via Turchi e via Caldirolo.
    La manifestazione è articolata in due fasi: prima un presidio sul piazzale all’angolo tra via dei Frutteti e via del Melo seguito da alcuni giri in bicicletta sulle strade attorno al campo dove il Comune vorrebbe edificare l’ennesimo ipermercato.

    Il Fé.Ris è un progetto sbagliato da svariati punti di vista: urbanistico, ambientale, paesaggistico, economico e per la mobilità in città. A fronte di un evidente vantaggio economico per le imprese private che lo propongono, la città di Ferrara ne ricava più danni che benefici. Con la scelta di manifestare con un corteo in bicicletta si vuole inoltre denunciare la vergognosa carenza di piste ciclabili in via Caldirolo dall’incrocio con via della Fornace fino alla rotonda di Porta Mare. Ciclabili che questa e precedenti giunte non hanno mai realizzato e che adesso, per poter portare clienti al programmato ipermercato, si scopre che sarebbero facilmente realizzabili.

    CI TROVIAMO NEL PIAZZALE, ANGOLO VIA FRUTTETI E VIA DEL MELO, CON CARTELLI E FISCHIETTI.

    QUELLI IN BICI FARANNO 3/4 GIRI SULLE STRADE ATTORNO AL CAMPO.

    Diffondete questo messaggio sui vostri social e a tutti i vostri contatti!

     

    In copertina: La grande area agricola adiacente le Mura di Ferrara dove, dopo aver abbattuto la villa, il Progetto Fe.Ris prevede la costruzione di un nuovo Ipermercato di 3750 mq

     

    Vi aspettiamo!

    Coordinamento Forum Ferrara Partecipata e Comitato Caldirolo Libera

    Intanto… un lenzuolo tira l’altro

    Se fate un giro per Ferrara potete già vederne qualcuno. Dal centro alla periferia alle frazioni, dalle finestre delle case cominciano a spuntare I Lenzuoli No Fe.Ris– Ogni giorno se ne aggiunge qualcuno, ma siamo solo all’inizio: il grande giorno della LENZUOLATA sarà giovedì 16 febbraio. Per protestare contro un progetto privatistico, calato dall’alto, che offende l’ambiente e i cittadini, , il Forum Ferrara Partecipata invita tutti a prendere un vecchio lenzuolo e a  scrivere NO FERIS seguito da una frase a piacere.

    Come potete dedurre dalle foto, l’impegno civico ben si sposa con la creatività

    Ai Ferraresi piace partecipare. Sempre di più: 100 persone all’ultima assemblea di quartiere contro il progetto Fe.ris.

    Si è concluso mercoledì nel tardo pomeriggio, il tris delle assemblee di quartiere direttamente colpite dal progetto Fe.Ris.

    La riunione del Comitato via Scandiana – ex caserma ha radunato quasi cento partecipanti (in totale oltre 250 presenze nelle tre assemblee di quartiere effettuale, Ndr.), assiepati anche in piedi nella sala del Csv e nell’atrio.
    Alessandra Guidorzi del Forum Ferrara Partecipata, l’architetto Malacarne diItalia Nostra e Marcello Toffanello, residente e storico dell’arte, hanno aperto i lavori illustrando i vari aspetti del progetto urbanistico della Giunta. “Questi incontri specifici dei Comitati di quartiere – ricorda Alessandra Guidorzi –hanno lo scopo di concretizzare la mobilitazione dei cittadini, ignari della vera portata dello sciagurato progetto della Giunta. Il Forum Ferrara Partecipata sta ridando voce alle persone, che invitiamo ad esprimere il proprio sogno di città. Nel nostro sito ferrarapartecipata.it, si trovano tutte le informazioni tecniche e organizzative”.

    “Sventrare la zona Scandiana, abbattendo i muri per creare una piazza nel bel mezzo del quartiere argomenta Andrea Malacarne è uno sfregio alla storia della città. Il centro storico è una risorsa di cui vanno identificate le nuove funzioni con un processo democratico e trasparente, come è stato per il recupero delle mura della città con i fondi Fio.”

    Dove è finita la cucitura urbanistica tra Schifanoia, Bonaccossi, Marfisa? – si chiede Toffanello – Il parcheggio in via Volano e gli edifici nuovi incombenti su Schifanoia, previsti da Fe.Ris. ne fanno un progetto che smentisce il marchio Unesco sulla città”.

    Nasce un dibattito vivace che declina dalla rassegnazione (“Se hanno firmato il preliminare per la ex caserma, c’è poco da fare. Purtroppo è una classica speculazione edilizia, come tante altre in passato”), alla creatività (“Bisogna fare manifestazioni e poi progettare usi innovativi degli spazi per piccole nuove imprese”), alla concretezza (“Bisogna bloccare il progetto e basta: dobbiamo aumentare la mobilitazione perché i politici promettono di ascoltarci per discutere, poi non si fanno più sentire, come l’assessore Balboni. Allora saremo noi ad informare i cittadini e ad approfondire con i tanti esperti che hanno aderito al Forum”).

    C’è anche chi invoca la scesa in campo di Vittorio Sgarbi: “Un suo intervento sarebbe decisivo”, ma Andrea Malacarne fredda gli entusiasmi: “Lo abbiamo già invitato ad esprimersi durante un convegno di Italia Nostra, ma ha svicolato senza dire niente”. E’ proprio Italia Nostra ad aver presentato ricorso al Tar contro Fe.Ris., puntando il dito sulla palese assenza di interesse pubblico in tutto il progetto, e quindi la impossibilità di invocare la deroga alle norme del piano regolatore vigente.

    In conclusione, è stata annunciata la prossima iniziativa del Forum: un flash mob nella mattina di sabato 4 febbraio in via Scandiana, proprio davanti al portone della ex caserma, di fronte alla Cavallerizza.

     

    Alessandro Tagliati

    Guarda chi si rivede, la partecipazione… invito a tre assemblee di quartiere contro il Fe.Ris.

    20 gennaio 2023 -È nato da poco ma sta crescendo in fretta.  Il Forum Ferrara Partecipata  è stato costituito a dicembre 2022 ma è già un protagonista della società e della politica cittadina. Ad oggi, hanno aderito al Forum una ventina di associazioni e circa 200 cittadine e cittadini di Ferrara.

    Il primo obbiettivo del Forum è bloccare il progetto privatistico e ‘mangiaverde’ che la Amministrazione Comunale vuole imporre senza l’approvazione dei cittadini: l’ormai famoso Fe.Ris. (ne abbiamo già parlato ampiamente su Periscopio).

    Ma il lavoro collettivo e la mobilitazione di Ferrara Partecipata, come suggerisce il suo stesso nome, non si ferma al No al Feris, ma si occuperà di tutte quelle questioni che interessano la cittadinanza e su cui i cittadini vogliono dire la loro: I Beni Comuni, la mobilità urbana, la politica culturale ecc.

    Per conoscere questa realtà, espressione della società civile, assolutamente indipendente e autonoma dai partiti, c’è un bellissimo sito da consultare: https://ferrarapartecipata.it/

    Intanto, all’interno del Forum Ferrara Partecipata sono nati 3 comitati di quartiere, proprio dove dovrebbero essere realizzati gli interventi previsti dall’inaccettabile Progetto Feris. I comitati si sono già riuniti e  hanno in cominciato a informare gli abitanti del quartiere , distribuendo un volantino casa per casa.

    ….

    Francesco Monini

    Per contrastare il Progetto Fe.Ris. nasce Forum Ferrara Partecipata: le prime adesioni

    A seguito della positiva discussione avuta il 24 settembre scorso, intendiamo, come Associazioni, Organizzazioni sociali e cittadini, dare vita al Forum Ferrara Partecipata.

    Tale Forum prende le mosse dall’intenzione, in primo luogo, di bloccare il progetto FERIS: esso è radicalmente sbagliato, privo di utilità pubblica, ambientalmente non sostenibile, regressivo rispetto ad un’idea di città che guarda al futuro.

    La nostra iniziativa di contrasto di tale progetto, per fermarlo e modificarlo in termini sostanziali, vuole basarsi su un lavoro di informazione e coinvolgimento della cittadinanza, sui necessari approfondimenti tecnico-giuridici collegati ad esso e sulla pressione nei confronti delle istituzioni e della politica.

    Nello stesso tempo, Forum Ferrara Partecipata vuole intervenire per elaborare anche ipotesi alternative rispetto all’idea di ridisegno della città e del suo futuro. In questo senso, riteniamo necessario cogliere il nesso ( e le contraddizioni) tra il progetto FERIS e il Piano Urbanistico Generale, di cui è iniziata la discussione, promuovere un dibattito largo in città in proposito, affermarne un’idea di luogo di condivisione, socialità e solidarietà, contrastare le logiche di privatizzazione degli spazi pubblici.

    Infine, a differenza del percorso individuato dall’attuale Amministrazione Comunale, vogliamo far leva sull’idea della partecipazione diffusa e dal basso, ingrediente fondamentale per far avanzare le nostre idee per il futuro della città.

    Forum Ferrara Partecipata vuole essere uno spazio inclusivo e largo, partendo dai presupposti sopra delineati, con la consapevolezza che esistono molte forze ed energie che possono lavorare ed unirsi per produrre un progetto per gli anni a venire della nostra città.

    CONTRO IL PROGETTO FE.RIS. Idee a confronto: sabato 24 settembre ore 9,30

    Vi scriviamo come Rete per la Giustizia Climatica per invitarvi a un incontro sul progetto FERIS,  sabato 24 settembre dalle ore 9.30 alle 13, presso la Sala Polivalente del Grattacielo, viale Cavour 189.

    L’invito è rivolto a tutti coloro, associazioni o singoli cittadini, che si sono pubblicamente espressi contro la realizzazione del progetto Feris e l’Accordo di programma così come presentato dalla Giunta di Ferrara. Un progetto radicalmente sbagliato, non ambientalmente sostenibile e regressivo rispetto ad un’idea di città che guarda al futuro.

    L’invito è rivolto anche a tutti coloro che condividono la contrarietà al progetto e intendono impegnarsi in futuro attivamente per bloccarlo e modificarlo.

    Non abbiamo inteso, in questa fase, invitare alla riunione rappresentanti dei partiti politici, sia per garantire un’elaborazione di idee e progetti a partire “dai cittadini”, sia per evitare facili strumentalizzazioni, soprattutto in questo periodo di campagna elettorale

    Proponiamo l’incontro per confrontarci e valutare insieme  possibilità e modi di costruzione di un percorso partecipativo che supplisca al mancato coinvolgimento dei cittadini da parte dell’Amministrazione.

    Per ostacolare e far bocciare  il progetto FERIS nei prossimi passaggi procedurali  necessari  alla sua approvazione.

    Per dare voce a tutti i soggetti – cittadini, associazioni e organizzazioni, intellettuali  – che si oppongono a FERIS ed elaborare un’ipotesi alternativa ad esso, come premessa per impostare un nuovo ridisegno della città, considerato che un orientamento progettuale complessivo e una visione di quale città vogliamo dovrebbe guidare e precedere interventi così caratterizzanti.
    Rete Giustizia Climatica – Ferrara

    Sotto l’egida della “riqualificazione urbana” il progetto Fe.Ris punta a cementificare migliaia di metri quadrati a ridosso delle Mura di Ferrara, una delle più importanti emergenze della Città Patrimonio UNESCO dal 1995 nonché una delle ultime storiche aree in cui la campagna si affaccia sulla città.
    All’insaputa della cittadinanza e dell’opinione pubblica ferrarese, si apprende in questi giorni che, il progetto di riconversione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli in via Scandiana-Cisterna del Follo, comprende nell’ambito di un Accordo di Programma altri due interventi in un unico, micidiale “pacchetto”: l’ennesimo ipermercato in via Caldirolo che, di fatto, caricherà di traffico veicolare l‘asse Via Caldirolo-Via Turchi, e un parcheggio nell’area di Viale Volano, che nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e le fortificazioni storiche.

    La dichiarazione della Rete
    “Cambierà il volto della città” dice l’Assessore Balboni: ma i cittadini cosa dicono?

    Nelle scorse settimane  è ’stato presentato dal Sindaco e dall’Assessore Balboni un importante progetto di riqualificazione urbana che modificherà una parte della città prospiciente le Mura a Est della città, il progetto Fé.ris, destinato secondo l’assessore Alessandro Balboni a “cambiare il volto della città futura: la nuova vita della ex Caserma Pozzuolo del Friuli, che si trasforma in studentato e diventa una piazza verde e aperta ai cittadini, trasformerà in meglio l’intero quartiere”.

    Quale sostenibilità ambientale?

    Come si può ritenere ambientalmente sostenibile un progetto che intende realizzare l’ennesimo supermercato cementificando su suolo agricolo/coltivabile, o creando un parcheggio nel vallo delle Mura? Un progetto che prevede migliaia di metri cubi di cemento? Un intervento che reputiamo totalmente insostenibile è in primis quello dell’ipermercato di via Caldirolo, che si vorrebbe realizzare proprio di fronte le Mura, in una delle ultime storiche aree in cui la campagna si affaccia sulla città, in netto contrasto con la necessità di arrestare il consumo di suolo per fini urbani. 13.500 metri quadri di terreno verrebbero sacrificati al cemento, e a fronte di questo scempio ambientale a nulla varrebbe il millantato “tetto verde”. Egualmente insostenibile Il progetto di un parcheggio che, di fatto, incentiva la circolazione di auto nel vallo delle Mura e nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e delle fortificazioni storiche. L’area di via Volano dovrebbe essere acquisita dal Comune e utilizzata a completamento del disegno delle Mura stesse con un progetto architettonico del verde. Solo alberi in quella zona! Gli interventi di riuso e di rigenerazione urbana sono diretti a elevare gli standard di qualità ambientale e architettonica e si pongono l’obiettivo di “conseguire una significativa riduzione dei consumi idrici e di quelli energetici, di realizzare bonifiche di suoli inquinati e la riduzione delle aree impermeabili, potenziare e qualificare la presenza del verde all’interno dei tessuti urbani, sviluppare una mobilità sostenibile, incentrata sugli spostamenti pedonale e ciclabile”: questi criteri non sono rispettati in tali progettualità.

    Quale rigenerazione?

    Come si può ritenere intervento di rigenerazione la costruzione di un nuovo centro commerciale in una zona che nei dintorni ne conta già altri tre: a 500 metri dal luogo in cui sorgerà il cantiere si trova rispettivamente il centro commerciale Cadoro, a 800 metri l’Interspar, a 1300 metri l’Ipercoop. E’ certo, inoltre, che l’attività caricherà di traffico l‘asse Via Caldirolo-Via Turchi.  Ma soprattutto come si può ritenere rigenerativo cementificare un’area attualmente destinata a seminativo?L’area di via Caldirolo interessata è di 27.410 m2. Attualmente 26.110 a seminativo e 1280 fondiario, occupato dall’immobile che secondo il progetto verrà demolito. Si prevede la realizzazione di 14,777 m2 di spazio fondiario adibito a parcheggi (per 3.500 m2 di ipermercato e 250 m2 di negozi di prossimità) e 10,950 m2 di “parco”. Poco importa che tutto questo nuovo cemento venga camuffato, “armonizzato”, con un tetto verde, che per altro con le altissime temperature estive, unite alla pessima manutenzione del verde che caratterizza da sempre gli esercizi commerciali ferraresi, si trasformerebbe presto in un tetto giallo di erbe secche, vanificandone la funzione! Quanto a Via Volano, non si può considerare rigenerazione il fatto di costruire un parcheggio ex novo, quando invece sarebbe più opportuno liberare e bonificare un’area, importante e degradata, a ridosso del baluardo di Porta d’Amore dando spazio al vuoto e al verde. Al contrario si intende cementare nuovamente a ridosso delle mura, su un’area grande circa un terzo del parcheggio dell’ex Mof.

    Questi due progetti sono profondamente sbagliati e, se realizzati, pregiudicheranno la qualità urbana e ambientale della città.

    Quale innovazione?

    Un ipermercato rappresenta la perpetuazione di un modello di sviluppo e di consumo ormai in via di superamento ovunque. Nella presentazione del progetto dell’area commerciale si cita (a sproposito, a nostro parere) il modello della città a 15 minuti: il modello del prof. Carlos Moreno è l’esatto opposto rispetto a quanto proposto dall’intervento di Via Caldirolo, perché tale modello prevede di rafforzare i servizi di vicinato (che non sono solo le “lavanderie” o le “edicole” come detto dal dott. Da Dalto durante la riunione della 3^ Commissione del 5/7/2022). Per città 15 minuti Carlos Moreno intende “un’idea di spazio urbano in cui la maggior parte delle necessità quotidiane dei residenti può essere soddisfatta spostandosi a piedi o in bicicletta direttamente dalle proprie abitazioni”. Un centro commerciale di quasi 4000 metri quadri di superficie di vendita è quanto di più lontano ci possa essere dal modello della città 15 minuti. Nella stessa area esistono già strutture commerciali di “medie e grandi dimensioni”: nel raggio di 1 km dal nuovo centro commerciale ipotizzato (quindi a distanza di camminata) ce ne sono ben 5 e hanno una superficie totale di vendita di oltre 6000 metri quadri; in quest’area risiedono oltre 13000 ferraresi (quindi il rapporto tra superficie di vendita e 1000 abitanti sarebbe di 461 mq/abitanti … un’enormità e un’aberrazione).

    Per città 15 minuti dobbiamo quindi intendere ciò che Moreno (e altri urbanisti seri) definiscono come “città che avvicina i servizi, ne semplifica l’accesso, riduce le disuguaglianze migliorandone la coesione sociale e dando valore ad una nuova dimensione sostenibile di vicinato”.  Un centro commerciale da 3750 metri quadri di vendita non si avvicina nemmeno a questa idea. Così come non lo è l’idea del nuovo parcheggio auto previsto lungo via Volano, area che sarebbe opportuno riqualificare a verde, in modo da dare continuità al verde presente dopo l’intersezione con via Quartieri (ricordiamo inoltre che lungo via Volano esiste già un’area parcheggio, peraltro poco utilizzata). Un parcheggio nel vallo delle Mura rappresenta un un modello di mobilità vecchio che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell’automobile privata a detrimento del trasporto collettivo, in aperta controtendenza con quanto si sta sperimentando in tante città del nord Europa sempre più“ car free”. I parcheggi scambiatori devono essere attestati in zone diverse da quella prescelta. Eppure avremmo bisogno di progetti di innovazione vera in tema di mobilità.

    Quale utilità pubblica?

    E’ quantomeno da valutare la positività del recupero dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli, area da anni abbandonata, per la riqualificazione dell’area tra via Scandiana e Cisterna del Follo: da area dismessa a nuovo quartiere della città e nuova rivitalizzazione. Non basta dire che siccome l’area è degradata va bene qualsiasi intervento. Quali finalità pubbliche e sociali vengono garantite? “Favorire la rigenerazione dei territori urbanizzati e il miglioramento della qualità urbana ed edilizia” e “tutelare e valorizzare il territorio nelle sue caratteristiche ambientali paesaggistiche favorevoli al benessere umano ed alla conservazione della biodiversità” sono i principali criteri di utilità pubblica sottesi all’approvazione di un Accordo di programma pubblico/privato che, lo ricordiamo, permetterà importanti varianti agli strumenti urbanistici e di pianificazione vigenti (Piano strutturale Comunale, Piano Operativo Comunale, Regolamento Urbanistico Edilizio e Piano provinciale per il commercio POIC):  di certo questi criteri non vengono soddisfatti dalla trasformazione di un’area attualmente a seminativo in un ipermercato e costruendo un nuovo parcheggio nel vallo delle Mura. L’assessore ha spiegato in commissione consigliare che il progetto è unico (non si può quindi stralciare il parcheggio o l’ipermercato) perché solo la realizzazione dei tre interventi insieme permette la sostenibilità economica del progetto.

    Quale coerenza con la risoluzione ”Stop consumo di suolo” da noi proposta e approvata dal Consiglio comunale meno di 3 mesi fa?

    Arrestare il consumo di suolo rappresenta una strategia fondamentale non solo per contrastare il dissesto del territorio e la perdita di biodiversità ma anche per mitigare gli effetti drammatici del riscaldamento globale (stoccaggio di carbonio, maggiore disponibilità di spazio per la piantumazione di numeri elevati di alberi che rappresentano uno dei mezzi più’ efficaci per ridurre l’aumento delle temperature). In particolare, poiché Ferrara è uno dei capoluoghi di provincia con il maggior numero di ondate di calore, sarebbe estremamente importante che le scelte di pianificazione dell’amministrazione della città fossero volte ad impedire un ulteriore cementificazione del suolo comunale. Peraltro nella delibera del 12 aprile 2022, il Consiglio comunale si era impegnato a contrastare in maniera concreta il consumo di suolo libero e a quantificarne il valore quale fornitore di servizi eco-sistemici.

    Quale partecipazione dei cittadini?

    opo oltre due anni di lavoro tra l’Amministrazione e la società privata titolare dell’intervento il progetto andrà in consiglio comunale lunedì prossimo senza una preliminare discussione con i cittadini, senza un loro coinvolgimento diretto nelle scelte di trasformazione di una parte della città.

    Nonostante il grande impatto urbanistico che questi interventi avranno sulla città, poichè sono presentati, come ha spiegato l’architetto Magnani in commissione, trattandosi di un Accordo di programma, non c’è alcun obbligo da parte dell’amministrazione di organizzare percorsi partecipativi.

    Ma, al di là degli obblighi amministrativi, non sarebbe stata questa l’occasione giusta per creare  uno spazio di confronto pubblico dove approfondire idee, proposte e visioni per la Ferrara futura, in cui poi inserire la declinazione di questo progetto?

    Eppure la necessità di un orientamento progettuale complessivo e di una visione di quale città vogliamo dovrebbe guidare e precedere interventi così caratterizzanti.

    Perché non si è aperto un dibattito?

    Quale idea di partecipazione della cittadinanza alle scelte politiche persegue l’Amministrazione?

    E’ stato affermato che in consiglio si voterà solo un Accordo (art. 11 L.241/90), preliminare al successivo Accordo di Programma e che ci sarà spazio per la partecipazione dei cittadini.

    Sappiamo che non è così. Il coinvolgimento dei cittadini andava fatto prima di iniziare l’iter autorizzativo.
    Rete Giustizia Climatica Ferrara

    Il Progetto FE.RIS contrasta con le urgenze della crisi climatica: la via del confronto e della democrazia partecipata

    “Il tempo per fermare la catastrofe sta finendo” –  ha dichiarato alla Cnn Michael Mann, uno degli autori del Sesto rapporto sullo stato della scienza sui cambiamenti climatici, firmato dai 234 scienziati dell’IPCC (International Panel on Climate Change) – “Restano zero anni per evitare ulteriori pericolosi cambiamenti climatici. La finestra sul mantenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi si sta chiudendo rapidamente e le attuali promesse sulle emissioni fatte dai firmatari dell’accordo di Parigi non bastano al raggiungimento di tale obiettivo”.

    Il mondo si è riscaldato di 1,1 gradi Celsius in più rispetto ai livelli preindustriali “inequivocabilmente a causa delle attività antropiche” afferma il Sixth Assessment Report —IPCC  e si sta aggravando più rapidamente di quanto previsto: dal 2018, quando l’IPCC ha pubblicato un rapporto speciale sul significato di 1,5 gradi, le emissioni di gas serra sono continuate ad aumentare senza sosta e hanno spinto le temperature globali più in alto.

    Ormai sappiamo che per contrastare la crisi climatica ed ecologica dovremo  cambiare il nostro modo di vivere e di relazionarci con la natura e gli spazi in cui viviamo, dovremo modificare profondamente stili di vita, di produzione e di consumo. Dovremo individuare  strade per scelte coraggiose che portino a una radicale e rapida trasformazione della società.

    In questo contesto di piena crisi climatica non è più possibile continuare a consumare territorio, perseguendo un modello di sviluppo ormai inadeguato.

    Purtroppo, mentre a parole si prendono impegni per il risparmio di consumo di suolo, nei fatti, le scelte contraddicono tali impegni: in Italia infatti si continua a cementificare, come ben evidenzia il recente  rapporto Ispra (70,000 m2 di nuovo suolo consumato nel 2021, 2 m2 al secondo ).
    Questo avverrà  anche a  Ferrara se andrà in porto il  progetto Fe.ris che risulta infatti non solo inadeguato ma sbagliato e pericoloso per la città e il suo equilibrio sociale e ambientale.
    Lo scorso mese di luglio, il primo atto del progetto Fe.ris. è stato approvato dal Consiglio Comunale con una risicata maggioranza, con una forte opposizione della minoranza e di parte della maggioranza, e senza nessun confronto e coinvolgimento dei cittadini, forze sociali ed economiche ed associazioni.

    Non è possibile accettare  questa incoerenza del Sindaco e della Giunta. Infatti contrastare il consumo di suolo era stato un impegno preciso che l’Amministrazione Comunale si era assunto appena tre mesi prima, lo scorso 12 aprile, proprio per mitigare gli effetti del riscaldamento globale.

    Che senso ha costruire un nuovo ipermercato e un grande parcheggio nel Sottomura se dobbiamo modificare le modalità di consumo e ridurre l’uso dell’auto privata e favorire la mobilità pubblica o il car sharing?

    E che senso ha un accordo di programma pubblico-privato che nella riqualificazione dell’area della caserma non ha chiare le finalità pubbliche dell’intervento? Non basta dire che siccome l’area è degradata va bene qualsiasi intervento.

    I principali punti critici del progetto Fe.ris

    Non è un progetto innovativo e tantomeno rigenerativo la realizzazione di un nuovo ipermercato in via Caldirolo.
    Un ipermercato rappresenta la perpetuazione di un modello di sviluppo e di consumo ormai in via di superamento ovunque. E a che serve alla città, già invasa dai centri commerciali, costruirne un altro di quasi 4000 metri quadri di superficie di vendita?
    Si tratta di un’idea vecchia e superata, agli antipodi del modello della “Città dei 15 minuti“ [vedi una breve presentazione video] proposto dall’urbanista franco-colombiano Carlos Moreno per la città di Parigi e riproposto da tanti altri urbanisti e amministratori per rendere vivibili le città: “un’idea di spazio urbano in cui la maggior parte delle necessità quotidiane dei residenti può essere soddisfatta spostandosi a piedi o in bicicletta direttamente dalle proprie abitazioni”.
    E’ davvero paradossale che proprio al modello della “città in 15 minuti” si rifaccia il progetto Fe.ris nel Documento di presentazione, ma contraddicendolo in toto, contabilizzando anche gli spostamenti in auto! (vedi pag.25 allegato V)

    Non è un progetto rigenerativo e non è innovativo un nuovo grande parcheggio in via Volano.
    Un parcheggio sul Vallo delle Mura che nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e le fortificazioni storiche è sbagliato paesaggisticamente perché irrispettoso del contesto, ma è sbagliato anche in riferimento ad ogni nuovo e moderno criterio di mobilità urbana. E’ un modello di mobilità vecchio, che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell’automobile privata a detrimento del trasporto collettivo, in aperta controtendenza con quanto si sta sperimentando in tante città del nord Europa sempre più “car free”. I parcheggi scambiatori non devono stare vicino al Centro città, ma in periferia,  proprio per favorire l’uso dei mezzi pubblici.

    Manca la pubblica utilità.
    Essendo un Accordo di programma (art.11) tra pubblico e privato, il progetto deve essere indirizzato al bene pubblico. “Favorire la rigenerazione dei territori urbanizzati e il miglioramento della qualità urbana ed edilizia” e “tutelare e valorizzare il territorio nelle sue caratteristiche ambientali paesaggistiche favorevoli al benessere umano ed alla conservazione della biodiversità” sono infatti i principali criteri di utilità pubblica sottesi all’approvazione di un Accordo di programma pubblico-privato che permettono importanti varianti agli strumenti urbanistici e di pianificazione vigenti.

    Non c’è nessun bene pubblico in un parcheggio in via Volano. Quell’area dovrebbe essere invece acquistata dal Comune e rinaturalizzata per completare il progetto Mura. E ugualmente, non c’è alcuna utilità pubblica nella realizzazione di un altro grande centro commerciale in via Caldirolo.

    E per l’area della caserma? Quali finalità pubbliche vengono garantite? In passato si era parlato di campus universitario in collaborazione con Unife, di funzioni collegate ai poli museali, di un centro congressi alla Cavallerizza … adesso leggiamo di residenze, per studenti e non, a libero mercato e negozi .. tutti interventi finalizzati unicamente alla redditività economica dei soggetti privati che gestiranno quelle attività.

    Ma soprattutto, lo richiamavo all’inizio, Fe.ris non è un progetto ambientalmente sostenibile. Si continua a consumare suolo. Come si può ritenere ecosostenibile un progetto che intende realizzare l’ennesimo ipermercato di cemento su suolo agricolo e creare un parcheggio nel Vallo delle Mura?

    In via Caldirolo, ci sarà una perdita di 15.180 mq di area verde. Di fronte alle Mura, in una delle ultime storiche aree in cui la campagna si affaccia sulla città, si vuole costruire un nuovo ipermercato in un’area vincolata a verde nel piano regolatore.  L’area interessata è di 27.410 mq. Attualmente 26.130 mq di seminativo e 1280 mq di  fondiario (occupato dalla villa  che  verrà demolita); alla fine avremo  10.950 m2 di “parco” e 15.758 mq di fondiario (14.477 mq di parcheggi, 3.500 mq di ipermercato, 250 mq di negozi). E poco importa che tutto questo cemento venga “armonizzato” – leggi: camuffato – con un bel tetto verde!

    Nell’area della caserma ci sarà un aumento della capacità edificatoria di 2.000 m2. Si vuole  abbattere 8.000 m2 di vecchi manufatti  e  ricostruire per 10.000 m 2.

    In via Volano si perde l’occasione unica di acquisire i terreni e di decementificare restituendo alle Mura storiche quell’area. Si vuole costruire un parcheggio di 8.545 mq  in un’area nel Vallo delle Mura, area (ex deposito Silla) di 12.950 mq vincolata a verde nell’attuale piano regolatore.

    Abbiamo visto Ferrara allagata, sappiamo che eventi estremi si manifesteranno sempre più frequentemente con l’alternarsi di periodi di siccità e di violente precipitazioni, sappiamo che ogni intervento di mitigazione del rischio va realizzato al più presto, altrimenti continueremo a fare la conta dei danni, a spendere risorse per riparare i danni e non per prevenire i disastri.

    Sappiamo che per ridurre i rischi di allagamento gli interventi di deimpermeabilizzazione dei suoli nelle aree urbane sono una priorità tra gli  interventi da mettere in campo per permettere l’assorbimento delle acque piovane,  E lo sa anche il nostro Comune che ha presentato, meritoriamente, progetti per la depavimentazione di piazze e aree urbane. Perché con questo progetto si va in direzione contraria e si pavimenta e impermeabilizza terreno? “Stop consumo di suolo” non può restare uno slogan vuoto.

    Cosa fare allora?

    Ancora una volta,  sono state prese decisioni importanti per la città senza il confronto e la partecipazione dei cittadini. Dopo oltre due anni di lavoro tra l’Amministrazione e la società privata titolare dell’intervento, il progetto e’ andato in consiglio comunale senza una preliminare discussione con gli abitanti della città, senza un loro coinvolgimento diretto nelle scelte di trasformazione.

    Bisognerebbe stralciare dal progetto il supermercato e il parcheggio e verificare insieme ai cittadini cosa fare, quali interventi di pubblica utilità realizzare nell’area della caserma.

    Non sarebbe stata questa l’occasione giusta per creare  uno  spazio di confronto pubblico dove approfondire idee, proposte e visioni per la Ferrara futura?

    Trattandosi di un Accordo di programma, non c’è l’obbligo di organizzare percorsi partecipativi ma, al di là degli obblighi amministrativi, una visione di quale città vogliamo, concordata con i cittadini, dovrebbe sempre guidare e precedere interventi così caratterizzanti e trasformativi.

    L’assessore Balboni, in un incontro con la Rete Giustizia Climatica,  si è dichiarato disponibile al confronto. Ha affermato che in consiglio si è votato solo un accordo (art. 11 L.241/90) preliminare al successivo Accordo di Programma e che ci sarà spazio per la partecipazione dei cittadini. Spero quindi che si apra un efficace confronto che porti a modificare grandemente il progetto.
    In questo senso, è assolutamente necessario che gli esperti, le associazioni ambientaliste, le organizzazioni sociali ed economiche – tutti coloro che finora hanno manifestato un giudizio negativo o comunque critico rispetto il progetto Fe.ris – sappiano cooperare ed elaborare proposte innovative e condivise. L’incontro pubblico appena promosso dalla Rete Giustizia Climatica per il prossimo 24 settembre va in questo senso.