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    Tag: Estense.com

    Nuovo Famila in via del Lavoro. “Persa un’altra occasione”

    Il Forum Ferrara Partecipata e la Rete Giustizia Climatica dicono il loro no alla costruzione del nuovo supermercato: “Comporta un ulteriore consumo di suolo e l’abbattimento di molti alberi”

    C’è chi dice no. Sono i rappresentanti di Forum Ferrara Partecipata e Rete Giustizia Climatica e lo fanno nei confronti della delibera relativa all’autorizzazione al rilascio del permesso di costruire un nuovo supermercato Famila in via del Lavoro, passata in Consiglio comunale con i soli voti della maggioranza (a eccezione del consigliere di FdI Federico Soffritti, ndr) e quelli contrari di tutta l’opposizione, in deroga alle vigenti norme urbanistiche, “adducendone la pubblica utilità in nome della rigenerazione e riqualificazione urbana“.

    “Esprimiamo la nostra totale contrarietà alla realizzazione di questo progetto che, secondo noi, nulla ha a che fare con la rigenerazione e la riqualificazione” esordiscono Ffp e Rgc, a nome delle ventidue associazioni e dei 250 cittadini che vi aderiscono. “Consideriamo una scelta politica sbagliata – proseguono- quella di considerare di pubblica utilità la realizzazione di un supermercato che non serve ai cittadini e la cui costruzione comporta un ulteriore consumo di suolo e l’abbattimento di molti alberi“.

    “Ci troviamo infatti – aggiungono – nuovamente di fronte all’apertura di una grande struttura commerciale, nonostante la città di Ferrara detenga già il primato della maggiore superficie per abitante adibita a strutture di questo tipo tra i comuni capoluoghi di provincia nella Regione e nonostante la zona dove è previsto l’intervento sia già ben servita da numerose analoghe strutture. Un ennesimo intervento che evidenzia una vera e propria ‘dipendenza dall’abuso’ di supermercati. E ci troviamo nuovamente davanti a una nuova cementificazione che comporta un bilancio negativo del verde. Infatti verrà sacrificata la vegetazione nata spontaneamente nel corso dei decenni di abbandono dell’area interrompendo un processo di rinaturalizzazione già in atto con più di ottanta alberi di notevoli dimensioni”.

    Il Forum Ferrara Partecipata e Rete Giustizia Climatica esprime tutta la sua contrarierà al progetto: “Una scelta sbagliata dunque che contraddice la necessità di intervenire per contrastare la crisi climatica (che produce siccità e allagamenti) e favorire la conversione ecologica e che continua ad ignorare, invece, l’utilità di promuovere il commercio di vicinato. Ancora una volta si è persa un’occasione. Quel terreno avrebbe dovuto essere acquistato dall’amministrazione comunale per farne l’uso più utile al bene comune all’interno di un piano che dia una prospettiva complessiva ad un comparto tanto degradato e che sia orientato a salvaguardare il verde“.

    “Per quanto ci riguarda, come Forum Ferrara Partecipata, continueremo la nostra iniziativa – concludono – perché si affermi una visione di città che assuma la priorità della tutela ambientale e promuova un utilizzo del territorio coerente con essa, contrastando iniziative, come quella dell’apertura di nuovi supermercati, che la contraddicono, riproponendo una vecchia e superata idea di sviluppo del consumo e del commercio“.

    Ex caserma. Fabbri non mantiene la parola

    Il Forum Ferrara Partecipata scrive al sindaco di Ferrara: “Aspettiamo da oltre 260 giorni”

    Lo scorso venerdì 17 novembre abbiamo contato pubblicamente 263 giorni da quando lei, in consiglio comunale, ha riconosciuto che sul progetto di recupero della ex caserma di via Cisterna del Follo sarebbe stato utile ascoltare i cittadini, e ha promesso di iniziare al proposito un percorso partecipativo per arrivare ad una condivisione cittadina sul futuro di quell’area.

    E tutti i venerdì da inizio estate, ci siamo schierati in Piazza Municipale per ricordarle la promessa che, con nostra sorpresa, non stava mantenendo.

    Pensavamo che, pur tra tanti impegni, per un Sindaco sia un impegno morale quello di mantenere la parola data. Il motivo dell’impegno morale è la democrazia.

    Le ricordiamo, signor Sindaco, che non è la prima volta che politici e amministratori ferraresi ignorano i movimenti e i comitati cittadini: sarebbe bene interrompere questa prassi negativa.

    Chiediamo quindi un incontro per sottoporle le motivazioni per cui la stiamo sollecitando ad avviare il percorso di coinvolgimento dei cittadini.

    Confidando che il dialogo diretto possa aprire spazi di comprensione reciproca, speriamo di poter ascoltare da lei tempi e modi per l’inizio del processo partecipativo promesso.

    Il Forum Ferrara Partecipata

    Ex caserma: “Bene la risoluzione, ma i sit-in proseguiranno fino all’avvio del processo partecipativo”

    La precisazione del Forum Ferrara Partecipata dopo il voto in Consiglio comunale. Le iniziative del venerdì davanti al municipio non si interromperanno fino a quando non si darà concreta attuazione alla consultazione dei cittadini

    La risoluzione che impegna la Giunta ad avviare un percorso partecipato per la riqualificazione dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli, votata e approvata martedì in Consiglio comunale, non interrompe le iniziative del Forum Ferrara Partecipata, in particolare il sit-in settimanale del venerdì in piazza Municipale.

    Lo ha voluto precisare a chiare lettere lo stesso Forum, specificando che ciò che ha votato il Consiglio non è altro “quello che da mesi chiede la rappresentanza del Forum Ferrara partecipata ogni venerdì” e che nella stessa seduta in origine “il documento era stato presentato dalle opposizioni, ma la maggioranza, per manifestare il proprio assenso, ne ha prodotto uno simile che alla fine è stato approvato”.

    “Per la verità – aggiungono gli esponenti del Forum Ferrara Partecipata – il Consiglio comunale quella stessa richiesta l’aveva già espressa il 27 febbraio scorso, votando la messa in disparte del progetto urbanistico denominato Fe.Ris, di cui l’area della ex Caserma era il cuore. Da allora nelle sedi istituzionali cittadine era calato il silenzio sull’argomento, e perciò il Forum aveva scritto al sindaco il 5 giugno, ricordando gli impegni presi pubblicamente e allegando alla lettera una serie di proposte raccolte nel frattempo tra cittadini e associazioni, a riprova dell’interesse a esprimere la propria partecipazione attiva. All’ennesimo silenzio, si è passati al sit-in settimanale, con tanto di striscione dotato di contagiorni dal 27 febbraio e distribuzione di volantini esplicativi”.

    “E ora, in attesa di una sollecita azione della Giunta, il Forum Ferrara partecipata ha deciso di proseguire con il sit-in del venerdì fino alla partenza concreta del processo partecipativo”.

    Ex caserma: “200 giorni dalla promessa del sindaco sulla partecipazione dei cittadini”

    Flash mob del Forum Ferrara Partecipata in municipio che ricorda al primo cittadino quanto da lui promesso sul coinvolgimento dei cittadini nel progetto di recupero dello stabile

    Ancora una volta l’ex caserma di Cisterna del Follo è stata protagonista, nella mattinata di ieri, di un flashmob, organizzato dal ‘Forum Ferrara partecipata’.

    Davanti l’atrio della piazza Municipale i manifestanti hanno esibito un cartello, sul quale spiccava la scritta “200 giorni dalla promessa del sindaco sulla partecipazione dei cittadini”.

    Una chiara allusione al 27 febbraio scorso, momento in cui il primo cittadino di Ferrara, Alan Fabbri, aveva assunto l’impegno, durante il Consiglio comunale, di coinvolgere i ferraresi sul progetto di recupero della caserma.

    “I cittadini – ha affermato Leonardo Polastri di ‘Caldirolo libera’ – devono avere voce nelle decisioni riguardanti la propria città. I concetti di ‘collettività’ e di ‘bene comune’ devono essere salvaguardati e tutelati per vivere al meglio Ferrara”.

    Il progetto Fe.ris, a cui i manifestanti anche ieri mattina hanno mostrato contrarietà, prevedeva la realizzazione di un nuovo centro commerciale in via Caldirolo e la vendita ai privati degli spazi della caserma, destinata a divenire uno studentato e una ‘Food Court’.

    “È necessario che la popolazione sia coinvolta prima della stesura del nuovo progetto, affinché le proposte e le valutazioni, emergenti nel percorso partecipativo, possano guidarne l’elaborazione tecnica. Le idee partono dal ‘basso’”, ha orgogliosamente concluso Francesca Cigala, animatrice del ‘Forum Ferrara partecipata’.

    Riprendono i flash mob del Forum Ferrara partecipata

    Venerdì 15 settembre i cittadini torneranno sotto lo scalone municipale alle ore 11, per richiedere pubblicamente l’attenzione del sindaco

    Venerdì 15 settembre il Forum Ferrara partecipata torna sotto lo scalone municipale alle 11, per richiedere pubblicamente al sindaco di mantenere l’impegno, preso in consiglio comunale il 27 febbraio scorso, di consultare i cittadini sulla riqualificazione della ex caserma di via Cisterna del Follo.

    “Il progetto di riqualificazione di quell’area dovrà essere ripensato: è necessario che finalmente i cittadini siano coinvolti prima dell’elaborazione del nuovo progetto, affinché le proposte, le idee, le valutazioni che emergeranno nel percorso
    partecipativo possano orientare e guidare la successiva elaborazione tecnica.” – si legge sul volantino che verrà distribuito ai passanti – “Il 5 giugno abbiamo scritto una lettera al Sindaco per sollecitarlo ad avviare il confronto e gli abbiamo consegnato una pubblicazione con le prime proposte dei cittadini. Non abbiamo ricevuto risposta.”

    Da allora, ogni venerdì fino alla fine di luglio, il Forum, ha presidiato lo scalone, col suo striscione e il datario col conteggio dei giorni trascorsi dal 27 febbraio. Se finora il presidio non ha smosso il Sindaco, almeno si è rivelato utile per diffondere
    informazione civica. Molti cittadini, in effetti, hanno letto per la prima volta sul volantino in distribuzione le notizie del progetto Feris decaduto e delle richieste del Forum al primo cittadino.

    Forum Ferrara Partecipata: “123 giorni e ancora nessuna risposta dal sindaco”

    Il comitato cittadino si riunirà ogni venerdì sullo scalone del palazzo municipale per continuare a sollecitare ad avviare al più presto il percorso di coinvolgimento dei cittadini

    di Sara Bolognesi

    A quasi un mese dall’invio di una lettera aperta al sindaco Alan Fabbri, con cui il Forum Ferrara Partecipata chiede di cominciare al più presto il percorso di coinvolgimento attivo dei cittadini sulle scelte che riguardano la riqualificazione dell’area della ex caserma “Pozzuolo del Friuli”, dal primo cittadino non è arrivata nessuna risposta.

    Per questo motivo il comitato cittadino si riunirà ogni venerdì, per tutto il mese di luglio – “ma riprenderemo a settembre”, precisa Francesca Cigala – sullo scalone del palazzo municipale. L’obiettivo di questi sit in è tenere alta l’attenzione su questi temi e continuare a sollecitare il sindaco Fabbri ad avviare al più presto il percorso di coinvolgimento dei cittadini, così come definito mozione approvata dal Consiglio comunale il 27 febbraio.

    “Nella lettera aperta al sindaco si chiedeva anche la pubblicazione sul sito del Comune del libretto ‘Una caserma partecipata’, che contiene le proposte e le idee dei cittadini in merito alla riqualificazione dell’ex caserma, per aprire un dibattito e poter raccogliere altre idee e suggerimenti. Ad oggi questo non è ancora stato pubblicato” dichiara Cigala, aggiungendo come “la partecipazione dei cittadini al piano urbanistico è fondamentale, perchè determina il futuro della città”.

    Alle istanze che richiedono al più presto questo coinvolgimento attivo della cittadinanza anche Alessandro Tagliati, Marino Pedroni, ex direttore del teatro Comunale di Ferrara e Giovanna Foddis, cittadina, che sottolinea: “l’importanza di prendere in considerazione il pensiero dei cittadini ‘normali’, non appartenenti a partiti politici, in tutte le fasi di progettazione. Spero che l’attuale amministrazione e anche quelle future possano andare in questa direzione”.

    ‘Costruire la città con la cittadinanza attiva’, incontro al dipartimento di Architettura

    Appuntamento per le 17 di martedì 20 per l’incontro organizzato da CiterLab, Forum Ferrara Partecipata e dal centro Unife per la cooperazione internazionale con la professoressa dell’Università di Paranà Débora Rocha

    Martedì 20 giugno 2023, alle ore 17, si svolgerà presso l’aula A2 del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, in via Quartieri 8, un incontro con la professoressa Débora Rocha dell’Universidade Federal do Paraná, Curitiba, Brasile sul tema ‘Curitiba, costruire la città con la cittadinanza attiva’.

    L’incontro sarà introdotto dal professor Romeo Farinella del Dipartimento di Architettura di UNIFE ed interverrà il professor Alfredo Alietti, direttore del Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale di UNIFE.

    La professoressa Débora Rocha è architetto-urbanista e sta svolgendo un periodo di ricerca presso l’Università di Ferrara. È specialista di politiche pubbliche per la città e l’ambiente, democrazia partecipativa e movimenti sociali. Si occupa a Curitiba e in altre città brasiliane di conflitti urbani e costruzione non liberista della città. Tale incontro riprende e sviluppa tematiche già affrontate negli altri incontri organizzati dal Dipartimento di Architettura di UNIFE e il Forum Ferrara Partecipata.

    Scopo dell’iniziativa è di rafforzare un progetto culturale di “cittadinanza attiva” orientato allo scambio e confronto di esperienze e casi studio, in una prospettiva locale e globale.

    L’intenzione è quella di consolidare questa esperienza rendendola ricorrente, dove ricercatori, associazioni, cittadini si confrontano su temi che interessano il futuro delle città, dei territori e delle comunità che li vivono, proponendo percorsi di riflessione critica su politiche, azioni ed esperienze inerenti alla transizione ecologica, con l’obiettivo di entrare nel merito delle narrazioni retoriche che oggi spesso banalizzano i problemi posti dalla mutazione climatica in corso.

    L’incontro è organizzato dal Laboratorio CITERlab del Dipartimento di Architettura e dal Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale di UNIFE, insieme al Forum Ferrara Partecipata.

    “Una Caserma Partecipata”, idee e proposte dei cittadini per il dopo Fé.Ris

    Forum Ferrara Partecipata presenterà un fascicolo stampato in cui saranno raccolte le opinioni su come riqualificare Cisterna del Follo. L’appuntamento è per lunedì 12 giugno alle 18 presso la biblioteca del Centro Documentazione Donna

    Lunedì 12 giugno, alle 18, il Forum Ferrara Partecipata presenterà una pubblicazione che raccoglie le prime proposte e idee dei cittadini per la riqualificazione della ex caserma Pozzuolo del Friuli. L’incontro si tiene nella biblioteca del Centro Documentazione Donna, in via Terranuova 12b.

    Il Forum è nato con lo scopo di animare un percorso di cittadinanza attiva per costruire una idea di futuro della città, a partire dalla opposizione al progetto urbanistico Fé.Ris. La pubblicazione si intitola “Una Caserma Partecipata”, a rimarcare l’intenzione di elaborare progetti che tengano conto dei bisogni e delle proposte nate dal basso.

    Michele Nani, attivista del Forum, coordina lo svolgimento dell’incontro: intervengono lo scrittore Sandro Abruzzese (autore di Mezzogiorno padano, Casapercasa, Niente da vedere) e l’antropologo urbano di Unife Giuseppe Scandurra.

    Al termine i partecipanti alla riunione si saluteranno con un aperitivo “partecipato”, per festeggiare un primo prodotto tangibile dopo tanto lavoro: a partire dallo scorso autunno, con la costituzione del Forum sono iniziati i coinvolgimenti degli abitanti dei quartieri, dei docenti dell’università, dei professionisti cittadini; poi le assemblee, i riuscitissimi flashmob, la preparazione e l’ostensione delle lenzuola con gli slogan anti-Fé.Ris alle finestre, la partecipazione agli incontri in consiglio comunale. Fino alla decisione dei consiglieri e della giunta di ritirare il progetto.

    “Ora – fanno sapere gli organizzatori dell’iniziativa – si attende l’adempimento della promessa del sindaco Fabbri di iniziare un percorso partecipato aperto a tutta la città, di cui il fascicolo stampato dal Forum costituisce un primo contributo, avendo ben presente che la ex caserma è solo uno dei punti caldi della più ampia discussione per il nuovo Piano Urbanistico Generale”.

    “Di chi è la città”, ultimo incontro del Forum Ferrara Partecipata

    Si conclude mercoledì 10 maggio il calendario di incontri pubblici organizzati dal Laboratorio di ricerca Citerlab e dal Laboratorio didattico Lsfd del dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara
    “Di chi è la città” è il tema suggestivo che si dibatte alla Factory Grisù mercoledì 10 maggio, dalle ore 17.

    Si conclude in questo modo il calendario di incontri pubblici organizzati dal Laboratorio di ricerca Citerlab e dal Laboratorio didattico Lsfd del dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, insieme al Forum Ferrara Partecipata.

    L’argomento non è per niente provocatorio, ma conduce direttamente all’origine del vivace movimento cittadino che si è opposto a Fe.Ris, il progetto urbanistico dal percorso politico-amministrativo opaco e per nulla partecipato. “Le amministrazioni locali – spiegano gli organizzatori – non amano né condividere né accogliere né aprirsi quando si tratta di processi trasformativi del territorio. Anche la storia degli ultimi decenni di Ferrara dimostra l’assunto, fino ai giorni nostri”.

    L’intenzione del Forum Ferrara Partecipata è dunque di coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviando un percorso di cittadinanza attiva. I relatori dell’incontro sono: l’urbanista Carlo Cellamare, Dicea, Università La Sapienza di Roma e Alfredo Alietti sociologo urbano, Dipartimento di studi Umanistici, Università di Ferrara. Modera i lavori Dalia Bighinati, Forum Ferrara Partecipata.

    Ferrara e il suo futuro urbanistico. Un Pug senza nessun confronto con i cittadini

    L’intervento sulle pagine di Estense.com a firma Romeo Farinella, professore di Urbanistica all’Università di Ferrara

    In queste settimane Ferrara è stata attraversata da numerose iniziative che sono entrate nel merito dei problemi della città.

    Esperti, ricercatori, studenti di architettura, giornalisti hanno sviscerato insieme a gruppi di cittadini ferraresi e non, temi quali: il senso della rigenerazione urbana nell’era della transizione ecologica, il consumo di suolo, la natura in città, la mobilità sostenibile, il diritto alla casa, la privatizzazione dello spazio pubblico e l’uso improprio degli spazi naturali della città. Si sono confrontate situazioni e problemi di Ferrara con esperienze nazionali, internazionali.

    Insomma, tutti temi che riguardano il presente e il futuro di una città. Tutti temi che vertono sul come tradurre concretamente in azioni le ampie e generiche linee strategiche del Pug in corso di elaborazione a Ferrara. Peccato che in questi incontri pubblici, quindi aperti a tutti i cittadini, non si siano visti i principali attori politici e tecnici della città.

    Tra le pratiche di governo di una città, vi è anche la definizione di strategie, visioni e strumenti urbanistici. Spesso chi amministra cerca di relegare questa dimensione operativa alla sfera della “tecnica urbanistica”, quindi una cosa per esperti, associata ai portatori di interessi forti, che hanno i denari per avvalersi di contro esperti (architetti, ingegneri, avvocati, ecc.) in grado dialogare (spesso condizionandoli) con i processi amministrativi.

    Ma il futuro della città (che un Pug ha il compito di stabilire almeno per un dato periodo) riguarda anche il cittadino comune, singolo e associato, che una corretta pratica di governo (in linea con quanto suggerito da organismi quali Ue o Onu) dovrebbe mettere in condizione di essere informato e ascoltato.

    Uno strumento urbanistico come il Pug propone una ipotesi di sviluppo e organizzazione urbana, attraverso una sintesi, elaborata a partire da un quadro di problemi ai quale dare soluzione. Questo processo si traduce in politiche, che prevedono azioni, che per realizzarsi devono trovare risorse economiche (es. potenziare il trasporto pubblico) e norme, che devono regolare le trasformazioni ordinarie (es. edificare o ristrutturare una casa o lottizzare un terreno). Il problema è chi definisce, orienta o condiziona la definizione degli obiettivi e delle azioni.

    Altra riflessione: la realtà come sappiamo non è un insieme coerente, i “portatori di interesse” sono molteplici, e qui sta la difficoltà di governare, ma è la realtà che si deve adattare alla “norma” (voluta da qualcuno in base a proprie convinzioni o pressioni) o al contrario la “norma” deve essere in grado di interpretare la realtà (cercando di essere il più condivisa possibile)?

    Per rispondere a tali domande da anni si sono sviluppate, in fase di elaborazione degli strumenti urbanistici, esperienze di “ascolto della città” e dei suoi cittadini. Questo non significa solo sentire il parere dei “poteri forti” (attori economici, associazioni di categoria o professionali, enti, ecc.) ma avviare delle procedure (e se ne stanno sperimentando tante in Francia, Germania, Olanda, Danimarca, Spagna) che consentano ai cittadini, alle loro associazioni locali, e a chiunque abbia qualcosa da dire o suggerire di sentirsi coinvolto in un processo in corso (il Pug) che riguarda il futuro della sua città. Quindi non essere coinvolti solo a cose fatte, a decisione prese.

    Tutto questo a Ferrara non vi è stato, non so se è programmato. Ad una pratica di governo condivisa e dialogante, si è preferito sostituire una pratica di comando dove all’idea di “cittadinanza attiva” è stata sostituita quella di “soggetto portatore di interessi” (stakeholder), quindi selettivo, e scelto sulla base di un interesse particolare che si sovrappone all’idea di “città come bene comune”.

    Il consenso è gestito da capipopolo che si fanno interpreti degli umori del popolo, senza nessun confronto critico. Si esalta il “culto del fare” ma, come e per chi, lo stabilisce chi comanda. I messaggi che si lanciano sono semplificati e retorici, i nemici sono chiari, l’interlocuzione con la critica e la conoscenza viene silenziata, o ridicolizzata, o assunta in nome di una “tecnicalità” che non crea problemi e non mette in discussione ciò che si asserisce.

    Questo atteggiamento non è conservatore o progressista (viene usato in entrambi i campi) ma è tipico di una visione neoliberale dello sviluppo dove l’economia e la sua finanziarizzazione, hanno di fatto sostituito la politica e trasformato il cittadino in consumatore, mettendo in mano il futuro della città a poteri spesso non visibili (es. il 40% dell’intero progetto Isola-Garibaldi a Milano dal 2013 è in mano alla Qatar Holding, mentre il futuro di altre importanti aree della città sono in mano alle società proprietarie di Milan e Inter e in generale il futuro urbanistico di Milano è gestito dalla potente immobiliare Coima).

    E quindi, come è capitato con il Feris e come ora sta capitando con l’accordo con Coop Alleanza per l’area di Foro Boario, si avviano operazioni su aree strategiche per il futuro della città basate su accordi di interesse dove prevale l’interesse privato, per funzioni dichiarate pubbliche ma non necessarie, o non prioritarie, senza un coinvolgimento della città e mentre si sta elaborando un Pug che dovrebbe dirci come potrebbe essere usata quell’area di grande interesse per tutta la città.

    Quindi la domanda è perché l’amministrazione ferrarese non ha ancora sentito l’esigenza di organizzare un grande momento pubblico e politico (come hanno fatto altre città) di presentazione delle linee strategiche del suo futuro piano urbanistico? Abbiamo capito in questi anni che molta attenzione è rivolta al potenziamento del turismo delle “trippe”, dello spettacolo usa e getta che abusa dei beni comuni (piazze storiche che per un mese si trasformano in palcoscenici privati), della privatizzazione dello spazio pubblico a fini commerciali.

    Qualcuno potrebbe obiettare che abbiamo ora a Ferrara una grande e straordinaria esposizione sul rinascimento (cosa vera, il cui merito va agli organizzatori) ma si tratta del rilancio di iniziative che appartengono all’ identità” ferrarese perlomeno da quando è nata Ferrara Arte. È quindi la ripresa di una “tradizione” e non il frutto di una nuova visione politica.

    Colpisce però la bassa qualità (e la dismissione) del commercio di Ferrara città d’arte: che è sotto gli occhi di tutti, anche nelle vie più centrali del centro storico. Nel Pug si parla di “città dei 15 minuti” e sarebbe interessante sapere dai progettisti come intendono realizzare questo obiettivo avendo cinque centri commerciali e ipermercati che generano tra l’altro un traffico sovradimensionato rispetto alla dimensione della città.

    Se non si parte da questa premessa la “città dei 15 minuti” sarà solo per i quartieri “gentrificati”, dove le botteghe e i servizi rinascono per chi se lo può permettere. La riflessione potrebbe continuare con le politiche abitative e del lavoro, temi assenti dai dibattiti della città.

    Colpisce infine l’orizzonte limitato e provinciale di importanti e storiche associazioni di categoria come il Cna, Ascom, Confartigianato e Confesercenti che identificano, in un loro comunicato congiunto, l’internazionalizzazione di Ferrara con un evento effimero come il concerto di Bruce Springsteen, del quale tra l’altro chi lo contesta ha solo messo in discussione il luogo scelto (il Parco urbano) e non l’opportunità di farlo.

    Forse queste associazioni e molti cittadini non si rendono conto che Ferrara è già internazionale per la sua storia, la sua cultura, la sua università, peccato che attorno a questi valori “locali” non si riesca strutturare una visione “internazionale” di lunga durata, preferendo alla sedimentazione, al coordinamento, alla inclusione (certo più difficile da pensare e gestire perché necessità di complessità di pensiero e di governo) la cultura dell’evento mordi e fuggi.

    Pensare che il futuro dell’internazionalizzazione di una città sia legata a un concerto rock, ad un’expo, o a un’olimpiade fa tremare le vene ai polsi anche perché mette in luce la mediocrità di una classe dirigente, come dimostrano i fallimenti in molte città europee delle fasi post-evento.

    Si potrebbe poi dire che per un paese dalle cento città come l’Italia il futuro e l’internazionalizzazione se legata solo alla singola città è perdente, se invece diventa una politica federativa e condivisa da reti di città sarà più forte. Lo hanno capito anche Oxford e Cambridge, due città dalla forte identità “locale”, che insieme a Milton Keynes si stanno costituendo come sistema metropolitano rafforzando il trasporto pubblico territoriale, stessa cosa potremmo dirla per Marsiglia e Aix-en-Provence, ormai divenute un’unica realtà metropolitana, o per la regione della Ruhr. Tutti sistemi di città riorganizzati a partire dal potenziamento della mobilità pubblica urbana e interurbana

    Anche per questo sarebbe necessario un sereno e ricco dibattito pubblico promosso da chi amministra la città (invitando anche le città vicine a partire da Bologna), in particolare in occasione della redazione di un nuovo strumento urbanistico generale. Così come la vitalità, l’interesse, la curiosità, l’amore per la città, che si ritrova nelle le attività promosse dal Forum Ferrara Partecipata e da altre associazioni andrebbero valorizzate in quanto risorse attive sul territorio, in quanto presidi civici, e non ridicolizzate o stigmatizzate come è capitato di leggere frequentemente.

    *professore di Urbanistica del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, dove dirige il CITERlab, un laboratorio di ricerca che opera nel campo della progettazione urbana e territoriale

     

    Romeo Farinella

    professore di Urbanistica del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, dove dirige il CITERlab, un laboratorio di ricerca che opera nel campo della progettazione urbana e territoriale

    Abitare sano: mobilità, salute urbana e diritto alla casa – Forum Ferrara Partecipata

    Oggi 19 aprile alle ore 17 il penultimo degli Incontri sulla città, organizzato dal Dipartimento di architettura Unife e dal Forum Ferrara Partecipata

    Si tiene oggi 19 aprile alle ore 17 il penultimo degli Incontri sulla città, organizzato dal Dipartimento di architettura Unife e dal Forum Ferrara Partecipata. Nella sala sinodale della Parrocchia di San Giacomo Apostolo, via Arginone 161, si svolge il tema “Abitare sano: mobilità, salute urbana e diritto alla casa”.

    Elena Dorato, architetto-urbanista, Dipartimento di Architettura di Unife, discuterà delle relazioni complesse tra progettazione della mobilità e le ricadute sulla qualità e vivibilità urbana. Gli spazi della mobilità costituiscono oggi un patrimonio fondamentale e non (più) negoziabile per la nostra salute e per la salute delle nostre città. Un campo di dibattito e azione per definire politiche e progetti lungimiranti e realmente sostenibili, capaci di rompere con la tradizione della città organizzata per il traffico veicolare privato e muoversi, invece, a favore della costruzione di una “piattaforma integrata di spazi pubblici” a sostegno di migliori condizioni di vivibilità, socialità e sicurezza.

    Diego Carrara, economista ed esperto di politiche della casa si occuperà del “diritto ad abitare”, che è una questione ancora aperta, nel nostro Paese e nella nostra regione, soprattutto per i ceti a basso reddito. Questo diritto, soprattutto dopo la pandemia, è ancora ignorato, mancano le politiche abitative pubbliche e una programmazione degna di questo nome. Tutto questo ha una ricaduta negativa, anche sulla salute dei cittadini e sulla loro vita nelle città.

    Fe.Ris ‘Due’, dai cittadini emergono tante buone idee per l’ex caserma

    Dal miglioramento del polo museale allo studentato gestito da Ergo, fino a spazi per il teatro contemporaneo: le ipotesi all’assemblea del Forum Ferrara Partecipata
    di Pietro Perelli

    “Quando ho saputo del progetto mi è venuto un coccolone”, lo dice all’inizio del suo intervento la guida turistica Emanuela Mari. Siamo al secondo incontro organizzato dal Forum Ferrara Partecipata per favorire il coinvolgimento dei cittadini nella riqualificazione dell’area dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli. Ormai infatti il progetto Fe.Ris promosso dall’attuale giunta è stato ridimensionato anche se, dicono diverse voci, “dobbiamo continuare a vigilare”. “Risultato ottenuto – dice Alessandra Gudorzi introducendo l’incontro moderato da Dalia Bighinati di Telestense – grazie all’impegno di cittadini e associazioni le cui istanze sono state recepite da diversi consiglieri comunali che le hanno portate in Consiglio”.

    Questa assemblea è però destinata alla ricerca di proposte, proposte che arrivano dai cittadini iscritti a parlare e ascoltate da una platea numerosa. Un momento, spiega Corrado Oddi, “di esercizio di democrazia partecipata”, “non lo fa l’Amministrazione – aggiunge – lo facciamo noi. Raccogliamo le idee e partiamo dalle esigenze e dai bisogni della città”.

    Ci sono voci già sentite e voci nuove con proposte che spesso coincidono e a volte divergono. In particolare si annotano molte proposte su come migliorare il polo museale che ha la sua punta di diamante nel vicinissimo Museo di Palazzo Schifanoia. Emanuela Mari propone la costruzione di “un’aula didattica” e di una “sala conferenze moderna, attrezzata e capiente”, di servizi turistici adeguati, di una dépendance museale ma anche un piccolo parcheggio “per i residenti e di servizio al museo per togliere le macchine da davanti al palazzo”.

    Tra chi prende la parola anche Anita Magagnotti di Link che chiede uno studentato che tenga conto “del disagio economico che le famiglie italiane stanno vivendo”. Alloggi a prezzo calmierato che dovrebbero essere gestiti da Er.Go, ente che ne avrebbe la competenza e che secondo l’architetto Roberto Rosina “è totalmente assente dalla scena”.

    Marcello Toffanello, storico dell’arte, crede che quello spazio abbia “come vocazione quello di supporto all’attività museale” e che quindi possa essere utile alla modernizzazione degli stessi. Aggiunge un tassello alle proposte Marino Pedroni, ex direttore del Teatro Comunale di Ferrara, facendo notare l’assenza di spazi comunali (oltre al teatro che ha diretto) per il teatro contemporaneo, per la danza o per il teatro ragazzi. Nel farlo ricorda anche di quando vent’anni fa “fu chiamato da Sateriale per vedere la cavallerizza siccome da anni cercavamo spazi alternativi al Comunale”. “Le arti performative – conclude – vanno pensate all’interno di questo percorso”.

    Un percorso in cui ognuno porta le proposte che conosce meglio, come Emanuela Cavicchi della Biblioteca Popolare Giardino che propone una biblioteca sociale sullo stile di quella di Oodi a Helsinki in Finlandia che “ho avuto la fortuna di visitare”. Altra proposta viene avanzata da Caterina Sateriale del Cohousing di San Giorgio che vede come proposta utile quella di appartamenti per giovani coppie che si trovano “davanti ostacoli importanti”.

    Un incontro molto partecipato che è riuscito a iniziare quel percorso di democrazia partecipata per cui è nato. Un buon incontro anche secondo la moderatrice Dalia Bighinati che conclude con un appunto: “Non ho sentito un’unica cosa, le azioni legate all’innovazione ambientale, mentre molti progetti europei pensano all’utilizzo di materiali che riducano il consumo energetico o sistemi che producano energia pulita”.

    Il Forum Ferrara Partecipata passeggia sui luoghi di Fe.Ris.

    Appuntamento domenica 12 marzo alle 15 con una passeggiata guidata con partenza da Via Scandiana nel contesto di luoghi proclamati Patrimonio dell’Umanità e interessati dall’ex progetto Fe.Ris.

    È partito il nuovo percorso partecipativo aperto a tutta la cittadinanza, promosso dal Forum Ferrara Partecipata, dopo l’abbandono del progetto Fe.Ris. col voto unanime del consiglio comunale.

    Il primo appuntamento organizzato dal Forum è per domenica 12 marzo alle 15 con una passeggiata guidata tra mura e delizie, con partenza da Via Scandiana, angolo Via Borgovado, nel contesto di luoghi proclamati Patrimonio dell’Umanità e interessati dall’ex progetto Fe.Ris.

    La camminata sarà accompagnata da esperte guide turistiche, in modo da vedere con gli occhi e misurare con i propri passi i luoghi segnati da antiche memorie architettoniche e da vicende storiche: quei luoghi che oggi necessitano di interventi di interesse pubblico e non speculativo.

    Il Forum propone anche questo modo per promuovere momenti pubblici di approfondimento e raccolta di idee dal basso, per la costruzione di una visione alternativa del futuro della città, più democratica, non privatizzata, libera dal traffico e dal cemento, per la tutela e la rigenerazione dei beni comuni.

    Il Forum Ferrara Partecipata passa alla fase due: “Ora proposte partecipate sul futuro della città”

    Il Forum avvia un ciclo di incontri di riflessione sul futuro della città con esperti di Unife “per creare le condizioni per una vera partecipazione attiva dei cittadini che nella città di vivono”. Primo appuntamento per il brainstorming il 14 alle 18 a Grisù

    Il Forum Ferrara Partecipata cambia pelle: dopo mesi impegnato nell’opposizione al progetto Feris, con l’incontro di venerdì pomeriggio allo spazio Grisù ad aprirsi un nuovo scenario, quello della re-immaginazione della Ferrara del futuro in modo partecipato, chiedendo quindi ai cittadini quali siano le proposte concrete per poi chiederle a gran voce all’amministrazione.

    A spiegare questa svolta infatti, in verità fin da subito tra gli obiettivi della piattaforma seppur in divenire, è Francesca Cigala Fulgosi, volto pubblico del Forum, nel corso del primo di una serie di incontri volti alla diffusione di “riflessioni e proposte per la città” che si terranno fino a fine maggio con diversi esperti afferenti in via maggioritaria al dipartimento di architettura dell’università di Ferrara e che ha visto nel suo primo appuntamento un intervento dell’urbanista di Unife Romeo Farinella e del valutatore ambientale del dipartimento di ingegneria dell’università di Modena e Reggio Emilia Gabriele Bollini, i quali hanno toccato i punti della retorica ecologica, della storia dell’idea della rigenerazione urbana esponendo poi le linee strategiche del Pums e mettendo in guardia il Forum sul fatto che il Pug è ancora in fase di elaborazione.

    “Questo è il primo incontro sulla trasformazione che dovremmo portare alla città, oggi parleremo di consumo di suolo e rigenerazione urbana, ma successivamente affronteremo altri temi sempre comunque in modo improntato alla partecipazione”, ha esordito Fulgosi, ricordando che “siamo in una situazione di grave crisi ecologica e sociale, quindi le trasformazioni del nostro vivere sono indispensabili e dobbiamo pensare di modificare tutta la nostra città. Sono trasformazioni importanti che riguardano tutti, e per questo si tratta di decisioni che non possono venire prese solamente dagli amministratori senza considerare i cittadini che hanno diritto di decidere ed essere ascoltati”.

    Dopo un breve excursus sulla storia di Feris — e su quella del Forum — l’obiettivo di questi incontri viene esplicitato: “Vogliamo creare le condizioni per un percorso di cittadinanza attiva, e questi incontri vanno nella direzione di questo obiettivo, diverso dalla partecipazione conosciuta negli anni dove si andava per ascoltare o per venire informati”.

    “Il progetto Feris è stato presentato senza che i cittadini ne sapessero niente ed evidentemente nemmeno i consiglieri comunali. Secondo noi la rigenerazione che era anche nel titolo il progetto era una falsa rigenerazione, ma adesso siamo in una situazione diversa perché la grande mobilitazione dei cittadini delle associazioni ha portato al blocco di questo progetto in consiglio comunale e allo stralcio dei progetti dell’ipermercato del parcheggio da parte del sindaco, che se poi impegnato a discutere con i cittadini di cosa fare in merito alla caserma”, ha proseguito fulgori davanti a una platea comunque nutrita di persone nonostante la vittoria politica già raggiunta: la ex sala macchine è piena, non gremita, con una cinquantina abbondante di spettatori.

    “Il 14, alle 18, sempre allo spazio Grisù ci sarà un incontro publico per chiedere ai cittadini di presentare le proprie proposte, dal basso, per capire cosa pensa e cosa vuole fare chi abita la città, perché il progetto Feris è stato il caso clinico, il caso negativo dal quale partire per ragionare come la parola prevenzione sta alla medicina: tutti la predicano e nessuno la fa”.

    “Senza Forum questo risultato non sarebbe stato raggiunto e questo Forum vuole andare oltre Feris, e per questo bisogna capire che tipo di sviluppo vogliamo rispetto ai temi del dibattito sul futuro della città visto che si sta elaborando un Pug, con le sue linee strategiche e le azioni correlate al Pums (il piano della mobilità urbana e sostenibile, ndr), capendo per esempio anche cosa vogliamo fare del parco urbano”, ha aggiunto Farinella che poi fa notare come “la complessità e la ricchezza degli spazi in questa città non appare negli utilizzi, non è chiaro se per scelta o per mancanza”.

    “Stop alle logiche a base di cemento”, ciclo di incontri sulla rigenerazione urbana

    L’iniziativa di Forum Ferrara Partecipata e Unife parte da Ferrara. Primo appuntamento venerdì 10 marzo

    La salute urbana, la mobilità, il diritto alla casa, il verde urbano e gli spazi pubblici, la rigenerazione e il consumo di suolo, la partecipazione dei cittadini. Questi i temi che verranno trattati al ciclo di incontri pubblici organizzati dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e dal Forum Ferrara Partecipata.

    Temi non solo importanti per il futuro delle città, ma che si possono riscontrare sia nell’Agenda 2030 dell’Onu (obiettivo 11) che in numerose esperienze che si stanno compiendo in Italia e non solo. A parlarne saranno ricercatori ed esperti di diverse università italiane.

    Il primo incontro, dal titolo “Rigenerazione urbana e consumo di suolo: pratiche non retoriche” sarà venerdì 10 marzo alle 17 presso Factory Grisù – in via Poledrelli 21 – e a parlarne saranno Romeo Farinella, architetto-urbanista del Dipartimento di Architettura Unife, e Gabriele Bollini, urbanista e valutatore ambientale del Dipartimento di Ingegneria Unimore. Modera l’incontro Francesca Cigala Fulgosi di Forum Ferrara Partecipata.

    L’iniziativa è nata grazie all’incontro tra il laboratorio di Ricerca CITERlab del Dipartimento di Architettura dell’Università, il Laboratorio didattico Lsfd, entrambi diretti dal Prof. Romeo Farinella, e il Forum Ferrara Partecipata costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città.

    Nonostante il Forum abbia dovuto la sua genesi al dibattito scaturito dal progetto Feris, l’obiettivo è diventato più ampio e riguarda la volontà di consolidare a
    Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica.

    Attraverso questo ciclo di incontri pubblici, l’intento del Forum è dunque quello di rivolgersi alla cittadinanza per l’approfondimento di tematiche relative alla
    qualità del vivere e dell’abitare in città, preliminari all’elaborazione di proposte e visioni per la Ferrara di domani, coinvolgendo i cittadini nelle scelte che riguardano la città, finalizzate alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana.

    Un’esperienza che rientra anche nel campo del public engagement che sempre più connota i rapporti tra le università e i loro territori, nell’ottica di una visione più consona alla situazione di crisi eco climatica, economica e sociale in cui ci troviamo.

    “Non si può continuare con le vecchie logiche di sviluppo a base di cemento, plastica e combustibili fossili” sono le parole del Forum. “La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici”.

    Forum Ferrara Partecipata, al via il ciclo di incontri per proporre la città futura

    È in fase di avvio il ciclo di incontri pubblici organizzato dal Forum Ferrara Partecipata per elaborare ‘riflessioni e proposte per la città futura’ in collaborazione con l’Università di Ferrara. Primo appuntamento il 10 marzo alle 17 alla factory Grisù
    È in fase di avvio il ciclo di incontri pubblici organizzato dal Forum Ferrara Partecipata per elaborare ‘riflessioni e proposte per la città futura’, in collaborazione con l’Università di Ferrara, il dipartimento di Architettura e CiterLab.

    “Gli incontri proposti”, spiegano gli organizzatori, “tratteranno temi generali importanti per il futuro delle città che si possono riscontrare sia nell’Agenda 2030 dell’Onu (Obiettivo 11) che in numerose esperienze che si stanno compiendo non solo in Italia. Tali incontri riguardano la rigenerazione e il consumo di suolo, la natura, il verde urbano e gli spazi pubblici, la mobilità, il diritto alla casa, la salute urbana, la partecipazione dei cittadini. Tali temi saranno trattati da ricercatori e esperti di diverse università italiane e da esperti di settore”.

    Il primo di una serie di incontri che dureranno fino a maggio inoltrato è previsto per venerdì 10 marzo alle 17 alla Factory Grisù di via Poledrelli, e verterà sulle “pratiche non retoriche” della rigenerazione urbana e del consumo di suolo. A discuterne saranno l’architetto ed urbanista di Unife Romeo Farinella, l’urbanista e valutatore ambientale dell’Università di Modena e Reggio Emilia Gabriele Bollini e Francesca Cigala Fulgosi del Forum Ferrara Partecipata.

    “Tale iniziativa”, spiegano gli organizzatori, “è nata grazie all’incontro tra il laboratorio di ricerca CITERlab del Dipartimento di Architettura dell’Università, il laboratorio didattico LSFD (entrambi diretti dal professor Romeo Farinella) e il Forum Ferrara Partecipata costituitosi come luogo di riflessione sul futuro di Ferrara e di cittadinanza attiva finalizzato al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte future che riguardano la città. Come è noto l’occasione che ha portato alla nascita del Forum è stato il dibattito scaturito dal progetto Feris, ma l’obiettivo è più ampio e riguarda la volontà di consolidare a Ferrara un luogo di discussione sul futuro urbano, aspetto strutturale di ogni ipotesi o strategia di transizione ecologica”.

    “Insieme all’Università di Ferrara il Forum organizza dunque questo ciclo di incontri pubblici rivolti alla cittadinanza per l’approfondimento di tematiche relative alla qualità del vivere e dell’abitare in città, preliminari all’elaborazione di proposte e visioni per la Ferrara di domani. Si intende pertanto coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla formulazione di idee innovative, orientate alle necessità future e alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione urbana. Un’esperienza che rientra anche nel campo del public engagement che sempre più connota i rapporti tra le università e i loro territori. Anche per tale motivo la scelta delle sedi dove si svolgeranno gli incontri si sono orientate verso luoghi della città consoni all’esercizio del dibattito pubblico, come si evince dal programma allegato”, aggiungono dal Forum Ferrara Partecipata.

    “C’è bisogno di una visione più consona alla situazione di crisi eco climatica, economica e sociale in cui ci troviamo. Non si può continuare con le vecchie logiche di ‘sviluppo’ a base di cemento, plastica e combustibili fossili. La città va ripensata, come stanno facendo in molte città europee, con più verde, senza automobili private, con trasporti collettivi efficienti, con più spazi per attività sociali e culturali, salvaguardando il patrimonio culturale e naturale, riducendo l’inquinamento, garantendo a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, difendendo i beni comuni e i servizi pubblici”, concludono gli organizzatori.

    Retromarcia Fé.Ris, Forum soddisfatto: “Ora vigileremo sull’effettiva utilità pubblica dell’ex Caserma”

    Ferrara Partecipata organizza un’assemblea per raccogliere idee sulla ristrutturazione da presentare al tavolo di confronto con l’Amministrazione. Il compiacimento di Ferrara Nostra. Intanto sindaco e assessore Balboni promettono: “Sarà un progetto più bello”

    La retromarcia sul progetto Feris da parte dell’Amministrazione accoglie in gran parte le rimostranze della popolazione e non potevano che essere soddisfatti i cittadini del Forum Ferrara Partecipata, che si sono battuti da subito contro l’ipotesi del nuovo supermercato in via Caldirolo e del parcheggio in viale Volano. E l’apertura dell’Amministrazione al confronto con i cittadini viene quindi immediatamente colta da Ferrara Partecipata, che ha già previsto di organizzare per martedì 14 marzo alle 18 un’assemblea pubblica a Grisù (via Poledrelli 21) per raccogliere le idee e le proposte dei ferraresi sulla ristrutturazione della ex Caserma di Cisterna del Follo, “in attesa e anche come stimolo perché parta il processo partecipativo da parte dell’Amministrazione comunale indicato dalla mozione approvata in Consiglio”.

    “Nella serata di lunedì 27 febbraio – riepiloga il Forum – il Consiglio comunale di Ferrara ha approvato all’unanimità una mozione che modifica radicalmente il progetto Feris e, di fatto, accantona il progetto originario. Infatti, nella mozione si riconosce la necessità di avviare un processo partecipativo nella città, si stralcia l’ipotesi di costruire una nuova grande struttura commerciale in via Caldirolo (pur mantenendo aperta la porta per una sua diversa localizzazione) e si avanza l’impegno a destinare quell’area a Parco Urbano con conseguente inedificabilità, si abbandona l’idea del parcheggio in viale Volano per vincolare quella zona a verde pubblico, si individua l’utilità, per la ristrutturazione della ex Caserma di Cisterna del Follo, di un suo dimensionamento rispetto alle ricerche storico-archeologiche da effettuarsi e, in una relazione con l’Università, di prevedere uno studentato, ma a prezzi calmierati”.

    Impegni che, per Ferrara Partecipata, “rappresentano senza dubbio un risultato e una vittoria importante per la città, che sarebbe stata irrimediabilmente deturpata da un intervento privo di pubblica utilità e fortemente invasivo nei confronti del sistema delle Mura, come previsto nel progetto originario di Feris”. Viene perciò registrata positivamente “l’evidente retromarcia dell’Amministrazione comunale rispetto al progetto presentato alla fine di luglio in Consiglio comunale”, retromarcia resa possibile dal lavoro del Forum Ferrara Partecipata “e dalla forte mobilitazione dei cittadini espressa in particolare in queste ultime settimane, e anche dal recepimento delle loro istanze da parte di diversi consiglieri comunali che hanno dato vita alla discussione in Consiglio comunale”. I cittadini del Forum si dicono inoltre soddisfatti “anche dal riconoscimento che, anch’esso in modo unanime, è stato dato alla partecipazione e alla mobilitazione dei cittadini e delle associazioni e ci auguriamo che di questo si tenga conto anche in futuro, smettendo di insinuare che essi siano animati da pregiudiziali di tipo ideologico, come è stato fatto a più riprese nei mesi passati”.

    Ora l’impegno del Forum Ferrara Partecipata sarà quello di propseguire il lavoro intrapreso “con l’obiettivo, in primo luogo, di vigilare sugli impegni assunti con la mozione approvata in Consiglio comunale e di consolidare ulteriormente questo risultato, a partire dal fatto di non dare corso all’apertura di una nuova struttura commerciale in una città che non ne ha bisogno. Soprattutto, andremo avanti nel coinvolgimento dei cittadini perché il progetto di ristrutturazione della ex Caserma sia effettivamente indirizzato all’utilità pubblica e alle necessità di una città che vuole guardare al futuro”.

    La soddisfazione attraversa anche il gruppo politico di Ferrara in Azione, che si attribuisce qualche merito in proposito: “Il nostro contributo in tal senso – commentano dal direttivo del gruppo – è stato chiaro sin dall’inizio, quando abbiamo espresso i nostri dubbi su di un progetto che, pur avendo il merito di portare investimenti privati e di consentire, almeno nelle intenzioni, il recupero della ex Caserma, si dimostrava opaco e poco chiaro sul fronte della rigenerazione urbana e della destinazione degli spazi di via Caldirolo e di via Volano. Anche per questo abbiamo provato a fornire il nostro contributo fattivo all’interno del Tavolo delle opposizioni. Auspichiamo ora che la Giunta riveda il progetto indirizzandolo verso una direzione che contempli l’interesse pubblico, la sostenibilità ambientale e la necessità di attrarre investimenti privati sul territorio con pari dignità”.

    Quanto avvenuto in Consiglio comunale sembra essere fonte di soddisfazione per la stessa Giunta comunale, a partire dal sindaco Alan Fabbri e dall’assessore Alessandro Balboni, gli stessi che solo qualche mese fa, rivolgendosi proprio alle proteste di Ferrara Partecipata, avevano rifiutato di dialogare con “persone che hanno tempo da perdere e stanno cercando di gettare discredito su un lavoro che invece è ambientalista”, e che ora, benché con un certo ritardo e ‘stimolati’ da alcuni consiglieri della propria maggioranza, giudicano positiva la scelta di confrontarsi su sollecitazione dei comitati e della partecipazione attiva. “Con il voto di ieri, e con il coinvolgimento di tutti – promette Fabbri – miglioreremo questo progetto urbanistico, che porterà a Ferrara importanti investimenti e sanerà dopo trent’anni la ferita della Caserma di Cisterna del Follo. La maggioranza, ancora una volta, si è dimostrata compatta e le opposizioni hanno dato finalmente un segnale di apertura, accantonando l’ostruzionismo e sostenendo le istanze da noi proposte. Desidero ringraziare tutti i consiglieri e i cittadini che con i loro suggerimenti ci hanno motivato a fare un passo avanti verso un progetto ancora più bello”. Mentre per Balboni, assessore all’Università e all’Ambiente del Comune di Ferrara, “resta centrale la collaborazione tra pubblico e privato che porterà investimenti mai visti prima a Ferrara con benefici importanti per l’Università e i suoi studenti. Dopo trent’anni finalmente l’ex Caserma, cuore dell’operazione, verrà riqualificata in uno studentato. Sul fronte ambientale, ora, vogliamo spingerci oltre desigillando migliaia di metri quadri di asfalto, con un bilancio ambientale positivo: più verde e meno cemento. Il voto del Consiglio ha, inoltre, indicato che l’operazione commerciale inizialmente prevista in via Caldirolo, indispensabile per l’equilibrio economico dell’intera operazione di rigenerazione urbana, dovrà trovare una nuova collocazione. Su questo lavoreremo in sede di Conferenza dei Servizi, che resta tutt’ora in corso e che è propedeutica all’Accordo di programma pubblico-privato. Il nuovo progetto, che costruiremo insieme ai cittadini, cambierà in meglio il volto della città”.

    Fè.ris. La protesta fa cambiare idea al Comune: niente ipermercato vicino alle Mura

    L’emendamento approvato prevede di mantenere vivo l’interesse per la riqualificazione dell’ex caserma e bonificare l’area di via Volano

    La protesta montata in città contro la volontà della giunta Fabbri di far costruire un ipermercato accanto alle Mura in via Caldirolo ha avuto successo.

    Il consiglio comunale ha votato un emendamento alla delibera che lasciava mano libera ai privati per edificare un mega store in zona verde e parcheggi in via Volano in cambio della riqualificazione dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli.

    Questo grazie alla opposizione, all’interno della stessa maggioranza, di Rossella Arquà e dei tre consiglieri di Ferrara Nostra (Francesca Savini, Luca Caprini e Catia Pignatti).

    È stata necessaria una riunione dei capigruppo di maggioranza, indetta dal sindaco a consiglio in corso, per cercare di far uscire un documento unico e non soccombere alla conta dei voti.

    Alla fine la mozione di Ferrara Nostra, che chiedeva di stralciare la parte di via Caldirolo, è stata leggermente corretta tramite un emendamento di Tommaso Mantovani del M5S (che chiedeva la bonifica di via Volano, approvato all’unanimità) e un altro emendamento della maggioranza (approvato con 17 voti favorevoli, nessuno contrario e 14 astenuti).

    L’esito finale è stata l’approvazione all’unanimità della mozione, che impegna la giunta a “mantenere in essere le interlocuzioni con i privati per individuare un progetto diverso che tenga fermo come punto centrale la riqualificazione dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli e delle aree inquinate di viale Volano”.

    Il progetto allo stesso tempo dovrà “rivalutare l’intervento complessivo alla luce delle criticità emerse, avviando un processo partecipativo con la città, ponendo una particolare attenzione al bilancio ambientale dell’operazione, la quale deve mantenere un saldo positivo di aree verdi e di suolo desigillato”.

    Altro impegno chiesto alla giunta riguarda l’invito, “nell’ottica di proseguire con l’operazione di valorizzazione del sistema delle Mura, ai progettisti incaricati dell’elaborazione del Pug a vincolare l’area a parco urbano mettendola così al riparo da eventuali possibili futuri tentativi di utilizzo improprio, con conseguente assoluta inedificabilità”.

    Un passaggio che protegge l’area da futuri eventuali tentativi di speculazione edilizia. Quanto alla parte tanto temuta da cittadini, comitati, associazioni di categoria, urbanisti e ambientalisti, si dovrà “stralciare dal progetto Fè.ris l’intervento commerciale sull’area di via Caldirolo, demandando a uno specifico strumento urbanistico l’individuazione di una eventuale diversa localizzazione dell’attività commerciale”.

    Quanto alla parte del recupero dell’ex caserma, il progetto dovrà essere “dimensionato anche in relazione all’esito delle ricerche storico archeologiche da effettuarsi nell’area in questione ad attivarsi presso l’Università di Ferrara per sviluppare strategie utili a definire una destinazione dell’area ad alloggi per studenti a canone calmierato ed eventuali attività compatibili con lo studio”.

    L’area in via Volano, infine, non sarà destinata all’uso di parcheggio scambiatore, bensì sarà convertita, “previa bonifica delle ingenti quantità di amianto riscontrate nel sottosuolo, ad area verde pubblica”, valutando le proposte progettuali “presentate dai portatori di interesse locali, molte delle quali emerse in maniera spontanea da associazioni, comitati e professionisti, che siano compatibili”.

    “Un esito impensato – esulta al termine del consiglio la capogruppo di Ferrara Nostra Francesca Savini -. Ora vigileremo affinché sindaco e giunta mantengano l’impegno preso davanti al consiglio comunale. Questo progetto deve essere utile alla città”.

    Colpo mortale a Fè.ris dagli stessi consiglieri della maggioranza di Alan Fabbri

    Il gruppo Ferrara Nostra chiede di stralciare l’ipermercato: “È evidente la prevalenza dell’interesse privato rispetto a quello pubblico”

    Ferrara Nostra – il gruppo di tre consiglieri che fanno parte della stessa maggioranza del sindaco Alan Fabbri – ha protocollato una mozione per chiedere di stralciare dal progetto Fè.ris la parte riguardante l’ipermercato in via Caldirolo, perché “è evidente la preminenza dell’interesse privato su quello pubblico”. Interesse pubblico, questa una novità mai emersa, che non è stato intravisto nemmeno in sede di conferenza preliminare dei servizi.

    Ma qualche problema potrebbe aversi anche per l’ex caserma, dal momento che il sottosuolo sarebbe ricco di reperti archeologici di notevole importanza.

    “Dalla discussione emersa in consiglio – afferma Ferrara Nostra – è risultato evidente che, pur esistendo l’ormai storica necessità di un intervento di riqualificazione dell’intero complesso dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli, l’intera operazione presenta numerose criticità e aspetti controversi”:

    In particolare “emerge come le rilevanti ragioni di interesse pubblico, che dovrebbero sostenere l’intera operazione, non risultino affatto preponderanti e, anzi, appare in tutta evidenza la prevalenza dell’interesse privato rispetto all’interesse pubblico, in quanto la futura proprietà, oltre a manifestare una generica intenzione a realizzare residenze private e alloggi per studenti in assenza di una specifica convenzione Unife, sarebbe beneficiaria di una estesa area agricola in Via Caldirolo, fronte mura, sulla quale intenderebbe realizzare una grande struttura commerciale”.

    Ferrara Nostra fa presente poi che contro il progetto Fè.ris ha iniziato a svilupparsi in città un animato dibattito su questo tema, dapprima con singole prese di posizione attraverso la stampa locale, successivamente anche con la nascita di numerosi comitati e gruppi di cittadini che “manifestano il loro totale dissenso rispetto ad un intervento che andrebbe ad alterare profondamente l’esistente equilibrio urbanistico della zona est della città”.

    E anche le associazioni di categoria come Ascom e Confesercenti hanno espresso forti perplessità in merito a Fè.ris “e soprattutto grande preoccupazione per la prospettata apertura del nuovo centro commerciale di Via Caldirolo e per le ricadute economico-commerciali che tale intervento avrebbe sul nostro territorio”.

    Eppure in origine, fino a inizio dello scorso anno, il programma politico del sindaco, in riferimento alla riqualificazione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli parlava di “Centro Congressi” all’avanguardia sul piano tecnologico, “Museo Innovazione Artistica Digitale e del Futuro Contemporaneo”; “Nuova Officina Ferrarese”, incubatore d’imprese e start up legate alle nuove figure professionali connesse ai “contenuti” digitali in partner con UniFe.

    Nelle linee programmatiche dello stesso sindaco, inoltre, nella “sfida della città vivibile e sostenibile”, si trova l’impegno a non consumare suolo agricolo e a valorizzare il paesaggio agrario.

    Ecco perché, spiega Ferrara Nostra, “tutto ciò in evidente e stridente contrasto con la realizzazione della struttura commerciale di Via Caldirolo, che richiede proprio la trasformazione di una vasta area di terreno agricolo in area commerciale”.

    Una novità, finora rimasta sottotraccia, riguarda poi il fatto che in sede di conferenza preliminare dei servizi, che ha avuto luogo il 28 ottobre 2022, alla presenza, oltre che del Comune di Ferrara, di diversi Enti, quali Regione Emilia Romagna, Provincia di Ferrara, Ausl, Arpae, Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio e altri, “sono emerse diverse criticità: una su tutte la poca chiarezza nell’individuare gli elementi di pubblico interesse che dovrebbero suffragare l’ipotesi dell’intervento”.

    Altra stranezza riguarda il fatto che “da più parti è emerso come la documentazione proposta e sottoposta alle valutazioni degli intervenuti fosse costituita da elaborati della sola parte privata e non figurassero documenti tecnico-amministrativi redatti dal Comune”.

    Su via Caldirolo è stato fatto notare “come l’intervento commerciale non sia coerente con la L.R.24 per ciò che riguarda il contenimento del consumo di suolo” e come “sia localizzato su di un’area strategica in quanto nodo della rete ecologica e collegamento di aree verdi per l’allargamento di un parco urbano già presente nella fascia nord delle mura cittadine”.

    Per l’area dell’ex Caserma, a seguito dei carotaggi effettuati, “è stata evidenziata la presenza di testimonianze archeologiche, alla profondità di oltre 3 metri, riferibili alla chiesa del Convento di San Vito e probabilmente anche di strutture molto più profonde e quindi anche più antiche: si tratta, pertanto, di un’area di importanza straordinaria e unica dal punto di vista storico/archeologico”.

    Sull’area di Via Volano, infine, “è stata evidenziata l’esistenza di un vincolo di tutela indiretta che prescrive il divieto di nuove costruzioni e modifica dell’esistente, per cui è necessario pensare ad un intervento avente un significato esclusivamente rigenerativo e conservativo di questa area fronte mura”.

    Per tutti questi motivi la mozione chiede di stralciare dal progetto Fè.Ris l’intero intervento su Via Caldirolo e chiede al consiglio di impegnarsi, “nell’ottica di proseguire con l’operazione di valorizzazione del sistema delle Mura, ad invitare i progettisti incaricati per l’elaborazione del Pug a vincolare l’area quale area destinata a Parco Urbano, mettendola in tal modo al riparo da eventuali possibili futuri tentativi di utilizzo improprio” e di “adoperarsi affinché l’area di Via Volano sia restituita alla propria funzione di area a verde a protezione delle Mura”.

    Il recupero dell’ex caserma, infine, va “dimensionato anche in relazione all’esito delle ricerche storico/archeologico da effettuarsi nell’area in questione, tenendo conto che le destinazioni possibili dei volumi consentiti non potranno che essere vincolate alla realizzazione di alloggi per studenti e attività compatibili, in linea con le esigenze emerse dai confronti con Unife e associazioni di categoria, attraverso specifiche convenzioni che possano garantire ai fruitori costi calmierati”.

     

    Il Forum Ferrara partecipata scrive a Sgarbi: “Ferrara da città d’arte a simbolo della speculazione edilizia”.

    I cittadini chiedono al sottosegretario di intervenire sul progetto Fe-Ris e chiedono a Fabbri di indire un’assemblea pubblica per chiarire i progetti dei privati

    Mentre Vittorio Sgarbi ha appena inaugurato la mostra “Rinascimento a Ferrara” a Palazzo dei Diamanti, il Forum Ferrara Partecipata gli scrive una lettera aperta a proposito “di un controverso progetto urbanistico del Comune che contraddice i fasti rinascimentali della città”.

    “Dopo il suo intervento per la tutela del Palazzo dei Diamanti e a fronte di altre importanti prese di posizione a favore del rispetto e della conservazione del patrimonio artistico e paesaggistico – afferma il Forum -, ci stupisce, onorevole, che non abbia preso posizione sul progetto urbanistico Fé.ris”.

    Secondo il Forum questa collaborazione con il privato “non tutela l’interesse pubblico, oltre a prevedere la costruzione di un grande centro commerciale (9450 metri quadri) e di un enorme parcheggio (8545 metri quadri) a ridosso delle Mura, contempla l’edificazione di un nuovo palazzone con facciata in vetro e acciaio a lato dei giardini di palazzo Schifanoia”.

    Sarebbero molte, quindi, “le ragioni per cui il progetto Fé.ris dovrebbe essere bloccato: ma la proposta di simili manufatti in un quartiere dove si dovrebbero conservare e valorizzare alcuni tratti rinascimentali della città è – per usare un eufemismo – inguardabile”.

    Il Forum fa presente che nel “contratto con la città” dell’attuale sindaco, l’ex-caserma Pozzuolo del Friuli doveva diventare “un centro congressi e il Museo Innovazione Artistica, il tutto collegato a un rinnovato sistema museale e congressuale urbano”, non il centro della movida universitaria con una piazza, 400 alloggi per studenti ed un “food court” con bar ristoranti e centri benessere. “Perché al posto dei nuovi palazzi e della piazza – chiedono i cittadini – non si è pensato a ripristinare i giardini di palazzo Schifanoia e a creare nuove aree verdi, memoria degli orti dell’antico convento di san Vito? Davvero non si vuole pronunciare sull’ennesimo tentativo di far diventare Ferrara da città d’arte e di cultura a città simbolo della speculazione edilizia?”.

    Il Forum Ferrara Partecipata cambia indirzzo e si rivolge al sindaco Alan Fabbri per chiedergli “perché è l’impresa edile a divulgare a mezzo stampa alcune modifiche da apportare al progetto urbanistico Fe.ris, che è stato approvato in via preliminare dal consiglio comunale l’estate scorsa. Non è questo un compito dell’Amministrazione comunale?”.

    Altra domanda: “Da dove viene, poi, l’esigenza così impellente di apportare modifiche ad un progetto tanto magnificato dall’inizio? Se è stata la pressione della opinione pubblica attraverso le informazioni e le azioni del Forum Ferrara Partecipata, perché si insinua il velenoso «siamo sicuri che costoro agiscano nell’interesse pubblico», peraltro proveniente da soggetti che operano per il loro interesse privato e per realizzare profitti?”.

    Il Forum chiede quindi che “venga resa finalmente pubblica tutta la documentazione del progetto: Fe.ris non è un oggetto di marketing, è politica urbanistica, atti amministrativi, procedure, tempi certi, trasparenza, dibattito democratico, visione della città”.

    Il Forum fa presente che “se si vuole davvero aprire un dibattito pubblico, trasparente e civile sul principio di utilità pubblica”, allora “occorre assumere un’ottica di promozione di una discussione partecipata, coinvolgendo i cittadini”.

    In questo quadro, in primo luogo, “pensiamo vada abbandonato il progetto del centro commerciale in via Caldirolo, va verificata in via Cisterna del Follo la necessità di uno studentato, ma a prezzi calmierati in modo tale da ridurre la speculazione che colpisce le famiglie degli studenti fuori sede e messa interamente a verde l’area di viale Volano”.

    Alla luce di tutto ciò il Forum chiede a Fabbri di organizzare in tempi brevi un’assemblea pubblica “per spiegare con chiarezza e completezza le intenzioni della sua amministrazione a proposito dei contenuti reali del progetto Fe.ris”.

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