Campo Democratico propone il cashback per remunerare da parte di Hera i ferraresi che impiegano tempo per la raccolta differenziata
Nell’intervento pubblicato da Estense.com il signor Corrado Oddi per conto del Forum Ferrara Partecipata e della Rete Giustizia Climatica propone due azioni concrete attorno alle quali aggregare le forze del centro sinistra per un prossimo programma di governo a Ferrara:
1. eliminare (o forse solo ridurre drasticamente) la circolazione dei mezzi con motore termico in tutta l’area entro le mura, sostituendola con mezzi pubblici e biciclette;
2. sfilare da Hera la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani e il servizio di distribuzione dell’acqua potabile e trasferirli a una gestione diretta del Comune di Ferrara.
Sul tema della mobilità, dice cautamente Oddi, bisognerebbe predisporre un progetto basato su dati chiari e studio del problema. Verissimo: soluzioni drastiche come quelle prospettate in premessa da Oddi ci sembrano più dettate da un a-priori ideologico (via le auto dalla città) e dalla mancanza di una seria analisi dei fabbisogni di mobilità espressi dai cittadini ferraresi, che da un approccio realistico e efficace al problema.
Dato che si tratta (e su questo non vi sono dubbi) di un problema davvero complesso, politiche di riduzione del traffico privato motorizzato debbono essere compatibilizzate, oltre che con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento, con le differenti caratteristiche della popolazione e i diversi bisogni di mobilità che questa esprime.
Chi vive in città difficilmente si sposta in auto all’interno del centro storico ed usa già largamente i mezzi pubblici, la bici, i piedi, o i monopattini a seconda dell’età e delle condizioni di salute. Questo tipo di mobilità va indubbiamente incentivata e sostenuta, magari con una rete di precorsi protetti sulla viabilità minore che riservi gli assi viari fondamentali (Giovecca-Cavour, Porta Po-Porta Mare, corso Isonzo-Cittadella, e così via) al traffico motorizzato al quale sono peraltro già dedicati numerosi parcheggi per soste brevi o medie.
Ma diversi di coloro che vivono in centro hanno ugualmente la necessità di spostarsi verso la periferia o il forese: per necessità di lavoro, per l’accesso ai grandi centri commerciali, per recarsi al Sant’Anna: questa tipologia di mobilità richiede normalmente l’uso dell’auto.
Inoltre anche entro mura sono localizzate numerose ditte di artigiani di diversi mestieri: solitamente la loro attività professionale comporta l’utilizzo di un furgone attrezzato che non può essere abbandonato fuori mura.
Vi sono poi tanti cittadini che abitano nelle numerose frazioni del forese che si recano in città (anche in centro) per lavoro o per l’accesso ai numerosi servizi pubblici e privati che ancora sono collocati dentro il perimetro murato.
Per i dipendenti pubblici, o per chi ha orari predeterminati e costanti potrebbero essere funzionali i cosiddetti parcheggi di attestamento (lasci l’auto e prendi il bus-navetta); ma a ben vedere è già in gran parte così: basti guardare come sono densamente parcheggiate le zone periferiche, come ad esempio i piazzali interni dell’ex ospedale o via Orlando Furioso, dove il parcheggio è libero e da dove ci si sposta facilmente verso le diverse aree del centro. Soluzioni più radicali come i parcheggi scambiatori a est e ovest della città con un servizio frequente di navette verso il centro sono state proposte da decenni e mai realizzate per la scarsa efficienza e gli alti costi di gestione.
Allora studiamo i flussi, la loro motivazione, le caratteristiche degli utenti, ma senza soluzioni predeterminate e di sapore un poco ideologico.
Veniamo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di origine urbana; non condividiamo assolutamente l’ipotesi di riportarli a una gestione diretta del Comune: non solo per una ragione di costi (sono stati realizzati studi dall’esito incerto, ma tendenzialmente essi mostrano la convenienza della gestione affidata a un operatore specializzato) quanto per due altri motivi fondamentali.
Il servizio di igiene urbana è parte di una filiera che non si esaurisce nella raccolta differenziata, nel trasporto dei rifiuti raccolti e nello spazzamento di strade e aree pubbliche: richiede tecnologie e soluzioni impiantistiche (selezione, trattamento, smaltimento differenziato) che richiedono investimenti, competenze gestionali e know-how tecnologici che si acquisiscono solo gestendo servizi su larga scala.
Oltre a ciò la ripubblicizzazione in capo al Comune sarebbe possibile o attraverso una gestione in economia e in questo caso il Comune di Ferrara dovrebbe assumere centinaia di operatori, acquistare decine di automezzi specializzati e così via spendendo, oppure il Comune potrebbe ricorrere, magari costituendo una società ad hoc per la gestione, al massiccio decentramento produttivo dei servizi operativi, senza avere più le competenze imprenditoriali per gestire un tale massiccio affidamento di servizi e attività specialistiche a ditte private.
Noi pensiamo che il Comune di Ferrara debba casomai rafforzare le proprie strutture tecnico-progettuali, innovare i servizi e le modalità di relazione con cittadini e imprese assumendo tecnici e personale ad alta professionalità anziché autisti e operatori ecologici.
Vanno affrontate invece con Hera due questioni rilevantissime: la prima riguarda la qualità del servizio di igiene urbana erogato da Hera. Non basta fregiarsi di risultati eccelsi nella raccolta differenziata (ma inviteremmo a guardare nei cassonetti per verificare quanto è realmente differenziato il loro contenuto) quando tante isole ecologiche sono abbandonate per troppi giorni alla lordura di rifiuti di ogni genere abbandonati o mal versati nei contenitori specifici e quando pattume di ogni genere resta per tanto tempo a terra per via o nelle piazze spazzate troppo poco. Né vale l’obiezione che è colpa dei cittadini sporcaccioni: verissimo, ma Comune e Hera non possono fare finta di nulla. Il Comune dovrebbe impegnarsi a negoziare con Hera, a parità di costi, uno standard di servizi nettamente migliore e corrispondente a una città a forte vocazione turistica. Hera redige bilanci che evidenziano centinaia di milioni di utile netto: cosa succederebbe se limitasse tale utile a un milione in meno e con questo affidasse a una coop sociale il compito di mettere al lavoro 30 o 40 ragazzi per tenere pulite le isole ecologiche e spazzare strade e piazze?
La seconda questione è quella del cashback: per fare funzionare bene la raccolta differenziata che consente ad Hera di collocare con profitto sul mercato alluminio e acciaio, plastiche e vetro, tutte le famiglie ferraresi impiegano decine e decine di ore all’anno: gratis. Il Comune dovrebbe aprire una vertenza con Hera perché questo lavoro venisse remunerato proprio attraverso la restituzione di denaro contante sui conti correnti delle famiglie ferraresi.
Veniamo alla proposta del signor Oddi di ripubblicizzare il servizio idrico integrato. Anche a questo proposito siamo in disaccordo e per diversi motivi:
. per mantenere efficiente e rinnovare la rete idrica servirebbero investimenti ingenti dell’ordine di 90-100 euro all’anno per utente; i dati nazionali ci dicono che solo le gestioni industriali dell’acqua potabile raggiungono valori vicini a tali importi, mentre le gestioni in economia (quelle pubbliche, appunto) non sono in grado di avvicinare neppure la metà di tale cifra.
. Ferrara, come tante altre città, dispone di una rete fognaria in buona parte vetusta e sottodimensionata, specialmente nei sempre più frequenti casi di precipitazioni sovrabbondanti; noi pensiamo che solo un soggetto industriale di adeguata forza economica e finanziaria e dotato del necessario know-how possa affrontare un problema di questa importanza e onerosità.
. le reti idriche dovranno essere sempre più integrate su larga scala per assicurare l’acqua dove ce ne sarà più bisogno e gestire efficientemente politiche di risparmio idrico: non ci sembra sia un argomento alla portata di un comune, ma deve diventare (sulla base di strategie e obiettivi pubblici) strategia industriale delle grandi aziende del settore.
. infine sempre più si imporrà nel prossimo futuro la necessità di coordinare l’attività di depurazione delle acque reflue con l’impiego di tali acque in agricoltura e dunque la necessità di un coordinamento tra aziende che gestiscono il ciclo idrico integrato e il Consorzio di Bonifica: una scala di integrazione che non può essere governata da nessun comune, ma richiede forte coordinamento tra aziende specializzate.
Fino a qui le nostre obiezioni di merito alle proposte lanciate da Forum Ferrara Partecipata e da Rete Giustizia Climatica, ma vogliamo aggiungere che prima ancora non ci convince il metodo e il percorso che propone il signor Oddi. Secondo noi le proposte per una alternativa di governo (poche, chiare e su temi davvero importanti per la vita delle persone) dovrebbero stare dentro una cornice progettuale e programmatica capace di indicare una idea di futuro per la città; invece proposte spot di cui resta difficile cogliere il senso generale hanno scarsa utilità se non per la visibilità del proponente.
Non ci convince l’idea di una sorta di forum unificato (una sorta di assemblea permanete) di tutti i soggetti che si oppongono all’attuale Amministrazione Comunale che dovrebbe preludere all’ennesimo tavolo programmatico per la condivisione del futuro programma elettorale del Centro Sinistra.
Si entrerebbe subito in una zona grigia di mediazioni che non aiuterebbero a sviluppare liberamente e da parte di ciascuna forza una visione compiuta del futuro di Ferrara e del suo territorio per i prossimi lustri.
Occorre invece che ciascun attore che si oppone alla giunta di destra e alle sue politiche esprima con la massima libertà la visione del futuro e la cali in proposte e progetti concreti (dalla sanità allo sviluppo economico e al lavoro, dalla mobilità ai servizi pubblici e privati, dalla cultura ai diritti sociali e alla casa).
Se ciascun soggetto compirà liberamente tale lavoro di approfondimento e progettazione e inviterà tutta la società civile e la Politica a confrontarsi con le proprie idee e proposte si metterà in moto un percorso che farà emergere punti di incontro e di divergenza, ma le intese che ne potranno emergere avranno la solidità di un vero programma di governo.
Infine, cosa forse più importante di tutte, solo un percorso aperto e dialettico su visione e contenuti e proposte per la Ferrara del futuro sarà in grado di offrire a chi aspira a governare il Comune dopo la seconda giunta Fabbri il terreno giusto per prendere posizione, farsi conoscere ed emergere come leader di una coalizione vincente.