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Quando: martedì 26 novembre dalle ore 17,30 alle 20
Dove: Parrocchia di San Giacomo (via Arginone 157)

    Pug. Criticità e proposte nell’assemblea pubblica in centro

    Manifestazione organizzata dal Forum Ferrara Partecipata. Scese in piazza le varie associazioni che si occupano delle battaglie urbanistiche e ambientali del territorio

    di Nicolò Govoni

    A 403 giorni esatti dalla promessa del sindaco di consultare i cittadini sulla questione Caserma, Forum Ferrara Partecipata è sceso in piazza Cattedrale venerdì pomeriggio per discutere in un’assemblea pubblica sul Pug (Piano Urbanistico Generale) e sulla Ferrara del futuro insieme alla cittadinanza, tra la quale era presente anche il candidato Fabio Anselmo. Non solo Ferrara Partecipata: hanno organizzato l’incontro anche l’Associazione Piazza Verdi, il centro sociale La Resistenza, Cittadini del Mondo, Ferrara 2030, Koesione 22, Italia Nostra e Caldirolo Libera, lasciando poi la parola ai cittadini.
    Corrado Oddi di Forum Ferrara Partecipata prende parole ed esordisce: “L’amministrazione comunale aveva annunciato che entro la metà del mese avrebbe approvato il Pug, elemento principe della pianificazione urbanistica: ma slitterà alla prossima consigliatura, con metà delle motivazioni non accolte. Tutti i venerdì mattina facciamo presidio per ricordare che 403 giorni fa il sindaco Fabbri prometteva di consultare i cittadini sulla caserma: e così veniamo in piazza oggi per spiegare le nostre osservazioni sulla città futura, che deve essere dei cittadini che la abitano, coinvolti nelle decisioni. Una città decarbonizzata e verde, senza spazi pubblici privatizzati, una città dei beni comuni, per dare un futuro al pianeta e alle persone”.

    Francesca Cigala di Forum Ferrara Partecipata torna sulla questione della Caserma, che non trova spazio nel Pug: “Non c’è stata la discussione promessa dal sindaco, e adesso scompare dall’elenco delle cose da fare. La caserma va reinserita con alcuni criteri:
    rigenerazione per uso pubblico e culturale, uno spazio di incontro, con convegni e arti performative nella Cavallerizza”.

    Poi, la mobilità: “La città è invasa dalle macchine: nel Pug ci sono buone premesse, ma mancano le proposte operative. Le nostre riflessioni si concentrano su una modifica strutturale del trasporto pubblico elettrico e ciclopedonale, nell’interesse della salute e
    della sicurezza, con parcheggi scambiatori alle porte della città per agevolare chi arriva da fuori, onde evitare zone congestionate ed eliminare i parcheggi a ridosso del centro storico”.
    “Le linee generali del Pug – osserva – Giuseppe Lipani di Italia Nostra – sono condivisibili ma poi concretamente non hanno vincoli per essere rispettate. Ci concentriamo su quattro temi. Primo, il Parco Urbano: gli eventi che turbano il suo equilibrio dovrebbero essere svolti nella zona dell’aeroporto. Poi, la densità abitativa: chiediamo indici di edificabilità più bassi nelle zone a ridosso delle mura e del fiume, ma soprattutto di recuperare gli spazi liberi. Il centro storico deve essere vissuto ma se c’è residenzialità, con gente di tutte le fasce sociali: per fare questo servono politiche che rimuovano gli ostacoli e favoriscano la mobilità. Infine, l’uso di immobili da parte di attività culturali a fini commerciali: come si coniuga con il fatto che i cittadini possano associarsi liberamente?’.
    Tra i manifestanti anche Sandra Travagli, portavoce dei residenti che si oppongono alla centrale di biometano a Villanova: “Questa centrale avrà un impatto devastante sul territorio. Non si può parlare di visione strategica di città senza parlare del territorio che ci sta attorno, e chi vive nelle frazioni ha molti svantaggi e difficoltà, e lo dimostrano i cluster. Non c’è tutela di un paesaggio patrimonio Unesco, così da autorizzare un impianto a biometano che va a scapito del territorio agricolo. Noi abitanti non siamo stati coinvolti, anzi ci hanno accusato di essere stati insistenti”.

    Michele Nani porta invece i piazza i problemi di Caldirolo Libera: “Il nostro comitato si interessa di tutta la zona Est: una realtà che si è consolidata dopo aver impedito la costruzione del supermercato. Via Caldirolo è difficilmente attraversabile in bici o a piedi: servono ciclabili alberate lungo la via, per arginare la cementificazione. Ci sono edifici pubblici abbandonati, che potrebbero essere riutilizzati come luoghi per riunirsi (visto che per farlo bisogna pagare). Infine, owiare agli allagamenti quando piove tanto, fenomeno ormai non più eccezionale. L’esperienza della partecipazione mostra che anche gente non edotta in temi urbanistici può sviluppare riflessioni per abitare il proprio quartiere: e il conflitto è il sale della democrazia”.

    Al centro dell’incontro anche via Krasnodar, “il cuore della zona sud di Ferrara, che conosce criticità urbanistiche” come sottolinea Massimo Cavallina di Koesione 22. “È tagliata a fette dalla ferrovia e dall’autostrada urbana di via Beethoven: chiediamo una ricucitura degli spazi con un collegamento ciclopedonale più efficiente. Senza dimenticare il futuro incerto della Biblioteca Rodari”.
    Appoggio alle battaglie del Forum arriva da Francesco Ganzaroli de La Resistenza: “Ferrara Partecipata ha la nostra solidarietà, così come i cittadini che si preoccupano di trovare soluzioni per una città diversa. Leggiamo tanti slogan facili, che palesemente non vanno a corrispondere a realtà: e la nostra esperienza è l’emblema del modus operandi di questa amministrazione, perché siamo senza sede e da sedici mesi abbiamo ricevuto solo silenzi. La città è tutt’altro che giusta, nonostante gli slogan: si stanno cancellando esperienze pluridecennali”.
    “In questi cinque anni – si domanda Barbara Diolaiti diAssociazione Piazza Verdi – di chi è stata la città? Di chi può pagare. Gli unici spazi di socializzazione sono quelli destinati al commercio: è questa l’idea di città degli amministratori, eliminare luoghi di aggregazione dove le persone possono iniziare a incontrarsi e proporre idee. Si vuole il cittadino da solo. Questa non è democrazia, la città è della giunta che la sta governando, ne sono la prova la piazzetta intitolata al padre di Sgarbi e la fiera dove il Comune ha speso un patrimonio per portare opere d’arte senza alcun progetto. Come può accadere in città della cultura come nostra, in cui il Cinema Boldini è chiuso e il Museo del Risorgimento e della Resistenza è stato mandato via per farne un bar?”.

    Pubblicato

    19/04/2024

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