PROPOSTE PER UNA CITTA’ FUTURA
Che il nostro pianeta sia davanti a un collasso climatico ed ecologico che pone dei gravi rischi per la salute e la vita umana sulla Terra lo dice a gran voce, ormai da anni, praticamente tutta la comunità scientifica.
Il sesto rapporto redatto dai 234 scienziati IPCC (International Panel on Climate Change) dell’Onu conferma che la crisi climatica è inequivocabilmente causata dalle attività umane e che sta già colpendo ogni angolo del Pianeta, che si sta aggravando più rapidamente di quanto previsto e che il tempo per fermare la catastrofe sta finendo: “Restano zero anni per evitare ulteriori pericolosi cambiamenti climatici”
In Emilia Romagna, area tra le più inquinate, cementificate e surriscaldate d’Europa, abbiamo visto direttamente lo sconquasso del caos climatico: non possiamo più rimandare; è necessario e urgente, prendere coscienza dell’impatto che la crisi ecologica e climatica ha sul Pianeta e agire per contrastarla il più possibile.
Dobbiamo partire da qui per pensare a un modello di città che guardi al futuro.
L’IPCC è chiarissimo su quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra dovute all’uso dei combustibili fossili (petrolio, carbone, gas) in tutte le attività umane.
Sappiamo qual è la soluzione del problema: dobbiamo abbandonare rapidamente i combustibili fossili e accelerare sulla via della transizione energetica.
Ormai sappiamo che non è possibile una crescita infinita in un Mondo finito, sappiamo che per contrastare la crisi climatica ed ecologica dovremo cambiare il nostro modo di vivere e di relazionarci con la natura e gli spazi in cui viviamo, dovremo cambiare modelli di economia, dovremo modificare profondamente stili di vita, di produzione e di consumo, dovremo individuare strade per scelte coraggiose che portino a una radicale e rapida trasformazione della società. Dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, dall’economia lineare all’economia circolare, dal consumismo alla sobrietà. E sappiamo che dobbiamo farlo in un’ottica di giustizia climatica, senza far pagare il prezzo più alto alle classi più disagiate e ai Paesi più poveri.
Per far fronte alla complessità dei problemi legati alla transizione energetica e alle azioni di adattamento alla crisi climatica è necessario pensare a un nuovo modello di sviluppo che guardi alla salute e al benessere collettivo, alla salvaguardia del territorio e alla riduzione del consumo di suolo, alla tutela dei beni comuni, alla riduzione degli sprechi, alla ripubblicizzazione di servizi pubblici, a nuovi modi di gestire le politiche del welfare, le politiche abitative, gli spazi e il verde urbano, la mobilità ed è necessario farlo coinvolgendo i cittadini in tutte le scelte importanti che riguardano il rinnovamento della città.
Partendo dunque dall’urgenza di ridurre la produzione di gas serra, “verso una città a emissioni zero”, dovendo fare una scelta, quali possono essere le proposte prioritarie di rinnovamento per la città di Ferrara?
Provo a elencarle:
PROPOSTE PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Azioni per la mobilità
Credo che per una visione di rinnovamento a Ferrara si debba partire dal tema della “mobilità ad emissione zero” . Da una visione di città libera dalle automobili e quindi “vivibile”. Vivibile per il miglioramento della qualità dell’aria, vivibile per il miglioramento della qualità degli spazi. E’ fondamentale per l’ambiente, per la vivibilità della città e per la salute: la decarbonizzazione nel trasporto si accompagna infatti alla riduzione delle emissioni inquinanti che anche nella nostra città raggiungono livelli nettamente superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità per tutelare la salute.
-Serve un nuovo piano per la decarbonizzazione del trasporto urbano basato sul trasporto pubblico e che ponga pedoni e ciclisti al centro, un piano per ridurre le emissioni e i gas serra dei veicoli pubblici e privati, per potenziare mezzi elettrificati, corse, orari del trasporto pubblico integrato, per estendere la mobilità condivisa, per far crescere la mobilità attiva a piedi (“ Pedibus” per i tragitti casa/scuola ) e in bicicletta (messa in sicurezza e raccordi tra le piste ciclabili), per la valorizzazione delle vie d’acqua, per una nuova logistica della distribuzione delle merci con interdizione dell’abitato ai mezzi pesanti (distribuzione con mezzi elettrici e a pedale di ridotte dimensioni, con orari regolamentati).
Bisogna scegliere: non si può volere una città in cui l’aria non ti uccida e una città in cui le automobili circolino liberamente. Per incentivare l’uso dei mezzi pubblici, oltre che efficiente, il trasporto pubblico dovrebbe essere reso gratuito: è un “bene comune” e in un’ottica di demercificazione dei beni e dei servizi comuni, dovrebbe essere reso accessibile e conveniente per tutti.
“Una misura di giustizia sociale, che non solo incentiva l’uso dei mezzi pubblici, contribuendo a ridurre l’inquinamento, ma anche rilancia le attività commerciali nel centro della città” annuncia il sindaco di Montpellier che dopo due fasi di sperimentazione, farà partire da dicembre il trasporto pubblico per tutti i 500.000 abitanti della città. Da molti anni sono in corso altre esperienze di trasporto pubblico.
-Serve un piano per una ridefinizione degli spazi urbani che penalizzi l’uso dei veicoli privati estendendo gli spazi pedonali e le ZTL e che ampli il più possibile l’estensione di “aree 30km/h” fino a diventare “città 30”, che non consiste semplicemente nella riduzione del limite di velocità, ma è un intervento più ampio e complesso, infrastrutturale e culturale, di riqualificazione dell’ambiente urbano mediante la restituzione di spazio pubblico alle persone, alla loro sicurezza e socialità. Il passaggio a “zona 30” l’ha già fatto Bologna, che ha iniziato la transizione a luglio, dal 1 gennaio 2024 Milano diventerà tutta “zona 30”.
Per Ferrara è ormai necessario ampliare la zona pedonale e estendere la ZTL a tutto il centro entro le Mura ( così come già previsto dal PUMS ). E’arrivata l’ora di liberare il centro storico dalle auto e di ridare spazio alle persone. Il nostro è un centro città che si presta benissimo, potendo essere attraversato a piedi in 30 minuti da est a ovest e da nord a sud. Servono agevoli parcheggi scambiatori ai quattro assi cardinali con navette gratuite ogni 10 minuti e bike-sharing gratuito.
Ed è necessario che ogni quartiere fuori le Mura abbia un centro con una ZTL e una zona pedonale per favorire aggregazione e vita sociale.
Azioni per la riqualificazione energetica
Si tratta di implementare l’utilizzo delle energie rinnovabili fornite dal sole, dal vento e dall’acqua, energie che non producono CO2 né inquinamento e che forniscono direttamente energia elettrica, una forma di energia molto più efficiente del calore generato dai combustibili fossili, e attuare politiche urbanistiche volte alla riduzione del fabbisogno energetico degli edifici grazie alla loro coibentazione e all’aumento dell’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento e raffreddamento.
-Sostegno e sviluppo delle comunità energetiche con incentivi e campagne di informazione e promozione: l’energia deve diventare un bene comune, staccandosi dalla logica dei sistemi centralizzati in cui pochi producono/distribuiscono e tutti consumano la risorsa (se hanno la possibilità di acquistarla ), con le comunità energetiche si può realizzare un’economia di condivisione del vettore energetico rinnovabile e una rete che supporta l’autoconsumo collettivo.
-Adozione di energie rinnovabili e efficientamento energetico in tutti gli edifici pubblici. Con le ristrutturazioni edilizie si possono tagliare del 44% i consumi termici del residenziale.
-Rifiuto all’autorizzazione di nuove centrali a biogas e biometano nel territorio comunale (centrale di Villanova e altre ) Il biometano non è rinnovabile, non è verde, non è sano: vedi i
problemi per l’ambiente e la salute.
PROPOSTE PER L’ ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA
Azioni di adattamento per ridurre i rischi già presenti e quelli futuri, che saranno maggiori e più frequenti, non sono più rimandabili. Va ripensata l’organizzazione delle città dopo che negli ultimi decenni la cementificazione selvaggia ha trasformato e spesso compromesso il territorio.
Abbiamo bisogno di una programmazione urbanistica in grado di ipotizzare un futuro possibile senza consumare suolo e anche di ipotizzare interventi di “decostruzione” per affrontare e mitigare gli effetti “isola di calore” tipica delle aree urbane.
La naturalizzazione delle città va orientata verso la complessità ecosistemica e non può ridursi solo a piantare più alberi: per poter godere di tutti i benefici connessi bisogna adottare un piano del verde complessivo e coerente nella programmazione.
Vanno gestiti i fenomeni meteorici sempre più estremi mettendo in sicurezza idraulica l’abitato ( visti i continui allagamenti) e ponendosi il problema del controllo e riuso dell’acqua piovana anche attraverso il ridisegno degli spazi pubblici.
-Anello verde intorno alla città e parco sud per gli effetti di mitigazione climatica e di riduzione dell’inquinamento, istituzione del garante del verde e ripubblicizzazione del servizio del verde del Comune. Considerato che la manutenzione è fondamentale per la gestione del verde ( inutile piantare nuove piante se poi non sono adeguatamente curate ) e che l’attuale organizzazione di Ferrara Tua non risponde alle necessità, bisogna pensare a nuove forme di internalizzazione del personale operativo.
-“Stop consumo suolo” applicato realmente e depavimentazioni, dove possibile, per ridurre le aree impermeabilizzate.
-Pianificazione territoriale per la sicurezza idraulica per limitare i danni conseguenti alle piogge intense, che saranno sempre più frequenti, ed evitare i continui allagamenti di ampie zone della città.
-No alla terza corsia dell’autostrada Bologna-Ferrara, no all’autostrada Cispadana, no alla autostrada “Nuova Romea Commerciale”
–Ripubblicizzazione della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani con il passaggio al sistema porta a porta e chiusura di una linea dell’inceneritore ( oggi oltre il 50% dei rifiuti bruciati sono rifiuti speciali ) per adottare un’economia circolare basata su riuso, riparazione e riciclo di tutto quello che produciamo e abbandonare l’economia dello spreco.
PROPOSTE PER LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
Indispensabile innovare il rapporto tra città e democrazia. Non c’è decarbonizzazione senza democratizzazione.
Per affrontare la complessità sottesa a un ripensamento del modello di città è necessario ridefinire e innovare i processi di partecipazione democratica dei cittadini al fine di condividere le priorità e le finalità delle scelte di trasformazione e innovazione.
I grandi cambiamenti in tempi rapidi necessari ad affrontare la crisi climatica saranno possibili solo se condivisi con i cittadini anche perché questi non sono più disposti ad accettare politiche che comportino cambiamenti e sacrifici significativi imposti dall’alto. Il consenso va rifondato.
Su questo tema si è costituito il Forum Ferrara Partecipata e su questo tema sta lavorando un gruppo di lavoro che elaborerà una proposta su cui fondare poi un confronto politico.
-Segnalo solo la mia convinzione che affinché la partecipazione dei cittadini non sia una pratica vuota è necessario istituire le “Assemblee dei cittadini”, lo strumento di democrazia deliberativa-aleatoria maggiormente diffuso nel mondo e di maggior successo.
Assemblee dei cittadini sono attualmente in corso nei comuni di Milano e Bologna.
Lascia un commento