Proposta per l’Ex-Caserma
Accolgo volentieri l’invito a mettere per iscritto il mio intervento all’assemblea del Forum del 14 marzo
scorso. È chiaro che una vera progettazione sarà possibile solo una volta conosciuta la natura e l’entità dei
finanziamenti, l’articolazione interna degli edifici, la possibilità di modificarli e quant’altro. Quanto segue ha
dunque solo lo scopo di partecipare al “concorso di idee” e stimolare il dibattito.
Credo che le future destinazioni d’uso degli edifici dell’ex caserma debbano tenere conto della natura del
quartiere in cui si inseriscono, che è sostanzialmente residenziale e (felicemente) privo di grandi esercizi
commerciali, che si trovano però a poca distanza, facilmente raggiungibili anche senza ricorso all’auto.
Nello stesso tempo l’area è caratterizzata dall’importante presenza di sedi universitarie, scuole e musei. La
riqualificazione dell’ex caserma costituisce un’occasione per porre in dialogo fra loro queste vocazioni.
Concordo dunque con l‘intervento di Ranieri Varese che propone di trasformare la Cavallerizza in uno
spazio pubblico condiviso da residenti, studenti e visitatori: una struttura flessibile e multifunzionale che
possa essere utilizzata per conferenze, riunioni e assemblee, spettacoli e mostre. Potrebbe ospitare anche
un internet point con una piccola mediateca, dove sia possibile leggere i giornali online o vedere un film
bevendo un caffè, così da rendere vivo e frequentato quotidianamente l’ambiente anche in assenza di
iniziative.
Quanto all’area dell’ex caserma, gli spazi sono molto ampi e piuttosto che pensare a un’unica destinazione
proporrei un loro utilizzo a scopi differenti e complementari. Un edificio potrebbe ospitare aule per la
didattica universitaria e sale studio, di cui in città non c’è meno bisogno che di alloggi per studenti. Al piano
terra una mensa-ristorante-self service sarebbe frequentata sia da studenti che da turisti. Non escluderei a
priori una trasformazione di parte degli stabili della caserma in residenze universitarie (i centri storici
vivono se sono abitati), purché la loro quantità sia commensurata alla capacità di ricezione di un quartiere
che non è affatto spopolato e purché si trovi una soluzione al problema del parcheggio.
Non vorrei generalizzare un disagio personale ma mi sembra che le palestre siano fra i servizi di cui la città e
il quartiere non siano sufficientemente dotati. Questa carenza costringe me come diversi altri cittadini ad
accompagnare in auto i figli minori presso impianti periferici, spesso in orari serali, con conseguente
aggravio di traffico e inquinamento. Aggiungo che la palestra della scuola media “Dante Alighieri” non è in
grado di supplire alle necessità dell’istituto e gli studenti sono costretti a spostarsi presso la “Biagio
Rossetti”, distante 700 m. L’utilizzo serale della palestra della Dante da parte di società sportive aumenta
inoltre il problema del parcheggio per i residenti, in particolare nelle vie di Sant’Andrea e Formignana.
Senza pensare a un centro di grandi dimensioni, una o due nuove palestre, che sarebbero più facilmente
raggiungibili da viale Alfonso I, potrebbero essere utilizzate da studenti medi e universitari, società sportive,
cittadini residenti nel quartiere e non.
Mi sembra inoltre condivisibile la proposta avanzata da Emanuela Mari di destinare parte del complesso
dell’ex caserma ad ampliare il giardino e a ospitare servizi di supporto all’attività del Museo di Palazzo
Schifanoia, quali aule didattiche e per conferenze e depositi attrezzati per le opere. La riapertura dei varchi
già esistenti alle due estremità dell’edificio ovest della caserma permetterebbe di collegare Palazzo
Schifanoia con gli spazi espositivi di Palazzo Bonaccossi e, attraverso il Tennis Club Marfisa, con la
retrostante Palazzina, le cui logge ed edifici nel giardino sono da tempo sede – a mio parere adattissima e
da incentivare – di attività didattiche e concerti. Un percorso continuo riunirebbe così in un unico
organismo i tre musei civici d’arte antica posti tra via Scandiana e corso della Giovecca; nello stesso tempo
la condivisione di uno spazio comune come l’ex piazza d’armi aprirebbe maggiormente il museo alla città e
all’università permettendogli di svolgere quella funzione di più ampia utilità sociale che oggi ci si attende
dai musei.
Esprimo infine un ultimo desiderio: mi piacerebbe che la riqualificazione dell’area dell’ex caserma fosse
accompagnata dal restauro delle rovine della chiesa di Sant’Andrea che da tempo attendono almeno la
rimozione della vegetazione che, seppure pittoresca e suggestiva, impedisce la lettura dei resti della
struttura architettonica e sta sgretolando le superfici murarie e il poco che rimane di intonaci e stucchi
antichi. Alcuni cartelli e un’applicazione multimediale accessibile tramite QR Code potrebbero raccontare la
storia del complesso monastico e degli altri istituti religiosi un tempo presenti nell’area e rimandare ai
dipinti e alle sculture ora conservati presso la Pinacoteca Nazionale e Casa Romei (un prototipo di
ricostruzione digitale della chiesa è già stato approntato dalle Gallerie Estensi in collaborazione con la
Fondazione Istituto Tecnico Superiore Tecnologie Industrie Creative di Bologna). Il sito potrebbe costituire
così parte di un percorso tematico che colleghi i musei nazionali di Palazzo Costabili, Casa Romei e Palazzo
dei Diamanti intrecciandosi a quello sopra descritto dei musei civici d’arte antica. La cura e la gestione
quotidiana dell’area monumentale potrebbe essere affidata alla adiacente scuola media costituendo in tal
modo un laboratorio didattico permanente.
Mi scuso per la lunghezza.
Un cordiale saluto a tutte e tutti.
Marcello Toffanello
Storico dell’arte, curatore di museo, residente nel quartiere
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