Progetto Fe Ris e l’opposizione dei cittadini del Forum Ferrara Partecipata – VIDEO
Sono tante le ragioni del no al progetto Fe Ris, avanzate dal Forum Ferrara partecipata, che ha tenuto a Grisù, lunedì 5 dicembre, il suo primo incontro pubblico. Tanti i cittadini presenti, singoli o appartenenti ad associazioni di varia natura, ambientalista, sociale, culturale, che hanno dimostrato di condividerle.
Presente all’incontro anche l’Assessore all’Ambiente dell’Amministrazione comunale di Ferrara, Alessandro Balboni, che, tuttavia, non è intervenuto.
Feris, acronimo di “Ferrara è rigenerazione, innovazione, sostenibilità” , presentato dall’Amministrazione comunale estense nello scorso mese di luglio come un progetto di rigenerazione urbana in grado di dare nuovo slancio allo sviluppo cittadino, non solo non ha convinto i ferraresi, ma ha innescato in questi mesi molta delusione e proteste di diversa natura: ambientalista, economica e sociale, oltre che di relazioni con l’Amministrazione.
Fe ris non solo annuncia diverse novità: come la rivitalizzandone di edifici dismessi, nuove infrastrutture, fra cui un parcheggio in viale Volano, piste ciclabili, un parco urbano , piazzette, giardini e un nuovo imponente ipermercato in via Caldirolo, al confine fra la cintura verde del sottomura e primi terreni agricoli della campagna circostante, ma prospetta anche l’immagine di una città universitaria resa più accogliente da un nuovo studentato nella ex caserma Pozzuolo del Friuli, dismessa da oltre trent’anni, con 400 nuovi posti letto per studenti, attività commerciali e appartamenti, che saranno certamente allettanti per i privati che se li potranno permettere, dal momento che siamo in una delle aree più pregiate di Ferrara, per la presenza di musei, edifici storici, chiese e strade che appartengono alla più antica edificazione della città, importante per il turismo culturale e in grado di evocare ancora oggi l’immagine della “dannunziana città del silenzio”.
Fe ris promette anche 400 nuovi posti di lavoro e 85 milioni di euro di investimento in gran parte di soggetti privati, in grado di animare l’economia cittadina.
Perchè allora tanti cittadini si sentono delusi e piuttosto arrabbiati nei confronti dell’Amministrazione che ha partorito il progetto?
Le ragioni esposte dai rappresentanti del Forum sono tante, dicevamo, e vanno dal mancato coinvolgimento dei cittadini nella definizione del disegno complessivo, alle dimensioni e qualità del progetto, in grado di snaturare l’identità stessa di questa parte della città.
Il silenzio tenuto dall’Amministrazione nei due anni di gestazione di Fe ris alimenta diffidenze e interrogativi : i cittadini si chiedono a ragione di chi sia la città e rivendicano il diritto a dire la loro, esprimendo bisogni attuali e soprattutto una visione più moderna di spazio urbano in sintonia con i processi di trasformazione in atto in tante città del nord Europa e con l’idea di una città con sempre meno automobili al suo interno e ricca, invece, di spazi aperti e liberamente accessibili per attività sociali e culturali. L’esempio sono le biblioteche sociali di Helsinki.
In sostanza la convinzione del Forum è che l’impianto complessivo del progetto sia in controtendenza rispetto alle dottrine urbanistiche odierne e alle reali esigenze dei cittadini.
Dei tre interventi del pacchetto Fe ris: la trasformazione dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli in uno studentato con aree commerciali annesse, un parcheggio scambiatore in via Volano e un ipermercato in via Caldirolo, solo la riqualificazione dell ex caserma appare corrispondere alle esigenze dei ferraresi, ma anche qui quello che non convince è la scarsa trasparenza sugli accordi, mai illustrati in dettaglio, presi tra il sindaco e i privati: una cooperativa di Ravenna che si è fatta avanti impegnandosi ad un rilevante esborso di capitali da cui certamente si attende un ritorno economico altrettanto significativo.
Il parcheggio in viale Volano e l’ipermercato in via Caldirolo potrebbero assicurare questo ritorno, secondo la logica del tutto legittima delle operazione di finanziamento a lungo termine di opere pubbliche da parte di privati , come accade nel project financing, in cui il ristoro del finanziamento è garantito da attività di gestione o esercizio dell’opera stessa: uno scambio ammesso dalla legge solo se e quando i progetti finanziati riguardino opere di prevalente a utilità pubblica, quella che i ferraresi, invece, non vedono nel progetto Fe ris, che sembra, invece, privilegiare l’interesse degli operatori privati.
Ed è proprio la mancanza del prevalente interesse pubblico dell’operazione accanto alla inconciliabilità con la pianificazione presente e futura della città, che ha indotto Italia Nostra a presentare ricorso al TAR, Tribunale amministrativo regionale, il quale a breve dovrebbe pronunciarsi .
Ma sentiamo dalla voce di Francesca Cigala Fulgosi gli obiettivi del Forum, le ragioni del no al progetto e l’impegno ad avviare un percorso di informazione, formazione e confronto fra cittadini e fra questi e l’amministrazione sul futuro della città.
Dalia Bighinati
Continueremo ad occuparci del tema