Il problema viabilità
Come cittadina della zona di San Giorgio vorrei porre l’attenzione al tema viabilità.
Anche se l’incontro è focalizzato più sulla ex-caserma, vorrei che ci fosse una attenta
valutazione dei flussi che verranno attivati con la rigenerazione di quell’area della città,
intrinsecamente connessa all’accesso sud-est Via Ravenna-Via Comacchio.
Se si realizza uno studentato collegato con ciclabili, siamo certi che tutti gli studenti vadano
solo in bici e non aumentino il traffico veicolare? Non si faranno nuove residenze private:
quindi non saranno previsti nuovi parcheggi?
I residenti di via Cisterna del Follo, tuttavia, chiedono più posti auto e da anni ne lamentano
l’assenza. Le loro abitazioni sono state costruite senza un box auto quando queste ancora
non esistevano e quindi sono costretti a lasciarle sulla strada, riducendo la larghezza della
carreggiata e creando problemi alla sicurezza dei ciclisti che devono farsi da parte per
lasciar passare le automobili in transito.
Qualunque progetto venga attuato non può prescindere dai temi della mobilità sostenibile,
con la riduzione dell’uso di automobili dentro la cerchia muraria, la creazione di parcheggi
scambiatori esterni e il potenziamento dei mezzi pubblici.
Si stimano ogni anno 60.000 morti premature per l’inquinamento in Italia. A Ferrara sforiamo
troppo spesso i parametri di Pm10, le famigerate polveri sottili; siamo ai massimi livelli storici
di concentrazione di smog che comporta problemi alla salute, malattie respiratorie croniche,
incidenza tumori, ecc. come ci viene spesso ricordato dai medici.
Abbiamo uno degli indici più alti di incidenti bici-auto. E’ vero che siamo la città delle
biciclette, con il numero maggiore di bici circolanti, ma questo non dovrebbe essere una
giustificazione quanto un ulteriore stimolo ad attuare politiche di prevenzione degli incidenti
stradali e di messa in sicurezza dei percorsi ciclopedonali.
Insomma, più sicurezza, sostenibilità, migliore qualità dell’aria…concordiamo tutti sul fatto
che per ottenere questi obiettivi il traffico vada ridotto?
Assistiamo spesso a prese di posizione contrarie a provvedimenti di limitazione del traffico:
ingrandimento o regole più restrittive della ZTL, creazione di zone a 30Km, limitazioni alla
circolazione di mezzi inquinanti euro 5, ecc…., sono misure molte volte osteggiate dai
cittadini.
Si teme che siano un attentato alla libertà individuale, alla libertà di circolazione, una
limitazione alla proprietà privata: possiedo l’auto, ho la casa in centro, devo poterla usare
liberamente….
Vorrei ricordare che l’uomo non è soltanto soggetto di libertà per sé stesso. La sua libertà
deve essere subordinata ai principi di tutela della salute pubblica e dei beni comuni, che
hanno una destinazione universale (come la ztl nel centro per preservare il patrimonio
storico artistico).
L’interesse generale della comunità richiede oggi scelte importanti non più rinviabili, a causa
dell’emergenza climatica.
Scelte anche impopolari che gli amministratori pubblici sembrano restii a compiere. Per
esempio, l’Amministrazione Comunale di Ferrara, degli 81 ML di euro di fondi del PNRR,
sulla missione “infrastrutture per la mobilità sostenibile”, non ha previsto alcun investimento.
Sono 6 le missioni del piano.
Sulla missione 3 “transizione ecologica” sono previsti 21 milioni di cui 2,4 ml per 9 km di
nuove piste ciclabili / ciclovie urbane e 7 ML per 10 nuovi autobus a idrogeno.
(https://www.comune.fe.it/it/b/44054/pnrr-81-milioni-di-euro-intercettati-140milioni-potenziali)
Una scelta che sembra avallare il paradigma tecnocratico (v. Papa Francesco, Laudato Sì),
cioè la convinzione che la nuova tecnologia, in questo caso la mobilità elettrica o a idrogeno,
risolverà tutti i problemi ambientali in futuro. Sì, gli autobus saranno meno inquinanti ma
sostituiranno semplicemente i mezzi esistenti o potenzieranno i collegamenti? I nuovi mezzi
elettrici eviteranno la congestione del traffico? In una città che invecchia, quanto ha senso
investire solo sulla mobilità ciclabile?
Le scelte di sviluppo della mobilità sostenibile richiedono prima di tutto un cambio di
paradigma. Si tratta di un problema culturale: l’auto non è vista solo come un mezzo ma
anche come status symbol e questo rende difficile rinunciarvi.
Eppure, le tendenze del futuro ci invitano a vedere sempre più la mobilità non in funzione del
mezzo privato ma come un servizio, in cui si realizza una mobilità condivisa: autobus e
navette, car pooling (auto che si condividono su tragitti comuni), car sharing (noleggio auto
di terzi), trasporto a chiamata, mezzi a guida autonoma, ecc.
In questa ottica, per privilegiare il trasporto pubblico non basta rinnovare il parco mezzi,
piuttosto occorre attuare politiche che favoriscano gli spostamenti con mezzi pubblici rispetto
a quelli con auto private, in particolare all’interno delle mura cittadine.
Si dovrebbe agire non solo con scelte basate sulla limitazione o l’aggravio di costi (tasse sui
parcheggi, sui mezzi inquinanti, sui permessi per accedere in ztl, ecc.) ma con incentivi che
rendano la mobilità condivisa più competitiva sia economicamente sia per tempi di
percorrenza.
Ad esempio, con l’estensione di abbonamenti gratuiti o agevolati per determinate categorie
di utenti (studenti, anziani, pendolari, ecc.), con la creazione di parcheggi dedicati alle auto
condivise o di corsie preferenziali per i mezzi pubblici.
Come sui due assi viari principali est-ovest, Corso Giovecca-Viale Cavour e Corso Porta Po-
Via Porta Mare, dove si potrebbero creare sensi unici opposti con una corsia solo per gli
autobus per percorrere la distanza tra la Prospettiva e la Stazione ferroviaria in 5 minuti
anziché in 20, quando il traffico è congestionato.
Oppure nella cintura verde delle mura e del Parco Urbano a nord, tema al centro del nuovo
PUG: si potrebbe pensare ad un collegamento ad anello con navetta pubblica ad alta
frequenza, che renda l’auto privata meno attrattiva su questo percorso.
Infine, ma non ultimo, il completamento della tangenziale est, per risolvere il nodo di
accesso alla città a sud-est deviando il traffico automobilistico all’esterno dell’area di San
Giorgio, ovviando all’attuale paralisi.
In conclusione, vorrei invitare il Forum a monitorare il percorso di elaborazione della
riqualificazione dell’area di Cisterna del Follo ed anche quello del futuro PUMS, facendosi
portatore anche di questa nuova visione di mobilità urbana.
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