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Quando: Martedì 10 dicembre, ore 14:30
Dove: Davanti allo Scalone Municipale
Quando: martedì 26 novembre dalle ore 17,30 alle 20
Dove: Parrocchia di San Giacomo (via Arginone 157)
    05/07/2023

    Ferrara. Di chi è la città? Spazio pubblico e concerti

    Romeo Farinella

    La gestione privatistica degli spazi pubblici è ormai un carattere ricorrente delle nostre città, per molteplici ragioni lunghe da spiegare in questa sede.

    Ferrara è una importante città storica che sta vivendo un conflitto tra due diverse idee di città e di futuro, con una amministrazione cittadina guidata da Lega e Fratelli d’Italia, e un gruppo numeroso di cittadini e associazioni che hanno avviato un’esperienza di “cittadinanza attiva” che ha generato il Forum Ferrara Partecipata. Il Forum è nato un anno fa in opposizione a un progetto (FéRIS) controverso e speculativo di rigenerazione urbana (che prevedeva la costruzione, nel vallo delle mura storiche, di un nuovo ipermercato, un parcheggio e uno “studentato privato”) presentato dalla amministrazione comunale come operazione di interesse pubblico. Il progetto è stato ritirato e oggi l’attenzione del Forum è incentrata sul futuro della città, con gruppi al lavoro su strumenti urbanistici e strategie urbane, ignorati dall’amministrazione. Uno dei temi approfonditi riguarda il diritto dei cittadini all’uso dello spazio pubblico.

    L’area del parco Bassani dopo il concerto del 18 giugno

    Recentemente si è svolto il concerto di Bruce Springsteen in un parco urbano ricco di biodiversità, che ha richiamato 50 mila persone, che hanno devastato uno spazio già fragilizzato dalle recenti abbondanti piogge. Il parco pubblico è chiuso al pubblico da tre mesi: prima per l’allestimento del palco e ora per i lavori di ripristino del verde. Inoltre, a giugno è iniziata la seconda edizione del Ferrara Summer Festival che, per un mese e mezzo, trasforma la principale piazza della città, con la sua Cattedrale gotico-romanica e il campanile rinascimentale attribuito all’Alberti, in un’arena con strutture che impediscono di vedere i monumenti mentre la piazza viene chiusa a cittadini e turisti impedendone la fruizione.

    La città è stata quindi trasformata in un luogo di eventi che impediscono (o limitano fortemente) la fruizione dello spazio pubblico. Lo spettacolo di Springsteen pone il tema dell’opportunità di svolgere eventi di massa in luoghi ambientalmente e paesaggisticamente sensibili, mentre i concerti pongono il problema dell’uso improprio degli spazi monumentali e soprattutto la loro privatizzazione. È lecito dunque chiedersi: “di chi è la città?”

    Il primo evento porta con sé il tema della biodiversità e del valore che le vogliamo attribuire nella nostra cultura e nelle nostre aree urbane. La biodiversità è un obiettivo strategico del Green Deal Europeo. Se si vuole puntare sul rafforzamento naturale di spazi pubblici, come il parco ferrarese, va messo in conto che i processi di “naturalizzazione” rafforzano la biodiversità, quindi va perseguita coerentemente altrimenti meglio non dichiararla nei documenti di indirizzo. Cosa sarebbe successo se Ferrara fosse stato l’epicentro delle piogge torrenziali romagnole di alcune settimane fa, con 50 mila persone in viaggio verso la città? Governare un territorio significa certamente “fare” ma anche “prevedere”.

    Piazza Trento Trieste occupata dalle strutture del Summer Festival

    La seconda argomentazione riguarda l’uso improprio degli spazi urbani storici. Il Sindaco di Ferrara ha dichiarato che molti artisti chiedono location pubbliche di prestigio per i loro concerti. Questo pone un interrogativo sull’etica di questi artisti e sul perché una città debba essere ostaggio di un agente di spettacolo. Spazi alternativi non mancano e un’amministrazione ha il dovere di scegliere nel rispetto delle esigenze di tutta la cittadinanza e non solo di qualche categoria economica. Ferrara è un sito Unesco e i 25 concerti previsti nel suo centro non sono solo un insulto alla bellezza della città, trasformata in una discoteca da spiaggia, con annessa anche la terrazza vip, ma sono anche pericolosi per la salute dei cittadini che vivono nel centro. Le normative vigenti ci dicono che le sorgenti di rumore da attività produttive o commerciali nelle zone prevalentemente residenziali devono essere limitate ed è noto che i concerti normalmente stanno tra i 100 e i 120 decibel mentre a 110 decibel si possono verificare danni all’udito anche dopo soli due minuti di esposizione. Normalmente la rumorosità notturna non deve superare i 40 decibel, oltre a questo limite si può parlare di disturbi del sonno, a 55 db (corrispondente a una strada rumorosa) i danni alle persone aumentano agendo sulla pressione arteriosa, il rischio di infarti, i disturbi psichici e i bambini e gli anziani sono i più esposti. Il primo concerto è finito alle ore 1.45.

    Lo spazio pubblico è il luogo dove si esplicitano le pratiche di appropriazione sociale della città. La qualità di queste pratiche è pertanto un indicatore di civiltà. L’esperienza ferrarese di questi anni mette in luce però un altro approccio dimostrando che a una pratica di governo condivisa e dialogante, si preferisce una pratica di comando dove l’idea di “cittadinanza attiva” è sostituita con quella di “soggetto portatore di interessi” (stakeholder), quindi selettivo, e scelto sulla base di un interesse particolare che si sovrappone all’idea di “città come bene comune”. Si esalta il “culto del fare” ma, come e per chi, lo stabilisce chi comanda. Questo atteggiamento non è conservatore o progressista (viene usato in entrambi i campi) ma è tipico di una visione neoliberale dello sviluppo (e della rigenerazione urbana) dove l’economia e la sua finanziarizzazione, hanno di fatto sostituito la politica e trasformato il cittadino in consumatore. Il diritto alla città, di conseguenza, tende a divenire una questione di censo che alimenterà le disuguaglianze. Imporre 25 concerti, tra giugno e luglio, nel cuore storico di una città è un sopruso e una violenza intollerabile e a noi viene detto che questo accade perché sono gli artisti che vogliono esibirsi guardando gli straordinari monumenti storici della città mentre a noi rimane la visione di tubi innocenti, bagni chimici di vari colori, tendoni neri, distese di attrezzi per spillare la birra e sedie di plastica che occupano lo storico listone della piazza di Ferrara.

    Romeo Farinella, professore di Progettazione urbanistica nel Dipartimento di Architettura della Università di Ferrara.

     

    pubblicato anche su https://volerelaluna.it/territori/2023/06/30/ferrara-di-chi-e-la-citta-spazio-pubblico-e-concerti/


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