Fe Ris sotto la lente del Comitato di quartiere di via Scandiana: fra bocciatura e nuove proposte
Oltre cento i partecipanti che ieri hanno seguito con contributi e domande l’incontro indetto dal Comitato residenti di via Scandiana , per informare gli interessati sia delle caratteristiche del progetto Fe Ris, sia delle ragioni della netta opposizione espressa in più occasione dal Forum Ferrara partecipata.
Alessandra Guidorzi del Forum, l’architetto Andrea Malacarne di Italia Nostra e Marcello Toffanello, storico dell’arte e curatore della Pinacoteca nazionale di Palazzo dei Diamanti, oltre che residenti, hanno aperto i lavori illustrando i vari aspetti del progetto urbanistico e l’intenzione del Forum Ferrara Partecipata di ridare voce ai cittadini sul futuro della città, oltre che su questo specifico progetto, che il Forum boccia senza mezze misure ritenendolo del tutto sbagliato.
L’intervento sulla caserma porterebbe nell’area della cavallerizza, trasformata in food court, e sugli edifici dentro lo spazio della ex caserma, uno studentato da 400 posti e altre strutture sia residenziali che per uffici, un afflusso di 3/4000 persone in un’area di grande pregio storico, snaturando l’identità urbanistica e culturale di un comparto che ospita cinque musei, tre scuole, una delle chiese più antiche della città e altri edifici monumentali.
L’intervento di riqualificazione della ex caserma abbandonata da circa trent’anni è un’ottima idea, ma il progetto Fe Ris oltre a tradire la vocazione di polo culturale del comparto, cade dall’alto, non risponde agli effettivi bisogni della città, di cui non è stata mai ascoltata la voce, non ha utilita’ pubblica e opera una cementificazione contraria ad ogni idea di sostenibilità ambientale.
Questo in sintesi la posizione espressa anche dall’architetto Malacarne che ha ricordato gli interventi in proposito di Italia Nostra, sottolineando che il comparto dell’ex caserma, un comparto risorsa, non può essere recuperato in modo qualunque. “Il Fe ris si presenta, invece, come una grande operazione speculativa privata su parti di città finora considerate intoccabili, un regalo ad operatori privati” attraverso l’accordo di programma, una soluzione che rappresenta un precedente pericolosissimo. “Il Comune e l’Università, cioè enti pubblici, insieme alla Cassa depositi e prestiti dovrebbero essere gli autori di una operazione di riqualificazione così imponente e strategica per il centro storico di Ferrara, da mettere al servizio dei musei, dell’università, del turismo culturale. Il centro storico è una risorsa di cui vanno identificate le nuove funzioni con un processo democratico e trasparente, come è stato per il recupero delle mura della città con i fondi Fio.”
“Dove è finita la cucitura urbanistica tra Schifanoia, Bonaccossi, Marfisa? – si chiede Toffanello – che ha aggiunto come questa riqualificazione dell’ex caserma insieme agli altri due interventi del Fe Ris, il parcheggio in viale Volano e l’ipermercato in via Caldirolo, smentiscano il marchio Unesco della città”.
Dal dibattito sono emerse proposte di interventi rapidi sull’operato dell’amministrazione, di un coinvolgimento largo della cittadinanza, come il flashmob programmato per il 4 febbraio, la partecipazione agli incontri con esperti per un confronto sul futuro della città.