Bellezza e Qualità dei luoghi di vita
Non ho ricette da proporre per il miglioramento della nostra città e pochissime competenze specifiche, se non quelle che mi derivano dalla frequenza ad un bellissimo corso universitario dal titolo “Paesaggio e Ambiente come bene comune”.
La mia personale sensibilità si indirizza soprattutto sul tema della bellezza e della qualità dei luoghi di vita. Dobbiamo difendere Ferrara Patrimonio Unesco ed evitare che venga deturpata, dobbiamo cercare di avere voce in capitolo sulle scelte future e sulle trasformazioni della nostra città per salvaguardare i quartieri storici, i palazzi, le mura, le aree verdi e naturali, combattere le speculazioni e la “svendita” degli spazi, per preservare le specificità e l’identità dei luoghi, come abbiamo fatto esercitando pressione contro il Feris.
Personalmente vorrei anche una città in connessione con il contesto periurbano e quello rurale, vista la nostra connotazione ancora fortemente agricola, che promuovesse lo sviluppo di economie locali con la creazione di filiere corte, il sostegno ai piccoli produttori che adottano tecniche a basso impatto ambientale, ai mercati locali e ai negozi di vicinato, il recupero di terreni pubblici abbandonati per l’attivazione di progetti innovativi di agricoltura, l’attivazione di percorsi educativi per i cittadini, la riduzione dello spreco alimentare e la promozione di un welfare di comunità, come sta avvenendo in molte città d’Italia, prima fra tutte Bologna con diversi progetti della Città metropolitana. Penso a una sorta di Carta di Milano, come quella che fu redatta in occasione di EXPO 2015 o all’attuale Manifesto per la Democrazia alimentare della Città metropolitana di Bologna, che potremmo redigere e proporre noi (visto che non lo fa l’amministrazione…), che potrebbero essere estesi anche ad altri aspetti, non solo a quello alimentare.
Credo che qualunque sia la strada che decidiamo di intraprendere, sia fondamentale avere uno strumento di partecipazione, come più volte è stato ribadito anche in occasione della lotta al Feris. Se il Comune non ci fornisce la possibilità di dire la nostra ce la dovremmo prendere in qualche modo. La legge regionale 15 del 2018 sancisce tra i propri principi la partecipazione attiva dei cittadini singoli e associati alla elaborazione delle politiche e delle decisioni pubbliche. Di particolare interesse il Capo II, art. 4, che prevede la possibilità di richiedere alla Regione e agli enti locali l’avvio di un processo partecipativo e ne indica le modalità. So che per i propri percorsi partecipativi la Regione opera attraverso il progetto open source ParteciPA che si basa sulla piattaforma di partecipazione democratica Decidim, utilizzata da molte amministrazioni nel mondo. Bisognerebbe approfondire.
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