200 persone in bicicletta contro il progetto Fé.Ris
Si scopre partecipato il flash mob organizzato dal comitato Caldirolo Libera e dal Forum Ferrara Partecipata contro la realizzazione del supermercato. In 200 sfilano sotto le mura e in un corteo in bicicletta per mettere sotto la lente anche la mancanza di ciclabili.
Circa 200 persone hanno partecipato al flash mob di sabato mattina contro il progetto Fé.Ris. organizzato dal comitato Caldirolo Libera e dal Forum Ferrara Partecipata contro quella che è stata definita una “speculazione edilizia” per via della cementificazione del campo tra via Turchi e via Caldirolo per far sorgere nell’area un supermercato e il suo contestuale parcheggio a fronte della riqualificazione della caserma Pozzuolo del Friuli di via Cisterna del Follo.
I dimostranti si sono dapprima quindi radunati in un presidio nel piazzale all’incrocio tra via dei Frutteti e via Caldirolo, prima di attraversa in bicicletta alcune volte il percorso che da via Caldirolo porta alle mura di Ferrara passando per via Frutteti e via Turchi, dove hanno organizzato un flash mob all’ex baluardo di San Rocco (nei pressi di dove dovrebbe sorgere l’area commerciale) disponendosi con dei cartelli che riportavano la scritta ‘No Feris basta cemento’ e uno striscione bicolore che recitava che il progetto Fé.Ris. “ferisce Ferrara”.
“Il quartiere di via Frutteti si è animato di un’insolita manifestazione. Forse per la prima volta nella sua storia, certo per la prima volta nell’ultimo mezzo secolo, è stato attraversato da un corteo, una ‘sbicilenta’ – come gli organizzatori hanno voluto tradurre la ‘critical mass’ dei ciclisti – simbolo di una Ferrara che ormai va svanendo”, scrivono gli organizzatori di Caldirolo Libera e Forum Ferrara Partecipata. Il tutto “per esprimere dissenso e indignazione verso il progetto di un nuovo centro commerciale, parte del cosiddetto Fe.Ris., il discusso progetto di ‘urbanistica contrattata’ (vale a dire in deroga agli strumenti di pianificazione ordinaria)”, giudicando come “un abuso” il fatto che “l’area agricola venga cementificata dall’ennesimo spazio commerciale, in una zona che a distanza di dieci minuti di cammino ne vede già cinque (e senza contare l’ipermercato Le Mura, poco oltre)”.
Non solo, per gli organizzatori “spacciare questa operazione per la realizzazione di un parco è una vera presa in giro, visto che aumenterà il traffico (anche di mezzi pesanti) e con esso l’inquinamento e le conseguenze per la salute in un contesto già segnato da polveri sottili e malattie polmonari. E si complicherà lo scolo delle acque piovane nella nostra città, messa a dura prova dalle precipitazioni che il cambiamento climatico rende più abbondanti”.
Per gli organizzatori poi, il progetto “minaccia gli esercizi commerciali di quartiere, che sono un importante punto di riferimento per la socialità anche di vicinato”. “Una struttura alta tredici metri di fronte alle mura rinascimentali, alte circa la metà”, concludono gli organizzatori, “ne comprometterebbe il profilo paesaggistico, celebrato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità”.
A latere poi la scelta di disporsi in un corteo a pedali ha simboleggiato la volontà di protestare contro “la vergognosa carenza di piste ciclabili in via Caldirolo dall’incrocio con via della Fornace fino alla rotonda di Porta Mare. Ciclabili che questa e precedenti giunte non hanno mai realizzato e che adesso, per poter portare clienti al programmato ipermercato, si scopre che sarebbero facilmente realizzabili”.